Imparare il mestiere dei sogni con l’Erasmus dei giovani imprenditori
Spesso i sogni più audaci e visionari sono quelli più realizzabili. Ma la maggior parte delle persone pensa esattamente il contrario. Noi italiani in particolare, cresciuti con la cultura e il “sogno” del posto fisso. Un‘idea che spesso si concretizza in un contratto-catena, che ci lega per sempre a fumose e grigie città piene di edifici tutti uguali. Eppure, gli strumenti per realizzarsi al meglio ci sono e sono alla portata di tutti. L’unico limite è la fantasia. Volete aprire un’agenzia turistica in Irlanda o partecipare a tour organizzati in Islanda? Sognate di aprire una boulangerie in Italia e volete passare sei mesi in francia a studiare i segreti della baguette? Vorreste imparare i segreti dei musicisti d’oltremanica lavorando per sei mesi in uno studio di registrazione modello Abbey Road? Non ponete nessun limite alle vostre aspirazioni. Semplicemente scegliete la strada che più vi ispira e cogliete al volo le meravigliose opportunità del programma “Erasmus per Giovani Imprenditori”, fiore all’occhiello tra le nuove iniziative dell’Unione Europea. Il programma ha lo scopo di incentivare lo scambio e le relazioni commerciali tra i cittadini europei al di là dei rispettivi confini nazionali. Il nuovo Erasmus offre un sostegno economico a tutti i cittadini desiderosi di imparare un mestiere o acquisire contatti commerciali da utilizzare in nuovi progetti imprenditoriali. Così può capitare che un giovane appena uscito dalla scuola alberghiera, o una coppia che ha sempre sognato di vivere in un’isola piena di sole, decidano di sfruttare il programma per lavorare presso strutture turistiche nelle Isole Cicladi o sulle coste spagnole. Dopo il periodo Erasmus, che può durare fino a 6 mesi, chi partecipa allo scambio avrà in mano tutti gli elementi per decidere cosa fare della propria vita: continuare per quella strada una volta tornati in Italia? Trasferirsi all’estero? Utilizzare i contatti acquisti durante il periodo di lavoro per costruirsi un futuro imprenditoriale? Le scelte sono pressochè infinite. “Questo programma esiste da poco più di un anno”, spiega Matteo Fornara, addetto stampa della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea. “Il programma Erasmus, nato per gli studenti, è diventato un modello di successo per l’Unione Europea. Gli studenti che hanno utilizzato il programma sono un milione e mezzo. L’Unione vorrebbe raggiungere i 3 milioni di partecipanti entro i prossimi 5 anni, aumentando i fondi a disposizione per le università.
Questo modello è stato perciò applicato anche per la promozione dell’imprenditoria, che è un aspetto essenziale per la crescita economica dell’Unione. Lo Small Business Act, prima legge organica per le Piccole e Medie Imprese, è stata adottata dal Consiglio Europeo nel dicembre 2008. Nella Legge quadro, gli Stati membri e le Istituzioni europee si impegnano in maniera molto chiara nella promozione dell’impresa. Una delle prime azioni concrete adottate è stato proprio l’Erasmus per Giovani Imprenditori”. “Attenzione però – chiarisce subito Matteo Fornara – per giovani non si intende l’età anagrafica dei partecipanti ma l’idea imprenditoriale. Quindi tutti possono partecipare a questo programma. Il requisito essenziale è, molto semplicemente, la volontà di aprire un’impresa: bisogna avere un business plan che dimostri di voler aprire una nuova attività, o far parte di un progetto imprenditoriale con meno di 3 anni di vita alle spalle”. Perfetto, dunque, per chi sogna di aprire nuove strade nel proprio percorso di vita. L’host entrepeneur, cioè l’impresa che ospita, deve rispondere alle caratteristiche richieste dal bando, che sono molto semplici: l’impresa deve avere meno di 250 dipendenti. Ancora meglio se l’azienda non arriva oltre i cinquanta dipendenti.” I rimborsi spese variano da paese a paese, secondo i diversi costi di vita. Si passa dai 560 euro per ogni mese di Erasmus in Lituania ai 1100 previsti per chi decide di trasferirsi in Danimarca. Per chi sceglie le isole greche sono previsti 780 euro, 900 per chi invece preferisce Parigi. All’indirizzo www.erasmus-entrepreneurs.eu sono pubblicati tutti i finanziamenti disponibili. Certo, non sono cifre enormi, ma in alcuni casi la cifra è superiore a quella di molti stipendi italiani. E se pensate che la cifra sia troppo bassa, sappiate che il programma permette di prendere accordi con l’azienda ospite e farsi pagare qualche centinaio di euro per il lavoro svolto, così da arrotondare la cifra finale. “I giovani imprenditori – puntualizza Matteo Fornara – devono capire che le opportunità commerciali vanno decisamente oltre i confini nazionali. Ci sono tante di quelle opportunità che nemmeno immaginiamo! Le cose oggi sono decisamente cambiate rispetto a dieci anni fa. Tutta Europa condivide le stesse regole commerciali e amministrative. Chi lavora nel settore tessile in Italia, ad esempio, ha davanti gli stessi problemi e le stesse sfide degli altri paesi europei. Conoscere (e imparare) come funziona il mercato unico è fondamentale. Questo sistema permette di andare nel Regno Unito a studiare le nuove forme di accesso al credito: non tutti si rendono conto che i finanziamenti per fare impresa possono essere chiesti a qualsiasi banca europea, indipendentemente dalla propria nazionalità. Lo stesso vale per le assicurazioni. E i vantaggi sono enormi. Il sistema inglese è molto diverso da quello italiano. I dati sono chiarissimi: Nel nostro Paese se la famiglia non garantisce il prestito, nessuno finanzia nulla. Oltremanica invece esiste la filosofia del rischio e le buone idee vengono finanziate. In Inghilterra esiste la figura del Business Angel: gli imprenditori di successo investono prte del proprio fatturato in progetti nuovi, finanziando di fatto le giovani imprese“, spiega Fornara.
In Italia, invece, è difficile anche solo aver sentito parlare di Business Angel; questo genere di figura, che sta alla base dello sviluppo delle industrie innovative in tutto il mondo, è da noi molto raro.
“Riassumendo – conclude Fornara – i vantaggi del progetto Erasmus per Giovani Imprenditori sono davvero tanti. Chi partecipa può creare diversi contatti per fare business con altri paesi, le aziende possono adottare a costo zero un collaboratore che si occupi esclusivamente di sviluppare il mercato europeo, possono nascere nuove joint venture. Altro punto fondamentale: al progetto partecipano paesi non appartenenti all’Unione Europea ma comunque inseriti nello spazio economico europeo come la Svizzera e L’Islanda. Sul territorio una lista di enti si occupa di gestire le domande: ce ne sono 102 in tutta Europa, e nelle regioni dell’Italia settentrionale si trovano a Genova (Sviluppo Italia), Torino (presso il Politecnico), Milano (presso Alintec), l’Associazione artigiani a Vicenza, l’Associazione PMI di Varese, il Centro Servizi per le PMI e l’Istituto Formazione Operatori Aziendali a Reggio Emilia, Friuli Innovazione a Udine e alle Camera di Commercio di Marghera in provincia di Venezia, dell’Emilia Romagna a Bologna (dove c’è un altro punto presso Aster). Queste sedi hanno il compito di guidare l’imprenditore durante l’intero processo di scambio, inclusa l’assistenza locale, dai trasporti all’assicurazione, prima e durante il soggiorno dei nuovi imprenditori. Attraverso la loro attività si incrociano le domande di nuovi imprenditori e l’offerta di quelli affermati, che possono esprimere preferenze nella lista di domande”.
A cura di Leandro Diana
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