A Lisbona ho trovato finalmente il mio posto. La storia di Marco

Ventottenne di Latina, Marco vive in Portogallo da un anno. Appena arrivato a Lisbona si è sentito nel posto giusto. Lavora nel progetto media di una grande multinazionale. «Serietà e meritocrazia sono cose che qui puoi toccare con mano – spiega Marco -, orari di lavoro rispettati, niente sorprese per gli stipendi, un tetto sulla testa e tutte le utenze già pagate. Il bello di vivere in questa metropoli è che puoi finalmente scegliere di essere chi vuoi». Ecco la sua storia

Di Enza Petruzziello

Ha da poco festeggiato il suo primo anno da expat a Lisbona. Per Marco Radicioli, 28enne di Latina, il Portogallo è stata una “folgorazione”. La sua prima volta nel Paese è nel maggio 2019, quando accompagna suo padre alla scoperta della regione dell’Algarve. Ritorna nel periodo natalizio ma questa volta a Lisbona. Beh, in questa occasione, capisce che la città è il posto giusto per lui.

Perito informatico, Marco fa di tutto per ottenere un contratto di lavoro a Lisbona e ci riesce. Il Covid, però, blocca tutto ed è costretto a rimanere in Italia fino al marzo del 2022 quando, stanco delle problematiche lavorative italiane, fa nuovamente richiesta per poter lavorare in Portogallo.

Ora è un anno che vive a Lisbona lavorando come content moderator nel progetto di una grande multinazionale che gli ha offerto anche un alloggio gratuito in condivisione con altri 2 italiani. «Lisbona ogni giorno dà emozioni nuove – ci racconta Marco -. I portoghesi sono molto simili culturalmente a noi italiani, oltre al fatto che ci vedono con ammirazione. Il cibo è molto leggero e il pesce è il re indiscusso in cucina, ma purtroppo l’inflazione sta salendo per colpa dei rincari». Ecco cos’altro ci ha detto.

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Marco di cosa ti occupavi precisamente in Italia?

«Nel corso della mia vita lavorativa ho fatto tante esperienze in diversi settori, come ad esempio lavorare nella ristorazione che è sempre stata una mia passione. Il mio ultimo impiego in Italia è stato un tirocinio presso L’Istituto Biochimico Italiano, la prima azienda farmaceutica italiana per età e pregio. Qui ho avuto la fortuna di avere colleghi di lavoro molto più esperti e tra questi uno in particolare che mi ha sempre aiutato ad imparare».

Perché a un certo punto hai deciso di lasciare tutto e trasferirti in Portogallo?

«Tutto è partito dopo un viaggio di un mese con mio papà in Algarve, la prima idea era che lui si trasferisse da pensionato. Io ero lì semplicemente per accompagnarlo e invece ne rimasi folgorato all’istante. L’Algarve è una regione a sud del Portogallo, molto simile alla nostra amata Sicilia: sole, mare, buon cibo e persone un po’ diffidenti ma ospitali. Dopo questo viaggio sono tornato nel periodo natalizio con mio padre e mia madre per passare 5 giorni a Lisbona e più precisamente ad Alfama. Beh che dire: lì ho avuto la percezione di sentirmi a casa, cosa che nelle mie tante esperienze, anche oltre Oceano, non mi era mai successa. Fu così che a fine febbraio avevo il contratto di lavoro, una stanza e tutto già pronto per partire il 13 marzo. Ma come ben sappiamo il lockdown mi ha tenuto stretto come una morsa. Ad aprile 2022, però, eccomi pronto a partire con un biglietto di solo andata per LISBOA».

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Che cosa non ti piaceva della tua vecchia vita e quali erano le difficoltà maggiori?

«La mia vita in Italia era una vita normale fatta di aperitivi, amici, passeggiate al mare, ma con il passare del tempo diventò troppo monotona e sempre confinata ai soliti discorsi, ad apparire, a fare a gara a chi avesse di più e sopratutto alla cosa che odio di più, l’invidia! Ma il problema più grande è sempre stato trovare un lavoro stabile che durasse più di 6 mesi, che mi permettesse di prendere qualche giorno di ferie, che fosse in regola effettiva con tutti gli oneri dovuti».

Che cosa, invece, hai trovato in Portogallo e più precisamente a Lisbona?

«Qui ho trovato un contratto di lavoro di 1 anno con rinnovo automatico, una stanza in una casa con 2 bagni, un soggiorno grande, una cucina e vista mare…Oceano. Il tutto condiviso con altri due coinquilini anche loro italiani (Samuele di Lucca, Yuri della provincia di Frosinone). Fin da subito ho trovato persone disponibili e sempre cordiali in ogni occasione, come la manager di un ostello nel centro della città, Madalena, tipica donna portoghese sempre sorridente e amorevole».

Come sono stati gli inizi qui? Penso all’accoglienza delle persone e all’adattarsi a nuove abitudini, ad una nuova cultura, a nuove usanze e un nuovo stile di vita.

«Appena arrivato mi sono sentito nel posto giusto, forse perché c’ero stato in passato qualche giorno ma quella brezza di mare, quel sole, le persone che passeggiavano nel parco e quell’aria di spensieratezza mi hanno dato all’istante la sensazione di tranquillità che cercavo. Il mio primo incontro in città è stato con l’autista aziendale che mi è venuto a prendere in aeroporto e mi ha portato in azienda a fare il check-in per le visite mediche, ricevere il pc per lavorare da casa e per le varie pratiche burocratiche».

Lisbona è una delle capitali europee più belle, visitata da migliaia di turisti ogni anno. Come è vivere qui?

«Il bello di vivere in questa metropoli è che puoi finalmente scegliere di essere chi vuoi, la città offre tanto, escursioni in natura, passeggiate interminabili in città e nei dintorni, vita notturna, spiagge per fare surf e tantissime altre attività. I costi sono ragionevoli ma, causa inflazione, stanno salendo. Se si è scaltri, però, si può mangiare una Bifana (panino con fettina) più una birra a 3€. Poi, ovviamente, ci sono ristoranti e ristoranti. Per esempio il mio preferito, il Santa Rita (la mamma della proprietari era una donna molto devota a Santa Rita da Cascia e da qui il nome), proprio il mese scorso è stato nominato come il miglior ristorante di Lisbona. Qui il prezzo medio per persona è sui 15€ quindi totalmente lontano da un qualsiasi ristorante trappola per turista presente in città. Per quanto riguarda i servizi a Lisbona sono efficienti. Tram, bus, metro, treni, traghetti: tutto in perfetto orario e ad un costo ragionevole. Purtroppo la sanità è come in Italia, ovvero è normale farsi 7 ore in pronto soccorso colpa anche della grande affluenza di turisti. Il divertimento? Qui è quello che la fa da padrone. Ricordo che la più grande comunità è quella brasiliana e loro sanno bene come organizzare festival e party in spiaggia per ogni occasione, in città ci sono varie zone per il divertimento e la vita notturna, ma anche di giorno ci si può divertire con party in barca o in spiaggia».

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Da un anno lavori in una multinazionale francese con cui lavoravi anche in Italia. Di cosa ti occupi precisamente? Ti piace il tuo lavoro?

«E sì, è già passato un anno, lavoro per questa multinazionale come mezzo milione di dipendenti in tutto il mondo e nello specifico lavoro nel progetto di contenuti per le reti sociali. L’ambiente di lavoro è il migliore con cui abbia mai avuto a che fare, siamo 60 italiani ma con noi ci sono anche portoghesi e francesi, per mesi ho lavorato da remoto ma ora sto intraprendendo anche la vita d’ufficio e devo dire che non è niente male. Il mio capo è mio coetaneo, attento agli aspetti lavorativi ma anche al benessere del suo team e sempre pronto a risolvere i problemi di tutti».

Da un punto di vista lavorativo, che differenze ci sono tra l’Italia e il Portogallo?

«Su questo potrei parlare per ore. Serietà e meritocrazia sono cose che qui puoi toccare con mano, orari di lavoro rispettati, niente sorprese per gli stipendi, un tetto sulla testa e tutte le utenze già pagate, 22 giorni di ferie più tutti i riposi da poter scegliere a proprio piacimento durante l’anno. Straordinari e facilità di riposo in caso di malattia…Ah giusto, la mia azienda offre anche l’assistenza sanitaria privata Allianz gratuita».

Com’è la scena sociale a Lisbona? Quanto è facile fare amicizia?

«Qui anche per il più timido è facile conoscere persone, si riesce ad entrare in contatto con persone di tutto il mondo e di tutte le età grazie ai tanti studenti Erasmus e a tutti i nomadi digitali presenti».

Qual è la cosa migliore del vivere a Lisbona?

«La cosa migliore del vivere a Lisbona è proprio VIVERE A LISBONA. Grazie alle mille opportunità, all’uguaglianza di genere, all’uguaglianza razziale, si percepisce davvero quello che in nessun altra capitale ho mai sentito. Solo qui puoi incontrare in metro un ragazzo abbronzato tutto tatuato e accanto una giovane ragazza con il burqua che per chiunque sarebbe una cosa strana da vedere, ma a Lisbona è la normalità».

Qual è la cosa più difficile del vivere a Lisbona?

«Come tutto ci sono anche aspetti negativi, purtroppo il costo degli affitti è molto alto. Da questo punto di vista il Portogallo è al secondo posto in Europa per prezzi».

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Com’è la comunità di espatriati a Lisbona? Ci sono italiani e hai modo di frequentarli?

«La comunità italiana è presente e attiva su 2 diversi gruppi di WhatsApp dove si può entrare e chiedere qualsiasi tipo di informazione, spesso si organizzano cene o passeggiate gratuite culturali alla scoperta della Lisbona antica».

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Quali sono i posti di Lisbona e in generale del Portogallo che vale assolutamente la pena di visitare?

«Lisbona è fondata su 7 colli come Roma e per questo è molto vasta da scoprire, ma le tappe immancabili sono Il Cristo Rey, Il ponte del 25 aprile, Cabo Da Roca (il punto a ovest più estremo della terra ferma europea), Sintra il paese dei castelli più pittoreschi. Salendo a nord i posti più belli sono senza dubbio Nazarè dove potete ammirare le onde più alte del mondo da ottobre a marzo, Aveiro la “Venezia portoghese”, Porto la città di Harry Potter e Coimbra la città universitaria più grande. Scendendo al sud la regione dell’Alentejo e dell’Algarve. Ma quello che vi lascerà a bocca aperta sono le isole Azzorre, davvero incredibili e incontaminate, anche Madeira e Porto Santo non scherzano per la loro bellezza e la loro naturalezza».

Sono tanti i giovani e non che vorrebbero seguire il tuo esempio. Quali opportunità ci sono per loro?

«Quello con non manca è il lavoro sotto ogni forma, anche se il lavoro nei contact center delle grandi multinazionali è quello che va per la maggiore. Ma ci sono tanti altri lavori come ad esempio il content moderator, o nella ristorazione, gelaterie, accoglienza hotel e tanti altri. Altro aspetto importante è che queste multinazionali non fanno distinzione di età, etnia, genere o altro».

Se potessi dare un consiglio a chi vuole vivere a Lisbona, quale sarebbe?

«Rispondo proprio come ho risposto ad una mia amica che a breve si trasferirà qui. Prima bisogna vivere Lisbona per qualche settimana da turista, magari con qualcuno che qui ci vive e che possa farti scoprire i tanti aspetti positivi e negativi del vivere in questa città, poi tornare una seconda volta a distanza di tempo: se in questa occasione il cuore ti dice che è ciò che fa per te, allora avrai la risposta».

In che modo la tua vita è cambiata da quando sei a Lisbona?

«La mia vita è solo che migliorata da quando sono a Lisbona, quotidianamente parlo quattro lingue e sto studiando la sesta. Interagire con tantissime culture e creare connessioni in tutto il mondo è qualcosa che qui è molto forte».

Programmi o progetti per il futuro?

«Attualmente mi sento al posto giusto e non sto facendo programmi, il mio sogno è viaggiare e scoprire il più possibile per tornare in futuro a Lisbona o chissà proprio in una delle meravigliose isole portoghesi».

Vuoi aggiungere qualcosa?

«Vorrei ringraziare la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto e le mie sorelline Annina e Roby che mi aiutato tanto e che sono parte integrante della mia vita qui, infine un grazie va alla redazione che mi ha concesso questo dopo che per anni ho sognato di essere tra quelle storie che leggevo».

Per contattare Marco ecco i suoi recapiti:

Mail: marco.radicioli@gmail.com