Veronica: il Vietnam mi ha insegnato a riconoscere la profondità degli attimi

A cura di Maricla Pannocchia

Dopo aver studiato a Venezia e a Siena, Veronica, originaria di Catania, ha vissuto sia a Saigon sia ad Hanoi, in Vietnam. “Mi piace pensare che il destino mi abbia portata lì”, racconta la donna, “perché, quando ho partecipato al corso nelle sedi preferenziali, avevo messo come opzioni delle città dell’America Latina, ma il destino ha voluto diversamente.”

In Vietnam, Veronica ha insegnato lingua e letteratura italiana ai Dipartimenti di italianistica di Saigon e di Hanoi per tre anni, ritrovandosi nel Paese anche durante un lock-down causato dal Covid, “Un periodo un po’ stressante per vari fattori, incluso il fatto che la polizia controllava i documenti di tutti gli exapts residenti.”

Quell’esperienza ha insegnato a Veronica a vivere la vita più intensamente e ad accettarne quel flusso naturale che, invece, “noi occidentali vogliamo in qualche modo plasmare, e per questo siamo sempre insoddisfatti”. Fra i progetti futuri della donna, c’è quello di scrivere della sua esperienza nel Paese.

Veronica Romeo Vietnam

Ciao Veronica, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Buongiorno! Xinchao! Mi chiamo Veronica, sono docente di lingua e letteratura italiana e ho svolto la mia attività prevalentemente all’estero. Sono nata a Catania ma ho studiato prima a Venezia e poi a Siena. Dopo la specializzazione sono andata a lavorare in un liceo austriaco e la mia ultima esperienza lavorativa all’estero è stata in Vietnam, prima a Saigon, poi ad Hanoi

Cosa ti ha spinta a lasciare l’Italia?

Sono sempre stata animata da una irrefrenabile voglia di esplorare il mondo e di conoscere nuove culture. Secondo la mia filosofia di vita, infatti, il confronto con l’altro, con la diversità, è ciò che arricchisce profondamente un essere umano

Hai vissuto per un po’ in Vietnam. Come sei arrivata proprio lì?

Non vivo più in Vientam da due anni, sono rientrata a causa della pandemia. Lavoravo per un progetto promosso dal Ministero degli Affari esteri per la diffusione della lingua e della cultura italiana in vari Paesi del mondo, così ho insegnato lingua e letteratura italiana ai Dipartimenti di italianistica di Saigon e di Hanoi per tre anni.

Mi piace pensare che sia stato proprio il mio destino a portarmi lì… Infatti, quando partecipai al concorso nelle sedi preferenziali, avevo inserito diverse città dell’America Latina, per familiarità linguistica e culturale, ma il mio destino mi ha portata in Vietnam.

Ricordi i sentimenti che provavi prima della partenza?

Ero piuttosto spaesata e non riuscivo a immaginare bene ciò che mi avrebbe atteso. Purtroppo del Vietnam si sente parlare poco e, pur essendomi documentata, non riuscivo ad avere un quadro ben chiaro del Paese.

Come ti sei mossa, dal punto di vista pratico, per il trasferimento?

Ho semplicemente fatto le valigie e sono partita su un volo della Qatar Airways o Thai Airways, non ricordo.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Erano tutti molto entusiasti e orgogliosi per il risultato raggiunto.

Veronica Romeo Vietnam

Ci sono mai stati momenti di sconforto?

Sicuramente, soprattutto durante l’ultimo lock-down, momento in cui in Vietnam si stentava a trovare cibo, i supermercati erano chiusi, la polizia controllava tutti i visti degli expats residenti e qualsiasi mezzo di trasporto era soppresso.

Dove vivevi precisamente?

Ho vissuto a Saigon e poi ad Hanoi ma ho sempre evitato di vivere nelle zone per glie expats, non mi piacciono. Ho voluto mischiarmi con i locals, cercare di entrare nella loro cultura e integrarmi il più possibile.

Come ti sei organizzata per trovare l’alloggio in cui abitare?

In Vietnam il mercato è vario e accessibile, si va letteralmente per le vie della città, se si trova un annuncio fuori dalla porta, si citofona o si bussa e s’inizia la visita.

Quali sono, secondo te, i servizi che funzionano meglio in Vietnam e quali quelli che, invece, lasciano a desiderare?

In Vietnam Grab funziona in maniera eccellente, così come diverse app per ordinare il cibo delivery. Devo essere sincera, ho odiato molto tutti i cavilli burocratici tipici di ogni ufficio vietnamita.

Ti va di parlarci del traffico vietnamita (per la cronaca, sono stata in Vietnam e questa domanda nasce dai motorini sui marciapiedi!)?

Il traffico vietnamita: all’inizio pensi di morire mentre attraversi la strada, poi cerchi delle strategie, ovvero accodarti a qualche local che attraversa. Infine trovi coraggio, tu cammini, verrai investito da una fiumana di motorini, ti scanseranno e sopravvivrai.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

I vietnamiti sono meravigliosi. L’accoglienza, i sorrisi, l’ospitalità sono i loro punti forti, il loro senso di accoglienza è molto simile al nostro.

Quali sono, secondo te, gli aspetti più facili e quelli più complessi dell’integrarsi con i locals?

È facile fare amicizia, è facile volersi bene in maniera reciproca, è più complesso che ti invitino in casa propria. Il senso della famiglia è sacro per loro, quindi è un nucleo molto saldo all’interno del quale difficilmente puoi entrare.

Veronica Romeo Vietnam

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Provare ad adattarsi, non lasciarsi scoraggiare dalle prime difficoltà, andare a ricercare la bellezza, che, a differenza di altri luoghi, qui è nascosta, frammista anche a ciò che a prima vista bello non è. Proseguire nella ricerca e trovare lì un mondo interiore nuovo, perché è un luogo pieno di spiritualità.

E quali a chi, invece, sta pianificando un viaggio in Vietnam?

Sicuramente programmare di andare in Vietnam durante il cosiddetto Tet, ovvero capodanno lunare, un evento unico, meraviglioso, in cui i colori e i suoni si mescolano in un’armonia unica. E’ il risveglio di tutto.

Quali sono, secondo te, le tappe e le esperienze che non possono mancare nel primo viaggio nel Paese?

Le tappe da fare sicuramente sono Hanoi, Sapa, Saigon e Da Nang e Ninh Binh. Le esperienze che suggerisco sono andare in una sala da tè, indossare l’abito tipico vietnamita, entrare in una pagoda e meditare, sedersi sui tavolinetti dei marciapiedi e fare amicizia con i locals.

E quali, invece, alcuni posti poco conosciuti dai turisti che, secondo te, meritano una visita?

Le pagode, tutte quelle che ho visitato, di cui non ricordo gli impronunciabili nomi… Sono tutte uniche.

Cos’hai imparato vivendo in Vietnam?

Ho imparato che la vita è un flusso naturale e che noi occidentali, invece, vogliamo imporre il nostro tempo a quel flusso, per questo siamo insoddisfatti… Il ritmo di quella vita, della mia vita precedente, mi ha insegnato a riconoscere la profondità degli attimi.

Progetti futuri?

Scrivere le mie memorie sulla meravigliosa esperienza in Vietnam e magari pubblicarle

Per seguire e contattare Veronica:

Facebook: https://www.facebook.com/halohala01/

Instagram: https://www.instagram.com/_berenike87/

Veronica Romeo Vietnam