La rivoluzione del business

Di Giorgio Nadali

Sembra un controsenso. O forse un sogno. L’azienda va a gonfie vele, il fatturato cresce. Ma dov’è il boss? È su una spiaggia alle Seychelles a prendere il sole o a fare shopping a Monte Carlo. Come è possibile?

In realtà è possibile. È l’imprenditore 2.0. Molte aziende sono “one man company”. Tutte centrate su un singolo uomo. Certamente capace e geniale, ma un tuttofare. Se manca l’imprenditore l’azienda si blocca. Il suo problema è che non sa delegare i compiti importanti a persone di fiducia o ha paura di farlo. Di conseguenza diventa insostituibile e lavora anche venti ore al giorno.

La buona notizia è che è possibile avere un’azienda di successo, senza essere costantemente presenti. Questo vuol dire moltissimo tempo libero per l’imprenditore e un ambiente più sereno per il personale. Il segreto del vero successo è – ricordiamolo – lavorare per passione, non per bisogno. Dunque essere presente in azienda perché lo vuoi e quando lo vuoi, non perché devi.

Come vivere di rendita abbiamo già parlato in questo articolo. Ora scopriamo come puoi liberarti dalla gabbia dorata della tua azienda e farla funzionare alla grande senza che tu debba esservi presente costantemente. Te lo spiega Alfio Bardolla, imprenditore e finacial coach della ABTG, Alfio Bardolla Training Group, nel suo libro “Business Revolution”.

Alfio scrive che “Gli imprenditori, per la maggior parte, non hanno ben chiaro fin dall’inizio cosa significhi creare un’azienda. Sfortunatamente riescono, nonostante ciò, ad avviare un’impresa da zero e a farla crescere portandola al successo. Sono bravi. Faticano il doppio, il quadruplo, e alla fine riescono a far quadrare i conti. È allora che cominciano i veri problemi.

Da semplice idea nella loro testa, in breve l’azienda è cresciuta e diventata un sistema enormemente complesso; i vecchi problemi si moltiplicano e ne sorgono di nuovi e inaspettati. Trovare collaboratori fidati diventa più importante che avere collaboratori capaci; la clientela è diventata più esigente e difficile da gestire; l’azienda incassa di più, ma non dispone di una sufficiente liquidità; il flusso di denaro è inadeguato; paradossalmente si rischia di fallire per eccesso di crescita.

Questi sono solo alcuni dei problemi, e i nostri imprenditori possono, ancora una volta, risolverli tutti e far fronte a ogni esigenza; ma ognuna di queste operazioni richiederà tempo. Il loro tempo. Potete imparare molto da loro

Stando accanto a questi indefessi lavoratori potete imparare molto sulla responsabilità, l’abnegazione, la caparbietà; potrebbe capitarvi spesso di sentirli enunciare i loro motti di fronte ai problemi…

«Per essere un esempio devi saperti sporcare le mani.». «Un vero leader deve rimboccarsi le maniche». «Dobbiamo essere imprenditori operai».

E, se li osservate bene, ogni tanto potreste cogliere questo pensiero nella loro mente:

Così tanto da fare, cosi poco tempo per farlo.

Potete imparare molto da loro, se volete diventare degli ottimi dirigenti. Ma se la vostra intenzione è di essere degli imprenditori soddisfatti e capaci, non imitateli.

Troppo bravi, troppo disponibili, troppo importanti, troppo impegnati a correre…

Se i nostri imprenditori «dirigenti» fossero andati incontro al fallimento appena avessero cominciato, sarebbe stato diverso: si sarebbero arresi o avrebbero imparato dai loro sbagli, ma questo non è avvenuto perché sono stati fin troppo bravi.

Si sono rimboccati le maniche e sono riusciti a tappare ogni falla e a far fronte a ogni imprevisto!

L’intoppo è che la competizione imprenditoriale non finisce mai: c’è sempre un nuovo traguardo e la gara è continua; sta a noi trovare il tempo di fermarci e controllare se siamo legati a delle zavorre.

Perché gli imprenditori sono frustrati?

Molti imprenditori sono frustrati perché, in realtà, non fanno gli imprenditori bensì i lavoratori senza contratto delle proprie aziende. Quando i titolari lavorano nelle loro aziende spesso vendono, rispondono al telefono, puliscono guidano il camion, vanno in banca, fanno fronte ai problemi dei dipendenti, gestiscono le lamentele della clientela… cioè svolgono il lavoro dei loro dipendenti! Quando un imprenditore diventa «colui senza il quale niente funzionerebbe», quando decide di essere indispensabile alla propria azienda, smette di avere un’azienda e si ritrova a svolgere un lavoro da salariato, con tutti i rischi imprenditoriali.

Coloro che compiono questa scelta hanno meno tempo libero dei loro sottoposti e molte più responsabilità, e come se non bastasse non godono neppure delle garanzie sindacali: non hanno orari e, se anche li avessero, i loro straordinari non verrebbero comunque retribuiti. Hanno tutti i problemi e i rischi imprenditoriali, senza godere dei vantaggi. Altissimi rischi, nessun vantaggio e un lavoro senza fine. Chiunque ne sarebbe frustrato”.

In “Business Revolution” l’autore svela i consigli per:

Non avere capi

Poter decidere del proprio tempo

Guadagnare di più e in fretta

Raggiungere la libertà finanziaria

Scriveva Flaubert: “In fin dei conti il lavoro è ancora il mezzo migliore di far passare la vita”. E se il lavoro diventa libertà, che dire? Voglio vivere così!