Nicola, l’Australia non è il paradiso

A cura di Maricla Pannocchia

Nicola, che si definisce un nomade, ha il pallino del viaggio e, 34 anni, è partito per l’Australia, approfittando del fatto che, dopo il Covid-19, l’età per ottenere il famoso Working Holiday Visa è stata alzata a 35 anni. “Avevo già vissuto all’estero e viaggiato molto” racconta Nicola, che oggi vive a Cairns, “Tuttavia, andare così lontano dall’Europa può far paura. In questo caso, devi sapere di poter contare solo su te stesso.”

L’Australia è notoriamente cara e, per risparmiare, ma anche per abbracciare il suo spirito nomade, Nicola lavora e vive in ostello con altri backpackers, “Chi vuole può affittare una stanza, un’opzione più confortevole, o addirittura vivere in una casa o in un hotel. Naturalmente, in questi casi, il costo aumenta, ma tutto dipende da quello che vuoi.”

Secondo l’uomo, chiunque può viaggiare ma comprendere davvero il senso del viaggio è per pochi. “L’Australia è un Paese enorme e meraviglioso, che consiglio di visitare in macchina perché i mezzi pubblici, specialmente lontano dalle grandi città, non sono così diffusi. Più del 90% della sua superficie è ancora selvaggia e qui potrai esplorare non solo la grande barriera corallina ma anche le foreste pluviali più grandi del pianeta e vedere flora e fauna che, in Italia, non potresti ammirare mai.” Nei piani futuri, Nicola ha quello di rimanere a Cairns fino al 2025, per poi spostarsi in Canada.

Nicola Memeo

Ciao Nicola, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Salve! Mi chiamo Nicola, sono originario della provincia di Bari con 34 anni nel borsello e un bagaglio pieno di ricordi ed esperienze date da oltre 15 anni di viaggi. Ho viaggiato per mari e monti e, da quel momento, ho ricominciato da zero in più di sei Paesi intorno al mondo e, al momento, sono a Cairns, Australia, dove penso di restare per 2 anni prima di tornare in Europa (forse).

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Ho lasciato l’Italia quando avevo 22 anni, ormai senza stimoli e sogni. Avevo paura di lasciare il Paese che ho sempre sentito mio, la mia terra, gli amici, la famiglia e tutto ciò che avevo costruito. Raccolsi tutta la disperazione, tristezza, rabbia e tanta, tanta voglia di mettermi in gioco e ricominciai da zero, andando da solo a Londra. Da lì ho ricominciato a vivere.

Cosa ti ha spinto a scegliere l’Australia e, in particolare, Cairns?

Dopo il Covid-19 l’età massima per ottenere il Working Holiday Visa in Australia si è alzata a 35 anni, invece dei 30 del periodo pre –Covid. Io avevo 34 anni e decisi che era arrivato il mio momento!

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Atterrai a Brisbane per fuggire dal freddo e per trovare un lavoro velocemente, dato che il budget che avevo a mia disposizione era limitato, e da lì ho poi raggiunto Cairns, perché qui puoi estendere il visto lavorando nella ristorazione.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Erano tristi ma le persone che davvero ti vogliono bene e che ti stanno accanto vorranno sempre vederti felice e spesso comprenderanno o, almeno, rispetteranno, le tue scelte, nonostante queste possano ferirle. Viaggiare è fantastico ma comporta molti sacrifici e il più arduo è quello di separarsi da ciò che ti rende felice per scoprire l’ignoto.

Come ti sei organizzato prima della partenza?

Non era la prima volta che chiudevo e vendevo tutto per poi ripartire da zero. Certo, andare da solo a 16000 km da casa può essere dura, ma sono abituato ai cambiamenti. Ho organizzato le valigie solo alla fine mentre ho passato settimane a capire il sistema sanitario, economico e tutte Ie regole e i requisiti. Avevo solo due amici qui ma non ho ricevuto nessun aiuto, più per scelta che per necessità, però tutto è andato per il meglio!

Cos’hai provato appena arrivato in Australia?

Mi sono sentito libero. Sapevo di essere solo e di poter fare affidamento esclusivamente su me stesso e così ho imparato a conoscermi, ad amarmi e a riconoscere i miei limiti. Vivere cosi lontano da casa è difficile, ci sono sacrifici che bisogna fare e ci vuole molto spirito di adattamento. Mi sentivo perso e con mille domande in testa ma, con il tempo, ho solo scoperto un nuovo mondo in cui non avrei dovuto necessariamente inserirmi ma che avrei dovuto capire e rispettare, mescolandomi con le sue regole, i suoi usi e i suoi costumi per poi iniziare a costruire qualcosa di concreto.

Puoi spiegare i diversi modi in cui è possibile vivere e lavorare in Australia?

Una possibilità, per chi ha massimo 35 anni, è il Working Holiday Visa, la via più diretta per vivere e lavorare in Australia. Ci sono, inoltre, i visti per gli studenti che tutti possono avere ma, per ottenerli, è necessario pagare una scuola ed è possibile lavorare solo part-time durante il periodo dei corsi scolastici. Ancora, ci sono i visti per chi ha competenze (skills) particolari o una laurea. In quel caso, se all’azienda per cui lavori piaci, puoi farti sponsorizzare direttamente dal tuo datore di lavoro. La sponsorizzazione è un mutuo accordo tra te e l’azienda nel quale t’impegni a lavorare per oltre 2 anni per ottenere, alla fine, il PR, ossia la residenza definitiva in Australia. È possibile ottenere lo sponsor anche semplicemente lavorando e, se apprezzano il tuo lavoro e decidono d’investire in te, avresti comunque la possibilità di pagare da te la sponsorship (si parla, attualmente, di 8.000 dollari). Il Working Holiday Visa può essere rinnovato due volte e, per fare ciò, è necessario lavorare nelle fattorie o nella ristorazione, solo in zone remote del continente.

A chi consiglieresti un trasferimento in Australia?

A tutti. Viaggiare è per tutti ma carpirne il senso è per pochi.

Consiglierei a tutti di viaggiare e provare a vivere qui per comprendere questa parte di mondo e ampliare quella mentalità tanto criticata che noi italiani ci portiamo dietro. Vivere così lontano da casa richiede molta forza nonché un amor proprio non indifferente per poter affrontare le varie situazioni e rimanere positivi e forti di fronte a tutto ciò che ci si presenta davanti.

Pensi che sia necessario andarci per un po’ in vacanza, prima di fare il grande salto, oppure che sia possibile comprare un biglietto solo andata e buttarsi all’avventura?

Non ho mai visitato le città in cui poi ho vissuto. Per me il concetto non è scoprire la città o la nazione prima di andarci a vivere ma cambiare la mia prospettiva di vita, la mia mentalità, il mio spirito di adattamento e la mia forza nel non mollare mai. Se hai questo, sei pronto a viaggiare in qualunque posto tu voglia. L’Australia sarà anche bella ma non è facile restare a galla emotivamente.

Di cosa ti occupi?

Qui in Australia ho lavorato come cameriere e manager però mi adatto e sono davvero pronto a tutto.

In Europa ho un background quasi interamente centrato nel management di ristoranti e negozi però non ho un piano o un sogno su cosa mi piacerebbe fare perché, fintanto che viaggio, mi sento felice e realizzato e questo è l’importante.

Quali sono i settori in cui è più facile, per un italiano, essere assunto?

Per un italiano? Un domanda un po’ generica. Tutto non si basa sulla nazionalità ma sulla tua esperienza, su quanto te la cavi con l’inglese e su quanto sei abituato a sacrificare tutto. Questo non vale solo per gli italiani ma per qualsiasi cittadino del mondo che viene qui.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Gli stipendi per gli immigrati sono più bassi rispetto a quelli per chi vive qui e ha la cittadinanza australiana ma, comunque, non ho visto nessuno morire di fame o con debiti. Si vive bene però dipende anche da cosa vuoi fare e da che piani hai nonché da quanto avrai intenzione di viaggiare. L’Australia è un Paese molto caro e, anche se mentre lavori riesci a mettere da parte dei soldi, ritrovarsi senza lavoro per molto tempo può diventare un problema.

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Qual è, secondo te, lo stipendio minimo per vivere bene a Cairns?

La risposta sarebbe molto generica perché, lavorando 30 ore alla settimana, riesco a vivere e ad avere una macchina però abito in un ostello. Qui è molto comune rinunciare ai comfort per guadagnare di più e riuscire a viaggiare quanto prima possibile, dato che nessuno può restare qui per sempre, a meno che…

È fondamentale conoscere l’inglese già all’arrivo?

Sì. Bisogna saper parlare l’inglese, anche in forma basica, ma qui ci sono gli inglesi, famosi per parlare solo una lingua, la loro. Ripeto, se siete disposti a fare sacrifici, lavorare duro e mettere in gioco tutta la vostra vita per poi cambiarla, allora tutto ciò di cui avete bisogno è la vostra determinazione.

Come ti sei mosso per trovare un alloggio?

Sono molto nomade quindi vivo in ostelli con tanti altri backpackers. A chi cerca stabilità direi di prendersi una stanza, che sono costose ma confortevoli, altrimenti non c’è altra alternativa se non restare nomade e vivere, appunto, negli ostelli. Ogni città ha vari tipi di alloggio che possono fare al caso tuo come stanze e ostelli, case in condivisione, hotels ecc. Dipende solo da quello che cerchi.

Quali sono i costi medi e i quartieri che consiglieresti per vivere bene spendendo il giusto?

Ogni città ha degli ostelli in cui è più facile trovare alloggio e conoscere persone. Ogni città e ogni regione dell’Australia sono diverse e i prezzi sono alti ovunque ma, comunque, ben rapportati in relazione ai guadagni. Vivere in case o in stanze è sicuramente un vantaggio però comporta, a volte, anche un prezzo alto dell’affitto e, se si vuol vivere come un nomade, non è la scelta giusta, dato che bisogna pagare la caparra e garantire un minimo di mesi all’interno dell’abitazione. Qui c’è molta scelta riguardo a dove dormire, dipende, come sempre, dal tipo di vita che vorrete condurre.

Come descriveresti la tua giornata tipo?

Vivendo ai tropici, il caldo bussa alla porta già nel primo mattino e, un po’ per questo e un po’ per abitudine, mi sveglio presto in modo da avere la possibilità di girare, fare la spesa e tutte quelle cose che sotto un sole cocente e un’umidità molto alta non sarebbe tanto facile portare a termine. Attorno al paese in cui vivo ci sono fantastici posti che è possibile esplorare solo in macchina, dato che I trasporti qui non sono così efficienti. Effettivamente, mettete in conto che visitare l’Australia senza una macchina sarà arduo ma ugualmente appagante dal punto di vista naturale e paesaggistico.

Come sei stato accolto dalle persone del posto?

Sinceramente mi aspettavo un’accoglienza più calorosa e un intreccio di storie e culture un po’ più profondo, invece, scoprirete che chi ha il visto e sceglie di essere un backpacker, intraprenderà una strada fatta di nuove conoscenze e mille amicizie con gente da tutto il mondo che è qui per vivere e viaggiare ma, a meno che non decidiate volutamente di lavorare in un posto remoto dove vivono e lavorano solo gli australiani, gli incontri e le eventuali amicizie con i locals saranno più difficili del solito.

Cosa ti piace di più e cosa meno di vivere a Cairns?

Cairns è un paese molto turistico e con molte attività che, di sicuro, fanno sì che non ti annoi. Avere la macchina è una prerogativa e un punto importante dato che qui i trasporti son pochi e non ti portano quasi da nessuna parte. Siamo circondati da parchi nazionali, montagne, mari e mille isole e con un clima sempre caldo umido. Questo paese è, di per sé, un’esperienza da vivere.

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

La sanità è privata e cara. Noi italiani possiamo richiedere la Medicare, che ci dà la possibilità di essere coperti per un totale di sei mesi in caso di urgenze. In realtà, anche senza questa carta, possiamo ancora usufruire dei servizi ospedalieri. La burocrazia è veloce, come in Inghilterra per chi ci avesse vissuto, e i trasporti sono, generalmente, pochi. Se vivi nei paesi e nelle grandi città ci sono ma sono costosi e molto spesso non efficienti come ti aspetteresti. Ho avuto problemi a Brisbane, una grande città nonché capitale del Queensland, e questa cosa un po’ influisce sulla vita in questo continente.

Che consigli daresti a chi sta pensando di trasferirsi in Australia?

Ho sempre detto a chi ha voglia di viaggiare o di ricominciare da 0 di farlo. Il passo più difficile è scegliere, prendere in mano la tua vita e decidere di cambiarla. L’Australia non è un paradiso come molti raccontano però, sicuramente, è un’esperienza che merita di essere vissuta. Si tratta di un Paese molto sicuro con poche leggi e dove con impegno, costanza e determinazione è possibile costruire qualcosa o ampliare davvero il proprio bagaglio culturale.

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E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

In vacanza ci sono tantissimi posti da visitare, luoghi sperduti da esplorare e tantissime attività che non potresti ripetere in Italia come vedere la barriera corallina, le foreste pluviali più antiche del mondo, ecc. Serviranno tanti soldi perché qui è tutto caro ma, fortunatamente, se cambierete gli Euro in dollari australiani, vedrete che non si spende poi tantissimo, solo cifre che siamo abituati a spendere da turisti. Mettete in conto che sarete dall’altra parte del mondo e, quindi, il costo per il volo sarà di per sé un fattore da tenere a mente.

Parlando di Cairns nello specifico, quali sono le esperienze che consiglieresti assolutamente ai nostri lettori?

Qui è possibile vivere in un clima tropicale al 10%, visitare le foreste pluviali più grandi e antiche del nostro mondo, viaggiare per ore attraverso deserti e con l’oceano a 3 metri dall’autostrada e si può vivere in tranquillità. Ci sono molte attrazioni come lo skydiving, le immersioni e tutte le isole attorno alla piccola Cairns che racchiudono meraviglie inspiegabili.

E quali i posti poco conosciuti che, secondo te, meritano una visita?

Non ho ancora girato molto ma l’Australia è enorme e la popolazione vive solo sul 7% del territorio. Questo significa che più del 90% del Paese è ancora selvaggio e ogni singola cascata, montagna, collina, parco, spiaggia o isola può lasciarvi a bocca aperta. La cosa che più mi affascina di questa terra è che tutto parte da un tuo gesto. Se hai la voglia e la forza di scegliere di partire per l’ignoto, viaggiare e andare a visitare un luogo senza quasi nessuna nozione al riguardo, l’Australia ti ripagherà con panorami mozzafiato, posti incantevoli e una fauna e flora mai viste prima.

Quali sono, secondo te, le differenze e gli eventuali punti in comune dello stile di vita italiano e di quello australiano?

Non vivendo in Italia da 13 anni non so esattamente cosa ci sia in comune tra noi e loro. È tutto diverso.

Noi veniamo da una terra che con storia, arte, cultura e tradizione che ha rapito e conquistato il mondo. Siamo abituati ad avere degli standard molto alti e questo è anche dovuto alla qualità della vita che abbiamo.

Arrivando qui dovrete cambiare la vostra mentalità rispetto a tutto. Il cibo vi lascerà di stucco così come la poca storia e le tradizioni che sì, esistono, ma che comunque resteranno occultate fino a quando non sceglierete di entrare in contatto con le persone del posto per capire un po’ di più cosa nasconde e conserva questo affascinante Paese.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Nulla, perché tutto quello che ho fatto o sono stato mi ha portato esattamente dove sono ora. Tutti gli errori, tutte le scelte e i tuffi nel vuoto mi hanno permesso di crescere e di fare la vita che volevo. Essere libero e nomade comporta sacrifici enormi, perdere tutto per ricominciare e riscoprire ha un prezzo e sono super felice di averlo pagato,

A oggi, lo rifarei ancora.

Progetti futuri?

Restare in Australia fino al 2025 e poi andare in Canada (spero).

Per seguire e contattare Nicola:

E-mail: travenoma@gmail.com

Instagram: @n0manic0