Uganda: la nostra Africa
La nostra avventura africana nasce dalla grande attrazione verso un continente spesso stereotipato e dalla voglia di conoscere da vicino la realtà di popoli che ci vengono presentati in maniera scontata. Io e il mio socio di questa impresa lavoravamo come fotoreporter ed entrambi lavoravamo su temi sociali: immigrazione, sud del mondo, squilibri economici e questo ci ha spinto a viaggiare molto nel continente africano negli ultimi 15 anni. Dopo aver attraversato tante realtà da un punto di vista assolutamente non turistico abbiamo conosciuto questa piccola perla dell’Africa, come fu giustamente definita da Churchill, l’Uganda.
In Italia nel frattempo cresceva sempre più un malumore e una difficoltà ad essere parte della quotidianità fatta di stress, consumismo inutile e fine a se stesso e ci confrontavamo con una società sempre più distratta verso i problemi degli altri ed egoistica, una società dove sempre più spesso si assisteva alla banalizzazione di eventi complessi. Da qui la scelta di cambiare orizzonti e trasferirci in Uganda, definitivamente nel 2005, dove invece trovavamo una vita forse più vicina ai nostri sentimenti con persone e ritmi di vita ancora “umani”
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Quindi vista la nostra esperienza sul viaggio è venuta spontanea l’idea di creare una società che si occupasse di viaggi intesi come conoscenza dei luoghi attraverso la cultura dei popoli, le loro tradizioni e il contatto con le comunità locali (www.ugandasafari.it).
Rifuggiamo dall’idea del turismo di massa e cerchiamo più viaggiatori che turisti che sappiano apprezzare le bellezze di una natura spettacolare ma che non dimentichino che oltre a gorilla, elefanti e leoni ci sono persone con le loro idee pronte a iniziare un percorso di scambio culturale. L’Uganda poi si fa amare facilmente per la cordialità e gentilezza delle sue persone e per le grandi bellezze naturalistiche: 10 parchi nazionali, i gorilla di montagna, le sorgenti del Nilo, le montagne della Luna. Posti incantevoli e seducenti. Fondare una società in una nazione completamente diversa da quella di origine è ovviamente compito non facile e i problemi maggiori sono stati all’inizio il confronto con le istituzioni e con la burocrazia che ha tempi e modi molto diversi dai nostri a cui eravamo abituati ma in fondo eravamo in Africa anche per questo. Ogni giorno era un’avventura sia che dovessimo ottenere un certificato sia che dovessimo semplicemente mandare un fax. Ma questo è il bello di vivere in Africa. Ogni giorno lo si vive pienamente e si potrebbe scriverne un libro a settimana. Abbiamo incontrato finti missionari, veri banditi, mercenari, grandi persone che hanno dedicato la vita agli altri… In questi anni poi ci si accorge di quante cose non vengano dette sull’Uganda e sull’Africa in generale, di quanta supponenza molti occidentali mostrano continuamente verso un continente che invece avrebbe tantissimo da insegnarci ma viene continuamente inascoltato e umiliato.
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L’Uganda ci ha sempre donato affetto e le persone ci hanno sempre dimostrato la loro infinita accoglienza e genuina ospitalità. È stato quindi facile inserirci in un nuovo contesto, stringere nuove amicizie e iniziare con entusiasmo questa avventura che rifaremmo migliaia di volte. Ormai torniamo in Italia una volta all’anno e non ci manca molto. Forse l’unica cosa di cui sentiamo la mancanza è ogni tanto il mare che in Uganda non c’è ma in compenso abbiamo il mitico lago Vittoria che sembra un mare essendo la seconda massa d’acqua dolce al mondo. Proprio per questo nostro attaccamento alla sabbia e all’acqua abbiamo preso un piccolo terreno su una delle isole del lago Vittoria, le Ssese Island, dove abbiamo intenzione di costruire un piccolo lodge eco sostenibile nel rispetto della natura circostante. L’Africa in tutti i casi è un continente di una grande complessità e viverci deve essere una scelta ben ponderata. Un consiglio che possiamo dare a chi ha pensato di trasferirsi e iniziare gradualmente e vedere se davvero ci si ritrova in un paese differente dal quello che si lascia.
Vorremmo invitarvi tutti a conoscere meglio, magari di persona questo grande continente e farlo con calma senza fretta, ascoltando molto gli africani e soprattutto con rispetto.
Gigi e Giulio