Deborah ho aperto un co-living dedicato principalmente ai nomadi digitali
A cura di Maricla Pannocchia
Se potesse tornare indietro Deborah, 39enne originaria dell’Abruzzo, si trasferirebbe prima a Las Palmas.”Quando ci sono andata per la prima volta, me ne sono innamorata” racconta la donna, che vive lì con il fidanzato da 5 anni. “Forse può sembrare un tempo ancora breve ma, per me, è stato sufficiente per vedere i cambiamenti avvenuti sull’isola” continua Deborah, “Al giorno d’oggi, aprono circa 4 nuove attività a settimana mentre, prima del Covid, non era così.”
A proposito di attività, anche Deborah ne ha aperta una, dedicata principalmente a chi lavora da remoto. “Casa Canaria non è solo un co-living nel senso stretto del termine ma è anche un luogo in cui imparare lo spagnolo direttamente a casa” spiega la donna, “Quasi tutti i miei clienti sono nomadi digitali ma ci sono anche persone che vengono qui per studiare la lingua e farsi una vacanza. Quasi tutti, decidono poi di rimanere su quest’isola in pianta stabile.”
Secondo Deborah, dal punto di vista economico è ancora possibile vivere bene a Gran Canaria e, a chi sogna di trasferirsi lì, la donna consiglia di avere un piano ben organizzato altrimenti, senza conoscenza dell’inglese e dello spagnolo e senza avere le idee chiare, c’è il rischio di buttare via i risparmi di una vita.
Ciao Deborah, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Ciao a tutti, mi chiamo Deborah Bartolucci, ho 39 anni e vengo dall’Abruzzo, nello specifico da Avezzano. Sono una gemmologa amante degli animali e vivo a Las Palmas, nell’isola di Gran Canaria.
Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?
Il mio fidanzato ed io abbiamo deciso di lasciare l’Italia circa 7 anni fa. Ero stanca soprattutto della burocrazia ed ero molto annoiata dalla mia quotidianità. Sin da piccola, ho sempre viaggiato e ringrazio i miei genitori per questo. Ero abituata a viaggiare spesso per rompere un po’ la routine ma, a un certo punto, viaggiare ogni tanto ha cominciato a non bastarmi più. Ed eccomi qui.
Come mai sei approdata proprio alle Canarie e, specificamente, a Las Palmas?
Sono passati 12 anni dalla prima volta in cui sono venuta a Gran Canaria. Venire qui, all’inaugurazione del ristorante di un mio carissimo amico, è stata una vera e propria fortuna. Da quel giorno, mi definisco innamorata dell’isola.
Come descriveresti Las Palmas?
La parola giusta per Las Palmas è: solarità. Oltre ad avere uno dei climi più invidiati al mondo, l’accoglienza e la gentilezza degli abitanti del posto trasmettono pura serenità. Ogni angolo di Gran Canaria è unico e speciale. Dopo tanti anni trascorsi qui, posso dire di avere ancora tanto da vedere. Nonostante questa sia un’isola piccola, il suo valore è immenso.
Sei la proprietaria di Casa Canaria, il primo co-living per nomadi digitali, che hai aperto nel 2019. Puoi spiegare ai nostri lettori che cos’è un co-living?
Un co-living è una casa condivisa con altre persone. Nel nostro caso, si tratta di una tipica casa canaria a pochi passi dalla spiaggia di Las Canteras, dove i nomadi digitali di tutto il mondo o persone intenzionate a un eventuale trasferimento qui e a imparare la lingua spagnola, possono condividere esperienze e vivere in una comunità o, più che altro, in una grande famiglia.
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Casa Canaria è anche scuola di spagnolo. Con noi puoi imparare questa lingua meravigliosa direttamente a casa e, nello stesso tempo, puoi goderti una vacanza da sogno a due passi dal mare.
Come mai hai sentito l’esigenza di aprire questo tipo di struttura?
Appena arrivata, senza lavoro e senza idee, ho cercato di capire cosa mancasse e di cosa potesse esserci bisogno. Sono arrivata nel 2019, il turismo e i nomadi digitali nel periodo pre-Covid non avevano nemmeno lontanamente i numeri di cui si parla adesso per queste isole. Ho notato che c’era un grande potenziale nell’aria, soprattutto da parte di tanta gente stanca della vita che aveva e desiderosa di cambiarla.
Come sei passata dal sogno alla realtà? Penso, per esempio, alla parte burocratica o agli investimenti per avviare il tutto…
Appena arrivata, come prima cosa ho fatto un corso intensivo di spagnolo, altrimenti comunicare sarebbe stato impossibile e, dopo due mesi, tutto ha iniziato a prendere forma. All’inizio non è stato assolutamente facile, soprattutto per tutta la parte burocratica ed economica. Sono arrivata qui con un po’ di risparmi da parte, che ho investito totalmente in questo progetto con la speranza che funzionasse. Essendo il primo, non avevo nessun termine di paragone e, soprattutto, mi trovavo in terra straniera, dove tutto è amplificato.
Ci sono mai stati momenti in cui hai pensato di mollare questo tuo progetto?
Sono sincera, non ho mai avuto ripensamenti. È stato faticoso e ho affrontato momenti di ansia ma il successo repentino mi ha gratificata fin da subito.
Quali sono le gioie e quali, invece, le difficoltà, nel gestire Casa Canaria?
La gioia più grande, oltre al successo di Casa Canaria, è stata la possibilità di conoscere più di 400 persone da tutto il mondo, imparare le lingue e percepire un rispetto reciproco in tutte le cose. Le difficoltà non sono molte, la presenza e la reperibilità h24 sono fondamentali, ma non mi è mai pesato. Seguo sempre tutto con piacere.
Puoi raccontarci qualche aneddoto della gestione del co-living?
Casa Canaria più che una gestione, richiede una organizzazione molto accurata degli spazi e delle cose, come la pulizia e il magazzino. Tutto è perfettamente sincronizzato e lavora come una macchina perfetta, anche grazie ai miei collaboratori. La casa è molto grande – 270 mq con terrazzo – ed è perfettamente adeguata alle necessità di tutti i nostri ospiti.
A chi consiglieresti di soggiornare a Casa Canaria e cosa offri ai tuoi clienti?
I nostri ospiti solitamente hanno dai 20 ai 40 anni e sono soprattutto nomadi digitali, persone intenzionate al trasferimento o persone che vengono per imparare la lingua spagnola in casa con i nostri professori e farsi una vacanza. Abbiamo 5 camere, tutte con bagno privato e ampi spazi per stare insieme, lavorare e organizzare grandi cene multietniche. Quella che offriamo è un’esperienza unica, che si ricorda nel tempo, durante la quale si creano amicizie con persone provenienti da tutto il mondo che, spesso, sono durature nel tempo.
Adesso, parliamo meglio della vita a Las Palmas. È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?
Dipende, il tema lavoro anche qui è molto fragile. Gli stipendi non sono molto alti e la conoscenza dello spagnolo e dell’inglese adesso sono diventate requisiti basilari per trovare qualsiasi tipo di lavoro. La buona volontà e la capacità di adattamento possono aiutare a trovare un lavoro, soprattutto all’inizio.
Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?
Sicuramente quello della ristorazione. Qui è pieno di ristoranti di tutti i tipi, però, come dicevo prima, la conoscenza delle lingue è fondamentale.
Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?
Nelle zone turistiche non sono assolutamente in linea con il costo della vita, soprattutto perché gli affitti sono alle stelle. Se si vive in periferia, è possibile avere una vita assolutamente dignitosa. Qui le spese non sono alte, a partire dalle bollette per finire alle autostrade, che sono senza pedaggio.
Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?
Prima del Covid, il cibo costava veramente pochissimo, soprattutto perché siamo in un’isola ed è quasi tutto importato. Dal Covid in poi, i prezzi sono aumentati parecchio ma sono assolutamente ancora in linea con il costo della vita. Il gas non si paga perché, vivendo su un’isola sempre calda, non ci sono i riscaldamenti quasi in tutto il territorio. Luce e acqua costano molto poco, ad esempio, in una casa di 120 mq, pago 18 Euro di acqua ogni 2 mesi e circa 40 Euro il mese di corrente (siamo in 2 persone).
Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?
Direi che è tutto molto efficiente. Secondo la mia esperienza a Las Palmas, i mezzi pubblici spaccano il secondo e sono soddisfacenti in tutta l’isola. La sanità non è paragonabile a quella italiana, è tutto veloce e il personale medico è molto gentile e disponibile.
Dato che abiti lì da 5 anni, hai visto dei cambiamenti, da quando sei arrivata lì a ora?
Forse 5 anni possono sembrare pochi ma per me sono stati sufficienti per vedere un cambiamento molto impattante. Dal 2019 ad adesso la situazione demografica e turistica si è completamente ribaltata. Gran Canaria è diventata la prima meta turistica delle isole Canarie e i trasferimenti si sono quintuplicati. Dalla presenza di pochi ristoranti e con una scarsità di attività in generale, siamo passati all’apertura di almeno 4 attività a settimana. Per me, è tutto positivo, per i locas il decentramento sarà inevitabile, ed è molto avvilente.
Se avessi la bacchetta magica, cosa cambieresti di Las Palmas?
Con tutta la sincerità del mondo, non cambierei nulla. Spero che rimanga il più autentica possibile.
Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?
Adesso la documentazione è fondamentale, nessuno ti fa un contratto di affitto se non hai un contratto di lavoro spagnolo e la documentazione in regola. Come prima cosa è necessario fare il NIE (identificazione fiscale per gli stranieri), altrimenti, molte attività non sono disposte ad assumerti.
Come sei stata accolta dalla gente del posto?
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Io amo profondamente il popolo canario e lo rispetto sopra ogni cosa. I locals sono persone autentiche e accoglienti, ti aiutano con piacere e gentilezza. Appena arrivata, le persone del posto sono state la mia salvezza, mi hanno insegnato lo spagnolo anche al parco dove portavamo i cani o in giro per la città e, se ti vedono in difficoltà, sono i primi a intervenire.
Come descriveresti le loro vite?
I locals vivono una vita molto tranquilla, prendono tutto con serenità e allegria. I nostri ritmi frenetici non sono nemmeno paragonabili a una loro giornata stressante. Devo ancora imparare molto da loro.
Visto che ti occupi di una struttura che ospita i nomadi digitali, pensi che Las Palmas sia una meta particolarmente indicata a chi ha questo stile di vita? Perché?
Las Palmas al momento è la prima meta europea per nomadi digitali di Europa. Il nostro clima è sempre caldo, le spiagge sono bellissime e la montagna non ha nulla da invidiare all’oceano. Gli sport sono all’ordine del giorno, dal surf all’hiking, c’è di tutto. Qui puoi lavorare fronte mare tutto l’anno, con una spesa assolutamente contenuta.
C’è una comunità d’italiani? Ne fai parte?
A Gran Canaria in generale è pieno d’italiani, dai ragazzi ai pensionati. Io, personalmente, non faccio parte dei vari gruppi d’italiani presenti sull’isola perché preferisco interagire con i locali e con le persone di tutto il mondo che ho ospitato che adesso, dopo anni, sono amiche più che ex clienti, dato che la maggior parte di loro si è trasferita definitivamente qui.
Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?
Un consiglio fondamentale è quello di non credere alle favole. Niente è facile e bisogna darsi daffare per ottenere qualsiasi cosa. Vedo ogni giorno gente improvvisata che si trasferisce reinventandosi senza conoscere prima gli usi e i costumi dell’isola. Tutto va fatto con ponderazione e ricerca, altrimenti si buttano i risparmi di una vita. Per le persone che hanno una posizione lavorativa da remoto, questo è un posto eccezionale in cui vivere.
E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?
Gran Canaria va vista tutta. Consiglio di passarci minimo una settimana per vedere e apprezzare i posti incantevoli che questa isola ci offre. Conosco persone che restano una settimana intera al sud o al nord, senza scoprire il resto dell’isola, ed è un peccato.
Puoi suggerire ai nostri lettori dei posti poco conosciuti che, secondo te, meritano una visita?
Io amo i paesini tipici come Firgas, Teror, Fataga, Aguimes, Arucas e Tejeda. Sono delle autentiche bomboniere, da visitare assolutamente.
Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?
Se potessi tornare indietro, cambierei solo una cosa: mi trasferirei prima.
Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?
Vivendo qui, circondata da gente di tutto il mondo, ho imparato il rispetto in una forma che non avevo mai conosciuto, ho abbandonato molto il pregiudizio e ho cominciato ad apprezzare le piccole cose.
Progetti futuri?
Nella mia testa girano sempre molti progetti, tanti dei quali in parte sono già stati realizzati con la gestione di altre case per nomadi e non, oltre a Casa Canaria. Sicuramente, non mi fermerò qui.
Per seguire e contattare Deborah:
E-mail: casacanariaescuela@gmail.com
Sito web: https://www.casacanaria.school/
Instagram: casacanarialaspalmas
Facebook: Casa Canaria