Claudia: mi divido fra l’Italia e il Marocco

A cura di Maricla Panocchia

Claudia, calabrese che vive in Piemonte e insegnante d’inglese, è andata per la prima volta in Marocco nel 2015. Affidatasi ad Abdoul, una guida locale, la donna ammette che, all’inizio, era un po’ scettica. Appena conosciuto il ragazzo, tuttavia, Claudia ha capito di aver fatto la scelta giusta nell’affidarsi a lui e adesso consiglia a chiunque voglia visitare il Paese di rivolgersi a una guida locale.

“Ho sempre amato i viaggi selvaggi, alla scoperta della cultura e delle tradizioni dei luoghi e sono rimasta affascinata dal Marocco grazie alla sapienza e anche alla pazienza di Abdoul che mi ha guidata giorno dopo giorno, anno dopo anno, a scoprire la sua cultura, facendomi dotta di tutti i segreti del Paese più colorato del Maghreb” racconta la donna.

Claudia consiglia a chi vuole andare in vacanza in Marocco ma, soprattutto, a chi sta pensando a un trasferimento lì o vorrebbe passarci dei periodi regolari, come fa lei, di soggiornare nei riads, andare al di là dei sentieri più battuti e, soprattutto, di mettere in conto che il Marocco non è più economico come poteva essere un tempo. “Negli ultimi anni ho notato che, poiché il Marocco è diventato una meta turistica molto in voga, tutto è molto più caro di com’era un tempo. Di conseguenza, il costo di alcuni beni e servizi di uso comune è aumentato tanto rispetto al passato” racconta Claudia che, per il futuro, programma di continuare a visitare il Paese, dare una mano ad Abdoul e aiutare come può sia la comunità marocchina sia quella italiana.

Ciao Claudia, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, sono Claudia, ho 36 anni, sono calabrese ma vivo in Piemonte da 9 anni. Dopo aver viaggiato e vissuto in diversi Paesi europei, svolgendo vari lavori (quasi sempre nel settore turistico) spostandomi tra Spagna, Inghilterra e Irlanda – il tutto intervallato da due esperienze molto intense negli Stati Uniti d’America e visitando altri Paesi anche dell’Est Europa – ho deciso di porre fine al mio stile di vita “nomade” e ho cominciato a lavorare a scuola, insegnando inglese. Adesso sono circa sei anni che sono di ruolo e continuo a insegnare la lingua inglese in una scuola superiore alle dipendenze dello Stato italiano.

Abiti in Italia ma vai spesso in Marocco, precisamente a Rissani Errachidia. Cosa ti ha conquistata del Marocco?

Sì, vado spesso in Marocco perché adoro perdermi nei cosiddetti Souk, soprattutto quello di Rissani che, a parer mio, è quello più caratteristico di tutto il Paese e meno turistico rispetto a quelli di Marrakech e Fez, che sono città più grandi e più conosciute. Rissani è una piccola cittadina alle porte del deserto di Merzouga, nel sud-est del Paese.

Dopo aver viaggiato da un Paese all’altro, in Marocco ho trovato una serenità inaudita, ho provato emozioni forti viaggiando tra i paesini dell’Alto Atlante dove ho trovato colori, odori e sapori molto particolari, semplicemente diversi da quelli che avevo avuto la possibilità di vedere e percepire nei miei viaggi precedenti. Emozioni che io ho potuto provare affidandomi alla mia guida locale di fiducia, Abdoul Merzouga, ragazzo di origini berbere nato nomade nel deserto di Erg Chebbi, originario di Rissani. Grazie a lui, ho potuto conoscere il Marocco autentico, quello fuori dai sentieri più battuti.

Ho sempre amato i viaggi selvaggi, alla scoperta della cultura e delle tradizioni dei luoghi e sono rimasta affascinata dal Marocco grazie alla sapienza e anche alla pazienza di Abdoul che mi ha guidata giorno dopo giorno, anno dopo anno, a scoprire la sua cultura, facendomi dotta di tutti i segreti del Paese più colorato del Maghreb, soprattutto del deserto (non per niente i locali lo chiamano “The King of the Desert”, come mi disse la guida della Kasbah di Ait Ben Haddou qualche anno fa). Altra cosa che mi piace è la voce del Muezzin che chiama alla preghiera dal minareto, avrò mille video salvati sul mio telefono e ogni tanto li guardo e ascolto con molta malinconia. Penso anche alla gioia nel vedere i bambini dei villaggi dell’Alto Atlante e delle vallate dell’entroterra mentre davo loro delle semplicissime caramelle. Tutto ciò ha suscitato in me emozioni così forti come non avevo mai provate prima. Il Marocco mi ha scossa in modo così profondo e positivo che ho provato emozioni nuove e ho scoperto una parte di me che non avevo mai conosciuto prima.

E cosa di questa città in particolare?

Come ho già anticipato nella risposta precedente, Rissani è una piccola cittadina fuori dai sentieri già battuti, non è piena di turisti ma è un luogo dove, a differenza di altre città, mi sento realmente immersa nella cultura marocchina e in cui mi sento “una del posto”. Il Souk di Rissani è un mercato che, a differenza degli altri, mi ha conquistata con i suoi profumi, odori, colori, un mix di spezie, circondata da gente del posto. Quando cammino tra le stradine della cittadina incontro pochissimi europei, poi il mercato degli animali è molto caratteristico, un groviglio di gente che cerca di contrattare e, in particolare, quello che mi ha colpita di più è il parcheggio che, a differenza di uno europeo, dove troviamo autovetture, a Rissani sembra quasi il paese dei balocchi. Il parcheggio è pieno di asinelli perché quello è il mezzo di trasporto più comune in questa cittadina. Questo mi ha colpito veramente tanto perché non avevo mai visto prima così tanti asinelli “parcheggiati”!

Cosa ne pensano amici, parenti e conoscenti dei tuoi primi viaggi lì?

All’inizio i miei genitori erano un po’ preoccupati mentre il mio compagno era felice per me, sapendo che mi piace molto viaggiare. I miei amici, invece, erano curiosi e ora ormai è prassi che io vada in Marocco per cui quello che mi chiedono sempre è di portare delle spezie e del tè del Sahara, visto che sono introvabili in Italia.

Puoi raccontarci della prima volta che hai messo piede nel Paese?

La prima volta che misi piede nel Paese era l’ormai lontano 2015. All’inizio ero molto scettica quando ho contattato l’agenzia di Abdoul, infatti gli facevo sempre domande perché non mi fidavo, era una terra totalmente diversa dall’Italia e non ero mai stata in Africa prima di allora. Sarei ipocrita a dire che avevo totalmente fiducia in questo ragazzo che non conoscevo. La prima volta sono andata con una mia amica e, quando sono arrivata, la prima cosa che ho notato, ancor prima di atterrare, sono stati i tetti delle case… le case non avevano i tetti! Erano tutte terrazze! In Italia siamo abituati a delle strutture diverse. Questa è la prima cosa che mi ha colpita la prima volta che sono andata in Marocco.

Quando poi siamo uscite dall’aeroporto e ho incontrato Abdoul, questo ragazzo che avrebbe dovuto guidare me e la mia amica a conoscere le bellezze del suo Paese, ho avuto subito una bella sensazione. Ho visto un ragazzo umile, simpatico e disponibile con una Land Cruiser comodissima, sempre pronto a rispondere alle mie mille domande. Sono sempre stata una tipa curiosa e non so come abbia fatto Abdoul a sopportarmi la prima volta in cui sono andata a visitare il suo Paese! Ho fatto un tour di ben 12 giorni visitando le città imperiali e il deserto di Merzouga. Il deserto mi ha subito affascinata, ho fatto la cammellata tra le dune, è durata più di un’ora ed è stata una delle esperienze più belle della mia vita, ma sono sicura che, se non avessi fatto questa esperienza con Abdoul, non sarebbe stata la stessa cosa. La prima volta che sono andata lì sono stata proprio fortunata a trovare lui come guida!

Come ti organizzi prima di ogni partenza?

Innanzitutto chiamo Abdoul che mi organizza un tour alla scoperta delle città marocchine e del deserto. Ogni volta c’è sempre qualcosa da scoprire. Poi Abdoul prenota per me dei riad meravigliosi, organizza i transfer e le escursioni. Purtroppo il mio lavoro non mi consente di avere tutto il tempo necessario per organizzare la mia partenza e la mia permanenza per cui Abdoul mi dà sempre una grande mano nell’organizzazione del mio viaggio.

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Ogni quanto vai in Marocco, in un anno?

Vado almeno quattro volte. Tutte le volte in cui il mio lavoro me lo consente, scappo a esplorare altri luoghi del Paese maghrebino.

Quali sono le differenze fra la Claudia che vive in Italia e quella che sta in Marocco?

La Claudia in Italia è sempre presa a fare migliaia di cose, sempre di corsa, a volte non ha proprio il tempo materiale di gustarsi la vera essenza delle cose, se non nel fine-settimana. Quando sono in Italia è difficile, per me, rilassarmi e godermi il momento, soprattutto durante la settimana, perché comunque gli impegni di ogni giorno e il lavoro tolgono molta energia. I ritmi in Italia sono molto più frenetici e questo a volte influenza molto il mio umore e il mio modo di essere. In Marocco, ho più tempo da dedicare a me stessa e per gustarmi ogni singolo momento, proprio perché i ritmi non sono così frenetici come quelli italiani. Mi sento molto più serena e rilassata in Marocco mentre in Italia la vita di tutti i giorni a volte risulta essere un po’ stressante.

Quando sei lì, provi mai il bisogno di viverci permanentemente?

Viverci permanentemente è un parolone, è anche vero però che, quando sono in Italia, capitano i momenti nostalgici, flashback che mi portano a ricordare i giorni vissuti in questo meraviglioso Paese e le splendide persone conosciute durante le mie permanenze in Marocco. Sì, è proprio vero che non posso farne a meno di ritornare a vivere quei momenti magici, istanti ormai impressi nella mia mente come i colori stupendi, i profumi e la voce del Muezzin che dal minareto chiama i fedeli alla preghiera. Poi la vita è così imprevedibile che chissà cosa mi riserverà il futuro!

Quali sono, secondo te, le differenze primarie fra lo stile di vita italiano e quello marocchino?

Vivendo in città e in Piemonte, nel nord della penisola italiana, i ritmi di vita sono molto più frenetici di quelli marocchini, tutti corrono per le strade senza godersi i momenti, senza prendersi il tempo necessario per vivere davvero la propria vita, a differenza del Marocco, dove tutto sembra essere rallentato. Ogni volta in cui ci vado mi sembra di fare un tuffo nel passato. Quando passeggio per i Souk, soprattutto in quelli dei piccoli villaggi, dove capita di vedere gente che svolge mestieri che in Italia ormai non ci sono più e le persone girano ancora con i carretti o con i muli, sembra che il tempo si sia fermato e questo mi dà una sensazione di serenità e tranquillità.

Ogni volta in cui mi affaccio sulla piazza Jemaa El Fna di Marrakech, noto proprio la differenza di cultura popolare che c’è tra una tipica piazza italiana, come può essere Piazza San Carlo a Torino, e la piazza di Marrakech. Quella di Torino sembra un po’ più sobria mentre quella di Marrakech, con i suoi venditori ambulanti, i cobra, le scimmiette, le donne che cercano di tirarti la mano per stamparti un bel henné, sembra un teatro a cielo aperto e sento il bisogno di perdermi nei meandri di quel luogo come se fossi, per qualche istante, un Lazarillo de Tormes! Fra gli aspetti della vita in Marocco che mi hanno colpita di più inserirei anche l’abitudine dei locali di dormire sui tetti e sulle verande, cosa che in Italia è del tutto insolita.

E quali gli eventuali punti in comune?

La solarità, l’accoglienza e la cordialità della gente del posto, stesse qualità per le quali sono conosciuti gli italiani nel mondo. Il Marocco, come anche l’Italia, è un Paese pronto ad accogliere i turisti, un Paese dalla mentalità aperta, preparato ad accogliere gente proveniente da ogni dove. Ho trovato che il Marocco è molto simile al Sud Italia. Io, da calabrese, posso dire che ci sono dei punti in comune fra i villaggi del Marocco e alcuni paesini della Calabria, dove il tempo sembra essersi fermato. Penso ai mercatini di paese, dove la gente contratta per accaparrarsi qualcosa, che sono simili ai Souks marocchini. La calma e la tranquillità con le quali le persone del sud vivono le loro giornate le rendono simili ai marocchini. Le strade affollate di alcune città marocchine come, per esempio, Marrakech, dove le macchine sfrecciano da ogni dove, mi hanno sempre ricordato una delle tante città del Sud Italia, come Napoli. A mio parere, però, quello che più accomuna gli italiani ai marocchini è proprio la capacità di farti sentire a proprio agio e benvoluta.

Quando vai in Marocco, come ti organizzi per l’alloggio?

Come ho già accennato, ogni volta in cui vado in Marocco mi affido alla mia guida locale di fiducia, Abdoul Merzouga, un ragazzo conosciuto per la prima volta nel 2015 e che gestisce la sua agenzia Abdoul Marocco Tour, sempre al servizio dei suoi clienti per offrire qualità e guidarli alla scoperta dell’autenticità della cultura berbera. Abdoul è un professionista nel campo del turismo, nato nomade alle porte del deserto di Merzouga. È una guida locale e driver privato che fa del proprio lavoro un vero culto. Credo che non mi sarei mai innamorata del Marocco se non lo avessi conosciuto ed esplorato attraverso la sapienza e gli occhi di questo ragazzo fantastico. Un ragazzo che percorre in lungo e in largo, da nord a sud, da est e ovest, un Paese meraviglioso, il Marocco, Paese che gli ha dato i natali e di cui conosce ogni angolo, anche quello più remoto. Io mi affido ciecamente a lui, che prenota per me i migliori riad in qualsiasi città marocchina io voglia pernottare. Chiunque volesse vivere un’esperienza da “mille e una notte” dovrebbe pernottare almeno una volta in un riad per sentirsi immerso nell’autentica cultura berbera. Io amo pernottare nei riad e per il deserto opto sempre per la tenda berbera di lusso.

Secondo te, è facile, per un italiano che vuole stare lì un po’ più a lungo del turista medio, trovare un alloggio?

Affidandosi a una guida locale, trovare un alloggio non è poi così difficile. È sempre bene rivolgersi a qualcuno del posto proprio perché ci sono zone più consigliate e altre meno. Nelle grandi città, come Casablanca, cercano molte persone italiane disposte a lavorare nell’ambito del customer service per cui, se si ha un budget da parte, le difficoltà nel trovare un alloggio sono simili a quelle che si possono incontrare in Italia.

Quali sono i prezzi medi?

I prezzi medi cambiano in base alle città e alle zone, per esempio, a Marrakech, per i turisti è possibile affittare un alloggio ammobiliato a 50/60 Euro a notte. Ci sono anche alloggi a 40 Euro a notte, ma questi si trovano lontano dalla medina delle grandi città. In piccoli centri come Rissani, invece, è possibile trovare anche piccole strutture dove pernottare al costo di 25 Euro a notte, anche se in questi casi, di solito, la pulizia non è proprio il massimo. Per i turisti, poi, è possibile trovare degli stabili vuoti dove pernottare nei dintorni del deserto di Merzouga al costo di 25 Euro a notte ma, in tal caso, è necessario munirsi di sacco a pelo.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

I locali sono molto solari e cordiali. Negli ultimi anni sono molto più abituati ad accogliere i turisti. I marocchini che ho conosciuto durante i miei viaggi hanno un forte senso dell’umorismo. Devo dire, però, che, avendo conosciuto il Marocco attraverso l’aiuto di una guida locale che è sempre stata al mio fianco, ho saputo come comportarmi in determinati momenti, senza risultare scortese con la gente del posto. Per questo motivo, nonostante i marocchini siano persone molto piacevoli, consiglio a tutti, uomini e donne, di affidarsi comunque a qualcuno che conosca bene le usanze e i costumi del posto e che mostri loro come approcciarsi ai locali. Un esempio banale può essere il fatto che non a tutte le persone berbere di origine nomade piace rispondere a delle domande prettamente personali e, visto che sono una persona molto curiosa, grazie ad Abdoul mi sono risparmiata molte figuracce.

Come descriveresti le vite dei locals?

Le vite dei locali che vivono nelle grandi città, come per esempio Casablanca, sono molto simili a quelle degli europei, mentre i locali che vivono in realtà molto più piccole trascorrono i loro giorni in tranquillità, senza la frenesia che si può trovare invece nei grandi centri urbani. Quello che mi ha subito colpito, sin dalla prima volta in cui sono andata in Marocco, è vedere come ci siano persone che vivono da nomadi in distese di terre aride, sotto delle tende fatte di pali di legno trovati qua e là e coperte dalle misure più disparate. Ho conosciuto, in particolare, una ragazza di origini nomadi che vive tutto l’anno in un accampamento e che ogni giorno, anche per una semplice tanica di acqua, prende il suo mulo e cammina per chilometri e chilometri per raggiungere il primo pozzo a disposizione in mezzo al nulla assoluto. Mi è sembrato strano il loro modo di vivere così lontano da ogni forma di tecnologia, per me è inconcepibile vivere senza un telefonino, senza il televisore, senza connessione Internet e senza nemmeno un frigorifero! Per me è stato veramente strano scoprire che l’unico modo per tenere l’acqua al fresco, per lei, è avvolgere la tanica di plastica in delle coperte spesse. Sorprendente!

Ho conosciuto poi pastori nomadi di origine berbera che vivono nelle caverne, come anche altri che vivono alle porte del deserto in stabili di cemento armato in mezzo al nulla. Ci sono momenti, quando sono in Marocco, in cui mi sento proprio immersa in una dimensione del tutto estranea alla mia solita vita, come se fossi io la protagonista di un’avventura così emozionante che richiama molto lo stile selvaggio alla National Geographic. Quando sono in Italia, circondata da mille comodità, ci sono volte in cui sento la mancanza di questa calma, questa semplicità e questo stile di vita così umile. A volte, quando mi sdraio sul divano di casa, penso a quelle persone che siedono per terra, senza nemmeno una sedia, circondate da cuscini, penso ai loro sorrisi e mi chiedo come facciano a essere così serene vivendo una vita così dura, a volte proprio estrema.

Com’è una tua giornata tipo quando sei in Marocco?

La mia giornata tipo quando sono in Marocco è molto semplice. Ci sono delle volte in cui amo svegliarmi presto e partire per esplorare posti sconosciuti che ancora non ho avuto la possibilità di visitare. Altre volte, invece, preferisco restare nel riad e passare la mattinata in relax assoluto. Spesso, però, preferisco uscire e visitare cittadine nuove, soprattutto quelle che non sono affollate dai turisti come, per esempio, Rissani. Mi piace anche spostarmi con Abdoul da un villaggio all’altro o andare dalla città a visitare delle vallate dell’entroterra. Farlo è molto comodo per cui spesso e volentieri mi perdo in queste enormi distese e passo le giornate a rilassarmi e a scattare migliaia di foto. Il pranzo, poi, è sempre una sorta di rito, tajine e pastila tutta la vita, sono piatti squisiti. Nel pomeriggio, spesso gironzolo per le stradine e le medine delle città che vado a visitare e la sera, soprattutto durante il periodo estivo, si cena e si dorme sulla terrazza a contemplare le stelle, a dir poco meraviglioso!

Molte donne hanno paura di viaggiare da sole in Marocco. Cosa diresti loro?

Direi che non c’è niente da temere e che in Marocco mi sono sempre sentita più che al sicuro, sia quando al mio fianco c’era Abdoul, la mia guida locale, che mi faceva sentire sempre tranquilla e serena, sia quando uscivo a fare una passeggiata da sola. Ovviamente bisogna sempre rispettare la cultura dei Paesi che si decide di visitare ed esplorare ma, ripeto, non c’è nulla da temere. Consiglio però di evitare abiti scollati e di scoprire le ginocchia proprio per una questione di rispetto della cultura del posto. Bisogna liberarsi da certi pregiudizi, da certi stereotipi, il Marocco è veramente un posto sicuro da visitare anche per donne che viaggiano da sole. Ormai è un Paese abituato all’accoglienza di turisti da ogni parte del mondo e, quindi, il rispetto per lo straniero è una delle qualità che contraddistinguono questo Paese meraviglioso. D’altra parte, però, è anche vero che, se vogliamo veramente conoscere la cultura, le usanze e le mille sfaccettature di un Paese, è sempre meglio affidarsi a una persona del posto, altrimenti si rischia di percorrere solo sentieri già battuti e visitare posti affollati dai turisti, perdendo così la possibilità di conoscere la cultura locale più vera e autentica.

Ti sei mai sentita in pericolo?

Onestamente no, mai. Mi sono sempre sentita accolta e benvoluta dai locali, non mi sono mai sentita fuori luogo e non ho mai avvertito alcun pericolo. Sono anche uscita la sera nel bel mezzo della piazza principale di Marrakech, come anche in altre cittadine del Marocco, e devo dire che non ho mai avuto alcun timore e non mi sono mai sentita in pericolo. Ripeto, in Marocco c’è un grandissimo rispetto per il turista ed è un Paese molto abituato ad accogliere gente da ogni dove, perciò, questo senso di rispetto e di accoglienza fa sì che non ci si senta mai in pericolo, sfatando tutta una serie di pregiudizi che non hanno alcuna fondamenta.

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

La sanità, come anche la burocrazia, sono aspetti della vita comune simili a quelli italiani e che, tutto sommato, funzionano bene, seppur con piccoli ritardi, ma ormai è prassi. Anche i mezzi pubblici sono molto pratici, ormai il Marocco sta vivendo un vero e proprio boom economico ed essendo una meta di tendenza anche i collegamenti tra le città sono molto ben gestiti. Ci si può spostare benissimo in taxi, bus e treni. Quello che ho notato è che nel sud non ci sono treni. Le reti ferroviarie sono presenti solo nel nord, ma è anche vero che esistono delle compagnie di autobus come “Supratour” che collegano benissimo ogni angolo del Marocco, da sud a nord, da est a ovest.

Puoi dirci il prezzo di alcuni beni e servizi di uso comune?

Negli ultimi anni ho notato che, poiché il Marocco è diventato una meta turistica molto in voga, tutto è molto più caro di com’era un tempo. Di conseguenza, il costo di alcuni beni e servizi di uso comune è aumentato tanto rispetto al passato. Per esempio, un litro di benzina può arrivare a costare 1,40 Euro. Se si vuole andare a fare la spesa nei grandi supermercati come il Carrefour, i prezzi sono alti, soprattutto nelle grandi città come Marrakech e Casablanca. Conviene di più andare a fare la spesa in un Souk, dove i prezzi sono più abbordabili. Per esempio, i pomodori possono costare dai 50 centesimi a 1 Euro al kg. Frutta e verdura spesso provengono dal nord del Marocco e vengono trasportate al sud, dove i prezzi dipendono molto dai costi relativi al trasporto. Tutto sommato, bisogna dimenticare l’idea del Marocco come quella di un Paese in cui il costo della vita è generalmente basso poiché ormai è una nazione in forte crescita, soprattutto per quanto riguarda i grandi centri urbani e, di conseguenza, anche il costo di beni e servizi è notevolmente aumentato.

Quali sono, secondo te, le idee sul Marocco più “sbagliate” ma anche più diffuse?

Secondo me, l’idea più sbagliata e anche più diffusa del Marocco è che in questo Paese il costo della vita sia basso, come può esserlo nel resto dei Paesi del continente africano. Questo, purtroppo, non è affatto vero. Il costo di beni e servizi, nonché quello della vita in generale, in Marocco e soprattutto nei grandi centri urbani come Marrakech e Casablanca, non è affatto basso, anzi, tutto il contrario. Come accennavo nella risposta precedente, negli ultimi anni il Marocco sta vivendo una fase di boom economico non indifferente ed è diventato uno dei Paesi di tendenza che attrae centinaia di turisti ogni anno. Tutto questo, ovviamente, si ripercuote sulla vita dei locali. Da una parte tutti ne traggono beneficio, perché i turisti, pernottando nei riads, consumando pasti in locali e ristoranti, comprando pezzi di artigianato locale nei diversi Souks sparsi per tutto il Marocco, visitando i luoghi e spostandosi da una città all’altra, aiutano l’economia del Paese. Dall’altra parte però, dato che il Marocco è una meta molto in voga, il costo dei beni e dei servizi in generale è fortemente aumentato.

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Cosa consiglieresti a chi vorrebbe frequentare regolarmente il Paese?

Consiglierei, innanzitutto, di visitare il Paese per periodi brevi, da due settimane a un mese, per rendersi conto se può piacere o meno e per vedere se si è pronti a vivere in un contesto socio-culturale e linguistico profondamente diverso da quello italiano. Vivere in un posto dove si parlano lingue diverse, in cui le usanze, la cultura in generale e la cucina locale sono totalmente diverse da quelle italiane non è semplice. Per esempio, anche la religione stessa può essere un ostacolo, se non si è pronti a integrarsi in un Paese dove il culto più professato è quello musulmano. Quando, poi, ci si rende conto che si è pronti a vivere in un contesto socio-culturale profondamente differente da quello italiano allora si può pensare di trascorrerci più tempo e, magari, in futuro, anche trasferirsi in questo meraviglioso Paese, perché no? L’importante è sapere che il Marocco, un Paese così complesso, va vissuto pian piano e a piccole dosi.

Come funziona, dal punto di vista burocratico, per fare regolarmente avanti-indietro dal Marocco?

Se non si superano i tre mesi di permanenza nel Paese, per noi italiani basta munirsi di passaporto in corso di validità e non c’è bisogno del visto, se si vuole andare da turisti. Se, invece, si vuole andare per altri motivi come, per esempio, per lavoro o studio, bisogna richiedere il visto presso un consolato marocchino presente in Italia. Se si vogliono superare i tre mesi, c’è bisogno di richiedere il visto. Io vado dalle tre alle quattro volte all’anno e non ho mai avuto problemi a spostarmi con il mio passaporto dall’Italia al Marocco e viceversa. In passato era possibile, per i turisti che facevano parte di tours organizzati, entrare nel Paese con la carta d’identità valida per l’espatrio ma adesso non è più consentito.

Che suggerimenti hai per chi, invece, vorrebbe andarci in vacanza?

Il mio suggerimento è quello di affidarsi a una guida locale se si vuole veramente conoscere un Paese così complesso come il Marocco, dove si parlano diverse lingue e in cui più culture s’incontrano rendendolo uno dei luoghi più suggestivi, colorati e vibranti di tutto il continente africano. Suggerisco di affidarsi a una guida locale che sia affidabile, professionale e sempre disponibile, come Abdoul. Lui è un concentrato di solarità, cordialità e sapienza. Consiglio a tutti coloro che vogliono scoprire l’autenticità della cultura marocchina di affidarsi a lui, soprattutto se si pretende di visitare e conoscere il Paese in periodi brevi, che vanno dai quattro ai dieci/dodici/quindici giorni.

Suggerisco a tutti coloro che vogliono andare in Marocco di non cambiare gli Euro in dirham in Italia perché, usando una semplice carta Postepay, si può benissimo prelevare direttamente i dirham e anche di controllare i costi dei beni e dei servizi e di tener presente che 200 dirham sono circa 20 Euro, 20 dirham sono più o meno 2 Euro… per capire bene la differenza tra l’Euro e la moneta locale aggiungete uno zero! Altro suggerimento per chi volesse viaggiare in autonomia, consiglio spassionatamente di evitare i sentieri poco turistici, soprattutto quelli nell’entroterra marocchino, poiché guidare lungo queste strade non è affatto facile per chi non è abituato a farlo e ci sono zone molto pericolose con dei dirupi da brivido. Meglio affidarsi a chi quelle strade le conosce bene! Lo stesso vale per l’esperienza nel deserto, soprattutto in quello di Merzouga, meglio evitare il fai-da-te. Bisognerebbe sempre affidarsi a qualcuno che il deserto lo conosce bene. Io, onestamente, eviterei alcuni tour di gruppo a pochi Euro perché ci si ritrova stile deportati in van con una miriade di gente e a me questa esperienza non è piaciuta affatto. Coloro che vogliono raggiungere il deserto da Marrakech dovrebbero diffidare di chi propone questo tipo di visita nell’arco di due giorni, Marrakech è veramente molto distante da Merzouga e, se si vuole vivere un’esperienza senza arrivare stressati e stremati nel deserto, sono necessari dai tre ai quattro giorni con almeno due soste intermedie. Un altro consiglio fondamentale riguarda, invece, i problemi intestinali, nei quali è possibile incappare quando si va in un Paese come il Marocco. Consiglio di fare, almeno quindici giorni prima della partenza, una cura probiotica di fermenti lattici in modo tale da rafforzare la flora intestinale e prevenire eventuali problemi di salute. Io la faccio sempre prima di partire così posso stare tranquilla e spesso la continuo anche quando sono in Marocco. Per quanto riguarda poi l’acqua, consiglio di bere sempre acqua imbottigliata e di usarla anche per lavarsi i denti.

Quali sono, nella tua opinione, le mete imperdibili?

Per chi va per la prima volta in Marocco, le mete imperdibili sono Marrakech con la sua coloratissima e vivacissima piazza Jemaa El Fna, Essaouira e Agadir con le loro bellissime spiagge e le loro splendide coste, Fez con la sua famosa conceria, Chefchaouen, meglio conosciuta come la “città blu” per il caratteristico colore delle sue case e delle sue stradine, Rabat con la sua meravigliosa medina, Casablanca e la sua moschea di Hassan II e, soprattutto il Sahara, in particolare il deserto di Merzouga, con le sue dune di sabbia dorata e i suoi panorami mozzafiato.

Puoi consigliare ai nostri lettori dei posti poco conosciuti che, secondo te, meritano una visita?

Certo! Consiglio a tutti coloro che vogliono conoscere posti poco conosciuti di considerare cittadine come Safi per le sue splendide spiagge (non lontana da Casablanca), Rissani per il suo Souk caratteristico e veramente particolare, Ifran conosciuta anche come la “Svizzera marocchina” per i suoi parchi e le sue casette che richiamano molto lo stile montanaro e, in ultimo il deserto, di Sidi Ali, con le sue caratteristiche dune dorate.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Onestamente no.

Cos’hai imparato, per ora, dalle tue esperienze in Marocco?

Ho imparato ad apprezzare di più tutto ciò che ho, a essere meno superficiale e a dare più importanza anche alle piccole cose. Ho conosciuto realtà che pensavo non esistessero nel 2023, ho iniziato a dare valore anche ai piccoli gesti e ho imparato a mie spese che il detto “Paese che vai usanze che trovi” non è poi così sbagliato. Ho capito, poi, quanto sia importante la religione in Paesi come il Marocco e come essa sia realmente parte integrante della vita di ogni marocchino. Ho capito quanto un popolo possa essere affabile e cordiale con gente proveniente da ogni parte del mondo, nonostante la diversità culturale. Finora questo è tutto ciò che ho appreso e che in parte ha cambiato in positivo la mia personalità. Spero d’imparare molto di più dai miei prossimi viaggi.

Progetti futuri?

Ritornerò in Marocco a dicembre e ogni altra volta in cui potrò. Continuerò a dare una mano ad Abdoul, parlando di questo splendido Paese e accompagnando sempre più italiani che, come me, hanno voglia di visitare il Marocco.

Fare del bene per la comunità marocchina e per quella italiana, per quello che sono in grado di poter fare e poter offrire, sarà il mio principale obiettivo per il futuro.

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