Vivere a Mosca (Russia): la storia di Michele

A cura di Nicole Cascione

La Russia è entrata per caso nella mia vita. Sarei dovuto finire in India, ma poi una carambola del destino mi ha mandato a Mosca”. Da quel giorno sono passati 15 anni. 15 anni di evoluzione e cambiamenti in ambito professionale. Ad oggi infatti Michele è Bank Ambassador in Russia e CSI della Micheal Baer Bank, una banca privata d’affari svizzera.

Michele per quale motivo hai deciso di lasciare la tua Potenza, in Basilicata, per trasferirti in Russia?

«Dopo l’iscrizione a Giurisprudenza ho subito capito che non avrei mai fatto l’avvocato, per cui ho dato al mio corso di laurea un indirizzo prettamente internazionalistico. L’esperienza dell’Erasmus fatta nei Paesi Baschi, mi ha poi fatto capire che avrei voluto avere un lavoro che mi portasse in giro per il mondo.

Così dopo la laurea e una tesi scritta in Inghilterra, ho fatto un master all’ICE in internazionalizzazione d’impresa. Il mio primo lavoro è stato in Germania, poi un’azienda italiana mi propose di diventare il loro country manager in India salvo cambiare idea all’ultimo momento e propormi la Russia. Proposta accettata. Da allora è trascorso molto tempo e il mio profilo professionale si è chiaramente evoluto, spostandosi sempre più in un ambito finanziario.»

Di cosa ti occupi?

«Ad oggi sono Bank Ambassador in Russia e CSI della Micheal Baer Bank, una banca privata d’affari svizzera.»

Quali sono i pro e i contro del vivere a Mosca?

«Mosca è una città favolosa, una megalopoli che non dorme mai e ti offre praticamente tutto. Me ne sono immediatamente innamorato. Il dato negativo forse è il clima, non che mi dispiaccia il freddo anche intenso di queste latitudini in cui c’è qualcosa perfino di romantico, ma l’inverno qui è davvero interminabile comincia ad ottobre e finisce ad aprile, alla lunga stanca un po’.»

Ogni anno, in particolare a maggio, torni a casa in occasione dei festeggiamenti in onore di San Gerardo la porta, santo patrono della tua città. Il legame con le radici resta sempre molto forte anche lontano da casa.

«Io credo che chi vive all’estero e chi viaggia molto, abbia un legame ancora più forte con la propria terra, semplicemente perché si porta le proprie radici nel cuore. Quando mi chiedono di dove sono, io rispondo sempre di Potenza, se il mio interlocutore non sa dove si trovi, glielo spiego: Sud Italia, in una meravigliosa regione chiamata Lucania.

Tornare per la festività legata a San Gerardo di cui sono ovviamente devoto, prendere parte alla parata dei Turchi, perfino ritornare all’uso del dialetto potentino quella meravigliosa lingua cosi ironica, tagliente e spontanea, per me è esattamente come riappropriarmi della mia identità potentina.»

Ci sono opportunità lavorative e professionali per gli italiani che decidono di trasferirsi a Mosca?

«Ahimè davvero poche, la Russia è un paese chiuso e che in considerazione dei nuovi scenari geopolitici si sta ancora di più chiudendo. La pandemia più non ha certo aiutato. Se prima il bisogno di know how occidentale era abbastanza urgente, oggi questa dipendenza si è alquanto ridotta.»

Quali sono le bellezze della città in cui vivi?

«Chiaramente la Piazza Rossa innevata è uno spettacolo unico.

Poi come ho detto di Mosca ti colpisce soprattutto l’atmosfera. I grandi spazi, i parchi meravigliosi, la vita notturna, la ricchezza dell’offerta gastronomica e culturale e naturalmente, se sei un uomo, le bellissime donne.»

A chi consiglieresti la Russia e perché?

«La Russia è per tutti coloro che vogliono fare un viaggio difficile, poco turistico, ma in grado di regalare esperienze ed emozioni meravigliose. E certamente uniche. Chi ha visto di notte l’aurora boreale su una slitta trainata da sei cani nel grande Nord o si è tuffato nelle acque di cristallo del lago Baikal talmente limpide e pulite che puoi bere l’acqua in cui nuoti, chi si è buttato nudo nella neve dopo una banya a oltre 100 gradi o ha respirato la rarefatta atmosfera di un monastero buddista ai confini con la Mongolia dopo aver viaggiato tre giorni e tre notti ininterrotti su un treno che letteralmente attraversa un mare d’erba, allora mi può capire…»