Andare in pensione in Spagna
A cura di Nicole Cascione
64 anni, per Massimo Mauro l’età giusta per un trasferimento. Destinazione Denia, una cittadina a circa novanta chilometri da Alicante, in Spagna.
Una vita semplice suddivisa tra passeggiate, escursioni, gite, lettura e scrittura di libri e articoli.
Una vita da sempre sognata da Massimo che finalmente, da pensionato, può coltivare i suoi interessi e dedicarsi alla scrittura, una passione che l’ha sempre accompagnato.
Massimo, ormai vivi da anni in Spagna, cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia e perché hai scelto proprio la penisola iberica?
Vivo a Denia, una cittadina a circa novanta chilometri da Alicante, ai confini con la provincia di Valencia. Siamo cinquantamila abitanti in maggioranza pensionati, soprattutto del Nord Europa. L’idea di trasferirmi è nata alla fine del primo decennio degli anni duemila. La scelta è ricaduta sulla Spagna prima di tutto perché la frequentavo da un decennio e già mi piaceva molto, inoltre non ho più nessuno in Italia e invece alla mia compagna Margarita, spagnola, piaceva tornare nella sua terra. All’epoca ero un libero professionista e la mia compagna invece aveva lavorato in Italia per 35 anni. Facendo due conti, abbiamo notato che vendendo tutto in Italia, senza figli e debiti si poteva vivere molto bene in Spagna, dove i servizi offerti sono qualitativamente molto alti, i costi sono bassi e la vita è a misura d’uomo. Così Margarita è riuscita ad anticipare la pensione e siamo partiti.
Cosa significa trasferirsi a 56 anni? Quali sono state le difficoltà oggettive che hai dovuto affrontare? E come hai superato le barriere linguistiche?
Il lavoro che ho svolto dai quattordici ai cinquantatrè anni nell’Hostelleria mi ha permesso, girando e imparando lingue, di diventare cittadino del mondo. Fondamentalmente non ho mai avuto problemi a vivere all’estero, non parlerei quindi di difficoltà oggettive. Gli spagnoli sono fantastici e questa terra mi ha accolto subito molto bene. Quindi passo alle altre due domande. Avevo fatto un corso di spagnolo a Torino, città da cui provengo, e la frequenza decennale mi aveva già permesso una discreta padronanza della lingua. Devo dire che il trasferimento è avvenuto all’età giusta, ero stufo dell’Italia già da un bel po’. Qui finalmente mi posso esprimere per quello che sono veramente, in più il mare, il caldo e il bell’ambiente fanno il resto. Però ammetto chiaramente di essere un privilegiato in confronto ad altri: non lavoro e finalmente sono riuscito a coronare il mio sogno di scrivere e basta.
Consiglieresti la Spagna ai tanti pensionati che valutano un trasferimento oltre frontiera? Perché? Quali sono gli aspetti positivi? E quali invece, quelli negativi?
La consiglio sicuramente ai pensionati. Meglio così che cercare lavoro, poi dipende da cosa si cerca. La lingua si impara in fretta e comunque ti capiscono bene. Per quel che riguarda il costo della vita, generalmente è più basso rispetto all’Italia, salvo nelle grandi città o nei posti turistici di grido. La delinquenza è quasi inesistente e c’è un attento controllo del territorio; anche la qualità dei servizi sociali è molto alta. Certo non è il paradiso e gli aspetti negativi, nella maggioranza dei casi, se li creano gli italiani stessi. Dipende molto da come viene affrontato il trasferimento, anche perché con due ore di volo puoi essere in Italia da qualsiasi parte. Inizialmente possono esserci problemi con la burocrazia e con qualche dilemma alimentare. Ma frequentare spiagge libere e organizzate completamente gratis e vivere una vita semplice senza tante storie sempre al caldo, penso che possano compensare molte altre mancanze.
Come e in cosa è cambiata la tua vita da quando ti sei trasferito?
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In meglio sotto tutti gli aspetti. Vivo senza orologio, in una casa con giardino e orto, dentro un parco naturale ad un passo dal mare. La popolazione è allegra, c’è tanta bella gente che abita in città, con cui parlare in diverse lingue. Riesco a sfruttare appieno quello che la zona offre in tutti i sensi. Posso ritenermi veramente molto soddisfatto al di là di ogni mia più rosea previsione. Però, come già detto, sono un italiano molto atipico.
Com’è la tua vita da pensionato? Quali sono gli interessi che coltivi?
La vita senza lavoro è magnifica ed è quella che ho sempre desiderato. Non faccio niente di eccezionale, con la mia compagna Margarita viviamo molto semplicemente. Passeggiate, gite, viaggetti e tanto altro compongono la nostra esistenza. Gli interessi sono molteplici, come accennavo prima, ci possiamo dedicare a tante cose che a Torino non potevamo fare. Siamo degli amanti della cultura, quindi il tempo viene suddiviso tra la scrittura dei miei libri e articoli, la lettura, le mostre o i concerti o anche semplicemente le belle passeggiate o escursioni. Nel prossimo autunno probabilmente ci iscriveremo all’Università della Terza Età, che ci arricchirà ancora di più.
Denia per tutti o per pochi?
A Denia posso assicurare che vale la pena viverci per svariati motivi. Primo fra tutti, qui c’è vita durante tutto l’anno, nelle altre cittadine della costa durante i mesi invernali c’è pochissima gente. Qui poi ci sono tutti i servizi essenziali: tribunale, ASL, ospedale, delegazione del governo della comunità valenciana, porto per le Baleari, strade nazionali, autostrade, aeroporti e stazioni di treni vicini. Insomma una cittadina che fino a quarant’anni fa era un paesino di pescatori e che nel corso degli anni si è trasformata in un ottimo luogo dove vivere da pensionati. Ovviamente completano i servizi del posto i mercati, supermercati, negozi e ristoranti.
Consigli pratici per un eventuale trasferimento in terra spagnola:
Mi permetto di fare alcune considerazioni più che di dare consigli. E’ importante non arrivare qui da sprovveduti, come fanno molti italiani che poi diventano preda di “squali” per comprare casa, per lo svolgimento di pratiche burocratiche, ecc. Prima di trasferirmi qui definitivamente, ho fatto diversi sopralluoghi, rendendomi conto di quel che il posto avrebbe potuto offrirmi. Per stare qui, sia da residente o anche solo per qualche mese, serve il NIE, senza del quale non si fa niente, non si apre un conto in banca e tanto altro. Consiglio di farlo in Italia presso un consolato perché qui, in questo momento di grande affluenza, si aspetta molto. Ma soprattutto non comprate case su internet. La bolla immobiliare spagnola offre prezzi bassi e grandi occasioni, ma la truffa è dietro l’angolo, sempre. La maggioranza delle case sono in mano alle banche che le passano ad agenzie e ai freelance, consiglio di controllare nel comune il catasto perché ci sono tantissimi abusi edilizi perpetrati nei decenni e si rischia di rimanere bloccati dal notaio. Se si decide di prendere una casa in affitto, consiglio di affidarsi ad agenzie competenti e controllare bene la casa, possibilmente venendo sempre prima sul posto. Il cambio di targhe, in caso di residenza fissa, costa veramente tanto facendolo qui, vendete tutto in Italia e comprate un auto qui, visto che costano poco, così come il bollo e l’assicurazione. Per le auto e moto di seconda mano non si paga il notaio e con cento euro alla motorizzazione si fa tutto. Ripeto che è necessario almeno conoscere qualcha parola di spagnolo. Certo ci sono agenzie che svolgono il lavoro burocratico però si spende molto. Infine un aiuto viene anche sai social network, iscriversi nei vari gruppi, così da chiedere consigli ed informazioni.