Alfredo e Rita: siamo pensionati e viviamo in Costa Rica

A cura di Maricla Pannocchia

Entrambi architetti in pensione, Alfredo e Rita hanno lasciato l’Italia per la Costa Rica, Paese dov’erano già stati in passato. “I nostri figli, ormai grandi, sono stati contenti per noi, anzi, ci verranno a trovare negli inverni italiani,” racconta la coppia, che gestisce delle case vacanze per affitti brevi, molto richiesti nel Paese.

“Naturalmente, molto dipende dallo stile di vita e dalla zona in cui una persona vuole vivere, tuttavia, abitando, come noi, in aree turistiche, diremmo che una coppia ha bisogno di avere almeno 2000 Euro di pensione o di guadagno il mese, per vivere bene, senza lussi”, raccontano Enrico e Rita, aggiungendo che è impossibile lavorare come dipendenti in Costa Rica e l’unico modo per guadagnare è aprire qualcosa di proprio.

La coppia, tuttavia, suggerisce di non improvvisarsi perché la concorrenza è tanta e il fallimento dietro l’angolo, “Molti italiani vengono qui pensano che la Costa Rica sia una nazione del Terzo Mondo ma questo non è vero. Ultimamente sta crescendo molto, la cosiddetta civilizzazione avanza implacabile, adesso ci sono strade asfaltate, ponti funzionali, troppe case e troppo turismo. Si parla di un aeroporto internazionale non lontano ma la natura ha ancora il suo spazio. Difficile dire se e quando si supererà il punto di equilibrio.”

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Ciao Alfredo e ciao Rita, raccontateci qualcosa di voi. Chi siete, da dove venite…

Ciao a tutti, siamo due architetti in pensione, veniamo da Palermo e ci siamo trasferiti in Costa Rica da poco. Io, Alfredo, avevo già vissuto nel Paese una decina di anni fa e adesso c’è stato il grande ritorno, visto che non mi ero mai dimenticato della bellezza e della pace che questo luogo è capace di trasmettere.

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Quando e perché avete deciso di lasciare l’Italia?

Abbiamo lasciato l’Italia perché qui viviamo decisamente meglio. Abbiamo un clima perfetto tutto l’anno, una natura esuberante, le spiagge pochissimo frequentate perché immense e il buon cibo locale (ma, pagando, si trova di tutto, ormai). E poi la gente è gentile e affabile, sempre sorridente e disponibile ad aiutare.

Dove vivete precisamente? E come mai avete scelto di trasferirvi proprio lì?

Dopo avere esplorato in lungo e in largo il Paese per fare una scelta così importante abbiamo deciso, a suo tempo, di stabilirci nella zona caraibica, esattamente a Puerto Viejo de Talamanca, una cittadina protesa sul mare con una comunità molto variegata: popolazioni indigene e afrodiscendenti e poi gli europei provenienti da ogni nazione (almeno quaranta) che hanno aperto piccole attività, soprattutto nel settore turistico. Scelsi la costa atlantica invece di quella del Pacifico anche perché i prezzi qui sono decisamente più ragionevoli e le temperature più miti.

C’eravate già stati, magari in vacanza, prima del trasferimento?

Certo. Il primo viaggio fu una lunga vacanza per esplorare il Paese, poi ci fu la decisione di comprare un pezzo di terra per avviare una piccola attività di turismo sostenibile. Infine, ci furono altri viaggi per trovare la soluzione adatta a noi e al nostro budget.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla vostra scelta?

Sono stati tutti felici, compresi i figli che, ormai adulti, videro questa scelta come un’occasione per visitare il Paese e trascorrere con noi qualche settimana durante l’inverno italiano.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Occorre la residenza legale. Facile da ottenere se si dispone di una pensione di almeno mille dollari al mese. In alternativa, occorre fare un investimento di almeno 200.000 dollari ma esistono altre soluzioni intermedie. Per individuare la scelta più adatta alle proprie esigenze è opportuno rivolgersi a un avvocato esperto di problemi migratori. Il primo passo, comunque, è quello di iscriversi all’AIRE presso l’Ambasciata Italiana a San Josè.

Come vi siete mossi per trovare un alloggio?

Inizialmente vivevamo in hotel poi ho acquistato il terreno e costruito la prima casa. Negli anni successivi ne ho fatte costruire altre quattro. Adesso è un piccolissimo resort con case di legno bene arredate che gestiamo in proprio offrendo affitti brevi, che qui sono molto richiesti dai turisti provenienti da ogni parte del mondo, oltre che dai locals.

Quali sono, secondo voi, le zone migliori in cui vivere e i costi medi per gli affitti?

Non ci sono zone migliori. Il Paese è piccolo ma ha almeno venti climi diversi. Ciascuno deve scegliere in base alle proprie propensioni e al proprio stile di vita. I costi per gli affitti in zone turistiche sono comparabili a quelli italiani. Nelle zone interne, ovviamente, sono molto più accessibili.

Quale pensate che sia il budget minimo necessario mensile per vivere bene in Costa Rica?

Anche questo dipende da vari fattori. In primo luogo, occorre capire come si vuole vivere e dove. Nelle zone turistiche, come quella in cui viviamo noi, una coppia ha bisogno di almeno 2000 euro il mese se deve pagare un affitto, se non vuole mangiare all’italiana o andare spesso in un ristorante. I viaggi sono extra.

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Potete parlarci meglio del vostro lavoro?

Gestiamo le nostre case vacanze, che affittiamo a turisti provenienti da ogni parte del mondo, che amano sempre di più questa parte del Paese. Il terreno di cui disponiamo è grande, trasformato nel tempo in un giardino botanico e le case sono costruite in legno, secondo lo stile caraibico.

Come vi siete dovuti muovere per aprire una vostra attività lì?

Non è stato complicato. Occorre aprire una società (una SRL si costituisce in pochi giorni e costa poco) e poi chiedere i permessi al Comune. La burocrazia esiste ma è discreta e comprensibile, nulla a che vedere con le follie italiane.

È facile, per un italiano, trovare lavoro o avviare un’impresa in Costa Rica?

Trovare lavoro legalmente non è consentito dalle leggi locali che proteggono i costaricensi. Avviare un’impresa è semplice ed è, di fatto, l’unico modo per lavorare qui.

Alfredo e Rita, “Siamo pensionati e viviamo in Costa Rica. Qui è possibile vivere con poco ma il Paese sta cambiando”

Quali lingue è necessario parlare?

Suggerisco d’imparare bene lo spagnolo, la lingua locale, necessaria per muoversi senza difficoltà nel Paese, soprattutto se s’intende lavorare. Una discreta conoscenza dell’inglese è ovviamente consigliabile, se si lavora in ambito turistico

Pensate che le possibilità di guadagno siano allineate al costo della vita?

Nel settore turistico, se ci si muove con dovuta professionalità, decisamente sì. Per intendersi: evitate di aprire un bar o un ristorante se non siete bravi cuochi. Ogni improvvisazione qui vi prepara al fallimento. La concorrenza in ogni ambito è tanta. Mancano buoni artigiani in ogni settore.

Quali sono, nella vostra esperienza, i pro e i contro del trasferirsi in coppia?

In coppia, se il progetto di vita è condiviso, si vive meglio, perché ci si aiuta in ogni circostanza. Se uno dei due ha una funzione trainante e l’altro si adatta, la situazione può diventare ingestibile perché, accanto a tanti aspetti positivi, ce ne sono altri negativi, che vanno messi in conto.

Che consigli dareste ad altre coppie che sognano di trasferirsi all’estero ma non sanno da che parte cominciare?

Viaggiare nel Paese conoscendo un minimo la lingua locale. Parlare con le persone. Non fare scelte avventate come un acquisto di casa o terreno prima di aver capito bene come si vive nel Paese e, quindi, sperimentare un soggiorno di almeno sei mesi prima di prendere qualsiasi decisione. Non ascoltare i consigli degli italiani che già vivono li, a meno che non siano veri amici.

Alfredo e Rita, “Siamo pensionati e viviamo in Costa Rica. Qui è possibile vivere con poco ma il Paese sta cambiando”

Quali sono, secondo voi, i principali errori commessi dagli italiani che si trasferiscono lì?

Pensare che questo sia un Paese del Terzo Mondo, criticare lo stile di vita della gente del posto, credere che ci si possa improvvisare nel lavoro o che siano sufficienti pochi soldi per avviare un’attività. Sottovalutare le inevitabili crisi derivanti dall’aver lascato i propri affetti in Italia…

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Il Costa Rica è famoso per la sua filosofia di “Pura Vida”. Vi va di spiegare ai nostri lettori di cosa si tratta?

È semplice, si tratta di vivere bene il momento presente con tutto quello che porta, nel bene o nel male. E’ anche tante altre cose: un saluto, un augurio o la vocalizzazione di un sorriso.

Che consigli dareste a chi vorrebbe andare in vacanza lì?

Consiglieremmo di non organizzarsi con tour operator e di viaggiare in libertà, possibilmente con una macchina a noleggio, alla ricerca delle infinite sorprese che questo Paese affascinante riserva ovunque.

Quali sono state le principali difficoltà che avete dovuto affrontare e come le avete superate?

Qui le persone sono piuttosto inaffidabili. Il lavoro è visto come un obbligo per sopravvivere. Tutti, per una forma di malintesa cortesia, dicono sempre di sì, anche quando dovrebbe essere un no. Per superare tutto ciò basta capire, non giudicare e adattarsi.

Quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

La gente è meravigliosa e si viene accolti bene. Vivere immersi nella natura tra animali e piante tropicali è una gioia. Basta accontentarsi del necessario e vivere con semplicità.

Alfredo e Rita, “Siamo pensionati e viviamo in Costa Rica. Qui è possibile vivere con poco ma il Paese sta cambiando”

Avete visto dei cambiamenti, sia in positivo sia in negativo, da quando siete arrivati a oggi?

La cosiddetta civilizzazione avanza implacabile, adesso ci sono strade asfaltate, ponti funzionali, troppe case e troppo turismo. Si parla di un aeroporto internazionale non lontano ma la natura ha ancora il suo spazio. Difficile dire se e quando si supererà il punto di equilibrio.

Progetti futuri?

Vogliamo continuare a gestire le nostre case, seppur riducendo gli impegni, per avere tanto più tempo a disposizione per viaggiare usando la Costa Rica come trampolino per visitare altri Paesi dell’America Centrale.

Per seguire e contattare Alfredo e Rita:

E-mail: amano.ingegno@gmail.com

Sito web: www.italiacostarica.com