Expat al femminile: i migliori paesi per le donne

Essere donna e, per di più, espatriata in un paese da una cultura differente da quello di origine non sempre è facile; per questo motivo, se siete donne e state cercando un paese in cui decidere di trasferirvi per cambiare vita, perché non scegliere tra quelli che sono considerati i migliori paesi al mondo per le donne dove vivere e lavorare?

Normalmente, quello che rende migliore la vita di una donna è la possibilità di prosperare, di avere quindi una carriera, ma anche di possedere libertà personale, la possibilità di avere una famiglia e dei diritti esercitabili in politica ma non solo. Tenendo conto di queste variabili, è davvero difficile trovare un paese che sia in tutto e per tutto perfetto per le donne ma, a ben guardare, nonostante ci siano molti i paesi onorevoli, in cima alla classifica si posiziona un paese del nord Europa: la Norvegia.

La Norvegia ha infatti stabilito che la parità tra i sessi dovesse essere un diritto inalienabile del popolo femminile fin dal 1978, ossia molto prima che in alcuni paesi si cominciasse anche solo a parlare dell’argomento, e – oltre tutto – è anche il primo paese al mondo ad avere un organo di controllo perché la parità tra i sessi, sia nei settori pubblici sia privati, venga rispettata secondo la legge. Inoltre, alle donne in Norvegia è permesso di ereditare la proprietà fin dal 1854 e il diritto al voto è stato guadagnato nel 1913, ovvero sette anni prima di quello conquistato dalle donne negli Stati Uniti. Ovviamente, anche la Norvegia, nonostante tutto questo, non è perfetta e, al momento, possiede solo il 3,5% delle imprese nazionali guidate da donne – meno che negli Stati Uniti, Gran Bretagna e Spagna – ma, al contrario, il Parlamento norvegese è composto al 40% da quote rosa e circa il 53% delle posizioni ministeriali del paese è occupato da donne. Infine, la Norvegia possiede anche uno dei più bassi tassi di mortalità materna al mondo e, con solo sette donne su 500.000 che muoiono di parto, la Norvegia vanta anche una delle migliori politiche sociali per quanto riguarda l’assistenza all’infanzia per le mamme che lavorano.

donne al lavoro al femminile

Al secondo posto troviamo lIslanda. Questa piccola nazione dei paesi nordici è stata spesso considerata uno dei paesi più femministi al mondo e dove, nel 2010, un terzo della popolazione femminile scese in strada per protestare contro un divario retributivo di genere e la violenza sulle donne. L’Islanda, oltre ad essere paragonabile alla Norvegia per quello che riguarda le quote rosa in politica – le donne islandesi costituiscono infatti il Parlamento per un 43% (il primo ministro islandese è donna) e il 46% della popolazione femminile in Islanda occupa posizioni ministeriali – possiede ottimi programmi per quello che riguarda il congedo di maternità e l’assistenza alle mamme lavoratrici.

Sempre sul podio ma al terzo posto troviamo invece la Svezia. Come la Norvegia, la Svezia, grazie a politiche attive in favore delle donne, può affermare di essere uno dei migliori paesi al mondo per la tutela della libertà personale e la prosperità economica delle donne. Il 45% del Parlamento è formato da donne e l’elevato numero di donne al governo potrebbe anche spiegare perché la Svezia tuteli particolarmente i diritti delle donne, soprattutto in materia di aborto e sessualità. Infine, è in Svezia che le madri possono ottenere dei generosissimi congedi per maternità, oltre alla possibilità di usufruire facilmente di periodi di ferie per accudire i figli e la famiglia in caso di necessità.

Al quarto posto si posiziona il Canada che, con un terzo dei giudici federali nominati di sesso femminile e una quota rosa del 25% in Parlamento, rimane un ottimo paese per tutte le donne e neo-mamme lavoratrici che possono richiedere dalle diciassette fino alle cinquantadue settimane di congedo per maternità senza perdere il lavoro o incorrere in un taglio di stipendio.

Al quinto posto, troviamo la Nuova Zelanda che, pur non posizionandosi al primo posto se si intende considerare un quadro generale della condizione femminile, si trova invece al primo posto per le migliori condizioni lavorative per le donne al mondo. In Nuova Zelanda è infatti possibile trovare il più alto numero di donne in possesso del diploma di scuola superiore, la percentuale maggiore di donne impiegate nella forza lavoro, il minor divario salariale tra i sessi e la più alta percentuale di donne che occupano posizioni lavorative di alto livello. Infine, molte sono le leggi contro la violenza domestica, le molestie sessuali e lo stupro coniugale, forse perché le donne costituiscono più di un terzo del Parlamento e hanno guadagnato il diritto di voto nel 1893, per cui, da secoli influenzano positivamente le politiche volte a migliorare la condizione femminile in Nuova Zelanda.

Di Anna Scirè Calabrisotto