Il sito è davvero una miniera di informazioni e notizie preziose sull’argomento. Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, a partire da quello che spesso è il primo passo per trovarne uno: il nostro biglietto da visita.

L'importanza del curriculum

Ciao Francesca. Per cominciare parlaci un po’ di te e del tuo soggiorno valenciano: da quanto tempo sei lì e per quale motivo?

Sono qui a Valencia dalla fine del settembre scorso, con un’interruzione di tre mesi in cui sono rientrata in Italia. La scelta della città spagnola è dettata da motivi personali che non penso possano davvero incuriosire i lettori.

La crisi ha colpito duro anche in Spagna ma, da fuori, si ha comunque l’impressione di un paese in cui si sta, comunque, cercando di fare qualcosa. Meno immobile del nostro. È così?

Sì, è vero, la crisi ha colpito duro anche qui. Credo però che la crisi qui sia arrivata qualche anno più tardi rispetto all’Italia, dove si parlava di crisi già dal 2003 che io ricordi, se non prima. Sul “cercando di fare qualcosa” non so se ti riferisci alla classe politica o alla gente. Per quanto riguarda la prima, credo che non ci sia poi una così grande differenza tra quella italiana e la spagnola e quello che posso dire è che tra gli spagnoli c’è un malcontento generale diffuso su come il Governo e la classe politica abbia affrontato la crisi. In molti accusano addirittura il Primo Ministro spagnolo Jose Luis Rodrigue Zapatero di averla negata fino a quando non è stato più possibile farlo. Per quanto riguarda la gente credo, invece, che sia “meno immobile” rispetto a noi. Mi includo, visto che sono anche io italiana. Gli spagnoli (ovviamente non tutti) sono scesi in piazza a indignarsi, persone di tutte le età e di tutte le provenienze sociali. Cos’hanno ottenuto finora? Per ora elezioni anticipate a novembre. Poi si vedrà. Intanto loro sono lì, pronti a dire alla classe politica che la stanno tenendo d’occhio, che non sono solo un gruppo di nullafacenti alcolizzati che occupano le piazze perché non sanno cosa fare, come è stato spesso fatto credere dagli stessi media spagnoli. In Italia, invece, dal 1994, ci facciamo prendere in giro, ancora di più rispetto a quanto sia avvenuto prima di Tangentopoli, da una classe politica che, salvando pochi elementi, dovremmo vergognarci di chiamare così.

Veniamo un po’ al tuo interessantissimo sito: come nasce l’idea?

L’idea non è mia. A giugno ho iniziato a lavorare per un’impresa di comunicazione valenziana che voleva lanciare un progetto in italiano. Il progetto era appunto realizzare un sito web che fosse una sorta di versione italiana di un loro sito spagnolo che aveva avuto gran successo. Il sito avrebbe dovuto occuparsi essenzialmente del curriculum vitae e di tutto ciò che ruota intorno ad esso, quindi come si realizza un cv, una lettera di presentazione, il colloquio di lavoro, etc. Tutto in italiano e per utenti italiani. Io, per rendere il sito originale e, per non annoiarmi soprattutto, ho proposto di inserire anche uno spazio informativo con delle notizie sul mondo del lavoro, che a chi cerca come fare un cv sicuramente possono interessare, e delle rubriche con delle mini-inchieste fatte da me sugli italiani all’estero, sul precariato e sulla situazione lavorativa delle donne in Italia.

Fai tutto da sola o ti avvali della collaborazione di qualcuno?

Faccio tutto da sola, anche perché sono l’unica persona che parla italiano nell’impresa. Però, c’è un superiore a cui rispondo di quello che faccio e a cui mi rivolgo per gli aspetti tecnici. La parte positiva è che posso organizzarmi il lavoro e scegliere i contenuti, quella negativa è l’assenza di un collega con cui confrontarsi e da cui ricevere critiche costruttive.

Perché un buon curriculum, così come un buon colloquio, sono così importanti, direi fondamentali?

Un buon curriculum, così come un buon colloquio, sono importanti perché rappresentano un canale per entrare nel mondo del lavoro. Il curriculum parla della persona a cui appartiene e quindi un buon curriculum che parla bene, “vende” quella persona. Il colloquio rappresenta “il momento della verità”: se quello che si è detto nel curriculum è vero, il colloquio sarà il momento di dire a voce ciò che il selezionatore ha già letto e che vuole ascoltare.

Curriculum Vitae

Alcuni guru della comunicazione dicono: “Non avrai mai una seconda possibilità per fare andare bene la prima.” Mi sembra molto azzeccato se si parla di curriculum. Cosa, in base alla tua esperienza, è assolutamente imprescindibile?

↪ Ecco come si scrive un curriculum vitae di successo ↩

Non sono d’accordo con l’affermazione dei “guru”, forse è un po’ drastica. A tutti nella vita viene data una seconda possibilità, forse non la stessa, ma sicuro che una seconda possibilità c’è per tutti. Imprenscindibile in un curriculum? Una serie di cose…ma per questo bisogna leggere modellocurriculum.com.

Chi si occupa per professione di selezione del personale ha dei criteri di valutazione che vanno al di là della correttezza e bellezza formale di un curriculum: cosa di solito, secondo te, è meglio non fare per evitare un’immediata sensazione di distonia tra ciò che si scrive in un curriculum e il modo in cui ci si presenta?

Quando si redige un curriculum vitae non bisogna mentire. Le bugie verrebbero fuori subito: basta una ricerca sul web (solo un social network può già dire molto di noi). Anche durante il colloquio è facile smascherare le bugie; peggio ancora, se vengono fuori dopo l’assunzione, che è ancora più grave. Per il resto credo che sia la spontaneità ciò che dovremmo seguire durante un colloquio. Certo, apparire bene è d’obbligo, ma fingere per voler sembrare un’altra persona non convincerà nessuno.

Hai ormai una certa esperienza sull’argomento: cosa secondo te, differenzia maggiormente i criteri di valutazione nel mercato del lavoro in Italia e nel resto d’Europa?

La differenza maggiore che vedo io, nel mio piccolo, è la meritocrazia. In Italia esiste meno che negli altri Paesi. Dico meno, perché spesso l’Italia viene demonizzata ma non è, purtroppo, l’unico Paese in cui i raccomandati hanno maggiori opportunità.

C’è differenza tra il curriculum che si manda per un’autocandidatura e quello che si manda in risposta ad una specifica richiesta aziendale?

Ci deve essere. Il curriculum dovrebbe essere un po’ come i vestiti, che cambiamo a seconda dell’occasione, anche se sono comunque sempre nostri e scelti da noi. Quando ci si autocandida si sa cosa o si cerca di sapere cosa potrebbe cercare quell’azienda in futuro (perché si suppone che al momento non stia cercando) e cosa il candidato potrebbe offrire, per cui bisognerebbe scrivere un curriculum che convinca l’impresa che quella persona possiede quello che essa ancora non ha, ma di cui potrebbe aver bisogno. Il curriculum vitae scritto in risposta ad una specifica richiesta aziendale deve puntare sulla soddisfazione delle esigenze di questa.

In Italia c’è la cattiva abitudine, molto maleducata direi, da parte delle aziende di non rispondere ai curricula. In altri paesi d’Europa, per non parlare degli Usa, un curriculum, anche se non interessa, riceve spessissimo comunque una risposta. Eppure, per un’azienda, avere una “riserva” di curricula da cui attingere dovrebbe essere considerato un capitale. Perché siamo così indietro anche in questo secondo te?

Ê una questione di tempo: se non si sta cercando personale, non si “perde tempo” con le centinaia di curricula che riempiono la casella di posta elettronica dell’azienda, soprattutto se le aziende non hanno un dipartimento delle risorse umane. Sicuramente non rispondere è sbagliato e allo stesso tempo demotivante per chi è alla ricerca del lavoro, ma in futuro sicuramente arriveranno nuovi strumenti che ovvieranno alla necessità che la selezione dei curricula venga fatta a mano e questa cattiva abitudine sparirà.

Qual è l’errore più comune che si commette nella stesura di un curriculum?

Credo che l’errore più comune sia essere prolissi. È difficile far capire che il curriculum deve essere breve e incisivo, sempre per una questione di tempo: il tempo di chi lo dovrà leggere.

Spiegaci in due parole cosa sono le società di recruiting e che vantaggio offrono.

Ti segnalo questi due link che vale la pena leggere e in cui è possibile trovare qualche risposta al riguardo: www.modellocurriculum.com/il-web-recruitment-o-web-recruiting.html

Non ti chiedo di addentrarci nella discussione sui problemi del mondo del lavoro in Italia ma, in base a quello che tu sai, ci sono altri paesi in Europa che ricorrano, come noi, in maniera così massiccia ai vergognosi, per certi versi, stages non retribuiti?

No, l’uso vergognoso dello stage che si fa in Italia, non si fa da nessun’altra parte, per fortuna. Probabilmente perché nessun altro Paese civile possiede leggi così poco rispettose del lavoro di un principiante come quelle che abbiamo noi. Si deve fare qualcosa per cambiare questa situazione.

Il sito:

www.modellocurriculum.com

Intervista a cura di Geraldine Meyer