“Conoscevo la Corsica di nome- afferma- e come Paese natale dell’imperatore. Sapevo, altresì, che era stata italiana fino a un anno prima della sua nascita e nel 1944 protetta dall’Italia, ma non annessa. E’ una terra bella. E la sua bellezza ricorda quella sarda, ma anche quella del Cilento, che è la zona d’Italia a minor densità abitativa”. Secondo l’insegnante a rendere speciale la Corsica è “la possibilità che dà a chi ci vive “di godere degli spazi, mantenere il rapporto con la natura, provare il senso di identità del popolo”.

E poi il clima che è mite anche in inverno. “Può accadere – spiega- che il tempo cambi repentinamente. Ma è un aspetto negativo facilmente sopportabile. Per il resto, conosco bene la vita che si conduce ad Ajaccio. Si vive bene qui: è una città serena, ben amministrata, a misura d’uomo. E di animali”.

A sentire Alessia, sono da visitare anche comuni più piccoli di Ajaccio e Bastia, che è il centro più grande. “A me è piaciuto molto Calvi– chiarisce- la cui costa è diversa da quella aiaccese. Belle le cosiddette Isole Sanguinarie, a una decina di chilometri da Ajaccio. Il nome è dovuto al fatto che al tramonto il sole arrossa ogni cosa, dall’acqua alle rocce”.

Calvi Corsica ajaccio

La gente ad Ajaccio è accogliente, ospitale, gentile. “Mai avuti problemi -aggiunge- non ho notato intolleranze. A differenza dei francesi continentali, notoriamente sciovinisti, i corsi sono più capaci di apprezzare gli altri. Da quel che ho detto, emerge come sia poco abitata ed è un bene, giacché non si prova l’alienazione da scarso spazio vitale”.

Ajaccio, in modo particolare è straordinaria. Conserva tradizioni radicate e alcune ricordano quelle italiane. “La festa religiosa tipica- racconta- è quella della Madonnella: si chiama proprio così. Portano in giro una statua senza molti strombazzamenti”.

Facciata Casa di Napoleone ajaccio

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E di Bonaparte cosa resta? “Di Napoleone -chiarisce – ci sono la casa natale, il museo, la chiesa dove fu incoronato imperatore, ma non vi fu battezzato. Sono vicini tra loro, in una traversa che incrocia via Roi de Rome”. E ancora, su Ajaccio? E’ una città tranquilla. “Non ho notato fenomeni di microcriminalità- ancora Alessia- che sono i più allarmanti in genere, quelli che fanno sentire come violente le città. Esco tranquillamente a qualsiasi ora, sia a piedi che in auto. Da alcuni mesi ho anche la mia auto e non ho problemi di parcheggio, furti, incidenti”.

Ma la vita è cara? “Se si sa fare la spesa -dichiara- non è cara. Si può scegliere tra negozi più d’ élite e altri meno eleganti, ma la qualità è simile”.

Il lavoro? Alessia dice che lo si trova soprattutto nel settore turistico-alberghiero. Tanti gli imprenditori italiani in Corsica.

E veniamo alla cucina. Un dato particolare. Ad Ajaccio si mangiano molto formaggi e salumi. Ma si consuma poco pesce. È molto più amata la carne, molto costosa.

In Corsica si parla il francese, ma anche il Corso: “Una bellissima lingua – sono le sue parole- frutto delle origini genovesi, toscane, insomma italiane. Tutti capiscono e parlano l’italiano. Ovviamente, essendo località di mare, aperta al turismo, sono diffuse altre lingue, in particolare l’inglese”.

Mare CORSICA ajaccio

I rapporti con la Francia sono pressoché assenti. Trattandosi di una terra con una propria specificità, ricorda più le nostre province autonome. Va ricordato il fortissimo movimento separatista. La musica e le canzoni sono diverse da quelle del Continente.

Per chiudere, secondo Alessia, che oltre ad insegnare si occupa di scrittura, fotografia, teatro, è consigliabile venire in Corsica. E si potrebbe anche decidere di restarci.

A cura di Cinzia Ficco