Antonella Deiana si racconta

A cura di Maricla Pannocchia

Quando abitava in Svizzera, dov’era stata spostata dall’azienda italiana per cui lavorava, Antonella, a un certo punto, ha sentito di non essere più appagata nel lavoro. Accettando l’invito di due amiche, la donna ha trascorso il Capodanno 2011/2012 in Marocco ed è stato lì che ha conosciuto Mustapha, un uomo locale, “Chi l’avrebbe mai detto che quel flirt sarebbe diventato la storia della mia vita?”

Quando è tornata in Italia, Antonella ha continuato la sua storia con Mustapha a distanza. I due si sentivano spesso su WhatsApp e, durante il periodo di crisi di lei, quando era in Svizzera, l’uomo le è stato vicino, aiutandola a rallentare e ricordandole quali sono le cose davvero importanti nella vita.

“Ho fatto avanti-indietro dall’Italia al Marocco” racconta la donna, “Ci sono andata per circa 8 volte l’anno. Del resto, Mustapha non aveva ricevuto il visto né dall’Italia né dalla Svizzera, quindi, dovevo essere io ad andare.”

A un certo punto, Antonella, dopo essersi consultata con diverse persone, ha deciso di trasferirsi definitivamente in Marocco. “Ora Mustapha ed io siamo sposati e questo ci tutela di più. Lui è un uomo speciale ed io vivo libera, come se fossi ancora in Italia. Tuttavia, non tutti gli uomini sono come lui e ho sentito anche diverse brutte storie, per cui non mi sento di dare consigli a nessuno.”

Antonella Deiana

Ciao Antonella, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, mi chiamo Antonella e la prima volta che sono venuta in Marocco è stato nel periodo del Capodanno 2011/2012. Sono arrivata qui per caso, con due amiche di Brescia conosciute a Bali nell’agosto 2011. Loro mi hanno proposto di trascorrere una settimana nel deserto marocchino e io ho risposto subito di sì, memore di alcuni amici che mi avevano parlato molto bene di un loro viaggio in questo Paese.

Cosa ti ha colpita subito del Marocco?

Del mio primo viaggio in Marocco mi hanno colpito i colori, la luce meravigliosa, l’accoglienza della gente e la diversità di paesaggi.

Come hai conosciuto Mustapha?

Ho conosciuto Mustapha la notte di Capodanno del 2011, al campo tendato a Merzouga, dove trascorrevamo la notte. Lui conosceva il nostro driver ed era lì con dei suoi clienti spagnoli. Ci siamo conosciuti poco prima della mezzanotte. Abbiamo chiacchierato e ballato tutti insieme attorno al fuoco, visto che faceva freddissimo.

Come si è sviluppata la vostra relazione?

Se ripenso ora al nostro primo incontro, posso dire che è stato amore a prima vista, un classico colpo di fulmine. Lui è arrivato indossando la gandora bianca (tipico abito del deserto), un turbante nero e un chiodo in pelle. Aveva la bocca coperta ed io vedevo solo gli occhi, bellissimi e resi ancora più profondi dal kajal, che qui nel deserto viene utilizzato per proteggere gli occhi dal riverbero del sole sulle dune. Sono poi tornata in Marocco a febbraio, ad aprile, a giugno, in estate… insomma, nel 2012 sarò venuta qui 8 volte. Appena avevo un attimo, correvo in Marocco. Ci siamo scritti su WhatsApp e ci siamo tenuti in contatto. La relazione è andata avanti così, a distanza, per 7 anni. A lui, purtroppo, né l’Italia e né la Svizzera, dove abitavo dal 2009, hanno mai dato il visto, quindi, ero sempre io a venire, con una frequenza di almeno 7/8 volte l’anno.

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Cos’hai provato quando sei dovuta rientrare in Italia dopo quel viaggio?

Un senso di nostalgia ma non avrei mai immaginato che quel flirt si sarebbe poi trasformato nella storia della mia vita.

Quando hai sentito il bisogno di trasferirti definitivamente lì?

Dal 2001, lavoravo per un brand di moda italiano e poi, dal 2009, ero stata trasferita in Svizzera, a Lugano prima e a Neuchatel poi. Negli ultimi anni a Neuchatel non ero più contenta del mio lavoro, avevo cambiato capo e mansione e l’entusiasmo era andato scemando. Alla fine, ero lontana dalla mia famiglia, che è a Roma, e dal mio amore, che era in Marocco, e quindi ho preso la decisione di trasferirmi qui. Era il 2018 e mi sono trasferita definitivamente nel luglio 2019. La decisione non è stata facile, avevo paura, lasciavo un lavoro e una vita che conoscevo per qualcosa di sconosciuto e quindi ci ho pensato tantissimo prima di agire.

Come hai accennato tu e tuo marito avete avuto una relazione a distanza per 7 anni. Ti va di parlarcene?

Sì, non è stato facile ma ce l’abbiamo fatta. Ogni volta in cui avevo ferie o un po’ di tempo correvo qui. Il Marocco e Mustapha erano la mia “isola felice”, dimenticavo tutto e mi godevo il tempo con lui.

Che consigli daresti a delle coppie in situazioni simili?

Non mi sento di dare consigli agli altri, anche perché credo che siamo tutti diversi, ogni storia è differente e le cose che hanno funzionato per me potrebbero non funzionare per altri. So solo che sono stata me stessa sin dall’inizio alla fine e ho cercato di ascoltare la mia voce interiore. Mustapha è un uomo davvero speciale. Credo che il momento in cui davvero mi sono attaccata di più a lui sia stato nel 2014, quando fui trasferita da Lugano a Neuchatel. Lui mi è stato particolarmente vicino e, con la sua strabiliante semplicità, mi ha fatto capire quelle che erano le cose veramente importanti nella vita. Io sono una persona un po’ frenetica, abituata a correre, ad avere tutto e subito, lui mi ha insegnato l’importanza dell’attesa, dei tempi lenti, del “no stress”. Ha veramente un potere tranquillizzante su di me.

Di cosa ti occupi?

Arrivata a Marrakech aiutavo mio marito che, nel frattempo, aveva aperto una sua agenzia di tours in tutto il Marocco ma mi ero cercata anche un lavoro per conto mio e gestivo un riad in medina. Poi è arrivato il Covid-19 e, quindi, il turismo si è bloccato e, con esso, anche il lavoro. Il confinamento, però, è servito a noi come coppia. Abbiamo finalmente vissuto per 3 mesi, 24 ore su 24, sempre insieme, superando la prova della convivenza. Per fortuna, avevamo messo da parte qualche soldo, che ci ha permesso di vivere anche senza entrate. Io, durante il lock-down, ho fatto dei corsi di marketing online e poi ho messo a punto e finalizzato un mio progetto: creare un piccolo brand di borse locali realizzate con tappeti berberi, che ho poi lanciato dopo il Covid, nel gennaio 2021.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Il Marocco è un Paese in crescita ma non è il Paese della cuccagna e, quindi, non è semplicissimo trovare un lavoro, se non si ha una professionalità da poter, appunto, vendere qui. È più facile trovare un lavoro nel turismo, visto che la città di Marrakech vive principalmente di questo, ma bisogna conoscere le lingue. Insomma, sconsiglio di arrivare qui senza un piccolo budget e senza una preparazione professionale. Forse tanti anni fa era tutto più facile ma ora non è così.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Dal punto di vista burocratico, se hai un capitale puoi creare un tuo piccolo business e, con questo, puoi fare poi domanda di residenza. Altrimenti, per ottenere la residenza devi dimostrare che ti puoi mantenere, con la pensione o con una qualsiasi entrata regolare sul tuo conto.

Come ti sei mossa per cercare un alloggio?

Mustapha ed io siamo andati insieme a Gueliz, il quartiere moderno, fondato dai francesi durante gli anni del protettorato, a chiedere ai vari portieri la disponibilità di appartamenti in affitto, fino a che non abbiamo trovato quello giusto per noi.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Marrakech è una grande città di circa un milione di abitanti. C’è la vecchia medina dove si trovano tanti riad, caffè e luoghi per turisti ma dove abita anche tanta gente locale. Poi ci sono tantissimi altri quartieri. Per motivi di lavoro, abbiamo deciso di abitare nella zona moderna, a Gueliz, in modo da poter raggiungere la medina anche a piedi. Questo è il quartiere un po’ più caro della città e gli affitti vanno dai 3500dh ai 15000dh (350-1500€) il mese. Ci sono supermercati e si trova di tutto. Ovviamente, vivere all’“occidentale” costa di più ma, se ci si arrangia anche al souk locale, i prodotti costano di meno rispetto all’Italia.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Mi sono sempre sentita accolta in Marocco e, forse, anche per questo non è stato difficile ambientarmi. Purtroppo, conosco poche persone locali, molte più straniere (italiani, francesi, olandesi, americani…), e mi piacerebbe conoscere più persone. Ho provato a imparare il darija (la versione dialettale dell’arabo che si parla qui) ma la trovo una lingua un po’ ostica per me, nonostante sia una linguista e parli correntemente inglese e francese. Conosco anche alcune parole di arabo, che mi servono nella vita di tutti i giorni.

Antonella Deiana

Com’è una tua giornata tipo?

La mattina mi sveglio e mi vedo con qualche amica qui a Gueliz per colazione e poi vado in medina al mio negozio “Ifulkki” e resto un po’ lì con la commessa. Dopo, vado dall’artigiano che fa le mie borse e vediamo insieme tappeti e abbinamenti. Dopo pranzo, torno a casa e mi dedico alle mail dei clienti di Tour Marocco, alle quali rispondo insieme con Mustapha, e ci occupiamo dell’organizzazione dei tours per i mesi a venire. La sera a volte esco a cena fuori con Mustapha e/o con degli amici, oppure restiamo a casa, giochiamo con i nostri gatti (ne abbiamo 3) e guardiamo la televisione. Faccio una vita molto tranquilla. A volte ci stressiamo un po’ con il lavoro ma poi riguadagniamo la nostra serenità.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

La difficoltà più grande è stata decidere di venire qui. Una volta in cui ho preso questa decisione, tutte le cose si sono messe a posto. Per decidere, ho fatto lunghe chiacchierate con le amiche, con un coach, con la famiglia e poi, solo quando sono stata veramente sicura, ho fatto il salto.

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E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Una volta qui, mi sono detta che avrei dovuto farlo prima. La gioia più grande è essere qui insieme all’uomo che amo e che mi ama, a vivere la nostra quotidianità con serenità. Il Marocco mi ha poi permesso di realizzare un sogno: sono diventata imprenditrice, ho creato un piccolo brand, l’ho lanciato sui social e poi, nel 2023, ho aperto anche un negozio dove vendo le mie borse. Chi l’avrebbe mai detto? Se fossi rimasta in Italia o in Svizzera, non credo che avrei mai fatto qualcosa di simile.

La tua non è la prima storia di una coppia mista che pubblichiamo. Cosa vorresti dire a chi pensa che sposare un uomo di un altro Paese, specialmente di uno come il Marocco, molto diverso dall’Italia, sia sinonimo di correre chissà quale rischio?

Mustapha è un uomo del deserto, un vero amazigh (popolazione autoctona del Marocco prima dell’arrivo degli arabi), cresciuto in una famiglia tradizionale, ma forse l’aver lavorato con gli stranieri lo ha portato a essere di ampie vedute, tollerante, aperto e liberale. Siamo sposati dal 2021 e la nostra vita non è cambiata assolutamente, siamo solo più tutelati. Io non mi sono dovuta convertire e nemmeno mi è mai stato chiesto di farlo. Vivo la mia vita come se fossi ancora in Italia. È vero che non tutti gli uomini sono come Mustapha, sento e ho sentito tante storie in giro e, quindi, non mi sento di dare consigli a nessuno. Posso solo dire di aspettare, di non buttarsi da subito a capofitto in una convivenza o in un matrimonio se non ci si sente amati e tranquilli o se non ci si conosce a sufficienza.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi in Marocco?

Come ho già detto prima, per trasferirsi qui bisogna avere un progetto e delle idee chiare. È inutile venire qui senza conoscere prima il Paese. Forse sarebbe meglio venirci per uno o due mesi e capire com’è la vita qui e se piace per poi fare, eventualmente, il grande passo.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Chi viene qui in vacanza troverà un’enorme varietà di paesaggi: deserto, montagne, valli e oceano. Consiglio di lasciare da parte i pregiudizi e di venire, di farsi sorprendere da tutto e da tutti. Vedrete che non vene pentirete. Il Marocco è accogliente ed è facile innamorarsi del Paese e tornarci più di una volta.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

No, rifarei tutto come prima, anche se forse anticiperei le tempistiche.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Il rispetto per gli altri e a non giudicare utilizzando il proprio metro di paragone. Bisogna conoscere meglio la cultura dove si è e cercare di capire il perché di tante cose, solo così di può entrare in contatto con la vera vita di qui.

Progetti futuri?

Per il momento portare avanti e consolidare “Tour Marocco” e “Ifulkki”. Per il resto si vedrà, viviamo il qui e ora.

Per seguire e contattare Antonella:

E-mail: info@tour-marocco.com e info@ifulkki.com

Sito web: www.ifulkki.com e www.tour-marocco.com

Facebook: @tour_marocco1

Facebook e Instagram: @ifulkki