Lucia, “Sarei dovuta rimanere a Sydney per un anno ma…”
A cura di Maricla Pannocchia
Lucia si definisce una persona che è sempre stata sognatrice e ricercatrice, sia dalla vita sia del mondo. Originaria delle Marche, è partita per Sydney, Australia, alla fine del 2016. L’idea era quella di rimanervi per un anno ma Lucia ha scelto di stabilirsi lì.
“Non appena sono arrivata in città, me ne sono innamorata” racconta la donna, che lavora come consulente/coordinatrice educativa nella prima infanzia, ricercatrice universitaria e psicoterapeuta. Anche se i costi sono aumentati, come un po’ ovunque nel mondo, Lucia pensa che sia ancora possibile vivere bene a Sydney.
“Io amo l’oceano e ho scelto di vivere in zone che mi permettano di vederlo al mattino e alla sera” continua la donna, “probabilmente la vita qui è un po’ più cara rispetto a quanto non lo sia in altre aree della città. In generale, diciamo che il costo della vita a Sydney varia in base a diversi fattori, fra cui la zona in cui vivi.”
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A chi sogna un trasferimento in Australia, Lucia consiglia di prepararsi prima della partenza e di mettere in conto gli imprevisti, che ci sono quasi sempre. Pensando al futuro, la donna spera di continuare a lavorare nei settori in cui è operativa adesso e di creare degli spazi in cui sognare, pensare, esplorare, riflettere e intrecciare diversi linguaggi, punti di vista e dimensioni.
Ciao Lucia, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Ciao a tutti, sono Lucia, sono sempre stata una curiosa sognatrice e ricercatrice della vita e del mondo. Vengo dalle Marche e da quei luoghi magici che porto sempre dentro di me. Anche qui.
Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?
Sono partita per quest’avventura alla fine del 2016. Avevo voglia di mettermi in gioco e di esplorare nuovi mondi. Il piano era di rimanere qui solo per un anno.
Ora abiti a Sydney. Come mai hai deciso di trasferirti proprio lì?
Ho scelto la scuola dove volevo lavorare prima di partire ma la scelta di Sydney è avvenuta ancora prima. L’ho scelta per il clima, l’oceano, la varietà e la possibilità di viaggiare facilmente con treni o voli interni.
Quando sono atterrata è stato amore a prima vista e me ne sono subito innamorata.
Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?
Erano abbastanza scioccati perché avevo una vita molto piacevole, amavo il mio lavoro, i luoghi, gli amici, i miei cari, viaggiavo molto… Insomma, è stata una scelta dura da accettare, soprattutto dopo che ho scelto di restare negli anni successivi. Scelta difficile anche per me. Ora i miei genitori vengono spesso e con gioia, scoprendo con curiosità questo bellissimo Paese.
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Come ti sei organizzata prima della partenza?
Un anno prima ho preparato visto, documenti e curriculum. Ho inviato candidature e fatto colloqui, prenotando i primi mesi di alloggio su Airbnb.
Come descriveresti la vita a Sydney?
La vita che puoi condurre a Sydney dipende da molti fattori diversi come il quartiere in cui vivi, cosa ami fare, dove lavori e le attività che svolgi nel tempo libero. Sydney è una città molto grande e variegata. Ogni zona è differente. Se ami la natura e l’oceano, o delle atmosfere più europee, più frenetiche o più underground, ogni zona ha le sue ricchezze e caratteristiche. Il bello è poter scegliere di cambiare scenario ogni volta in cui vuoi farlo.
Hai notato dei cambiamenti, sia positivi sia negativi, da quando sei arrivata lì a ora?
Sicuramente negli ultimi anni ci sono stati diversi cambiamenti, come in ogni parte del mondo. Probabilmente continueranno ad esserci e, così come accade con i cambiamenti interni, anche quelli esterni contribuiranno a creare, con il tempo, dei nuovi equilibri.
Di cosa ti occupi?
Bella domanda. Sono consulente/coordinatrice educativa nella prima infanzia, ricercatrice universitaria e psicoterapeuta.
È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?
Con passione, pazienza e competenza nel proprio settore sicuramente pian piano si può continuare a crescere professionalmente. Come ha detto oggi una mia collega, “the sky is the limit” (il cielo è il limite).
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Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?
I settori in cui abbiamo esperienza e conoscenza.
Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?
Lo sono sempre stati, ora i costi si sono alzati notevolmente e, pian piano, anche gli stipendi stanno aumentando. Di nuovo, dipende molto dal quartiere in cui una persona vive.
Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?
Andare a cena fuori costa sui 100 dollari (di nuovo, dipende da dove si va e dal quartiere in cui si vive).
Un caffè costa sui 5 /6 dollari.
Pilates Membership 80 dollari a settimana.
Come funziona, invece, per avviare un’impresa lì come stranieri?
Ancora una volta, dipende dal quartiere in cui sarà il tuo business e dalla sua tipologia. Penso che sia necessario prepararsi approfonditamente prima di avviare un’impresa qui, tuttavia, ci sono ottime opportunità per farlo, a prescindere dal tuo Paese di provenienza.
Come ti sei mossa per cercare un alloggio?
Come ho accennato, prima della partenza ho prenotato una stanza su Airbnb, e vi ho vissuto per due mesi. Poi, ho usato Flatmates, trovando una casa in cui ho alloggiato per 7 mesi e, infine, raggiunta una certa stabilità, ho preso la prima casa in affitto.
Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?
Secondo me è importante scegliere un luogo che ci ‘appartiene’, che amiamo e dove ci sentiamo bene. Ad esempio, io sono un’amante dell’oceano e, lavorando a Paddington, quartiere che amo e che mi ricorda scorci europei, 5 anni fa mi sono trasferita a Bondi Beach e 2 anni fa mi sono spostata a North Bondi, giusto qualche via più su. Amo vedere l’oceano ogni mattina e sera, vivere un’atmosfera rilassante ed essere a due passi dalla città, quando serve.
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La vita in quest’area magari è un po’ più costosa rispetto a quella in altre zone ma è fattibile con uno stipendio medio, soprattutto se in coppia o in condivisione con un amico.
Come sei stata accolta dalla gente del posto?
Sono stata accolta benissimo, direi con amore.
Come descriveresti le loro vite?
Posso parlare solo delle realtà intorno a me. Direi che le vite dei locals sono piuttosto strutturate ma con degli spazi per il viaggio, il campeggio e l’avventura.
Com’è una tua giornata tipo?
I miei giorni sono sempre molto diversi l’uno dall’altro, a volte sono più focalizzati sulla ricerca e sul mio business come psicoterapeuta, altri sulla prima infanzia. In generale, durante la giornata faccio pilates, arrampicata o meditazione. Amo organizzare una cena con gli amici, assistere a un concerto, fare una passeggiata, una nuotata o andare a vedere una mostra, quando posso. Durante i fine-settimana, il mio compagno ed io amiamo viaggiare con il van, immergerci nella natura e vivere delle piccole avventure. Amo i tramonti e rallentare alla fine della giornata.
Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?
Lo stress che si naviga nel percorso per arrivare al PR, come anche nella conversione dei titoli, ecc.
Accettare usi e costumi differenti da quelli a cui si è abituati, sia sul lavoro sia nella vita, dove si pianifica moltissimo e si ha poco spazio per la spontaneità. Affetto e cura possono essere manifestati ed espressi in modi molto diversi. Ho fatto un lento e lungo lavoro su di me, che mi ha portata ad apprezzare i valori e la bellezza delle Marche, dell’Italia e dell’Europa e, al tempo stesso, quelli di Sydney, del NSW e dell’Australia.
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E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?
Ce l’ho sempre fatta, anche se a volte mi hanno detto che sarebbe stato impossibile, che era troppo difficile. Io ci sono riuscita. Sicuramente ad oggi sono felice e grata di tutte le meravigliose esperienze di vita e professionali e delle persone che amo in tutti e due i luoghi.
Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?
Consiglio di pianificare il tutto prima della partenza, anche se l’esperienza è temporanea e molto probabilmente ci saranno degli imprevisti da affrontare lungo il percorso.
Ogni quanto torni in Italia e cosa ti manca di più del Bel Paese?
Di solito torno in Italia ogni anno. Amo la complessità, la poesia, la spontaneità, la passionalità e il vivere con profondità tipici dell’Italia e dell’Europa, oltre alla facilità nell’esplorare luoghi diversi.
Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?
No, non farei nulla di diverso, perché credo che, nella vita, ogni scelta ed esperienza ci arricchiscano e c’insegnino qualcosa.
Progetti futuri?
Continuare a scoprire, ricercare, interconnettere, esplorare e seguire nuovi sogni. Mi piacerebbe continuare a lavorare nel mondo della ricerca e riguardo al “bambino interiore”, un qualcosa che noi tutti abbiamo ancora al nostro interno. Vorrei anche lavorare e contribuire alla creazione di spazi in cui sognare, pensare, esplorare, riflettere e intrecciare diversi linguaggi, punti di vista e dimensioni.
Per seguire e contattare Lucia:
E-mail: info.gentlecounselling@gmail.com
Sito web: https://gentlecounselling.com/
Instagram: @gentle_counselling_sydney