Antonio: faccio il ‘pendolare’ dall’Italia a Cuba ma dico che quel Paese non è per tutti

A cura di Maricla Pannocchia

Con una moglie cubana, Antonio frequentava il Paese come turista già dal 2005 ma è stato solo nel 2020 quando, suo malgrado, vi è rimasto bloccato per quasi un anno per via del Covid-19, che l’uomo ha iniziato a viverlo appieno e a capire di più il popolo che lo abita.

Originario di Milano, Antonio ha fondato una piccola impresa a Cuba, Ambriosa, “che altro non è che una Srl che ha come oggetto sociale la vendita, la produzione e la commercializzazione di prodotti di pasticceria e gelateria rigorosamente italiani e con le materie prime importate direttamente dall’Italia.

Antonio, quindi, si reca nel Paese ogni 2 mesi circa per seguire la sua azienda ma avverte i suoi connazionali perché, per uno straniero, è praticamente impossibile trovare lavoro come dipendente a Cuba.

Uno dei problemi principali è il fatto che i salari locali non sono per niente idonei al costo della vita e molti cubani s’inventano l’esistenza di giorno in giorno. “A Milano vivo in maniera frenetica dalla mattina alla sera”, racconta Antonio, “E, inoltre, in Occidente spesso ci circondiamo di oggetti di cui non abbiamo veramente bisogno. A Cuba, invece, è possibile vivere in modo semplice e in compagnia di un popolo che ancora mette i rapporti umani al centro.”

Antonio Loiacono Cuba

Ciao Antonio, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Antonio Loiacono (anche se tutti mi conoscono come Tony) e vivo a Milano dalla nascita. La mia principale attività in Italia è quella di broker assicurativo con la passione nel campo della gastronomia.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

In realtà non ho mai lasciato l’Italia definitivamente anche se, nel periodo del Covid, ho trascorso quasi un anno a Cuba a causa della chiusura degli aeroporti sia in Italia sia lì.

Fai il “pendolare” fra Italia e Cuba, andandoci ogni 2 mesi. Come mai?

Faccio il “pendolare” in quanto ho aperto la mia attività a Cuba nel 2022 e, avendo una famiglia che risiede stabilmente in Italia per cause di forza maggiore, mi reco ogni 2 mesi a Cuba per controllare l’attività, fermandomi solitamente un mese per poi rientrare in Italia.

Ti va di parlarci meglio dell’anno trascorso lì?

Come raccontavo prima, durante il periodo del Covid, mi sono ritrovato mio malgrado bloccato a Cuba, essendo partito la mattina del 24 Febbraio 2020 per L’Avana e ritrovandomi a Cuba con l’aeroporto Jose Martin chiuso (come quello di Malpensa) e, per tale ragione, ho vissuto dal 24 febbraio fino al 21 dicembre 2020 a Cuba in una situazione non facile ma che mi ha permesso di entrare ancor di più nel tessuto sociale e di stringere amicizie che mantengo ancora oggi e che mi hanno permesso di comprendere ancor di più la mentalità cubana. A onor del vero, dato che andavo già a Cuba dal 2005, per turismo, poiché mia moglie è cubana, da una parte questa permanenza forzata mi ha mostrato un lato del Paese e dei cubani che mi era totalmente sconosciuto.

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Hai la residenza permanente nel Paese. Di cosa si tratta e come si fa a ottenerla?

La residenza permanente altro non è che la concessione da parte del governo cubano dello status di residente straniero a Cuba con residenza permanente che ti parifica a tutti gli effetti a un cittadino cubano, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che ciò comporta. Per ottenerla, devi essere obbligatoriamente sposato con un/a cittadino/a del posto e dimostrare che la relazione dura da molti anni. Se poi ci sono figli nati dal matrimonio ancora meglio, anche se, comunque, questa non è una garanzia per l’ottenimento della residenza permanente.

Di cosa ti occupi?

A Cuba ho aperto una Mipymes (piccola o media impresa) di nome Ambrosia, che altro non è che una Srl che ha come oggetto sociale la vendita, la produzione e la commercializzazione di prodotti di pasticceria e gelateria rigorosamente italiani e con le materie prime importate direttamente dall’Italia.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Per un Italiano è praticamente impossibile trovare lavoro qui come dipendente, principalmente perché i salari sono molto bassi (per darvi l’dea, un salario medio si aggira introno ai 4500 CUP il mese e un cartone di uova da 30 costa dai 2800 ai 3000 CUP). Questo è uno dei principali motivi per cui un italiano che non ha un’attività propria a Cuba – e ce ne sono parecchi – non potrebbe viverci bene (a meno di non avere soldi da parte).

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

Anche in tema di assunzione, non è così semplice soprattutto per il salario, come spiegavo precedentemente. Anche un permesso di lavoro, indispensabile per poter vivere nel Paese, si scontrerebbe con il costo della vita troppo alto rispetto a quanto viene pagato ai lavoratori dipendenti. A questo aggiungiamo il fatto che il Paese è in piena crisi economica e che l’inflazione è galoppante e ci rendiamo conto che, per noi, lavorare come dipendenti lì è praticamente impossibile.

Dato che gli stipendi non sono in linea con il costo della vita, ti va di parlarci meglio di questa situazione?

Un litro di olio di girasole costa circa 700 CUP, un kg di petto di pollo costa circa 1000 CUP, una libra di pomodori 500 CUP e, se considerate che il cambio ufficiale Euro/CUP è circa 1 Euro = 123 CUP, ma nel mercato nero 1 Euro = 260 CUP, vi rendete conto che per noi Yuma (come ci chiamano i cubani, compresi quelli come me che hanno la residenza permanente) la vita è molto più facile di quanto non lo sia per i cubani. La soluzione, per i locals che hanno parenti all’estero, è quella delle rimesse con l’invio di denaro ai parenti che vivono a Cuba ma, per chi non ha questa fortuna, la vita è davvero dura. Molta gente s’inventa davvero la vita giorno per giorno e purtroppo la delinquenza aumenta sempre di più.

Inoltre, il cibo per il cubano ha costi proibitivi e la benzina ancor di più, senza considerare che possedere un’auto a Cuba è un lusso destinato a pochi, anche se non è difficile incontrare, in questi ultimi tempi, auto delle marche più prestigiose (Audi, Mercedes, BMW, Toyota ecc.) destinate a una casta.

Come funziona, invece, per avviare un’impresa lì come stranieri?

Per avviare un’impresa hai 2 possibilità:

  1. Avere la residenza permanente e da lì aprirti la società in vari settori che non siano ad appannaggio esclusivo del governo ( per esempio telecomunicazioni, farmaceutica, agricoltura, meccanica, ecc.)
  2. Aprire una succursale di una società che ha sede all’estero e che deve richiedere alla camera di commercio cubana l’apertura di una succursale a Cuba. Per fare ciò, però, la società deve avere dei requisiti anche dal punto di vista del fatturato, che dev’essere minimo di 500.000 dollari per tre anni consecutivi e, comunque, questo potrebbe non essere sufficiente.

Se un tuo amico che vive ancora in Italia ti dicesse di voler andare a Cuba per avviare una sua attività, in quali settori gli consiglieresti di muoversi?

Sicuramente nel settore gastronomico ma non prima di aver conosciuto il mercato cubano e le sue sfaccettature. Ora come ora è veramente complicato gestire un’attività a Cuba.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Essere residente permanente è il requisito fondamentale oppure, in alternativa, essere un dipendente di una società straniera con succursale a Cuba.

Come ti sei mosso per cercare un alloggio?

Ho affittato una casa tramite un’agenzia immobiliare cubana e pago regolarmente un affitto mensile. Questo mi ha permesso di poter inviare dall’Italia un container con tutto il mobilio di cui avevo bisogno per la casa presa in affitto.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

A seconda della zone e delle dimensioni dell’appartamento, i prezzi variano da 500 $ al mese a circa 800/1000$ il mese. Le zone migliori sono sicuramente Vedado, Miramar Playa, Kholy, Santa Fe e l’esclusiva Siboney, dove vi sono le migliori ville de L’Avana, ma con accesso riservato a pochi.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Molto bene, anche perché parlo discretamente bene il “cubano” che, pur essendo spagnolo, trattandosi di uno slang usato dal popolo habanero, in alcune espressioni si differenzia molto dalla classica lingua spagnola. In quei famosi 10 mesi ho ricevuto azioni di solidarietà che neanche nel mio Paese natio ho ricevuto.

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Come descriveresti le loro vite?

Nonostante le difficoltà che il popolo cubano vive oggi, posso dire che è veramente splendido. Orgoglioso, dignitoso, sempre sorridente anche nelle situazioni più difficili.

Com’è, invece, una tua giornata tipo quando sei a Cuba?

Mi alzo abbastanza presto la mattina per poter lavorare tenendo conto del fuso orario con l’Italia. Dopo di che mi reco sempre nel mio locale per la riunione giornaliera con i dipendenti, organizzare al meglio il lavoro e verificare che non manchi nulla e, nel caso, mi occupo di comprare le cose che servono al locale e svolgo lavoro di ufficio. Se vi sono appuntamenti fuori, bene, altrimenti rimango in cremeria per controllare che il lavoro venga svolto nel migliore dei modi.

Pensi che sia necessario sapere bene lo spagnolo sin da subito?

Saper parlare la lingua è un requisito fondamentale.

Quali sono le differenze che riscontri in te stesso quando sei in Italia rispetto a quando sei a Cuba?

A Cuba vivo una vita molto più a misura d’uomo e con ritmi che, in Italia, sarebbero impossibili. Vivendo a Milano, inizio a correre da quando mi sveglio a quando rientro a casa. A Cuba il tempo è un optional, il ritmo di vita scorre lento e senza alcuno stress.

È difficile cambiare cultura e stile di vita ogni 2 mesi?

All’inizio ho avuto difficoltà però poi mi sono abituato. Diciamo che spengo la modalità milanese e accendo quella habanera.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Consiglierei di passare un po’ di tempo a Cuba anche come turista (si può soggiornare lì per 3 mesi con visto turistico) e frequentare il più possibile il popolo cubano per capire la reale mentalità e il modus vivendi della gente del posto. Suggerisco, poi, di armarsi di molta pazienza. Cuba non è per tutti.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Andarci e soggiornare nelle case particular. Andare a Cuba e soggiornare in albergo è uguale ad andare in qualunque altro Paese caraibico. Cuba è bella se vissuta a contatto con il popolo locale.

Cos’hai imparato, finora, da queste tue esperienze di vita?

Ho imparato che la vita non è realmente quella che viviamo tutti i giorni, piena di cose effimere di cui a volte ci contornano e di cui, spesso, non abbiamo veramente bisogno. A Cuba puoi vivere in maniera molto semplice e con poche cose necessarie ma non indispensabili. I rapporti umani sono ancora molto vivi e necessari. La solidarietà tra cubani, ma anche tra stranieri come il sottoscritto, è la cosa che apprezzo di più quando sono lì.

Progetti futuri?

Aprire altri locali, non solo a Cuba ma anche in altri Paesi dell’American Latina, con un franchising.

Per seguire e contattare Antonio:

E-mail tonyloiacono@gmail.com

Facebook : Ambrosiasrl

Instagram ambrosia_cuba