Alberto: in Italia è ancora diffusa la mentalità del posto fisso

A cura di Maricla Pannocchia

Appassionato viaggiatore, con esperienze di viaggi e volontariato all’estero alle spalle, Alberto, 31enne di Cuneo, è partito alla volta dell’Australia. Dopo essersi laureato in Italia e nonostante avesse una vita “normale” nel suo Paese, l’uomo ha acquistato un biglietto di sola andata, nell’ottobre del 2022, perché da sempre convinto che trascorrere un periodo all’estero non faccia altro che bene.

Alberto ora vive a Brisbane, dopo aver trascorso un mese a Cairns da disoccupato, approfittandone anche per visitare un po’ l’Australia. “Uno dei pro del vivere in Australia è proprio il poter viaggiare in Paesi relativamente vicini, come quelli asiatici” dice Alberto che, fra i contro, invece, mette il costo della vita, che si è alzato da quando è arrivato, e il fatto che, a volte, trovare lavoro possa non essere facile come uno può immaginare.

“Molte persone, come me, vengono qui con il Working Holiday Visa, che permette di vivere, viaggiare e lavorare in Australia per un massimo di 3 anni e ha delle regole specifiche, incluso il non aver ancora compiuto 36 anni” dice Alberto, “Altrimenti, se vuoi migliorare l’inglese e vuoi passare poco tempo qui, ti consiglio un visto per studenti.” E il futuro? Nei piani di Alberto ci sono viaggi in Malesia, in Indonesia e nelle Whitesundays nonché, in caso in cui non gli sia possibile rimanere in Australia alla scadenza del visto, un possibile rientro in Italia o un trasferimento nei Paesi scandinavi.

Alberto Palamà Brisbane

Ciao Alberto, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, sono Alberto, ho 31 anni e vengo da Cuneo. Sono un ragazzo ambizioso e con tanta voglia di scoprire il mondo. Ho studiato a Genova e concluso il mio percorso universitario nel polo di Savona, laureandomi in efficienza energetica (ingegneria industriale). Successivamente, ho conseguito un executive MBA in una prestigiosa università italiana. Nel mio Paese avevo una vita “normale”, un buon lavoro, famiglia e amici.

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Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Sono partito a ottobre del 2022, con un biglietto di sola andata, valigia e zaino in spalla. Ho deciso di partire perché ho sempre desiderato, fin da quando ero adolescente, vivere all’estero per un periodo, in quanto rappresenta un’importante crescita personale, professionale e linguistica. Stare all’estero è un’esperienza che ti apre la mente e ti rafforza caratterialmente.

Cosa ti ha portato proprio a Brisbane?

Ho scelto Brisbane in primis per il suo clima subtropicale e lo stile di vita più rilassato rispetto a quello italiano e poi perché potevo contare sul supporto della mia agente. Inoltre, rispetto alle principali città, come Sydney e Melbourne, rimane più economica e, in vista delle future Olimpiadi del 2032, è in forte sviluppo.

Come descriveresti questa città?

Brisbane è una metropoli a misura d’uomo con quasi 2.5 milioni di abitanti, caratterizzata da un clima invidiabile rispetto a Sydney o Melbourne. Lo stile di vita è rilassato. La priorità è vivere gli spazi verdi presenti in città e godersi le spiagge delle vicine Sunshine Coast e Gold Coast. Si può girare tranquillamente in bici o monopattino, grazie alla sua fitta rete di piste ciclabili.

Quali sono, secondo te, i pro e i contro del vivere lì?

Per ora ho vissuto periodi di permanenza più lunghi in QLD e NSW. In linea generale, posso fare queste differenziazioni fra i vantaggi e gli aspetti meno positivi del vivere qui.

Pro: maggiori opportunità professionali per i giovani, salari alti, costi di vita bilanciati (qui tutti hanno potere d’acquisto), il poter conoscere persone da ogni parte del mondo, viaggiare e scoprire la vicina Asia, importante crescita personale

Contro: mancanza di cultura-storia- tradizioni gastronomiche, lontananza dall’Europa, difficoltà a instaurare rapporti sociali per un lungo periodo

Quali tipi di visti ci sono a disposizione di chi vorrebbe vivere e lavorare in Australia?

Sono disponibili diversi tipi di visto. Uno è il visto studente, che però ti limita sul monte ore lavorativo, adatto, secondo me, a chi vuole vivere un’esperienza di un breve periodo per migliorare l’inglese. Il più famoso è sicuramente il Working Holiday Visa 417, che ti permette di lavorare a tempo pieno e sostenere i tuoi viaggi per il continente australe. Questo visto rappresenta anche la prima fase per chi ha intenzione di guardare a lavori più qualificati, cercando di ottenere uno sponsor o di fare domanda per uno skilled visa. Con il visto WH si può arrivare a vivere in Australia fino a 3 anni, portando a termine il conteggio di 88 giorni nel primo anno e 6 mesi nel secondo, in aree regionali/remote, svolgendo lavori. principalmente nelle farms, di agricoltura e allevamento.

Com’è stata la tua esperienza con la burocrazia?

Finora positiva, molto snella e gestibile completamente online: conto in banca, codice fiscale,nfondo pensione e copertura sanitaria. Anche la burocrazia in fase di assunzione è davvero semplice e veloce.

La complessità si presenta in fase di domanda per visti long term o permanenti, dov’è obbligatorio avere un avvocato o agente esperto in immigrazione.

Alberto Palamà Brisbane

Come valuteresti aspetti come la sanità e i mezzi pubblici?

Per quanto riguarda la sanità, ci sono accordi con l’Italia per la copertura delle emergenze per i primi 6 mesi, facendo richiesta della Medicare, rinnovabile per ulteriori 6 mesi uscendo dall’Australia. Si deve aprire una propria assicurazione che copra più livelli possibili e, in base alle strutture convenzionate, si ha diritto al rimborso totale o parziale delle spese affrontate. Ho usufruito del sistema sanitario pubblico e privato e devo dire che sono stati efficienti, però penso che i medici italiani siano migliori.

I mezzi pubblici li trovo efficienti, bus e treni sono sempre in orario. Non ci sono abbonamenti mensili, si ha una carta ricaricabile, qui a Brisbane la “Go Card”, che ti permette di usufruire di ogni mezzo e la tariffa è variabile in base alla tratta di percorrenza. Al di fuori delle città, puoi impiegare 2 ore e mezza per fare 100 km.

Come ti sei mosso per cercare un alloggio?

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Ho trascorso il primo anno presso ostelli e case condivise, cercando sempre online (Flatmates, Facebook, Homestay) e tramite la mia rete di contatti.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

La situazione affitti è molto cambiata rispetto a quando sono arrivato. A oggi, il prezzo minimo di partenza è 300-350 AUD a settimana nei principali quartieri vicini al centro, a volte senza contare le spese di luce e gas. Direi che si vive bene nei seguenti sobborghi: South Bank, South Brisbane, West End, Woolloongabba e Newstead.

È possibile trovare situazioni più economiche vivendo a circa 30 minuti dal centro ma questo comporta spese di trasporto aggiuntive.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

L’Australia è un Paese multiculturale. Qui a Brisbane ci sono principalmente due comunità, quella sudamericana e quella italiana, di conseguenza, mi sono sentito accolto sin dal primo giorno. Australiani da generazioni ne ho conosciuti pochi e, in particolare, in zona regionale, dove mi sono fermato per 7 mesi. Sono persone che, se possono, ti aiutano, ma non nascondo che sono a tratti anche un po’ chiusi allo straniero.

Come descriveresti le loro vite?

Vivono molto nel presente, senza fare progetti per il futuro. La maggior parte di loro, alla fine del turno, si chiude nei classici pub tra birra e biliardo. Non hanno la cultura del riunirsi in famiglia e vanno a mangiare tutti i giorni nei ristoranti. Ho potuto notare tanta ricchezza economica ma povertà in termini di cultura e rapporti sociali.

Com’è una tua giornata tipo?

Il costo della vita è aumentato, quindi ,la mia settimana è organizzata in 40 ore settimanali e, poi, nel tempo libero mi piace stare un po’ con la famiglia con cui vivo, andare nei parchi cittadini, trascorrere giornate al mare e prendere parte a cene con la comunità dei giovani italiani. Quando posso, cerco di organizzare anche qualche vacanza al di fuori del continente.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

Prima della partenza mi sono informato bene per mesi, leggendo interviste, cercando informazioni su siti generali e governativi e parlando con persone che hanno vissuto questa esperienza in passato.

Tutto ciò mi ha aiutato ad arrivare preparato e a non incontrare grosse difficoltà.

Ero partito per Cairns alla ricerca di lavoro nelle farms o nella ristorazione, senza successo. Sono rimasto disoccupato per un mese e l’ho vissuto dedicando più tempo allo studio e a un po’ di vacanza.

In generale, se si è bravi a crearsi una rete di contatti vivendo in ostelli, cercando attività di volontariato, frequentando eventi in giro per la città e associazioni anche italiane, si ha tutto il supporto, anche morale, per un percorso lineare e positivo.

Pensi che sia importante parlare bene l’inglese sin da subito?

Assolutamente sì, è necessario avere una base d’inglese per poter affrontare le pratiche iniziali, cercare un lavoro e non perdere l’occasione di conoscere gente di diverse culture. A oggi c’è molta concorrenza e non si può pensare di andare dall’altra parte del mondo come si faceva negli anni ‘50.

Quali sono, nella tua opinione, le differenze e gli eventuali punti in comune fra lo stile di vita australiano e quello italiano?

Sono stili di vita completamente differenti. In Italia siamo ancorati a mentalità vecchie. Lì regnano costantemente la paura per il futuro e quella del cambiamento e si resta intrappolati in uno stile di vita detto da “ruota del criceto”. In Australia si respira aria di libertà, gli ambienti di lavoro sono informali e meno pressanti, gli orari sono più flessibili; inoltre, qui le persone hanno molta cura e civiltà degli spazi pubblici.

Cosa ti manca di più del tuo Paese natale?

Sicuramente non il clima, non amo il freddo! I paesaggi delle langhe, le sue cantine vinicole, famiglia e amici. Vado oltre i confini regionali e ciò che manca tanto è il Mar Ionio del Salento!

Ti senti cambiato come persona rispetto a quando vivevi in Italia?

Assolutamente sì. Se fossi ancora in Italia, con la sua mentalità legata al famoso posto fisso, sarei rimasto insoddisfatto. Lì, non mi sentivo completo. Quella mentalità non porta nessuna crescita, rimani stagnante nella tua zona di comfort. Vivere all’estero porta cambiamenti e vantaggi: una migliore autostima, nuove competenze per la vita, migliori capacità comunicative, migliore conoscenza delle lingue straniere e una grande opportunità di estendere la propria rete professionale.

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Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Suggerirei di studiare l’inglese prima dell’arrivo, informarsi bene sulle opportunità che ogni città offre, avere un minimo le idee chiare sul perché venire qui e gli obiettivi e traguardi che si vogliono raggiungere. Sei da solo e a 16 mila km da casa. Che sia una breve o lunga permanenza, rimarrà un’esperienza unica!

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Prepararsi bene economicamente, noleggiare una macchina o un van e organizzarsi le tappe che più interessano. La costa est del Pacifico è la più abitata, quindi, con più luoghi d’interesse (città, ,parchi naturali, foreste pluviali e spiagge ).

Puoi suggerire ai nostri lettori dei posti poco conosciuti che, secondo te, meritano una visita?

Al momento ho viaggiato in posti molto comuni ma posso suggerire una visita nella regione dell’Hunter Valley, a nord di Sydney, rinomata soprattutto per la produzione di vino Shiraz, dov’è possibile visitare le numerose cantine e immergersi tra le tante vigne. Da non perdere Noosa, nella Sunshine Coast, Byron Bay e le isole Whitsunday!

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Mi ritengo una persona fortunata, sono contento del mio percorso di questi anni, ricco di viaggi, esperienze di volontariato all’estero e di crescita personale e professionale. Forse, se potessi fare qualcosa diversamente, anticiperei la partenza a prima dei 30 anni.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato a essere più forte, più maturo, più consapevole del mio potenziale umano ma anche a conoscere persone con altri punti di vista sulla realtà e a rispettare gli immigranti di altre nazioni. Ho imparato anche a essere orgoglioso della mia nazione, con la sua storia e la sua cultura.

Progetti futuri?

Tanti, per quest’anno vorrei visitare la Malesia, l’Indonesia e le Whitsundays!

Ho ancora 18 mesi di visto disponibile per rimanere qui in Australia, sto cercando d’inserirmi nella mia professione e trovare un’azienda a cui chiedere uno sponsor. A breve prenderò una certificazione di riconoscimento internazionale nei sistemi di gestione qualità ISO 9001 a Melbourne.

Per il futuro, se dovrò lasciare l’Australia, valuterò la possibilità del rientro in Italia, se merita. In alternativa, punterò verso i Paesi scandinavi!

Per seguire e contattare Alberto:

E-mail: albertogallipoli@libero.it

Instagram : alby_aroundtheworld