Jacqueline: ho fatto un salto nel buio andando in Australia

A cura di Maricla Pannocchia

Dopo essersi trasferita a Milano per frequentare l’università IULM e dopo aver lavorato per anni in città, a un certo punto Jacqueline, originaria della provincia di Bergamo, ha sentito il bisogno di ampliare i propri orizzonti. Da una parte, ha pensato alla sua carriera, rendendosi conto che, lavorando nel mondo della pubblicità, un’esperienza all’estero avrebbe arricchito il suo curriculum, e dall’altra, alla crescita personale.

È così che la donna è andata in Australia, precisamente a Sydney, approfittando del Working Holiday Visa, che permette ai ragazzi fino ai 35 anni di vivere e lavorare lì. “Il mio migliore amico si era trasferito a Sydney nel 2017 e, per il primo periodo, mi sono appoggiata a lui” racconta Jacqueline, “Adesso, ho la mia casa a Bondi, che ho comprato l’anno scorso.”

Una cosa che l’ha stupita è come, prima della partenza, abbia ricevuto aiuto da italiani che non conosceva e che già abitavano in Australia. “Qui è facile integrarsi con la gente, la maggior parte proviene da altri Paesi e, perfino chi è nato e cresciuto qui, spesso s’identifica con le origini dei nonni e dei bisnonni” racconta Jacqueline che, per il futuro, pianifica di costruire sempre di più in Australia e, magari, di prendere la cittadinanza lì, pur tornando il più possibile in Italia per stare con la famiglia e gli amici.

Jacqueline Gualdi Australia

Ciao Jacqueline, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, sono Jacqueline Gualdi, vengo da Vertova (in provincia di Bergamo) e vivo a Sydney da poco più di 4 anni.

A 19 anni mi sono trasferita a Milano per studiare Relazioni Pubbliche e Comunicazione d’Impresa presso l’università IULM e, subito dopo la laurea, ho iniziato a lavorare nel settore, sempre vivendo a Milano.

Amo viaggiare, i concerti, l’arte e prendermi cura delle mie piante.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Ho scelto di lasciare l’Italia perché sentivo che era arrivato il momento di mettermi alla prova e affrontare nuove sfide. Sentivo di voler allargare i miei orizzonti e scoprire cosa il mondo avesse da offrirmi. Inoltre, lavorando nel campo della pubblicità da circa 8 anni, sapevo che un’esperienza all’estero avrebbe dato una marcia in più al mio curriculum e mi avrebbe aperto porte che, altrimenti, sarebbero rimaste chiuse. Avevo il desiderio di crescere professionalmente e arricchire le mie competenze lavorando in un contesto internazionale.

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A dirla tutta, però, non è stata solo una questione di carriera.

Ho sentito il bisogno di vivere un’esperienza di vita diversa, immergermi in una cultura completamente nuova e conoscere persone provenienti da tutto il mondo.

Ho avvertito l’esigenza di andare oltre i miei limiti e scoprire nuove parti di me stessa.

Quella di lasciare l’Italia è stata una decisione meditata a lungo. Ho lasciato la mia famiglia e i miei amici, un contratto a tempo indeterminato e, soprattutto, ho abbandonato la mia zona di comfort per affrontare l’incertezza di un futuro lontano da casa ma sentivo di doverlo fare, altrimenti avrei avuto il rimpianto di non averci provato.

Ora che vivo in Australia da più di 4 anni, mi rendo conto che è stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Sto crescendo personalmente e professionalmente, sto vivendo esperienze indimenticabili e sto imparando a vedere le cose da una prospettiva più ampia.

Sono grata di aver avuto il coraggio (e un pizzico d’incoscienza) di seguire il mio istinto e di essermi data l’opportunità di vivere questa incredibile avventura.

Adesso sei a Sydney. Come mai hai scelto di andare proprio lì?

Il mio miglior amico, con il quale ho convissuto per 8 anni a Milano, si è trasferito a Sydney nel 2017.

Nel 2018 ho avuto l’opportunità di venirlo a trovare e mi sono perdutamente innamorata dell’Australia, soprattutto di Sydney. Si tratta di una metropoli con una popolazione di 5 milioni di abitanti, una città costellata da grattacieli ma che, allo stesso tempo, custodisce una bellezza naturale unica, un vero paradiso per gli animali. Le strade sono animate da pappagalli colorati, puoi incontrare iguane (purtroppo anche ragni giganti), trovare spiagge mozzafiato e imbatterti in affascinanti quartieri caratteristici.

Ho deciso di tornare nuovamente in Australia a dicembre dello stesso anno, per continuare le mie esplorazioni. Ho visitato Cairns, Melbourne, Byron Bay e le Whitsundays Island.

Durante questi due soggiorni ho potuto apprezzare appieno lo stile di vita degli australiani e il fatto che danno priorità ai propri interessi e desideri, piuttosto che al seguire in maniera convenzionale e cieca le imposizioni della società.

È stato lì che ho preso l’inevitabile scelta di trasferirmi nella terra dei canguri.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

I miei genitori erano un po’ scettici inizialmente e hanno fatto fatica a capire perché volessi abbandonare la sicurezza e la stabilità per fare un “salto nel buio”.

Teniamo presente che l’Australia non è proprio dietro l’angolo e questo ha portato con sé ulteriori preoccupazioni. Se ci aggiungiamo anche la pandemia pochi mesi dopo la mia partenza e l’impossibilità di vederli per 2 anni e mezzo, devo ammettere che per loro (e per me) è stata davvero dura.

Tuttavia, i miei genitori sono venuti a trovarmi a marzo 2023 e hanno avuto modo d’immergersi nel mio mondo, conoscere il fantastico gruppo di amici che ho qui e constatare personalmente che la mia scelta ha portato dei risultati positivi, sia dal punto di vista professionale sia da quello personale.

Per quanto riguarda i miei amici in Italia, invece, sono sempre stati di supporto e, nonostante la distanza e i cambiamenti nella mia vita, siamo sempre riusciti a mantenere dei rapporti solidi e forti. Alcuni di loro sono anche riusciti a venirmi a trovare!

Come ti sei organizzata prima della partenza?

Ho semplicemente richiesto e ottenuto un Working Holiday Visa e ho comprato un biglietto aereo di sola andata per Sydney.

Di cosa ti occupi?

Lavoro nel campo della pubblicità e del marketing. Sono Account Director presso whiteGREY, agenzia di comunicazione del gruppo WPP.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Direi di sì. Avendo un passaporto europeo non subiamo discriminazioni a livello lavorativo e non abbiamo particolari difficoltà a ottenere un visto.

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

Sicuramente il settore dell’hospitality, quindi sono molto richieste figure professionali come cuochi, camerieri, restaurant manager ecc.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Tendenzialmente sì.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune (es. cibo, benzina…)?

Alcuni beni sono molto costosi come:

* Sigarette $50 (30€)

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* Pizza mediamente $25 (€15)

* Spritz $18 (€11)

* Caffè espresso $4 (€2,40)

Invece la benzina costa meno che in Italia, al momento $2 (€1,21) al litro.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

A livello burocratico l’Australia non è semplicissima. Ci sono molte regole e vanno assolutamente rispettate.

Se hai meno di 35 anni e hai un passaporto italiano, puoi richiedere un visto per lavorare e viaggiare, chiamato Working Holiday Visa, che ti permette di rimanere nel Paese per un anno.

Se desideri ottenere un secondo anno di Working Holiday Visa, devi lavorare per almeno 88 giorni in zone remote nel settore agricolo.

Personalmente, sono arrivata in Australia con un Working Holiday Visa e, durante la pandemia, ho svolto del volontariato nella riqualificazione di zone danneggiate da incendi boschivi, grazie al quale ho potuto ottenere il mio secondo Working Holiday Visa.

Il mio successivo datore di lavoro ha deciso di sponsorizzarmi (con il Working Holiday Visa puoi avere lo stesso datore di lavoro per un massimo di 6 mesi, se le aziende vogliono tenerti per più tempo, devono sponsorizzarti), il che mi ha permesso di rimanere in Australia per altri 2+2 anni.

Jacqueline Gualdi Australia

Come ti sei mossa per cercare un alloggio?

Inizialmente sono stata ospitata dal mio migliore amico a Potts Point, un quartiere molto bello e centrale. Lui aveva una stanza disponibile nel suo appartamento. Successivamente, ho trovato altri alloggi/case tramite Facebook marketplace o altri siti come FlatMatesFinders.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Vivere in Australia lontani dal mare per me non è concepibile ☺

A Sydney consiglierei sicuramente Bondi, quartiere iconico sul mare, dove vivo.

Se si vuole risparmiare un po’ consiglierei Coogee, sempre sul mare, ma meno collegato al centro città.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

L’Australia è un Paese popolato da molti immigrati, anche gli australiani nati e cresciuti qui s’identificano spesso con le origini dei propri nonni e bisnonni. È facile fare amicizia e integrarsi, nonostante le molte differenze culturali.

Qui ho trovato molta solidarietà fra italiani nel mio settore lavorativo. Tramite amici ne ho contattati un paio appena arrivata e, pur non conoscendomi, mi hanno aiutata tantissimo e concretamente nel mio inserimento nel lavoro. Sinceramente, ne sono rimasta molto colpita.

Come descriveresti le vite dei locals?

Molto rilassate! Gli australiani si alzano molto presto (5 del mattino) e amano passare tanto tempo all’aria aperto, facendo sport. Rispetto all’Italia, poi, la vita è più selvaggia, nonostante le metropoli: non è raro incontrare un sacco di animali e bambini a piedi nudi che corrono ovunque. Le persone sono più rilassate e meno apprensive, vivono la vita con una spiritualità molto più accentuata della nostra, pur non essendo religiose.

Pensi che sia importante sapere bene l’inglese sin da subito?

Come già anticipato, l’Australia è un Paese popolato da molti immigrati. Attualmente, la popolazione australiana è di 26 milioni di persone, di cui 7.7 milioni nate fuori dal Paese.

Significa che il 29% della popolazione non è autoctona.

Ci sono molti accenti, inflessioni e tutti sono abituati a diversi modi di parlare inglese, per cui non è necessario avere una conoscenza perfetta dell’inglese fin da subito. Sicuramente, però, se si desidera ottenere un lavoro d’ufficio e più specializzato, è fondamentale avere un buon livello d’inglese.

Si sente dire spesso che l’Australia è considerata una nazione molto cara. Hai trovato qualche “trucco” per risparmiare?

Non sono d’accordo con questo preconcetto. L’Australia è un Paese sicuramente più costoso dell’Italia ma l’equilibrio fra stipendi e costo della vita è migliore rispetto a quello che abbiamo in Italia e permette sia di vivere sia di risparmiare un po’.

Quali sono i pro e contro del vivere lì?

Ovviamente il contro più grande è la lontananza dalla famiglia e dagli amici. L’Italia è ad almeno 24 ore di volo e a volte è difficile da accettare.

I pro sono tantissimi: sicuramente l’Australia è un Paese meritocratico che offre concrete possibilità di raggiungere i propri obiettivi personali e lavorativi.

Inoltre, il vantaggio maggiore di Sydney è la sensazione di vivere in vacanza senza rinunciare alle comodità della grande città. Abito vicino a un oceano fantastico. Sapere che puoi camminare e fare un tuffo ogni volta che vuoi è impagabile.

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Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

La lontananza dagli affetti, soprattutto durante il Covid, è stata davvero dura. Per 2 anni e mezzo non sono riuscita a vedere la mia famiglia.

Tuttavia, ci riteniamo fortunati perché, grazie a tutte le tecnologie che ci sono ora, è facile superare qualsiasi barriera temporale/fisica: sono dall’altra parte del mondo, 10 ore avanti rispetto all’Italia, ma riesco a sentire famiglia e amici tutti i giorni.

Inoltre, il mio lavoro offre la possibilità di andare fuori dall’Australia fino a 6 settimane l’anno, quindi cerco sempre di tornare e lavorare da remoto per almeno un mese ogni anno.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

La soddisfazione più grande è stata comprare casa a Bondi l’anno scorso.

Qui ho anche conosciuto il mio compagno, Michael, un bel gigante buono del Queensland.

C’è una comunità d’italiani? Ne fai parte?

Gli italiani sono ovunque nel mondo e l’Australia non fa eccezione. Ci sono molti quartieri italiani con comunità molto attive, soprattutto formate da italiani di seconda/terza generazione con programmi radio, giornali ed eventi ma, personalmente, non ne faccio parte.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

“Butta il cuore oltre l’ostacolo”. Organizzati pre-partenza con il visto e, se possibile, con dei contatti.

A quel punto, parti. Una volta qui, sarà tutto più facile.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Non sottovalutate il fuso orario e il volo, considerate almeno 2 settimane per un viaggio in Australia. Consiglio anche di focalizzarsi solo su una o due aree e visitarle per bene. Se si vogliono visitare troppe destinazioni nello stesso viaggio si rischia di passare più tempo tra gli spostamenti che a visitare le località.

Jacqueline Gualdi Australia

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

La resilienza. Ho anche imparato ad affrontare ogni mio obiettivo suddividendolo in obiettivi più piccoli, passo dopo passo, senza perdere di vista il traguardo finale. In questo modo, non si viene sopraffatti e si diventa più efficienti.

Progetti futuri?

Semplicemente continuare a costruire la mia felicità qui (e nel frattempo, magari, prendere la cittadinanza australiana ).

Per seguire e contattare Jacqueline:

E-mail: jacqueline.gualdi@gmail.com

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