Qui in America ho realizzato i miei sogni di modella e ballerina
A cura di Maricla Pannocchia
Nata da genitori vietnamiti arrivati in Italia come rifugiati politici, Alessandra si è accorta già dalla prima lezione di danza di avere una passione per quella forma d’arte. “Quando ero bambina, guardavo MTV e rimanevo completamente affascinata dalle coreografie dei video musicali di Britney Spears. Sognavo di diventare una ballerina professionista in America” racconta la donna.
Dopo 5 anni passati a New York, città che ha amato, adesso Alessandra vive a Los Angeles: “L’arrivo a L.A. è stato molto traumatico per me perché mi sentivo isolata dal mondo. Essendo una città molto vasta e in alcuni quartieri piuttosto pericolosa, tutti usano l’auto e per strada non si vede nessuno a piedi. Le persone sono più individualiste a causa della conformazione della città. L.A. mi ha messo duramente alla prova mentalmente, ci sono voluti alcuni anni perché riuscissi ad apprezzarla pienamente. Dal punto di vista lavorativo, però, ho ottenuto soddisfazioni quasi subito.”
A chi sogna di lavorare nel mondo dello spettacolo Alessandra – che in questi anni ha lavorato con grandi brands e artisti di chiara fama – consiglia di formarsi, fare networking e non avere paura di chiedere!
Ciao Alessandra, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Ciao a tutti, mi chiamo Alessandra, sono nata a Verona e ho origini vietnamite. Sono una modella, ballerina e coreografa. Sono appassionata di moda e amo organizzare cene italiane a casa. Attualmente vivo a Los Angeles, precisamente a West Hollywood, un quartiere situato tra Hollywood e Beverly Hills. Prima di trasferirmi qui, ho vissuto a New York per alcuni anni.
Cosa puoi raccontarci della vita in Vietnam?
I miei genitori provengono da Saigon, ora chiamata Ho Chi Minh City, e sono rifugiati politici fuggiti dal regime comunista nel 1979. Da bambina sono stata in Vietnam solo per un mese per andare a trovare i nonni. Poiché ero molto piccola, ho pochi ricordi di Ho Chi Minh City ma rammento di aver visto per la prima volta molte persone che mi somigliavano.
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Cosa si prova a crescere in Italia ma provenire da un Paese straniero e dal passato così doloroso?
Quando ero bambina, non c’erano molte persone con origini non italiane nella mia scuola. Mio fratello ed io eravamo gli unici “diversi”. Ora invece c’è molta più diversità. Crescendo, mi sono sentita osservata perché la mia diversità era evidente. A 9 anni sognavo di essere considerata italiana dal punto di vista etnico. Con il passare del tempo e con l’inizio della mia carriera nel mondo dello spettacolo, ho imparato a vedere la mia diversità come un punto di forza.
Ora vivi a Los Angeles. Cosa ti ha spinta a trasferirti proprio lì?
Quando ero bambina, guardavo MTV e rimanevo completamente affascinata dalle coreografie dei video musicali di Britney Spears. Sognavo di diventare una ballerina professionista in America. Ho scelto Los Angeles perché è la capitale mondiale dello spettacolo e offre numerose opportunità.
Come hanno reagito i tuoi cari davanti alla tua scelta?
I miei genitori hanno accolto la cosa con grandissima tranquillità. Essendo rifugiati, per loro è normale spostarsi in un altro Paese. Per qualcuno con una famiglia italiana, una scelta come la mia potrebbe essere più scioccante, poiché spesso si è radicati nel proprio Paese da molte generazioni.
Quando hai capito di avere una passione per il ballo?
Sono stata estremamente fortunata perché l’ho capito già alla mia prima lezione di danza. È stata una sorta di rivelazione divina. Parte della mia passione è dovuta anche alla mia prima insegnante di danza, Cristina Benedetti, che tra l’altro risiede qui a Los Angeles. Lei è una delle coreografe più rinomate negli Stati Uniti, tra l’altro è stata la coreografa del mio idolo di sempre, Britney Spears!
Puoi raccontarci un po’ della tua formazione?
Ho iniziato la mia formazione nel mio paesino di Raldon, famoso per i campi di fragole e la pizza, frequentando le lezioni presso la Polisportiva La Cometa. Dopo alcuni anni, ho proseguito i miei studi con Olivia Lucchini e con coreografi americani che venivano a Verona per insegnare. Ogni tanto facevo dei viaggi a Roma e Milano per partecipare a master class di danza.
A 22 anni mi sono trasferita in America, dove ho studiato al Broadway Dance Center a New York e successivamente alla Movement Lifestyle e alla Millennium Dance Complex a Los Angeles.
Hai lavorato anche in progetti importanti. Puoi raccontarcene qualcuno?
Ho avuto molte esperienze gratificanti. Una delle più memorabili è stata la mia esibizione al Madison Square Garden a New York. È stato così surreale che il mio ginocchio tremava mentre ero sul nastro che mi portava dal backstage al palco.
Ho avuto l’opportunità di lavorare come modella e ballerina per Nike con Tyrell Hampton, un famoso fotografo di moda noto per i suoi lavori con personalità come Kylie Jenner e Billie Eilish per Gucci. Tuttavia, la cosa più straordinaria è stata vedere la mia campagna pubblicitaria per Chase Bank, la più grande banca d’America, su quegli enormi schermi di Times Square. È stato un sogno che ho visto realizzarsi. Nei primi anni a New York, passavo due volte al giorno da Times Square per andare a danza, e ogni giorno immaginavo di vedere le mie foto proiettate su quegli schermi.
Quali sono, secondo te, le caratteristiche da avere o su cui lavorare per “farcela” nel settore della danza?
Secondo me, è fondamentale mantenere una costanza assoluta e agire anche quando non ci si sente del tutto pronti. Non si ha sempre la risposta a tutto,ma spesso il solo fatto di presentarsi e iniziare a fare qualcosa può portare sorprese; molte cose si capiscono man mano. Inoltre, è essenziale sviluppare una “scorza dura”. Riuscire a ignorare le critiche e a superare i rifiuti alle audizioni permette di affrontare meglio la vita nel mondo dello spettacolo.
Che consigli daresti all’Alessandra adolescente?
Le consiglierei di seguire esattamente il percorso che ho fatto io e di rimanere tranquilla, perché i sogni, anche i più grandi, si realizzano. A volte ci vuole un po’ di tempo ma, con fiducia in sé stessi e nell’Universo, alla fine arrivano.
E quali suggerimenti daresti ai nostri lettori che magari vorrebbero lavorare professionalmente in questo settore o hanno figli/nipoti che vorrebbero farlo?
Ecco come fare per andare a vivere in America: i documenti necessari e molto altro!
Formazione: Prendi lezioni di danza regolarmente e studia con vari coreografi per essere più versatile. Nando De Bortoli ed Efren Bressan organizzano workshops nel nord Italia con importanti coreografi americani. Se possibile, considera anche un corso di recitazione, aiuterà sicuramente la qualità della tua performance.
Networking: Fai amicizia con persone del settore. Questi contatti possono portare a collaborazioni o nuove opportunità. Non esitare a contattare le persone anche sui social media.
Portfolio: Prepara foto e un video per iniziare.
Audizioni: Non appena sei pronto (senza aspettare un secolo 😊) comincia a partecipare alle audizioni.
Quali sono, secondo te, le differenze e gli eventuali punti in comune fra il lavoro nel settore del mondo dello spettacolo in Italia e negli Stati Uniti?
Negli Stati Uniti c’è una maggiore meritocrazia rispetto all’Italia, probabilmente perché ci sono più opportunità di lavoro. Gli americani hanno una mentalità più positiva: si aiutano reciprocamente e s’incoraggiano a dare il massimo. Capiscono che il successo di uno può beneficiare anche gli altri.
Puoi raccontarci del processo burocratico necessario per vivere negli Stati Uniti?
Ci sono vari modi. Nel mio caso ho richiesto il visto O1 come performer. L’O1 è un visto di lavoro per gli Stati Uniti riservato a persone con abilità straordinarie nel campo dell’arte, cinema, scienze, sport, ricerca, ecc. Ho trovato un avvocato specializzato in O1 qui negli Stati Uniti e abbiamo lavorato insieme alla mia pratica.
Come ti sei mossa per trovare un alloggio?
All’inizio ho trovato un alloggio tramite un conoscente che mi ha messa in contatto con una persona che viveva a New York e affittava una stanza. Dopo due settimane, ho trovato la mia storica e amata casa con vista sull’Empire State Building. L’ho trovata su un sito chiamato Craigslist. In breve, ho chiesto ai contatti che avevo e anche a persone online. Non aver paura di chiedere!
Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?
Sì, i salari sono adeguati al costo della vita e c’è un grande potenziale per aumentare le entrate a seconda del punto in cui ci si trova nella propria carriera.
Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?
La spesa mensile per il cibo è di circa $350 per persona. Il taglio, il colore e la piega dei capelli costano $250 più la mancia, la palestra costa almeno $100 al mese. Internet costa $90 mensili mentre la benzina è sorprendentemente meno costosa rispetto all’Italia (attualmente un gallone costa $5). Questi sono costi medi, è possibile spendere un po’ meno o molto di più, a seconda delle proprie scelte.
Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?
La sanità, purtroppo, è privata e a pagamento. L’assicurazione medica costa qualche centinaio di dollari al mese. La burocrazia è molto efficiente. I mezzi pubblici a New York sono estremamente efficienti, mentre a Los Angeles lo sono un po’ meno, ma sono comunque gestibili. Qui Uber è molto diffuso ed economico. Ora abbiamo anche Waymo, un servizio di auto senza conducente, equipaggiate con telecamere e sensori, che viaggiano autonomamente.
Come sei stata accolta a Los Angeles?
Prima di trasferirmi a Los Angeles, ho vissuto a New York per 5 anni e amavo quella città con tutto il cuore. L’arrivo a L.A. è stato molto traumatico per me perché mi sentivo isolata dal mondo. Essendo una città molto vasta e in alcuni quartieri piuttosto pericolosa, tutti usano l’auto e per strada non si vede nessuno a piedi. Le persone sono più individualiste a causa della conformazione della città. L.A. mi ha messo duramente alla prova mentalmente, ci sono voluti alcuni anni perché riuscissi ad apprezzarla pienamente. Dal punto di vista lavorativo, però, ho ottenuto soddisfazioni quasi subito.
Com’è una tua giornata tipo?
Ogni giorno è un po’ diverso per me. Solitamente mi sveglio intorno alle 8 del mattino, mi faccio un caffè, medito e inizio a controllare le e-mail che m’invia il mio agente. Vado a diversi casting o li registro da casa. Alcuni giorni vado sul set e dopo una lunga giornata mi sforzo di andare in palestra o esco a cena con gli amici.
Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?
Quando si lavora come modella e ballerina, il giudizio e il rifiuto sono spesso parte della vita. Ricevere un “no” durante le audizioni è inevitabile ma accettarlo e mettersi il cuore in pace è essenziale. Fare audizioni quotidianamente è parte del lavoro che ho scelto. Mi concentro solo sulle cose che posso cambiare e il resto lo lascio al fato.
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E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?
Aver lavorato con i brands più famosi a livello mondiale come Apple, American Express, Meta, Nike ecc. e lavorare con professionisti che stimo, al culmine della loro carriera e con un talento immenso. La vicinanza a loro mi spinge a crescere e a migliorarmi costantemente.
Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?
Consiglio di consultare un avvocato specializzato in immigrazione per capire quale tipo di visto sia più adatto, che sia lavorativo, da investitore, studentesco, eccetera. Inoltre, sconsiglio vivamente di abitare nel centro di Hollywood, vicino alla Walk of Fame. Contrariamente a quanto si vede in TV, è una zona trascurata e molto pericolosa.
E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?
Consiglio a chi viene in vacanza di non pernottare nel centro della città (Downtown L.A.), di controllare le recensioni degli hotel per verificare la presenza di presunti fenomeni paranormali e di evitare i motel.
Suggerisco di visitare luoghi come Silver Lake, Echo Park Lake, il Flea Market di Melrose e Abbot Kinney a Venice Beach. Per trovare cose da fare, ristoranti, eventi e altro ancora, consiglio di utilizzare TikTok, dove le raccomandazioni provengono da persone che vivono qui e quindi possono indicare posti più interessanti.
Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?
Ho scoperto che la nostra forza interiore supera le nostre aspettative. Vivere da sola all’estero e lavorare in uno degli ambienti più competitivi di Los Angeles mi ha spinta a pensare in modo audace e innovativo. Ho imparato che non c’è da temere di chiedere: quando si chiede, spesso si ottiene. Inoltre, ho capito l’importanza di costruire una rete di amicizie e connessioni. La qualità delle persone che ci circondano influenza profondamente la qualità della nostra vita.
Progetti futuri?
Ho un nuovo editoriale in uscita su un fashion magazine americano, non vedo l’ora di parlarne di più! Oltre a quello, sto organizzando eventi con la comunità asiatica americana a Hollywood per amplificare le voci, le storie e la rappresentazione nei media delle persone di origine asiatica.
Inoltre, sto lavorando su un progetto italo-americano: sto coreografando i video musicali per Cristina Lizzul, una cantante di R&B di origine napoletana e americana che sta riscuotendo un notevole successo in Italia e sta collaborando con i più importanti nomi del rap italiano.
Per seguire e contattare Alessandra:
Social @alessandra.maivinh