“Ho 25 anni, sono italiano ma più romano (c’è differenza, è un orgoglio che chi non è nato e vissuto a Roma non può capire, quindi è inutile provare a spiegarlo). Amo il mio Paese, ma ho deciso di andar via a 21 anni per imparare l’inglese, cosa che con mio stupore, ho imparato nei primi due anni insieme allo spagnolo. Sono stato a Londra per 5 mesi, poi un anno ad Amsterdam e un anno in Spagna, successivamente sono tornato a casa per un certo periodo, per poi ripartire nuovamente per Amsterdam, dove sono attualmente e dove rimarrò per un bel po’, prima di varcare i confini europei. Mio padre è un imprenditore, mia madre è una super mamma e una super donna che mi ha accompagnato mano nella mano in tutti i momenti difficili, facendomi ragionare e placando con l’amore materno il mio carattere esuberante (dice che se non controllo il mio istinto farò la fine di Robert de Niro in “TAXI DRIVER”!), io ahimè sono zingaro ma felice, circondato da tanti amici che mi seguono e mi vengono a trovare dovunque vada, per questo mi ritengo molto fortunato. Per me i valori più importanti sono famiglia, amicizia e lealtà, valori che mi hanno accompagnato in tutti questi anni nel mio girovagare. Lavoro e sono autosufficiente da tempo. Non ho mai chiesto un euro a nessuno e vivo da solo da quando ho 18 anni”.
Vivere da soli dall’età di 18 anni. Un’utopia di questi tempi…qual è il tuo segreto?
Nessun segreto, tanta energia, una dose di fortuna….e 18 anni! Andai via da casa solo per questioni familiari. Sono molto orgoglioso e ho sempre avuto un carattere forte quindi, anche se mi è capitato di restare senza soldi, sono rimasto sulla mia strada. A quell’epoca andavo a scuola, lavoravo un paio di pomeriggi a settimana nell’azienda di mio padre e il resto dei giorni mi dividevo tra allenamenti e partite di calcio a 5. Giocavo in una buona squadra e questo mi permetteva di mantenermi, quindi, qualche soldo dal calcio e qualcos’altro da mio padre, riuscivo a raggranellare un po’ di soldi ogni fine mese. L’anno dopo decisi di andare a vivere a Fregene per qualche mese, posto che conoscevo già, poiché ci avevo passato diverse estati durante l’adolescenza. Qui cominciai a lavorare come cameriere in un hotel, ma non ci rimasi per molto perché leggermente schifato dalla cucina. Poi, frequentando un chioschetto vicino casa, ebbi modo di conoscere i proprietari, con cui mi accordai per prendere il chiosco in gestione. Finita l’estate tornai a Roma, dove lavorai per i 2 anni successivi nell’azienda di papà, apprendendo molto, specialmente come affrontare vicende o persone rognose. Dopo quei due anni mi sono trasferito all’estero. Da quel momento in poi sono semplicemente andato avanti per la mia strada. Questo è stato il segreto che mi ha portato fin qui: LAVORARE e mantenere la testa alta sempre!
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Non c’era alcun legame tanto importante da trattenerti in Italia?
Con la mia ex ragazza mi ero lasciato tempo prima. Era semplicemente il momento di andare, il mio destino mi chiamava. Nella mia vita ho costruito legami forti e indissolubili. Per le persone che mi amano e che amo sono un libro aperto, mi conoscono e sanno che ho bisogno di libertà, di esplorare, di conoscere e conoscermi. Gli amici che considero fratelli, si contano sulle dita di due mani, sono una persona fortunata, ho molte persone su cui posso contare ormai da anni. Sono un amico presente sempre, mi sono sempre comportato bene con chiunque. La famiglia, ciò che ho di più importante, la porto sempre nel cuore. Pur lontani siamo sempre vicini, ci unisce un’energia troppo forte!
Sei stato a Londra, ad Amsterdam e in Spagna. Poi sei tornato nuovamente ad Amsterdam, perché la scelta è ricaduta sull’Olanda?
Perché ad Amsterdam la crisi non è arrivata come da noi o come in Spagna o Portogallo, qui la vita è più cara, ma gli stipendi sono più alti, quindi sono in grado di offrire un tenore di vita migliore. Tornato in Italia, mi resi conto che la situazione era tragica: poco lavoro e stipendi “da fame”, così decisi di tornare ad Amsterdam, dove avrei avuto una vita più dura, ma sicuramente più agiata e poi, sono sempre stato attratto da questa città, piccola, multiculturale, tranquilla e allo stesso tempo divertente e sregolata. Qui puoi decidere tu chi vuoi essere. Sta a te e nessuno ti giudica. L’unica pecca dell’Olanda è il freddo!
Di cosa ti occupi ad Amsterdam?
Ho sempre lavorato e lavoro tuttora in centro, sono “buttadentro”/cameriere ormai da anni. Mi sono costruito anche un piccolo business con il quale affitto appartamenti per vacanze a turisti italiani e spagnoli (il gruppo su Facebook si chiama MANGIARE E DORMIRE AD AMSTERDAM). E cerco anche di imparare le lingue, il motivo originario per il quale sono partito.
Quali sono le difficoltà contro cui ti sei scontrato in questi anni?
Difficoltà nell’essere italiano (non siamo così tanto amati all’estero) e nell’imparare le lingue e quindi socializzare con altre persone. I momenti peggiori però sono sempre legati alla mancanza degli affetti più cari. Quando sei lontano, ti rendi conto di quanto arrivino a mancarti le cose che pur essendo scontate riuscivano a farti felice. I 5 minuti sotto casa per una sigaretta con un amico, tornare e fare innervosire il mio cane (tra me e lui sono io quello con più voglia di giocare), portare qualche dolcetto a mia nonna o dare due bacetti alla mamma più bella del mondo. Le uniche difficoltà credo siano queste, quelle psicologiche. Se dovessi spiegartelo in una parola ti direi che la difficoltà iniziale all’estero è la solitudine!
Sei giovanissimo e tanto intraprendente, ma ci sono stati dei momenti in cui avresti preferito stare tra le mura di casa?
Sì, moltissimo, ma come ho già detto prima, sono ed ero troppo orgoglioso per tornare tra le mura di casa, a causa di un malessere momentaneo.
Molti italiani sognano di trasferirsi in Olanda. Tu da parte tua cosa consiglieresti?
Dapprima bisognerebbe fare una distinzione tra i “borderline” e le persone più equilibrate. Ai primi direi di lasciar perdere, c’è meno lavoro di prima (o comunque meno di quanto pensiate) e soprattutto ho visto tanti ragazzi un po’ più fragili perdersi totalmente nelle droghe e rovinarsi a livello fisico e psichico. Intendiamoci, sono completamente a favore delle droghe come semplice piacere saltuario, non sono favorevole alla dipendenza. Agli altri direi che, se vanno alla ricerca di una vita fredda ma tranquilla, questo è il posto per loro. E comunque Amsterdam è piccola e romantica, ma è abbastanza grande per tutti.
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Qual è a tuo avviso, l’atteggiamento migliore per affrontare un trasferimento?
Partire con un sorriso e un vaff*** sempre pronti. Portare con sè tanto amore per il prossimo e due occhi di riserva. Portarsi una dose extra e usa e getta di fiducia nella gente e non rimanerci troppo male quando ci si accorge che non tutti fedeli. Seguire l’istinto, rimanendo lucidi e se possibile razionali. Questo è un consiglio, perché io poche volte sono stato razionale, ma quasi sempre ho solo seguito il mio istinto e non me ne pento. Fino ad ora ho sempre fatto scelte affrettate e impulsive convincendomi di averci pensato su bene, ma alla fine sono sicuro delle scelte che ho fatto e del percorso intrapreso. Mi affido a me stesso, perché una cosa l’ho capita: se si sbaglia è meglio farlo con la propria testa. Non c’è un determinato atteggiamento da seguire, ognuno reagisce alla vita come crede, soprattutto in questo tipo di vita, dove un curriculum in più o in meno può cambiare il tuo futuro. Quando ti trasferisci in un posto nuovo, dove non conosci nessuno, è sempre una scommessa. Generalmente faccio quello che mi sento, credo molto nel destino e nel Karma, quindi da cittadino del mondo provo a fare la mia parte. Mi piace aiutare la gente ed essere generoso con chi mi dà buone vibrazioni. Sarà un caso, ma da quando porto avanti questa filosofia, la vita mi sta regalando tante soddisfazioni. Sento di essere cresciuto e di essere diventato anche abbastanza saggio.
Vivere così quali esperienze regala?
Conoscere culture diverse, storie di persone con vite facili o difficili, questo credo che sia un bagaglio culturale enorme, che mi permette di conoscere meglio la psicologia umana, comportandomi di conseguenza a seconda di chi mi trovo di fronte. Un altro momento molto bello è quello in cui ti trovi a pensare a tempi e situazioni precedenti e ti rendi conto di quanto sei cresciuto. Non c’è dubbio però che il regalo più grande, ricevuto da queste esperienze, è il sorriso. Quando le cose non vanno bene mi faccio forza, mi guardo intorno, sorrido e penso che sto facendo una vita che più in là non potrò più fare, una vita che ora mi rende felice.
Cosa pensano i tuoi genitori di questo tuo spirito libero?
I miei genitori non hanno mai ostacolato le mie scelte, mi hanno sempre offerto la loro opinione, ma mi hanno lasciato libero di scegliere. Inizialmente erano un po’ preoccupati, ora invece si sono abituati e mi dicono di fare solo quello che ritengo giusto, ovviamente pensando sempre a costruirmi un futuro e sapendo che a casa il mio lettino è sempre pronto! Loro mi hanno chiamato Francesco Libero, questo credo che dica tutto..
Qual è l’ostacolo principale per un italiano in Olanda?
L’ostacolo principale sono gli italiani. Intendo la figura negativa che l’italiano si è creato all’estero da turista, specialmente qui. Furbo, ignorante e cafone, questo si riflette su tutti noi che viviamo fuori. La gente molte volte, anche se solo per sentito dire, ha pregiudizi nei nostri confronti, dovuti anche alla tipica storia di “italiano – pizza – mafia – Berlusconi”, all’estero molte persone ci vedono cosi. A parte questo non ci sono troppi ostacoli, con volontà e pazienza si ottiene tutto sempre o quasi. Ovviamente parlo della parte marcia degli italiani, perche qui ho molti amici compatrioti che portano in alto i colori della nostra bandiera, persone che sanno stare al mondo e che si meritano il mio rispetto e quello di tutte le altre culture esistenti. Sono molto orgoglioso di loro!
Ci sono degli aspetti che contraddistinguono gli olandesi che non conosciamo e che invece dovremmo sapere?
L’unica cosa che posso dire di aver notato è la freddezza d’animo e il razzismo nei confronti degli stranieri. Ma non mi sento di giudicare, se mi sentissi uno straniero a Roma, proprio come loro si sentono ad Amsterdam, forse già starei organizzando un omicidio di massa.
Solo, in una terra straniera. Riesci ad affrontare tutto senza problemi, dalle spese quotidiane all’affitto di una casa?
E’ vero che sono solo in terra straniera, ma ho un lavoro, un mio piccolo business e guadagno bene, non posso lamentarmi. E anche se fossi un barbone me la caverei solo con un po’ di cervello! Sono giovane attivo e pieno di energia. Sono i problemi quotidiani che devono affrontare me, non io che devo affrontare loro!
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Alla domanda “Voglio Vivere Così” come risponderesti?
Ora ti risponderei “col sole in faccia”. Vorrei trasferirmi in qualche posto caldo per i prossimi mesi invernali, sono indeciso tra Florida o Costarica. Ma sarebbe solo per tre mesi, per poi tornare qui. Ma fondamentalmente voglio vivere senza pensieri e con tanti soldi. Un giorno sono sicuro che ci riuscirò.
Qual è lo spirito giusto per affrontare la lontananza dagli affetti e dalle cose a noi più care?
Stringi i denti, chiudi gli occhi e pensi che gli affetti, quelli veri, sono sempre lì per te e non c’è lontananza che possa farti sentire solo. Se sei in un altro Paese è stata una tua decisione e sta a te non cadere dinanzi agli ostacoli o quantomeno sta a te rialzarti!
Quali sono i tuoi sogni e dove vedi il tuo futuro?
Vorrei vivere in un mondo pieno di amore e di sincerità, di conoscenza e di multiculturalità, di divertimento e di relax, ma probabilmente la risposta più consona alla mia persona sarebbe questa: tra qualche anno, in età più matura, vorrei trovare una persona speciale con cui fare 2 bambini speciali e con loro vivere una vita speciale, piena di emozioni e di amore. Vorrei vivere con la consapevolezza di essere una buona persona, un buon padre e un buon amico. Il mio futuro è Roma senza dubbio. Sono troppo attaccato alle mie tradizioni, alla mia gente, alla mia famiglia, a Monteverde! Quando sto a Roma mi si riempie il cuore. Mi piacerebbe anche avere una casa al mare, dove vivere 4 o 5 mesi l’anno e continuare a viaggiare alla ricerca di non so che! Ma credo che in fin dei conti vorrei solo un ciclo naturale della vita: diventare padre, poi nonno e poi godermi un po’ di paradiso…Credo di meritarlo! Per concludere vorrei ringraziare pubblicamente la mia famiglia, specialmente i miei genitori e mio fratello grande Flavio per l’amore e la sicurezza che mi danno ogni giorno da 25 anni! Sempre pubblicamente vorrei fare un in bocca al lupo per una vita piena di amore e felicità a mio fratello piccolino Andreas che da poco ha compiuto 1 anno. Inoltre vorrei ringraziare tutti i miei amici. Vorrei dedicare questa intervista a mio nonno venuto a mancare mesi fa. Sarebbe stato felice di conoscermi meglio leggendo queste righe.
DON’T WORRY BE HAPPY A TUTTI!!
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Intervista di Nicole Cascione