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Marco: vivo in Ghana e vorrei che le persone imparassero a guardare il continente africano da una nuova prospettiva

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Marco: vivo in Ghana

A cura di Maricla Pannocchia

Originario di Palermo, anche per via del suo lavoro – ingegnere che lavora nell’ambito delle costruzioni – Marco ha viaggiato molto e si è diviso, per molto tempo, fra Cina, Medio Oriente e Africa. A un certo punto, fra tutti i Paesi africani, ha scelto il Ghana. “la scelta è avvenuta un po’ per caso”, racconta Marco, “Sono sempre stato interessato all’Africa e questo continente offre molte possibilità a chi lavora nel mio settore.”

Vivendo in Africa, Marco ha imparato ad affrontare le difficoltà della vita da un altro punto di vista, “Mi reputo estremamente fortunato per essere nato nella parte sviluppata del mondo. Qui le persone sono molto accoglienti, mi sono creato la mia zona di comfort e ho i miei amici, locals ma anche persone provenienti da tutto il mondo, che mi hanno aiutato nel momento del bisogno.”

“La mia speranza,” conclude Marco, “è che sempre più persone abbandonino i preconcetti legati a una visione del continente ormai totalmente obsoleta.

Ciao Marco, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi Chiamo Marco Casano, ho 41 anni e vengo dalla provincia di Palermo.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Ho deciso di lasciare l’Italia nel 2014, dopo un primo periodo in cui mi sono diviso tra Africa, Cina e Medio Oriente. Alla fine, ho deciso di fermarmi in Ghana. La decisione di partire è legata anche al mio lavoro. Sono un ingegnere e lavoro nel settore delle costruzioni. La situazione italiana in questo settore è, a mio avviso, ormai disastrosa. Gli ingegneri si occupano quasi soltanto di burocrazia e non era quello che mi andava di fare e per cui avevo studiato.

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Ora vivi in Ghana. Come mai hai scelto proprio questo Paese?

Ero molto interessato all’Africa in generale e alle opportunità che questo continente offre per chi lavora nel mio settore, un continente ancora tutta da “costruire”. Il Ghana è stato una scelta inizialmente quasi casuale, la comunità ghanese di Palermo è molto grande ed è stata per me l’occasione per un primo approccio.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

I parenti mi hanno sempre seguito e assecondato nelle mie scelte, pur se con qualche piccola preoccupazione. La gente in generale ti vede invece come un matto, ancora oggi mi capita che qualcuno mi chieda se faccio il missionario. Per molta gente in Africa non si può far altro se non il missionario o il dottore.

Come ti sei organizzato prima della partenza?

Diciamo che il primo anno è stato puramente esplorativo, ho cominciato la mia avventura con viaggi di qualche settimana, che si sono man mano intensificati e sono diventati sempre più lunghi più che mi sistemavo nel Paese. Questo approccio graduale mi ha permesso anche di capire se la scelta che stavo facendo era proprio quella che faceva per me. L’impatto con il continente africano può rivelarsi molto più complicato di quanto uno possa immaginare, bisogna munirsi di grande spirito di adattamento e avere tanta forza di volontà, specialmente all’inizio e specialmente se si vieni qui da soli e quindi non con il classico contratto da espatriato che lavora per qualche grande azienda.

Avevi dei dubbi o delle paure? Se sì, si sono rivelati fondati?

Avevo mille dubbi, paure no. Stavo seguendo il mio istinto e, di solito, sono uno che si lancia nelle avventure con uno spirito positivo. Ho sempre creduto che sarei riuscito a trovare il “mio spazio”. Questo mi ha aiutato molto, soprattutto all’inizio, quando tutto sembra difficile.

Dove vivi precisamente e di cosa ti occupi?

Io adesso vivo ad Accra, la capitale. Nel corso degli anni ho anche vissuto per due anni a Takoradi, terza città del Paese e che si trova, come Accra, sulla costa. Mi occupo di ferrovie, lavoro in una società d’ingegneria che fa da consulente strategico per il governo del Ghana nell’ambito del ripristino del sistema ferroviario nazionale, settore che era stato abbandonato negli anni 80 e che adesso stanno provando a riportare in auge.

È facile trovare un alloggio lì? Quali sono i costi medi?

Trovare un alloggio non è difficile, il problema vero sono i costi. La disponibilità di alloggi di qualità è ancora non grandissima e quindi le richieste economiche sono importanti. Per affittare un appartamento di due camere in uno dei quartieri buoni della città servono almeno 2.000 dollari il mese. Prezzi che tra l’altro sono scesi, in quanto l’offerta negli anni sta crescendo. Un’altra peculiarità del Ghana è che viene generalmente chiesto di pagare le 12 mensilità tutte in anticipo, il che potrebbe rendere la cosa quantomeno impegnativa dal punto di vista economico.

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

Tra i paesi del West Africa, il Ghana è tra quelli maggiormente sviluppati, nonostante ciò, non si può ancora certo paragonare ai livelli europei. In generale, il sistema è molto simile a quello americano, affidandosi essenzialmente all’iniziativa privata. Ci sono delle ottime cliniche con dottori formati in America e in Europa ma a prezzi molto alti. Avere una buona assicurazione sanitaria è quasi d’obbligo. La burocrazia ricalca quella di stampo anglosassone, abbastanza snella soprattutto se paragonata a quella italiana. I mezzi pubblici sono ancora in fase di sviluppo, ci sono dei buoni aeroporti di recente costruzione, la rete ferroviaria appunto è in fase di ricostruzione, nell’ambito urbano in vece si sopperisce con il settore privato, applicazioni come Uber e affini sono economiche, ben sviluppate e molto efficienti, a livelli che, a essere sinceri, sarebbe bello vedere anche in Italia.

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Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Questo è uno dei grandi punti di forza del Paese. La gente è molto accogliente e aperta agli stranieri, Accra è una metropoli cosmopolita. I miei amici sono sia locali sia gente dai più disparati Paesi del mondo.

Pensi che ci siano dei punti in comune fra lo stile di vita in Italia e quello in Ghana?

Vengo del Sud Italia e mi riconosco molto più vicino come modi di pensare, agire e nel mio retaggio culturale a un Africano rispetto ad uno che viene dal Nord Europa, cosa che in Italia ignoriamo completamente.

E quali sono, invece, le principali differenze fra i due stili di vita?

Secondo me, le principali differenze sono legate al fatto che la vita in Europa è ormai diventata molto più frenetica e complessa rispetto a quella qui in Africa.

L’inglese è parlato dalla popolazione del posto? Quali sono le lingue locali?

L’inglese è la lingua ufficiale del Paese, quella studiata nelle scuole e parlata in tutti gli uffici e che si usa nei documenti pubblici. Contemporaneamente, ogni tribù ha la propria lingua originaria. Il Twii, la lingua della tribù degli Akan, originari dell’area di Kumasi, è quella maggiormente diffusa e utilizzata da un po’ tutte le altre tribù come lingua universale. Altre lingue usate sono il Fante, nella zona Ovest del paese, l’Ewe nella zona del lago Volta o l’Hausa nel Nord del Paese. Ci sono, in totale, più di 40 lingue autoctone.

Come funziona, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Per vivere e lavorare in Ghana bisogna essere in possesso di un permesso di soggiorno. Questo si può ottenere perché si lavora nel Paese come impiegato presso un’azienda oppure se si apre una società propria (Work Permit). Altre possibilità sono i permessi rilasciati a chi è sposato con una persona locale, per chi sta qui per motivi di studio oppure per i pensionati che si trasferiscono nel Paese.

Che consigli daresti agli italiani che vorrebbero trasferirsi in Ghana?

Approcciare il Paese in modo graduale. Ho visto persone trasferirsi qui senza averci mai neanche messo piede e queste esperienze spesso non finiscono bene. Consiglio, inoltre, di evitare quello che chiamo “il doppio salto”, quello che fa chi oltre a cambiare Paese, appunto, prova anche a reinventarsi una nuova attività professionale, spesso sconosciuta, pensando magari che poiché si è in Africa non serva avere una grande professionalità. La mia esperienza mi ha insegnato che, invece, è proprio l’opposto. Meglio venire qui e provare a fare, almeno nelle fasi iniziali, quello che già si conosce bene.

E quali a chi, invece, vorrebbe fare un viaggio nel Paese?

Venite qui senza pregiudizi, aprite gli occhi e andate oltre la prima apparenza.

Hai avuto modo di visitare luoghi poco conosciuti?

Il mio lavoro mi porta spesso in posti che persino i locali conoscono a malapena. Ho esplorato villaggi e parti di foresta che penso pochi occidentali abbiano mai visto. Non bisogna dimenticare che la differenza tra Accra, una grande megalopoli con servizi e negozi molto simili a quelli che troviamo in una qualsiasi città europea, e le città sparse in alcune parti del Paese, è ancora abissale.

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Come hai affrontato le difficoltà?

Ho sempre cercato di affrontarli con un atteggiamento positivo. Inoltre, negli anni impari ad affrontare i problemi con la tipica flemma africana, ovvero lasciando che le cose scorrano e affidandosi alla propria buona stella o a Dio, in base al proprio credo.

Hai mai avuto momenti di vero sconforto?

Ci sono stati momenti difficili ma, in generale, ho sempre avuto fiducia in me stesso, mi sono poi “costruito” la mia piccola zona di comfort e la mia rete di amici e conoscenti che mi hanno aiutatato nei momenti complicati. Se c’è una cosa che non manca qui è una grande umanità e tanta gente che spesso sta molto peggio di te. Questo alla lunga ti fa riflettere e ti aiuta a ridimensionare molti dei problemi che, di primo acchito, ti sembrano insormontabili.

Ti capita di sentire la mancanza dell’Italia?

Mi capita soprattutto di sentire la mancanza della cucina italiana, cosa che, con un po’ di fatica, riesco più o meno a replicare qui in Ghana. Ovviamente, mi mancano anche gli amici e la famiglia, ma in generale mi godo le vacanze che faccio in Italia un paio di volte l’anno.

Che cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho stravolto il mio concetto di Africa. Ho cambiato il mio atteggiato nei confronti dei problemi che la vita ti pone davanti e ho capito quanto sono stato fortunato nel nascere nella parte sviluppata del mondo.

Cosa ti piacerebbe che più persone sapessero riguardo al Ghana?

Sarebbe bello se le persone abbandonassero i preconcetti legati a una visione del continente ormai totalmente obsoleta.

Progetti futuri?

Al momento sto costruendo la mia casa qui in Ghana e mi sono impegnato con un canale YouTube nel quale provo a dare delle informazioni utili per chi volesse approcciare il Paese, una cosa che mi sarebbe piaciuto avere quando ho iniziato la mia avventura.

Per seguire e contattare Marco:

Facebook: https://www.facebook.com/marco.casano/

Instagram: https://www.instagram.com/orfeo82/

Sito web: https://www.youtube.com/@GhanaforGood

Indirizzo e-mail: mc.casano@gmail.com

 

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