Federico: la Thailandia è meravigliosa

A cura di Maricla Pannocchia

Innamoratosi di Bangkok un po’ per caso, dopo esserci andato per incontrare un’amica, Federico, originario di Palermo, ha deciso di rimanerci. “Ho impiegato 8 mesi a trovare un lavoro fisso” racconta Federico che, adesso, lavora per un’azienda di assicurazioni online che opera in Thailandia, Indonesia e a Singapore.

“Venire qui e cercare lavoro come cameriere o commesso, come fanno in molti in altri Paesi, è praticamente impossibile” continua Federico. Uno straniero che lavora in regola viene pagato più del doppio di un local e questo fa sì che molte aziende ci pensino due volte prima di assumere un non-thailandese.

Il consiglio di Federico per chi sogna la Thailandia è quello di approfittare del fatto che il passaporto italiano permette di starci per 30 giorni per iniziare a comprendere il Paese. “Venite qui come turisti ma vivete come se questa fosse la vostra base”, consiglia Federico. In questo modo, “sarà facile capire se la Thailandia fa per voi.” È anche importante capire dove si vuole abitare. L’uomo ora vive a Bangkok con la moglie ma il Paese è molto grande e offre tante realtà diverse.

“La cosa importante è non venire qui allo sbaraglio” dice Federico, “Ho visto tante brutte storie di persone che sono venute qui senza una buona pianificazione. Dovete tenere a mente che, in caso di problemi, qui non potrete contare sulla rete di salvataggio di famigliari e amici.”

Federico Brandi Thailandia

Ciao Federico, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni.

Ciao, mi chiamo Federico, ho 37 anni e vengo da Palermo. Vivo a Bangkok da 10 anni. Abito con mia moglie e i nostri due gatti. Mi occupo di marketing nell’ambito assicurativo.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Devo ammettere che è stata una coincidenza. Mi sono laureato a Pavia e ho lavorato a Milano per un paio di anni. A un certo punto, ho deciso di venire nel sud-est asiatico per fare volontariato con una Onlus locale. Ho trascorso sei mesi tra Kuala Lumpur, in Malesia, e Dili, a Timor Est, poi sono passato da Bangkok per andare a trovare un’amica thailandese conosciuta durante uno scambio universitario a Ginevra. La città mi è piaciuta così tanto che ho deciso di cercare un lavoro qua. Ho svolto due -tre lavori diversi fino a quando non ho iniziato a lavorare nell’azienda attuale, dove sono da sette anni.

Stai soltanto a Bangkok?

Vivo tra Bangkok e Si Racha, dove si trovano le due sedi della mia azienda. Viaggio spesso per lavoro e vado a Jakarta, in Indonesia, e a Singapore.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Erano tutti un po’ spaesati, perché non ne parlai con nessuno, prima di fare domanda per la posizione di volontariato. Gli amici più stretti, tuttavia, se lo aspettavano. Durante la laurea triennale, passai un anno in Erasmus a Bruxelles e, durante la laurea magistrale, sei mesi a Ginevra. Era chiaro che l’Italia mi stava un po’ stretta.

Come mai hai scelto proprio la Thailandia?

Come ho detto prima, è stata una coincidenza, però è anche vero che la Thailandia è una buona via di mezzo nel sud-est asiatico. È sicuramente molto più sviluppata rispetto ai Paesi vicini ma più accomodante di Singapore, del Giappone o della Corea del Sud. In generale, la gente del posto è gentilissima ed educata.

Puoi parlarci meglio del tuo lavoro?

Gestisco il dipartimento di marketing per un’azienda di assicurazioni online che opera in Thailandia, Indonesia e a Singapore. Il mio background è nel digital marketing ma, con la promozione a Chief Marketing Officer, ho dovuto imparare molto, soprattutto nell’ambito del marketing tradizionale.

Federico Brandi Thailandia

Come funziona, per un italiano, per avviare un’impresa lì?

Dipende dal tipo azienda. In generale, c’è una regolamentazione abbastanza rigida sulla proprietà aziendale e la maggioranza dev’essere thailandese. Ovviamente, ci sono agenzie di servizi che permettono di strutturare le aziende ma è sempre meglio informarsi per bene. Come in molti altri Paesi asiatici, la “rule of law” non è fortissima, particolarmente per gli stranieri, e i livelli di corruzione sono abbastanza alti. Per questo, è bene essere molto cauti e verificare le informazioni da multiple fonti ufficiali.

Pensi che sia semplice, per un italiano, essere assunto come dipendente in Thailandia?

Dipende dal profilo professionale ma, in generale, non è facile. La Thailandia è una meta attraente per gente da tutto il mondo per il suo buon compromesso tra qualità e costo della vita e ha anche una posizione strategica per chi vuole viaggiare in Asia. Per questo, molta gente che lavora in aziende multinazionali o organizzazioni internazionali vuole farsi trasferire a Bangkok. L’alternativa nella regione è Singapore, che è efficientissima ma con un costo della vita che è più del doppio di quello di Bangkok, se includi l’affitto. Ovviamente gente con profili particolare, come programmatori informativi, data scientists o managers con esperienza, ha più opportunità di essere assunta. Considerate anche che la maggior parte dei lavori manuali è proibita agli stranieri, quindi, venire qua e provare a fare il cameriere o il commesso, non è un’opzione.

Adesso, con il visto Long-Term Resident (LTR), c’è anche l’opzione di stare in Thailandia lavorando da remoto per aziende in altri Paesi ma i requisiti sono abbastanza alti. Consiglio di visitare https://ltr.boi.go.th/ e vedere i vari requisiti per una delle opzioni per questo nuovo tipo di visto.

Federico Brandi Thailandia

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Per gli europei assunti in regola in Thailandia, lo stipendio minimo è di 50,000 THB/mese, o circa 1,300 Euro al mese. Questo stipendio è più del doppio di quello medio thailandese, ovviamente per favorire l’assunzione di lavoratori locali. Per una vita semplice è più che abbastanza ma, se vivi a Bangkok, non ti permette di mettere da parte molto.

Qual è l’entrata mensile minima necessaria a vivere bene in Thailandia?

Dipende tantissimo da dove sei e dallo stile di vita. I posti turistici come Phuket mediamente sono più cari, mentre province più locali come Petchanburi hanno un costo della vita più basso ma, ovviamente, offrono meno opzioni.

Se qualcuno sta considerando la Thailandia, suggerisco di venire a stare per un po’, non da turista, ma provando a replicare uno stile di vita quotidiana per vedere a quanto ammontano le spese mensili.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

I thailandesi sono estremamente educati e gentili. Sorridere è parte integrante della cultura e, anche se è spesso una formalità, la gentilezza quotidiana della Thailandia diventa evidente ogni volta in cui torno in Europa. In generale, non è facilissimo formare dei legami profondi con molti thailandesi, a causa delle barriere culturali e linguistiche. La maggior parte dei thailandesi con i quali ho legato, è gente che ha studiato e/o lavorato all’estero, in particolare in Europa o negli Stati Uniti quindi è più a suo agio a interagire con gente proveniente da altri backgrounds. Penso sia normale, non solo in Thailandia, ma in tutto il mondo.

Sai parlare il thailandese? Credi che sia indispensabile per integrarsi veramente?

Il mio livello di thailandese è basso, direi un A2-B1 se usiamo i livelli CEFR. L’ho studiato per un po’ ma ho dovuto abbandonare quando ho iniziato un MBA. Adesso sto cercando di riprendere lo studio. Riesco a leggere lentamente e a comunicare in un negozio, chiedere informazioni o dare le direzioni a un taxi ma non sono in grado di avere un conversazione complicata.

A Bangkok o nelle altre città principali si può vivere tranquillamente parlando solo l’inglese. Ovviamente, il livello d’inglese scende drasticamente in zone più rurali.

È vero che, senza una conoscenza buona del thailandese, si rimane un po’ in una bolla di stranieri e thailandesi di ceto medio -alto.

Federico Brandi Thailandia

Quali sono, secondo te, le differenze e gli eventuali punti in comune fra lo stile di vita italiano e quello thailandese?

I thailandese odiano il confronto diretto e non vogliono mai dire di no. Questo può portare a una certa frustrazione quando cerchi di raccogliere informazioni o di ottenere certe cose nell’ambito lavorativo. Inoltre, come in molti altri Paesi asiatici, le apparenze sono molto importanti. Imbarazzare qualcuno davanti ad altri può portare a conseguenze molto pesanti. Spesso è meglio sorridente e andare avanti con la propria giornata.

Dall’altro lato dico spesso che la Thailandia è l’Italia d’Asia. I locals sono ossessionati con il mangiare e hanno un’ottima cucina, adorano grandi mangiate con familiari e amici e, quando rompi il ghiaccio, sono simpatici e gioviali. La burocrazia è un girone dantesco. Diciamo che, spesso, l’efficienza non è esattamente la priorità.

Come ti sei mosso per trovare un alloggio?

A Bangkok, onestamente, c’è l’imbarazzo della scelta. Ci sono condomini disponibili ovunque. Basta girare un po’ per trovare prezzi che sono molto meglio di quelli che trovi online. La mia prima casa la trovai semplicemente camminando e chiedendo se c’erano posti disponibili poi ho condiviso un appartamento con un amico. Adesso ho una casa di proprietà con mia moglie.

Quali sono i costi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Di nuovo, mi concentro su Bangkok, ma la Thailandia è grande quanto l’Italia e con 70 milioni di persone, quindi la variabilità è tanta.

Bangkok è enorme e ci sono un sacco di zone che non conosco bene. In generale, trovare qualcosa vicino a una fermata della metro, MRT, o dello Skytrain, BTS, è sempre una buona idea. Il traffico di Bangkok è infernale e consiglio di usare il più possibile i mezzi pubblici.

Per un appartamento di 60-70 metri quadrati in una zona abbastanza centrale di Bangkok, 15,000-25,000 THB al mese sono probabilmente un affitto medio.

Che zone consiglieresti a chi vorrebbe alloggiare fra gli expats e quali a chi, invece, vorrebbe abitare a stretto contatto con la popolazione locale?

Sukhumvit è una delle strade principali e i vari “soi”, o vicoli, sono una delle zone dove vivono molti stranieri. Molta gente che lavora per le Nazioni Unite vive ad Ari, un quartiere con molti coffee shops e ristoranti, che sembra quasi una piccola cittadina.

Ladprao è una zona più locale, con molti centri commerciali e mercatini notturni.

Come descriveresti la vita dei locals?

La vita dei locals non è facile, neanche per i laureati. I salari sono piuttosto bassi per i neolaureati e molti riescono a sopravvivere semplicemente vivendo con i genitori per limitare le spese (un altro punto in comune con l’Italia).

Gran parte del tempo libero è passata in uno dei tanti mercatini serali che ci sono in giro per la città, a mangiare con degli amici.

Federico Brandi Thailandia

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

La qualità della sanità è ottima ma, da straniero, hai bisogno di un’assicurazione sanitaria per andare in un ospedale privato. La sanità pubblica c’è e funziona decentemente ma è limitata.

La burocrazia è una sorpresa ogni volta. A volte, ti capita l’impiegato bravo ed efficiente che ti aiuta a fare tutto velocemente e altre volte ti rimbalzano tra due sportelli perché due persone richiedono due cose diverse. In generale, c’è ancora molta documentazione cartacea e ci sono tante inefficienze (oltre alla corruzione).

I mezzi pubblici a Bangkok sono relativamente buoni e, per i luoghi dove i mezzi pubblici non arrivano, ci sono sempre i taxi, che sono molto economici.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare in Thailandia?

Bisogna avere un visto di lavoro (non turistico!) e un permesso di lavoro. Il visto regolare, Non-B, dura un anno ma ci sono alternative più convenienti. Aziende BOI (Board of Investment), di solito nell’ambito tecnologico, possono provvedere a un visto di due anni e il visto LTR è decennale.

Se qualcuno riceve un’offerta di lavoro ma l’azienda si rifiuta di provvedere al visto, è un grosso segno negativo.

Puoi dirci i prezzi di prodotti e servizi di uso comune?

Mangiare fuori costa molto meno che in Italia e, per questo, anche se la cucina thailandese è ottima, molte persone del posto non sanno cucinare! Si può mangiare fuori in un ristorante per 5-7 Euro, ancora meno se si opta per il cibo da strada.

Gli alcolici sono molto cari e i vini hanno tasse d’importazione altissime. È normale pagare 15 Euro per una bottiglia di vino che, in Italia, costerebbe 5 Euro.

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La benzina è aumentata parecchio ma costa sempre meno che in Italia, per adesso, credo sia intorno a 1.2-1.4 Euro al litro.

Le bollette sono abbastanza basse. Usando l’aria condizionata per molte ore al giorno, la bolletta per il mio appartamento non supera quasi mai i 50-60 Euro al mese.

Le tariffe telefoniche hanno prezzi simili all’Italia ma i limiti per i dati sono più alti. Inoltre, la velocità della connessione Internet è molto meglio che in Italia. Se non ricordo male la Thailandia è nella top 10 per le connessioni internet più veloci al mondo.

Federico Brandi Thailandia

Cosa si fa, lì, in ambito artistico, ricreativo e culturale?

Questo è uno dei punti dolenti. Gli eventi culturali sono abbastanza limitati, anche se le cose stanno cambiando grazie alle nuove generazioni. Gran parte della cultura è legata al nazionalismo e all’istituzione della monarchia. I giovani stanno creando sempre più spazi alternativi per arte e creatività ma sono realtà piuttosto piccole, per adesso. Ovviamente, qui a Bangkok ci sono eventi musicali con artisti internazionali e spazi culturali come il Bangkok Art and Culture Center (BACC) ma il concetto di contro-cultura è limitato.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi in Thailandia?

Con il passaporto italiano si può stare in Thailandia come turista per un massimo di 30 giorni. Consiglio di venire così ma di vivere come fareste se aveste base qui. Provate a capire se la routine quotidiana, le interazioni, il clima e il resto fanno per voi. Magari, iniziate a crearvi un network di conoscenze che potrebbe aiutarvi a trovare lavoro o ad aprire un’azienda quando sarete pronti a fare il salto.

Io son venuto un po’ all’avventura e ha funzionato ma ci ho messo 8 mesi a trovare un lavoro fisso ed ero quasi pronto a tornare in Italia. Ho visto tante storie da brivido di gente che è venuta qua allo sbaraglio. Ricordate che qua non avete la rete di salvataggio della famiglia e degli amici che avete a casa se le cose non funzionano. Per questo, consiglio di procedere con cautela.

Pensi che questo Paese sia particolarmente adatto a…

A chi ama il caldo, il cibo piccante, è flessibile e si adatta a differenze culturali significanti ma anche a chi ha voglia d’imparare e di mettersi in gioco e a chi cerca un posto diverso e dinamico.

Che suggerimenti daresti a chi, invece, vorrebbe andarci in vacanza?

Premessa: se un amico straniero vi dicesse “Vengo in Italia per due settimane e voglio andare da Siracusa a Trieste” lo prendereste per matto. Lo stesso vale in Thailandia. Non cercate di vedere l’intero Paese in due settimane perché tornereste più stressati di prima! Trovate alcuni posti che vi attirano e passate un po’ più di tempo lì a rilassarvi. Mare? Phuket, Koh Lipe, Koh Samui, Krabi e molte altre. Collina? Chiang Mai, Doi Suthep, Chiang Rai e Phayao. Parchi naturali? Khao Yai, Erawan e altri.

Inoltre, se paragoniamo la Thailandia all’Europa, il rapporto qualità/prezzo degli alberghi è altissimo. Potete andare in alberghi a 4-5 stelle per 80-120 Euro a notte o affittare intere ville con piscina solo per voi. In termini di cibo, non fermatevi al solito pad thai o al green curry. La cucina thailandese offre tanta varietà e diversi piatti locali. Tenete una mentalità aperta e provate diversi piatti. Se non vi piace il piccante, buona fortuna!

E la frutta! Provate quanti più frutti possibile perché sono fantastici. Il cocco fresco da bere è una delle bevande più rinfrescanti che io abbia mai provato, nulla a che vedere con il cocco maturo che vendono in Italia.

Puoi consigliare ai nostri lettori posti poco conosciuti che, secondo te, meritano una visita?

Se vi piace fare snorkeling, Surin Island è fenomenale. Sono almeno due ore in barca da Khao Lak e anche di più da Phuket ma, nella stagione giusta, la visibilità è favolosa e la quantità di vita marina è incredibile.

Da Bangkok, si può fare anche una gita giornaliera verso Samut Sakhon per andare a vedere le balene nel golfo della Thailandia

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

A volte, invece di litigare o cercare il confronto, sorridere e andare avanti con la propria giornata apre molte più porte.

Progetti futuri?

Mia moglie ed io amiamo viaggiare quindi stiamo progettando i viaggi per questo 2024. Speriamo di trovare il tempo per andare in Nuova Zelanda ma entrambi viaggiamo tanto per lavoro quindi non è facile coordinarci.

Per seguire e contattare Federico:

E-mail: fbrand@fastmail.com

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