Davide: ora vivo in Thailandia

A cura di Maricla Pannocchia

A 32 anni, Davide gestisce un business a Phuket, città della Thailandia molto frequentata dai turisti, ma, per arrivare sin lì, l’uomo ha dovuto impegnarsi molto. Davide ha lasciato l’Italia a 19 anni, quando si è reso conto che l’università che stava frequentando non lo stimolava, andando a vivere e lavorare come chef all’estero per poi diventare istruttore freediving e sub in Thailandia.

Adesso, l’uomo organizza tours con le tradizionali barche thailandesi (longtail), gestisce un caffè con menù italiano e internazionale e, per il futuro, sogna di guadagnare abbastanza da mantenere i genitori. “Ho la fortuna di venire da una famiglia che mi ha sempre supportato” racconta l’uomo, “e che non mi ha mai fatto mancare l’amore. Vorrei ricambiare i sacrifici di mamma e papà, che hanno lavorato per tutta la vita proprio per non farmi mai mancare affetto e stabilità.”

A chi sogna di trasferirsi in Thailandia, Davide dice che lavorare come dipendenti è difficile, perché molti mestieri sono riservati alle persone del posto, ma una buona strada da seguire è proprio quella di diventare istruttori di sub o freediving. Un’altra opzione è aprire una propria attività, ma anche in questo caso ci sono regolamenti ben specifici, che possono cambiare di zona in zona.

“La vita qui in Thailandia è più rilassata rispetto a quella in Italia” racconta Davide, “Questo Paese, come tutti, ha anche aspetti negativi ma, dal mio punto di vista, quelli positivi sono più numerosi e alla base della motivazione del mio trasferimento.”

Davide Doroldi Thailandia

Ciao Davide, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Davide, sono nato a Milano nel 1991 e ho frequentato il liceo artistico, poi ho provato a fare architettura all’università ma non mi sentivo nel mio elemento. A quel punto, mi sono formato come chef e ho iniziato a lavorare in quel settore da quando avevo 19 anni, andando a vivere prima a Malta, poi Londra e, infine, a Sydney, sempre lavorando come chef. A un certo punto, ho cominciato a formarmi come istruttore sub in Thailandia, fino a diventare stabile qui. Adesso ho appena aperto il mio business, un’agenzia che offre tours con longtail e trips per freediving o scubadiving nelle isole di Koh Phi Phi. Ho anche un locale che vende caffè con menu internazionale e italiano, entrambi accompagnati da dolci. Prossimamente apriremo anche la sera per la cena, con un menù misto di tapas/ antipasti e piatti della tradizione culinaria thailandese.

⤥ Andare in pensione all'estero si puó: scoprite come nella nostra guida ⤦

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Ho deciso di lasciare l’Italia quando avevo 19 anni, perché la mia esperienza all’università non mi dava soddisfazioni, così mi sono formato per trovare lavoro come chef italiano all’estero. Nel 2010 ho lasciato l’Italia per la prima volta per vivere e lavorare all’estero. È stato allora che ho capito di voler continuare ad ampliare i miei orizzonti e di non voler ritornare in Italia. Ho vissuto e lavorato in diversi Paesi esteri e, a oggi, sono più di 12 anni che vivo fuori dall’Italia.

Adesso vivi in Thailandia. Come mai hai deciso di trasferirti proprio lì?

Ho deciso di trasferirmi qui perché il lavoro attuale che faccio (istruttore sub e freediving ) mi permette di stare sempre al mare in un Paese tropicale e, con i soldi che guadagno, posso sopravvivere e godermi le giornate facendo più attività, cosa che in Italia non potrei permettermi. Il cibo è buono e i locals hanno una concezione della vita meno stressante rispetto alla nostra.

Quando è stata la tua prima volta nel Paese? Hai sentito subito che ti sarebbe piaciuto viverci?

La Thailandia mi è piaciuta da subito ma forse, all’inizio, quando ci sono venuto come turista, ho apprezzato particolarmente che fosse, appunto, un Paese molto aperto al turismo. Con il tempo, ho iniziato a conoscere meglio le usanze e i costumi della gente del posto e ho cominciato ad avere una certa ammirazione per loro. Ovviamente non ho solo cose positive da dire, ma i lati positivi superano quelli negativi e mi hanno spinto a vivere qui.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Hanno reagito molto bene perché sono anni che vivo in questo modo e sanno benissimo che è l’unica maniera in cui posso sentirmi me stesso e realizzato in tutto quello che voglio fare. Fortunatamente, ho una famiglia che mi supporta in ogni circostanza, anche in quelle più delicate. Comunque, dato che quando sono partito ero molto giovane, adesso, dopo anni di vita all’estero, sanno che so come cavarmela anche in situazioni scomode.

Davide Doroldi Thailandia

Come ti sei organizzato prima della partenza?

Se devo essere sincero, non ho mai pianificato prima una partenza ma ogni anno stavo qui a lavorare, specialmente durante l’alta stagione, con i vari visti di lavoro. A un certo punto ho capito che sarei rimasto qui in pianta stabile quindi, automaticamente, ho iniziato a organizzarmi per rimanere nel Paese.

Puoi raccontarci meglio del tuo lavoro?

Io sono istruttore freediving e sub. Adesso organizzo tour con la barca locale della provincia di Krabi, che si chiama longtail, ed è una barca molto caratteristica, un po’ come la gondola veneziana. Il mio ufficio si trova a Phuket e, come ho accennato, ho anche un caffè con menu italiano e internazionale.

Pensi che la Thailandia sia un buon Paese per un italiano per trovare lavoro?

Dipende dal tipo di lavoro che una persona cerca. Se, per esempio, una persona volesse lavorare nel turismo, magari proprio come istruttore di sub, allora avrebbe buone possibilità di essere assunto. Molti altri lavori purtroppo non sono fattibili perche in Thailandia c’è una lista di mestieri che solo i thailandesi possono fare. A ogni modo, se il tuo business è legato al turismo del posto, ci sono delle possibilità, che siano buone o meno dipende dalla consistenza del tuo progetto e dalla tua conoscenza del territorio e della clientela.

In quali settori è più facile essere assunti?

Siccome ci sono un sacco di attività acquatiche la cosa migliore è fare i corsi sub o freediving e, se ti piace, arrivare fino al livello “istruttore”, così da ottenere, poi, il permesso di lavoro e rimanere qui legalmente. Un altro settore interessante è quello dei tour in barca, che siano con imbarcazioni veloci o, come nel mio caso, con longtail. A ogni modo, parliamo di assunzione. Aprire un business dipende da molti fattori e circostanze per cui, anche se hai le carte in regola, non è facile iniziarne uno.

▶ Approfondimento consigliato: le isole più belle della Thailandia

Come funziona, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Dal punto di vista burocratico hai bisogno di una persona fidata thailandese che ti traduce tutto e con cui andare a chiedere informazioni al dipartimento del lavoro, all’immigrazione e alle agenzie per il visto/la contabilità. È importante recarsi anche da un avvocato perché le regole sono in thailandese e, burocraticamente, per avviare un business devi avere 3 partners thailandesi di cui ti fidi per iniziare le carte e un contratto della sede del tuo ufficio, che deve avere un indirizzo fisico. Nel dettaglio, ci sono altri fattori che cambiano a seconda del business che vuoi avviare, per esempio, se apri un ristorante piuttosto che un’agenzia turistica, ci sono regolamentazioni differenti e tutti i dettagli si possono trovare al dipartimento turistico, che si chiama TAT. Successivamente, dopo avere creato la compagnia, puoi procedere con il visto tramite agenzia al centro immigrazione. Devi essere paziente perché a volte è facile non capire alcune situazioni e dare in escandescenza.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Specialmente per uno straniero gli stipendi sono più alti e il costo della vita dipende dall’affluenza turistica ma, sicuramente, sono più in linea con il costo della vita locale di quelli italiani e di quelli di altri Paesi europei come la Germania e la Francia.

Come descriveresti l’ambiente lavorativo in Thailandia?

Un po’ caotico. Le leggi sono sempre diverse e variano anche in base alla provincia in cui ti trovi ma, tutto sommato, i posti di lavoro ci sono. Il problema della disoccupazione praticamente non esiste, specialmente dal punto di vista turistico perché, com’è risaputo, la Thailandia è una meta turistica molto ambita.

Come ti sei mosso per trovare un alloggio?

Cerco alloggi con tariffa mensile che costano meno che con una giornaliera ma, se stai a Phuket, puoi trovare condomini con piscina e palestra in cui puoi avere contratti da 6 mesi a un anno, così che il prezzo sia ancora più economico rispetto alla tariffa mensile. Ho trovato l’alloggio con la mia ragazza, che è thailandese, quindi, ovviamente, è più facile per me trovare cose a prezzi più convenienti perché i costi per i thailandesi sono più bassi rispetto a quelli che vengono proposti generalmente agli stranieri.

Quali sono i costi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Direi che per spendere il giusto sono necessari circa 20.000 bath che comprendono affitto, cibo e affittare un motorino per muoversi a Phuket, inclusa la benzina. C’è da sottolineare che stiamo parlando di Phuket, quindi la seconda città principale della Thailandia, magari in una provincia meno turistica sarebbe possibile vivere bene con 15.000/18.000 bath il mese.

Puoi dirci i prezzi di beni e servizi di uso comune?

Un piatto thailandese come noodles, Pad Thai o un fried rice costa dai 60 bath fino ai 120, mentre il cibo europeo può arrivare a costare anche 250 bath.

Phuket, naturalmente, è famosa per le sue spiagge, ma tu vivi a Old Town. Puoi descriverci quella zona?

Old Town è una zona turistica piena di caffè e bar dove, di giorno, è possibile mangiarsi un buon dolce e, la sera, andare in un ristorante o live bar, che qui in Thailandia sono molto di moda. Phuket Old Town ha ancora costruzioni del 1800, quando i portoghesi facevano tappa qui (per quello si chiama “Città Vecchia”). A parte i vari templi buddisti, Old Town è la parte più ricca, dal punto di vista culturale, dell’intera Phuket.

A chi consiglieresti un trasferimento in Thailandia e, in particolare, a Phuket e Phi Phi Island?

A chi vuole aprire un business legato al cibo (ancora meglio se si tratta di cibo italiano, perché, se una persona si organizza bene, può farlo pagare al di sopra degli standard medi) oppure un’attività legata al turismo del settore o del luogo come quelle acquatiche (immersioni, tour con longtail boat tra le varie destinazioni del parco marino di Koh Phi Phi ma anche, seppur più raramente, a Phuket). Phi Phi è una piccola isoletta quindi il turismo è compatto mentre a Phuket varia in base alla zona. In questo caso, il costo dell’affitto cambia proprio in base all’area prescelta. Aprire un business, che sia qui in Thailandia o in Italia, non è mai facile di per sé e ci sono molti fattori individuali di cui tenere di conto.

Quali differenze ci sono fra la vita nelle due zone?

Come ho detto prima, Phi Phi è molto turistica, a volte direi anche troppo! Sovraffollata, con una spiaggia per far festa e la movida notturna, per una piccola isola non consiglio di stare più di 3 giorni, a meno che non vogliate fare delle attività acquatiche per un lungo periodo di tempo. Dal punto di vista naturalistico, Phi Phi è indubbiamente bellissima.

Phuket, invece, essendo una città molto grande, ha molto più traffico e affollamento in zone balneari o vicine alla spiaggia sia di giorno per le varie attività in corso sia la sera a causa della movida. A Phi Phi c’è meno scelta dal punto di vista del cibo e delle attività mentre a Phuket, ovviamente, il cibo e le attività sono più numerose. Per esempio, puoi andare a fare arti marziali o puoi recarti nella giungla con il quad, vedere i templi, gli elefanti e moltissimo altro. A Phi Phi, invece, è tutto incentrato sulla spiaggia oppure sulle attività in mare.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Bene ma per quello ci vuole pazienza ed è necessario rispettare le loro idee e usanze, anche se a volte la barriera linguistica e culturale può creare situazioni sconvenienti. Se t’impegni a parlare la loro lingua questo è un grande bonus per te. I locals sono persone generalmente accoglienti, anche perché abituate a un flusso di turisti che copre tutto l’anno, quindi, sin da piccoli, conoscono la differenza tra un thailandese nato e cresciuto qui e un turista.

Come descriveresti la vita dei locals?

La loro è una vita tranquilla e sempre fuori da zone infestate dai turisti. Sto parlando di una vita semplice e, a volte, spartana, ma sempre legata alla loro cultura del territorio, quindi a un ambiente più rurale e rustico piuttosto che alla “giungla di cemento”, che è un concetto standardizzato proveniente dall’Europa. Le persone del posto non si mischiano tanto ai turisti, anche perché, se hai turisti tutto l’anno, diventerebbe insostenibile.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi in Thailandia?

Consiglierei di avere una mentalità aperta e, se possibile, di evitare i turisti stranieri e cercare di socializzare con la gente del posto. Naturalmente, possono succederti episodi spiacevoli ma, se stai pensando di trasferirti all’estero, significa che hai già messo in conto questa possibilità. La cosa più importante, secondo me, è evitare la comfort zone perché questa dà una felicità temporanea e fittizia. È necessario, invece, mettersi in gioco e l’unico modo per farlo è proprio abbandonare la zona di comfort. Uscire dalla comfort zone, quindi, ti espone già al rischio e fa sì che tu sia sempre sveglio per prevenirlo o notarlo.

Davide Doroldi Thailandia

E quali a chi, invece, vorrebbe andarci in vacanza?

Consiglio di cercare di viaggiare in pochi posti, per esempio, scegliendo una provincia ed evitando molti spostamenti e cambi di alloggi. Scelta la provincia da esplorare, suggerisco di affittare un motorino mensilmente e organizzare, giorno dopo giorno, gite sempre nuove. Molto dipende, naturalmente, anche dal budget a disposizione.

Puoi suggerire ai nostri lettori dei posti poco conosciuti che, secondo te, meritano una visita?

Tutti vanno a sud per via delle isole e, ovviamente, va benissimo però, se devo essere sincero – e vado contro il mio stesso interesse, perché io ho il business proprio a sud – la zona a nord della Thailandia, al confine con la Birmania, è sicuramente molto bella per campeggiare o alloggiare, magari in guest-houses gestite da famiglie del posto, in tutta tranquillità. Le viste sono mozzafiato e, in base alla stagione, può anche far freddo, quindi consiglio di portarsi un maglione o una giacca. È un’area completamente diversa dal resto della Thailandia, specialmente dall’immagine di spiaggia e sole che, invece, si trova senza problemi nel sud del Paese.

Molte persone ancora credono che sia possibile vivere bene in Thailandia con 500 Euro il mese. Cosa ne pensi?

Penso che sia un po’ troppo sconclusionato venire con l’idea che 500 Euro il mese siano sufficienti per vivere decentemente. La cosa più importante è avere una certa conoscenza del territorio e sapere come trovare l’offerta giusta. Siccome i thailandesi contrattano in continuazione, se vedono che sei un turista cercheranno di spillarti più soldi possibile. Tirando le somme, quindi, 500 Euro il mese mi sembrano pochi per vivere bene, quantomeno in una città come Phuket.

☞ Guarda le classifiche delle migliori Università che danno subito lavoro

Credi che la Thailandia sia adatta ai pensionati?

Sì, credo che un pensionato possa trovarsi bene qui in Thailandia. L’unico problema può essere cosa mangiare visto che il cibo è prettamente thailandese, a meno di non avere abbastanza soldi da permettersi di mangiare sempre cibo italiano al ristorante. Un pensionato qui in Thailandia, comunque, ha tutto: divertimento assicurato, ospedali privati al top e servizi efficienti!

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Avrei messo da parte i soldi che avevo già prima di avviare il business. Quando sono venuto qui come turista ho sperperato così tanto denaro che, invece, avrei potuto usare per aprire un’attività. Avrei potuto mettere da parte 2 milioni di bath e poi venire ad aprire un’attività qui (sempre meglio che aprirla in Italia). Io ho 32 anni e posso permettermelo dopo aver messo da parte dei soldi per 7 anni.

Ogni quanto torni in Italia e cosa ti manca di più del Bel Paese?

Quello che mi manca di più dell’Italia è la famiglia, lo stare con le nipotine e il mangiare fatto in casa. A volte, sento anche la mancanza del freddo e dello stare in montagna ma, poiché vivo sul mare tutto l’anno, non posso lamentarmi. Vado in Italia una volta l’anno e, se posso, ci rimango per un mese.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato il thailandese e so gestire da solo un business. Posso fare quello che voglio grazie alle opportunità che ho ricevuto in questo Paese e, nel bene e nel male, da persone come me. Ho imparato, inoltre, a essere più paziente perché, a volte, la barriera linguistica può portare a degli equivoci con la gente del posto che si possono evitare proprio rimanendo tranquilli e pacati.

Progetti futuri?

Spero che il mio business vada bene, così da darmi una stabilità finanziaria per mantenere i miei genitori affinché possano godersi la pensione, visto che hanno lavorato per tutta la vita per mantenermi e rendere la mia esistenza sempre piena di amore e stabilità. Vorrei anche ingrandire il mio business, collaborando con altri italiani come quelli che hanno delle agenzie qui, e costruire un ring per allenarsi nella Muay Thai. Mi piacerebbe costruirlo accanto alla scuola elementare, così che i bambini possano fare qualcosa di ricreativo perché qui, purtroppo, si pensa solo a investire in attrattive per i turisti e non in ciò che potrebbe portare benefici agli adulti e ai bambini del posto.

Per seguire e contattare Davide:

Per seguire e contattare Davide:

E-mail: freedivingphiphi@gmail.com

Sito web: freedivingphiphi.com

Instagram: freediving_phi_phi

Facebook: Freediving phi phi & longtail tour trips