Mirko: sono finito a Malta quasi per caso. Qui, per andare avanti, devi dimostrare di valere

A cura di Maricla Pannocchia

Alla ricerca di un posto in cui imparare l’inglese, Mirko è incappato in Malta quasi per caso. La sua prima meta era l’Australia, dov’era già stato in vacanza, scartata perché troppo lontana e costosa e poi c’è stata l’opzione Londra ma, davanti allo scenario dell’isola, sicuramente più economica della capitale inglese e più vicina al clima della sua Puglia, Mirko ha deciso di concedere a Malta una chance. Forte della sua sicurezza in sé stesso e delle sue esperienze lavorative, Mirko ha trovato subito lavoro come cameriere in un hotel 5 stelle per poi lavorare nel settore da cui provengono le sue skills primarie, quello delle vendite.

Mirko ci racconta una Malta più inedita rispetto a quella che viene vista dai turisti. “Essendo un’isola, tutto viene importato ed esportato e bisogna mettere in conto il prezzo del trasporto”, racconta Mirko, “Il costo della vita è più alto rispetto a quello italiano, almeno se paragonato alla zona da cui vengo io”. Nonostante queste difficoltà, e altre come quelle legate agli aspetti logistici, Malta è forte di una burocrazia snella, di bei paesaggi e di una popolazione ben disposta verso gli italiani.

Mirko ha in programma di rimanere lì “per sempre”? Chi lo sa? Di sicuro, se ce ne dovesse essere la necessità, sarebbe pronto a ripartire e rimettersi in gioco, ma intanto si gode il sole e il mare della sua Malta…

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Ciao Mirko, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, mi chiamo Mirko e sono uno dei tanti che non si è dato per vinto e che, non contento della sua situazione personale in Italia, si è messo in gioco e ha deciso di riprendere in mano la sua vita. Sono pugliese e lavoro nel settore immobiliare.

Come mai hai scelto proprio Malta?

È stato del tutto casuale. Volevo andare all’estero per imparare l’inglese e mettermi in discussione. La mia prima meta era l’Australia (essendo stato in vacanza a Sydney da giovane, ne ero fortemente attratto). Lì sembra che tutto funzioni alla grande comparato all’Italia ma chiaramente per quel tipo di passo hai bisogno di un budget proporzionato, e la distanza è notevole. Ho ripiegato sull’Inghilterra (Londra) e, sfogliando le riviste dei corsi d’inglese, è spuntata Malta. Ho visto un posto più economico della metropoli inglese, più sicuro, più caldo (che per un meridionale come me incide non poco!) e mi sono detto “perché no?”. Se va male al massimo mi sposterò a Londra. E da Malta non me ne sono più andato (sono qui dal 2013).

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Quali sono i punti di forza che, secondo te, ti hanno permesso di trasferirti con successo?

Un’ innata consapevolezza del valore intrinseco della mia persona. Io sapevo di valere e il posto dove vivevo non mi valorizzava. Con tutte le problematiche dell’Italia, purtroppo vivere in un paese del Sud (sono originario di Martina Franca, un bellissimo paese nella favolosa regione Puglia) comporta 2 scenari: accontentarsi di quello che la realtà intorno ti propone come lavoro e paga o andare via sapendo che sarà dura all’inizio ma che comunque ne sarà valsa la pena.

Di cosa ti occupi?

Quanto tempo avete? Ah, ah. La mia fortuna è che ho sempre avuto una certa capacità di adattamento: sono diplomato come Perito Informatico ma non ho mai scritto una singola riga di codice in vita mia. Dopo il militare mi sono rifugiato nell’azienda di famiglia, una ferramenta storica nel mio paese, ma anche lì non mi sentivo valorizzato. Sono passato alla gestione di una pizzeria/braceria. Anche se il potenziale dell’attività era alto, dopo un po’ ho sentito che non era quello che veramente volevo. Lì ho scoperto che nella vita devi fare le scelte in base alle tue passioni e non con il solo fine del ritorno economico. Fare quello che ci piace è alla base della nostra felicità. Il ritorno economico lo si ha con il tempo e la perseveranza.

Sono passato attraverso l’animazione, il volantinaggio, ho fatto persino il carrozziere per qualche settimana e poi per 5 anni mi sono dedicato alla rappresentanza passando le mie giornate fuori in macchina a macinare chilometri.

Nel frattempo che cercavo il lavoro giusto mi mantenevo facendo il cameriere (che col tempo è stato il mio biglietto da visita). Infatti a Malta ho subito trovato lavoro in una struttura ricettiva a 5 stelle e lì ho praticato e imparato l’inglese che di giorno studiavo nei corsi.

Appena ho preso confidenza con la lingua, forte del mio background nel settore vendite, ho approcciato delle aziende in Italia per la rappresentanza di articoli per l’HO.RE.CA (hotel, restaurant, catering) su Malta. Mentre facevo il rappresentante coltivavo la mia passione per il ballo caraibico dando lezioni private e sono finito con il mettere su una scuola di balli caraibici, tra le più conosciute sull’isola, per ben 8 anni.

Poi il Covid ha rimescolato le carte e sono ritornato alle mie skills di base che sono le vendite. È stato facile e naturale per me inserirmi nel settore Real Estate, che mi ha dato la possibilità di mostrare tutto il mio repertorio nelle interazioni, nell’approccio al cliente e nella capacità di capire i bisogni essenziali. In poco tempo ho costruito una rete di contatti che mi ha portato a gestire anche appartamenti conto terzi (Property Management).

Tutto questo è stato possibile grazie a un percorso e a uno studio interiore che mi ha portato a scoprire il mondo del Coaching, in primis per me stesso e in un secondo luogo aiutando altra gente che aveva le mie stesse problematiche e ambizioni.

Com’è la tua vita quotidiana?

Ora sono padrone del mio tempo. Mi sveglio la mattina alle 6.30 tutti i giorni senza l’ausilio di una sveglia perché ho voglia d’iniziare la giornata. Passo un paio di ore leggendo e facendo coaching, poi mi dirigo in ufficio, premesso che non abbiamo l’obbligo di presenziare perché siamo liberi professionisti, ma a me piace questa routine, incontrare i colleghi e confrontarmi con loro. Organizzo le views con i proprietari di appartamenti e i clienti. A volte il lavoro è frustrante, perché l’impegno nella ricerca del giusto appartamento e la capacità di trovare il giusto matching fra il padrone di casa e l’affittuario non viene percepito e apprezzato, e i clienti spesso saltano da un agente a un altro senza nemmeno informarti, ma quando poi chiudi un deal l’adrenalina che si scatena ti ricompensa di tutti i momenti difficili.

Per anni ho passato le mie serate e i weekend tra lo studio dove insegnavo ballo e i locali dove organizzavo le serate di ballo.

Ora finalmente posso permettermi di godermi più tempo per me stesso e mia moglie. Gesti banali come vedere un film insieme sul divano la sera erano una utopia per me negli ultimi 8 anni, ma non rimpiango nulla. La vita è fatta di cicli, chiuso un capitolo ne inizia un altro. Ora mi dedico alla famiglia, alla gestione degli immobili e all’aiutare gli altri a raggiungere i loro obiettivi. Insomma, ho trovato il mio equilibrio.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Devo dire che, a differenza delle altre nazionalità, gli italiani hanno un trattamento privilegiato qui a Malta.

Molti maltesi sono cresciuti con la tv italiana e hanno un po’ il mito dell’Italia, Paese di artisti, cultura e del mangiare bene. Quindi in generale mi sono trovato molto bene. Ritengo che da buon meridionale abbiamo molte affinità con la gente del posto, pregi e difetti.

Quali sono, secondo te, differenze ed eventuali punti in comune fra i maltesi e gli italiani?

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Come dicevo abbiamo lo stesso carattere meridionale: un po’ impulsivi, tendiamo ad alzare la voce quando parliamo e abbiamo un forte attaccamento alla famiglia. D’altro canto, l’ultima dominazione inglese ha inciso non poco anche sulla cultura del maltese che ha un po’ mischiato usi e costumi. In molti maltesi ho trovato i difetti di entrambe le culture ma devo dire che le nuove generazioni mi stanno colpendo in modo positivo. Sono più aperte, hanno un approccio più “friendly” rispetto ai loro genitori e chiaramente l’ambiente multiculturale li predispone all’apertura mentale.

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Che consigli daresti a chi sogna di vivere e lavorare a Malta?

Prima di tutto consiglio d’imparare l’inglese. Leggo parecchi post sui social dove chiedono se l’inglese è fondamentale o si possa trovare lavoro anche senza. Se è per trovare lavoro basta selezionare quelli dove non c’è interazione: una cucina di un ristorante,i cantieri edili, o, se sei fortunato, un call center italiano. Io penso che la domanda di per sé sia sbagliata: il focus non dovrebbe andare sul “trovare lavoro”. La gente dovrebbe viaggiare di default e imparare le lingue ti apre la mente.

Il lavoro è un qualcosa che viene in automatico. E se sei abbastanza furbo il lavoro puoi creartelo da zero.

Come hai affrontato le difficoltà?

Nessun segreto. Le difficoltà fanno parte della vita. Nessuno può evitarle. Quello che conta è l’atteggiamento mentale. Se dai valore a te stesso, in automatico sai che dentro di te troverai la soluzione. Con il tempo impari a fare tesoro delle tue esperienze, belle e brutte. Impari che la vita è fatta di alti e bassi ma che puoi sempre rialzarti, perché siamo fatti per andare avanti ed evolverci. È un istinto naturale.

Inoltre sono importanti gli affetti, avere qualcuno con cui condividere il tuo “viaggio” ed io grazie a Dio ho una moglie speciale che mi ha sempre sostenuto in tutte le mie scelte e un contatto costante con la mia famiglia in Puglia che mi ricorda sempre da dove sono partito e dove sono oggi.

Hai delle esperienze particolarmente interessanti da raccontare?

Ricorderò per sempre il mio amico maltese Keith Mangion, il mio manager all’hotel Le Meridien a St Julians, dove ho lavorato per 3 anni. Erano gli inizi, quando non sapevo ancora bene la lingua e mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Keith è una persona eccezionale, parla fluentemente italiano, spagnolo, inglese e maltese, e, nonostante gli orari assurdi che faceva, aveva sempre un atteggiamento professionale ma allo stesso tempo amichevole, ti dava forza, era allegro (non dimenticherò mai il suo “Ehi! Su con la vita!”), ti stimolava a fare bene e soprattutto ti copriva se qualcosa andava storto. Questo non è per niente scontato nella società odierna dove si tende a lavarsi le mani e a fare il minimo indispensabile per prendere la propria paga.

Ricordo Ben Farrugia, titolare della azienda di famiglia Longbow LTD, che ha creduto in me (ero l’unico italiano in una azienda di maltesi) e mi ha dato la rappresentanza dei suoi articoli sull’isola. Un ragazzo di un’intelligenza estrema capace di parlare in maniera fluente 5 lingue, con un’azienda consolidata sulle spalle ma allo stesso tempo una persona umilissima. Nonostante gli impegni si fermava sempre a scambiare due chiacchiere. Ricordo che parlavamo di tutto e questo mi faceva sentire una persona considerata, importante. Perché se qualcuno si ferma a parlare e ad aprirsi con te significa che quella persona ha visto qualcosa di valore in te.

Quali sono i luoghi di Malta che ti sono piaciuti di più e quali quelli che, invece, ti hanno deluso un po’?

Malta va scoperta un po’ alla volta. I gusti sono del tutto personali, c’è chi è alla ricerca della movida e chi invece cerca posti più isolati dove poter meditare.

A me piace perdermi per i vicoli delle 3 city Vittoriosa, Senglea e Cospicua che hanno mantenuto l’aspetto originario e mi ricordano i vicoli dei paesini pugliesi. Mi piacciono i villaggi poco visitati dai turisti perché puoi ancora trovare qualche posticino tipico dove puoi mangiare e apprezzare qualcosa di autentico.

Chiaramente per uno che arriva dalla Puglia la maggiore delusione sono i lidi, che, diciamo la verità, non ci sono. Qui non sono attrezzati e devi cercare di scovare qualche posto (pochissimi in realtà) che non sia stato già preso di mira dai turisti o contaminato dagli scarichi delle strutture ricettive.

Quali sono, secondo te, gli aspetti positivi e quali quelli negativi di vivere a Malta?

Positivi in primis la burocrazia. Qui apri una partita iva a costo zero in un paio di settimane. Affitti un appartamento in giornata. Se sei attento puoi sfruttare una serie di agevolazioni statali. Non c’è IMU,non c’è tassa sui rifiuti. La casa non è un costo ma un investimento. Le bollette sono assolutamente accessibili. La benzina ha lo stesso costo da anni ormai.

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Un altro aspetto positivo sicuramente il fatto che è una location multiculturale. Qui trovi ogni tipo di nazionalità: europea, africana, asiatica. E confrontarsi è una cosa bellissima, a mio avviso. Qui inoltre vai avanti se vali. C’è tanta concorrenza in ogni settore e se non t’impegni non basta fare il minimo come in altri posti.

L’aspetto negativo è legato alla logistica. Qui a volte passi ore in macchina in fila. Il traffico giornaliero è estenuante e credo, in tutta sincerità, che ci siano più macchine che abitanti. Io purtroppo con il mio lavoro non posso fare a meno della macchina ma consiglio di usare gli scooter elettrici. Con quelli è possibile andare ovunque e non s’inquina.

Poi, essendo un’isola, tutto viene importato e il trasporto incide non poco sul prezzo finale.

Gli stipendi statali sono bassi e il costo della vita – affitti, ristoranti, abbigliamento – di gran lunga superiore all’Italia (almeno a quella meridionale da dove vengo).

Qui vivono bene i locali che hanno minimo 2/3 appartamenti in affitto e i professionisti assunti da aziende internazionali con paghe internazionali.

Pensi di rimanere a vivere lì “per sempre”?

Il “per sempre” non esiste. La società oggigiorno cambia troppo in fretta per pianificare ma non avrei problemi a cambiare. L’ho fatto una volta e posso farlo di nuovo ma sicuramente stavolta avrei una consapevolezza diversa. Non a caso ho cominciato ad approcciare la mia visione sul lavoro delocalizzato, non legato a un ambiente ma al servizio. Oggigiorno si stanno affermando, e qui sull’isola ce ne sono parecchi di esempi, lavori come quelli dei nomadi digitali: lavori da remoto che non implicano una presenza fisica. Questo permette di approcciare uno stile di vita che ti permette di viaggiare, lavorare e allo stesso tempo scoprire posti nuovi e, perché no?, decidere di vivere per un certo periodo lì.

Progetti per il futuro?

Ah ah, la mia vita è un progetto! Vorrei espandere la gestione d’immobili anche in altre realtà come in Albania (Paese bellissimo che consiglio a tutti di visitare) e l’Italia. Tornare a viaggiare come facevo prima del Covid. Intensificare le sessioni di coaching per aiutare altre persone a raggiungere i loro obiettivi. Ma se tu me lo chiedessi fra un paio di mesi avrò sicuramente alzato l’asticella dei miei obiettivi 🙂

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