Essere felici nelle Filippine: il secondo racconto di Marzia

Mi chiamo Marzia Occelli, ho 36 anni e sono di Torino, ho lasciato un lavoro sicuro come commessa in una libreria antiquaria per inseguire il mio sogno. Vivo da 4 anni nelle Filippine, isola di Tablas, dove ho aperto un piccolo agriturismo sul mare (www.resortfilippine.com). Questo è il mio secondo racconto.

La sera è difficile addormentarsi, e anche quando il sonno viene non dura più di un paio d’ore. Poi eccoli tutti insieme, i pensieri, un tormento ripetitivo che mi impedisce di riposare. Passo le notti insonni a cercare di arginare questo stato di agitazione e a trovare soluzioni. Mi sento come se fossi in gabbia, costretta in una vita in cui non mi riconosco fatta di cemento, traffico, ore di punta, cieli grigi intrappolati tra i palazzi. Uscire alle 8 tornare a casa alle 8, scontenta e vuota. Eppure il mio lavoro è interessante, fatto di libri, ricerche, cacce al tesoro. Solo che è proprio una vita che non fa per me. Mi piacerebbe azzerare tutto, soldi lavoro supermercato traffico.

Vorrei vivere come una selvaggia, come in un quadro di Gauguin. Non dover dipendere da nessuno, un’utopia di isole lontane dove vivere nel sole.

Isola di Tablas essere felici

Le Filippine entrano nella mia vita dopo un viaggio di perlustrazione nel 2007, in particolare l’isola di Tablas, con il suo mare stupendo, le risaie verdissime, le foreste primarie. Mi innamoro, ed è un colpo di fulmine: dopo 4 anni e mille vicissitudini quest’isola continua a sorprendermi con i suoi colori, i suoi scorci di vita.

Anche ora che sto scrivendo dalla mia veranda, alzo gli occhi e vedo, tra gli alberi e i banani, il blu del mare. E’ una fonte inesauribile di energia e di pace. Sul prato giocano Francesco e Bugs, mio figlio e il mio cane. Libellule e piccoli uccellini gialli volano leggeri intorno ai rossi fiori di ibisco, che qui viene chiamata gommamela. Più in là l’azzurro incredibile dei martin pescatore saetta in picchiata verso il mare. Il prato verde un po’ disordinato luccica al sole, le palme si incurvano dolcemente verso il mare trasparente. Questo è il mio quadro di Gauguin, struggente di colori e di pace: è così bello che mi fa male. Come una nostalgia, anche se è qui di fronte a me.

Isola di Tablas essere felici

Dinnanzi alla natura la mente si distende, l’anima si manifesta e i pregi e i difetti del nostro essere si amplificano. Questo posto, in cui è impossibile essere distratti dall’inessenziale, ti mette a nudo, come un grandissimo specchio ti ritrovi a guardarti, a valutare chi sei, di cosa sei capace, di cosa hai paura, a che punto è la tua vita. Attenzione, il quadro vi scaverà dentro, e se non siete soddisfatti di voi stessi non sarà certo spostarvi di 13000 km a farvi stare meglio. Se volete cambiare, ma davvero, e essere orgogliosi di voi stessi, quest’isola incantata vi aiuterà a guardarvi dentro, a trovare un obiettivo che sia in linea con i vostri valori, che esalti le vostre capacità e potenzialità. Per quanto sia comune nell’immaginario il sogno di trasferirsi in un’isola esotica, nella realtà questa vita non fa per tutti. Un soggiorno rilassato, di ampio respiro, vi aiuterà a capire se è questo che volete, o se il cambiamento che state cercando riguardi invece il vostro lavoro, la vostra relazione sentimentale, il vostro modo di essere o altro, ma non riusciate a rendervene conto perchè continuamente distratti: la nuova crema snellente, l’ultimo modello di ipod, l’ennesimo irritante scandalo politico.

Isola di Tablas essere felici

Io ho trovato in quest’ isola la mia dimensione ideale, un ambiente dominato dalla natura in cui poter crescere serenamente assieme a mio figlio in modo creativo e a misura d’uomo (e di bambino). Il progetto iniziale di vivere in assoluta autonomia sia alimentare che energetica si è evoluto in un progetto più ampio e maturo. Ho costruito alcuni cottage in materiale naturale con meravigliosa vista sull’oceano e sulla spiaggia privata, e un piccolo ristorantino dove servo piatti semplici ma curati, fatti il più possibile con ingredienti a km 0. Compriamo il pesce e la carne al vicino mercato o direttamente dai pescatori e allevatori a Buenavista. Le verdure vengono dal vicinato o dal nostro orto, dove siamo riusciti a coltivare costine, ravanelli, rucola, zucca, ocra, meloni, angurie, basilico e prezzemolo, malungay, lemongrass e erba cipollina.Ci sono alberi di banano, papaya, e stanno crescendo guava, jackfruit e mango. Con altri tipi di verdura fino ad ora non ho avuto grandi risultati, ma sto cercando di imparare un po’ di trucchi dal mio meccanico Aggie che ha anche una bellissima fattoria con tante varietà diverse di ortaggi rigorosamente coltivati con il metodo organico.

Il progetto Buenavista Resort si sta ampliando: grazie anche alla amichevole e proficua collaborazione con alcuni colleghi stranieri e filippini, possiamo ora offrire gite in barca a scoprire spiagge da sogno altrimenti inaccessibili, avvistare delfini e tartarughe, fare snorkeling. Questa stessa barca porta gli appassionati di subacquea in spot praticamente inesplorati, guidati da istruttori certificati e attrezzatura nuovissima. Organizziamo anche trekking nelle foreste primarie, escursioni per famiglie tra le colline, le cascate, i palmeti e le risaie dove potrete ammirare la natura meravigliosa dell’entroterra e capire la relazione intensissima che gli abitanti del luogo hanno con l’isola. Abbiamo stretto collaborazioni con gli enti turistici locali e con alcuni venditori immobiliari qualificati per promuovere l’isola anche come luogo dove trasferirsi dopo la pensione.

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Isola di Tablas essere felici

Il Buenavista Resort offre un’esperienza autentica: la scoperta di un luogo e di un modo di vivere così affascinanti e lontani dal nostro. Le nostre aiutanti sono donne del paese, magari un po’ rustiche ma con mille risorse, sempre pronte ad aiutare sorridendo. Spesso ridiamo delle nostre differenze di abitudini, di cultura e di gusto. Ci sono state incomprensioni ma la fiducia e l’affetto ci hanno aiutate a superarle. L’incontro tra due culture così differenti può dare molto, come è successo a me, o risultare intollerabile e degenerare in sfiducia, come è accaduto ad altri colleghi sull’isola. Certo non è facile aprire un varco tra le due culture e sopratutto tra il diverso tenore di vita. Forse è stata la nascita di mio figlio Francesco la chiave di questo successo, di colpo non ero più “un’aliena” ma una madre, che metteva il figlio prima di tutto come tutte le madri del mondo. Era la prima volta che vedevano una straniera fare la mamma ed erano molto stupiti che mi occupassi personalmente del bambino. Io anche ero molto stupita che loro fossero stupiti! Così come mi ha sorpresa il loro sostegno quando io e il bambino abbiamo incontrato delle difficoltà: aldilà dei pettegolezzi e della curiosità inevitabile, ho sentito sotto di me una rete di salvataggio, e che io e Francesco non eravamo soli. A Buenavista si conoscono tutti e tutti sono cugini, e ci si chiama Kuia (Fratello) e Ati (Sorella) in segno di rispetto. Francesco sta sviluppando un carattere dolce, socievole e rispettoso anche grazie al calore della natura e della gente del villaggio.

Nel realizzare questo mio progetto ho scoperto tante cose di me, la forza nel portare avanti un progetto, la fragilità nell’affrontare alcune situazioni, la creatività e la fantasia nell’inventare un nuovo modo di vivere e di lavorare. Ho scoperto potenzialità e capacità, ho lavorato per migliorare alcuni aspetti del mio carattere. Insomma, sono cresciuta. E’ stato entusiasmante, eppure molto difficile. Ma guardandomi indietro non cambierei nulla.

Marzia

 

facebook: Buenavista Filippine