Gianni: La Thailandia non è il Paradiso

A cura di Maricla Pannocchia

A 75 anni, Gianni ha dedicato più di due decenni all’amore, quello per una donna e quello per il Paese di lei, la Thailandia. Spesso vista come un Paradiso sulla Terra e meta dei sogni di tanti che, in Italia, si sentono tristi e insoddisfatti, Gianni – che ormai chiama la Thailandia “casa” – ci racconta come, per avere successo nel trasferimento in questo bellissimo Paese del sud-est asiatico, non basti la voglia di partire. Fra consigli e dritte su come trovare lavoro, sulla motivazione per cambiare vita e sulle differenze di mentalità fra italiani e thailandesi, Gianni ci accompagna in un viaggio autentico nei lati meno conosciuti della Thailandia.

Ciao Gianni, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, mi chiamo Gianni, ho 75 anni e attualmente vivo in Thailandia. Sono nato da genitori veneti e ho vissuto a Roma, dove ho effettuato studi classici. La mia era una famiglia “normale” composta da me, mia sorella maggiore e i nostri genitori. Mio padre lavorava mentre mia madre era casalinga e noi figli abbiamo seguito il regolare percorso scolastico. Mi sono sposato a 38 anni, ovvero “tardi”, ma solo perché in realtà non m’interessava convolare a nozze con una donna. Quando ho trovato colei che pensavo fosse la mia “anima gemella”, però, l’ho sposata, anche se il matrimonio è finito circa 2 anni dopo e il divorzio mi ha lasciato un segno non indifferente. Quest’esperienza mi ha portato ad ampliare gli orizzonti per quanto riguarda il mondo e i viaggi. In realtà, quello dei viaggi è un argomento che mi è caro da sempre perché la mia famiglia mi ha abituato a viaggiare e a sopportare eventuali disagi. Ricordo quando, nel 1954, tutta la mia famiglia è arrivata sino all’Olanda e al Belgio a bordo di una Seicento e dormendo in tenda. Allora questo tipo di viaggio non era diffuso come oggi e quei Paesi erano considerati “mete esotiche”. È naturale, quindi, che viaggiare non mi abbia mai preoccupato. Una volta finito il matrimonio sono rimasto single per 12 anni e mi sono concentrato proprio sulla passione per i viaggi arrivando, poi, a stabilirmi in Thailandia.

Gianni: La Thailandia non è il Paradiso

Quali viaggi hai fatto prima di trasferirti in Thailandia?

Ho visitato, sia in compagnia sia in solitaria, gran parte dell’Europa. Posso dire che devo ancora vedere la penisola scandinava e l’Inghilterra ma, per il resto, ho visitato ogni nazione europea. Dopo il divorzio ero caduto preda della confusione ma un amico aveva organizzato un viaggio che toccava l’Indonesia, Bali, Hong Kong e altri luoghi dell’oriente e mi ha proposto di aggregarmi al gruppo. È stato allora che ho scoperto il fascino di queste terre. L’anno successivo, nel 1992, è uscito un libro sulla Thailandia scritto dal giornalista Luca Invernizzi Tettoni il cui titolo era, semplicemente, “Thailandia”. Il volume era una guida su questo Paese di cui avevo sentito parlare più o meno bene e che riportava vari tipi d’informazione. Eravamo negli anni Novanta, i viaggi in Oriente non erano così “famosi” come al giorno d’oggi, comunque ho preso lo zaino e le carte di credito (avevo dei soldi da parte) e sono rimasto in Thailandia per 40-45 giorni, girandola quasi tutta. Uno degli ultimi giorni ho conosciuto una donna del posto che mi ha colpito. Io, però, sarei dovuto tornare in Italia perché lavoravo lì e non potevo rinunciare a tanti anni di contributi che mi avrebbero dato una pensione e la possibilità di continuare a viaggiare senza dovermi preoccupare dei soldi. Ecco che ho cominciato a venire in Thailandia 3-4 volte l’anno, mantenendo la relazione con questa donna. Durante questi viaggi ho visitato anche il Laos, la Cambogia, la Cina, Singapore, la Birmania e sono tornato in Indonesia. Posso dire di aver visto tutto il sud-est asiatico.

Quando hai deciso di trasferirti in Thailandia?

Nel 2001 sono andato in pensione e così, finalmente, ho potuto trasferirmi qui. Era una decisione che avevo inconsciamente preso già da tanti anni ma ero sempre stato legato all’Italia per via del lavoro.

Come ti sei trovato in Thailandia?

I thailandesi sono spesso sorridenti, basta che tu stia al tuo posto. È un Paese accogliente e, grazie anche all’aiuto di conoscenti che avevo qui, sono riuscito a superare le difficoltà. La principale, per me, è la lingua. Io parlo l’inglese correttamente ma non molti thailandesi conoscono la lingua a un buon livello. Se devi andare in uffici governativi o statali è raro che le persone parlino inglese. Se devi recarti all’immigrazione allora puoi trovare qualcuno che lo parla, altrimenti puoi avere dei problemi con la lingua. Anche semplicemente uscendo dalle zone turistiche, è raro trovare qualcuno che parla in inglese. Dato che avevo una compagna thailandese e anche delle conoscenze d’italiani che già vivevano a Chiang Mai ho imparato la lingua locale. Ho vissuto 6 mesi in una guest house e poi ho preso in affitto una piccola casa e ho cominciato la mia vita quotidiana. Ho scelto di vivere a Chiang Mai perché è una città moderna – una delle principali della Thailandia – e offre tutte le comodità e tutti i vizi cari a noi occidentali. La Thailandia viene spesso definita un Paese del Terzo Mondo ma abitare a Chiang Mai non è affatto come vivere nel Terzo Mondo.

Che consigli daresti a chi vuole visitare la Thailandia?

Il mio consiglio è quello di prenderti le ferie che puoi e di fare un giro, senza rivolgerti a un tour organizzato, così puoi renderti conto della realtà di qui. I thailandesi sono diversi da noi italiani ma, se riesci a superare queste piccole barriere culturali e religiose, va tutto bene. Tuttavia, se ti aspetti che i thailandesi ragionino come noi, allora integrarsi sarà difficile. Io frequento la Thailandia da oltre 20 anni e ho capito che a volte conviene abbandonare la discussione (anche se il termine “discussione” riferito ai thailandesi è, forse, sbagliato, data la loro tendenza a non litigare) perché semplicemente non ci capiamo. Gli stili di vita e i modi di pensare sono troppo diversi. Il Paese è sicuro, tranquillo e, se ti fai gli affari tuoi, non succede niente. Io sono andato anche in luoghi in cui non sarei dovuto andare e, con le dovute precauzioni, non accade nulla di pericoloso. Se t’immischi in questioni di soldi o di donne di altri possono succedere dei problemi ed è meglio evitare di farlo. La Thailandia, inoltre, è all’avanguardia dal punto di vista delle strutture amministrative.

Quali sono i pregi della Thailandia?

La luce, il telefono e tutte le utenze si pagano al supermercato. Un paio di anni fa mia moglie ed io siamo andati all’ambasciata italiana a Bangkok per richiedere dei documenti ma mi ero dimenticato di portare il certificato di matrimonio (siamo regolarmente sposati in Thailandia, ma a Chiang Mai e non a Bangkok). Qui non ci sono problemi, vai all’equivalente del Comune e in 30 secondi ottieni il certificato di matrimonio. In banca non fai la fila. Entri, ci sono le poltroncine, c’è l’aria condizionata e aspetti il tuo turno senza dover fare la fila. Non succede come in Italia, in cui i pensionati devono fare la fila sotto il sole, qui è tutto ben organizzato, prendi il numero e aspetti il tuo turno. Era così già 20 anni fa quindi chiamarla “Paese del Terzo Mondo” non ha senso. Se uno deve andare in bagno mentre è in giro, qui non ha nessun problema perché ovunque, anche nei mercati rionali, ti basta pagare pochi baht e puoi andare al bagno. Lo stesso vale nelle banche e negli uffici postali che, tra l’altro, sono tutti ben tenuti e puliti.

E quali, invece, i difetti?

Ci devo pensare… i thailandesi sono nazionalisti e anche un po’ razzisti. Sopportano noi occidentali perché portiamo i soldi ma, se potessero, ci manderebbero via. Questo è uno dei peggiori difetti che hanno.

A chi consiglieresti di trasferirsi in Thailandia?

A chiunque sia autosufficiente. Ci sono diversi modi per trasferirsi. Un occidentale qua spende molto meno rispetto al suo Paese di origine, anche se questo dipende molto dal tenero di vita che vuole avere. Chiediti quale necessità ti spinge a trasferirti in Thailandia. Una può essere l’amore. Qui la differenza di età in una coppia non conta più di tanto, per esempio mia moglie ha 38 anni meno di me. La sua famiglia all’inizio era contraria al nostro rapporto ma, quando hanno visto che mantenevo la loro figlia, che abbiamo avuto dei bambini eccetera mi hanno accettato. Molte donne sono costrette a vendersi agli occidentali per sopravvivere. Pattaya era considerato il “luna park” thailandese per chi cercava dei rapporti veloci con le donne e ho parlato con molte persone di lì. Molti pensionati americani o inglesi, che non avevano la possibilità nei loro Paesi di avere una persona che li accudisse, andavano in Thailandia per trovare una donna che svolgesse le funzioni di una badante. Queste ragazze supplivano a una mancanza dei servizi sociali del Paese d’origine di queste persone. Gli espatriati vivevano meglio qui rispetto ai loro Paesi e permettevano a queste donne di sopravvivere. Se l’unico scopo di volersi trasferire in Thailandia è spendere poco, consiglio di trovare un Paese europeo economico, come il Portogallo. Trasferirsi qui solo per voler vivere meglio spendendo meno non ha senso. Il 99% degli italiani che ho conosciuto sono venuti qui per via dell’amore, perché avevano compagne thailandesi. Nessuno è venuto qui con la moglie italiana.

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Hai dei consigli per chi vuole lavorare in Thailandia?

C’è un elenco di lavori che sono interdetti a noi occidentali. Puoi lavorare qui se, per esempio, sei un general manager di una qualche ditta che ti chiama a lavorare, ti dà il permesso di lavoro e supera la burocrazia, che è abbastanza ferrea. In linea di massima, non puoi venire qua e semplicemente cercare un lavoro. Rischi che ti mettano in galera o ti facciano uscire dal Paese. Se sei un cuoco o pizzaiolo e quindi svolgi un’attività che loro non sanno fare, puoi esercitarla, ma sempre con una partnership thailandese, che dev’essere 51% thai e 49% estero. Mia moglie ha avuto un pub ma io non potevo stare dietro il banco perché, se fossero venuti quelli del controllo immigrazione, mi avrebbe arrestato. Devi avere un permesso di lavoro per dei mestieri specifici come chef o interprete.

Cosa ti ha insegnato vivere in Thailandia?

Questa è una bella domanda! Ho imparato che, con pazienza e umiltà, vivi dappertutto. Ho dovuto superare dei momenti difficili ma adesso, dopo tanti anni che vivo qui e dato che ho una moglie thailandese con cui ho avuto 3 figli, posso dire che la Thailandia mi ha dato delle possibilità che in Italia non avrei mai avuto. Un pensionato di oltre 50 anni che vive in città o anche in provincia, cosa può fare, in Italia, nel tempo libero? Non ha molti sbocchi. Qui, prima di avere moglie e figli, puoi fare quello che vuoi, non sei visto come un “vecchietto”. Sei libero di fare quello che ti va, purché tu abbia rispetto. Io sono andato in discoteca fino ai 60 anni e non mi sono mai sentito a disagio.

Viaggiare per te è…

Viaggiare è la vita.

Quali sono i tuoi piani per il futuro?

Vorrei riuscire a portare a termine l’educazione dei miei figli e vederli sistemati. La mia vita sta volgendo al termine quindi non ho un grande futuro davanti ma loro sono il mio domani. Li vedo crescere, progredire… uno di loro ha 18 anni e frequenta l’università a Bangkok, il secondo ha 15 anni, frequenta il liceo e vive con noi, mentre il più piccolo ha 11 anni e frequenta le elementari.

Pensi che, con quello che sta succedendo in Italia, questo sia un buon momento per un italiano per trasferirsi in Italia?

Sì, ma dico di non aspettarsi i vantaggi economici che c’erano circa 10 anni fa. Anche adesso, però, qui non si sta male. Ripeto che, per trasferirsi in Thailandia come in qualsiasi altro Paese, non bisogna cercare una via di fuga perché si desidera scappare da qualcosa o perché, semplicemente, si “sogna una vita migliore”. Perché il trasferimento abbia successo è giusto partire con delle aspettative reali, anche per evitare delusioni. È necessario, poi, avere dei soldi da parte perché, come ho raccontato prima, a parte rari casi è impossibile e illegale trovare lavoro in loco. Molte persone sognano la Thailandia pensando che sia una sorta di Paradiso in cui risolvere tutti i propri problemi o quelli del proprio Paese. Una motivazione forte è alla base di qualunque trasferimento perché è ciò che permette di affrontare le difficoltà.

Per contattare Gianni: https://www.facebook.com/khunjohnjohn