Alessandro e Irene: il segreto di un trasferimento di successo? Pianificare!

A cura di Maricla Pannocchia

Non mancava niente nelle vite di Alessandro e Irene che, in Italia, avevano dei buoni lavori e delle esistenze piene d’impegni. Eppure, ogni volta in cui si guardavano allo specchio e pensavano al futuro, i due sentivano il bisogno di fare qualcosa di diverso.

Ecco che, dopo tanto tempo passato a riempirsi di domande a cui rispondere con delle scuse, Alessandro e Irene hanno cominciato a buttare giù un piano (davvero ben strutturato!) per licenziarsi e decidere dove trasferirsi. Alla fine, la scelta è caduta sul Canada!

Da questo Paese (“meraviglioso, dalla natura pazzesca, ma ci mancano i formaggi!”) la coppia ci dà dei consigli concreti su come cambiare vita, come trasferirsi proprio in Canada o semplicemente sui luoghi che meritano una visita, e che spesso sono sconosciuti ai più, per tutti coloro che aspirano a visitare il Canada.

Il progetto di Alessandro e Irene – che la coppia spera di trasformare presto in un libro – ha un nome incoraggiante e molto positivo, “Yes we can”. Sì, possiamo! E, come ci ricorda questa vivace coppia, tutti possiamo! L’importante è avere un buon piano per iniziare!

Alessandro e Irene: dall’Italia al Canada

Ciao Alessandro e Irene, raccontaci qualcosa di voi. Chi siete, da dove venite…

Ciao, siamo Alessandro e Irene, una coppia d’italiani che si è trasferita in Canada nell’aprile del 2021. Potremmo rappresentarci come l’unione dell’Italia 😊 infatti Alessandro è nato e cresciuto a Brindisi e Irene a Vicenza. Ci siamo conosciuti a Pisa durante gli studi universitari. Gli ultimi 5 anni in Italia li abbiamo invece vissuti a Padova, una città che ci è rimasta molto nel cuore. Ci mancano tanto gli “spritzetti” in Piazza dei Signori, le passeggiate per le affollate vie del centro e i nostri amici. In Italia, prima di partire, le nostre vite erano abbastanza movimentate. Irene lavorava come audioprotesista e gestiva un negozio in provincia di Padova e Alessandro come project manager per un’azienda di telecomunicazioni. Appena potevamo cercavamo di “scappare” dalle nostre vite lavorative e trovare dei momenti di pace e relax (per modo di dire). La nostra idea di pace era prendere il nostroVan e partire alla scoperta dell’Italia e dell’Europa. Per Alessandro era ancora più sofisticata, ama passare ore in sella sulla sua mountain bike e, durante l’inverno, non perdeva occasione per farsi una bella gita di scialpinismo.

Cosa vi ha spinti a lasciare l’Italia?

Avevamo la sensazione che i nostri destini fossero già scritti. Ogni volta che ci guardavamo allo specchio vedevamo un futuro che non ci convinceva e non ci lasciava respirare. Ci sentivamo pervasi da un piccolo ma insinuante malessere che ogni giorno cresceva. Semplicemente, non ci sentivamo attratti dall’idea che il nostro futuro sarebbe stato lavorare con l’idea di scappare appena possibile. Non vedevamo una crescita professionale sostenibile, l’idea di ripartire con un nuovo percorso lavorativo in Italia diventava giorno dopo giorno più difficile e per tante volte ci siamo sentiti dire “avete un buon lavoro, non lasciatelo, resistete”. Questo attaccamento al posto di lavoro e queste parole non facevano altro che renderci sempre più cupi.

Non vorremo però lasciare al lettore un idea sbagliata, l’Italia rimane sempre il nostro Paese natale e le saremo sempre grati. In Italia ci sono le nostre famiglie, i nostri amici ma soprattutto i formaggi, che qui ci mancano tanto 😉. Non ci mancava nulla, semplicemente avevamo bisogno di fare un salto e cambiare prospettiva.

Come siete finiti proprio in Canada?

Il progetto che ci ha portato in Canada lo abbiamo chiamato Yeswecan! Questo nome non è da collegare a nessuna connotazione politica ma l’abbiamo deciso perché ci piaceva l’idea di iniziare il nostro progetto con un’esclamazione positiva (yes) e concentrarci sul fatto che ce la potevamo fare (we can).

Devo dire che è stato uno dei più difficili mai affrontati. Alessandro ha gentilmente messo a disposizione le sue doti ingegneristiche e Irene le sue doti organizzative e insieme abbiamo ideato un Canva che ci aiutasse a mettere in chiaro le nostre idee. A settembre 2019 abbiamo deciso che, prima o poi, in un modo o nell’altro, avremmo lasciato l’Italia.

Siete pronti? Tenetevi forte perché questa è una delle parti che più ci piace raccontare. Uno dei più grandi ostacoli che abbiamo dovuto affrontare inizialmente è stato capire dove ci saremmo trasferiti, perché purtroppo non avevamo una meta prestabilita. Abbiamo scritto su dei post-it su una parete di casa tutti i Paesi dove ci sarebbe piaciuto vivere, ci siamo presi un paio di settimane per attaccare tutte le idee che ci venivano in mente (erano più di 30: Portogallo, Paesi del Nord, Sud Africa, Canada, Australia…)

≫≫ Leggi la nostra guida con tutte le info utili per trasferirsi a vivere in Canada

Successivamente ne abbiamo scelti 8 tra quelli che ci sembravano più adatti e plausibili per entrambi e ogni settimana ci dedicavamo ad analizzarne uno. Alla fine della settimana ci confrontavamo e traevamo le somme dando dei punteggi a diversi fattori (lavoro, situazione economica e politica, immigrazione, condizioni climatiche) e alla fine facevamo una media matematica e una media “a sensazione”, ovvero quanto ci era piaciuto il Paese dopo averlo studiato una settimana.

A questo punto arriva la scelta. Voi direte, dopo tutta la matematica che c’è stata dietro avrete scelto quello con il maggior punteggio. E invece no, a questo punto ognuno di noi ha scritto su un foglio due scelte, Irene tre 😊 e l’unico Paese che combaciava per entrambi era il Canada.

Alessandro e Irene: dall’Italia al Canada

È stato facile adattarsi alla vita nel Paese?

Il primo impatto non è stato dei più felici, abbiamo dovuto fare delle scelte obbligate sia dal punto di vista economico sia logistico. Questo ci ha portato in un primo momento a vivere a Squamish in una casa condivisa, dove abbiamo affittato una stanza. Pur avendo avuto precedenti esperienze di condivisione, avevamo ormai lasciato quella modalità di vita già da tempo in Italia. Pertanto, per noi e la nostra gatta non è stato così facile. Inoltre, Squamish è una piccola cittadina, tra Vancouver e Whistler, dove le principali attività svolte sono legate al mondo outdoor e questo è stato decisamente difficile da gestire per Irene, che ama più stare sul divano che indossare scarpe da trekking. Non ci siamo lasciati sopraffare da queste difficoltà e oggi viviamo a Kelowna, dove abbiamo una casa tutta per noi.

Molti possono pensare che il cibo sia uno dei principali problemi e invece dobbiamo dire che, bene o male, con un po’ di passione per la cucina, si riescono a cucinare alcuni dei nostri amati piatti mediterranei. I supermercati mancano di tanti prodotti che per noi Italiani sono un must tipo formaggi, affettati, pesce eccetera… ma noi non ci siamo mai scoraggiati. Il Sushi e la cucina giapponese nella West Coast sono insuperabili, altro che “all you can eat”!

Difficile per noi ancora adesso rimane l’idea della cena alle 5/6 di pomeriggio, dei mille formati di caffè che bevono in continuazione e dei famosi drive thru (drive in) dove ordini a un citofono e ti servono mentre sei in macchina (luogo in cui, molte volte, i locali consumano anche il pasto appena ordinato).

Come siete stati accolti dalla gente del posto?

Il Canada è un Paese molto giovane, questo vuol dire che la maggioranza della popolazione è composta da immigrati o da figli di immigrati. Ne consegue che la cultura generale è aperta alla novità e al diverso. Ci siamo sempre sentiti accolti. Sin dal primo giorno non abbiamo mai pensato che qualcuno ci vedesse come forestieri, anzi, in molti ci hanno sempre chiesto se pensavamo di restare, aggiungendo che avremmo dovuto seriamente considerare l’idea.

Com’è la vostra vita quotidiana?

Da quando siamo atterrati in Canada le nostre quotidianità si sono trasformate. Innanzitutto, siamo dovuti uscire dallo schema del lavoro dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17, e siamo entrati in uno schema decisamente diverso. Ancora oggi ogni settimana che affrontiamo è diversa da quella precedente. Tornando a noi, sveglia presto, lavoro o altrimenti ci organizziamo qualche attività, da soli o insieme, e cerchiamo sempre di mantenere gli orari di pranzo e cena e dopo cena un bel film e tutti a nanna. Recentemente ci siamo trasferiti a Kelowna, che è un paese con molte iniziative e attività, quindi una sera a settimana proviamo un nuovo ristorante o andiamo a sentire qualche concertino.

Quali sono, secondo te, i punti in comune e quali le differenze fra lo stile di vita canadese e quello italiano?

Il clima in British Columbia è il migliore del Canada (non troppo freddo d’inverno e non eccessivamente caldo d’estate) e questo ci permette di avere uno stile di vita molto simile a quello italiano. Inoltre, siamo in Occidente, questo vuol dire che la cultura è molto simile alla nostra sotto molti punti di vista.

Sicuramente una grande differenza tra il Canada e l’Italia è il mercato del lavoro. Il Canada soffre una grande carenza di personale, trovare lavoro (con un po’ di flessibilità) in Canada è un gioco da ragazzi e molte volte sembra che i dipendenti abbiano più potere del datore di lavoro. Può capitare, infatti, di trovare attività “chiuse per mancanza di personale”.

Alessandro e Irene: dall’Italia al Canada

Come hai superato le difficoltà?

Vivere all’estero, con un visto temporaneo e lontano dalla famiglia, fa sembrare ogni ostacolo insormontabile.Credeteci, questa esperienza ci ha visto affrontare diverse volte le difficoltà. Difficoltà legate a diversi fattori, visti e permessi, lavoro, convivenze, clima e via dicendo… Come facciamo a superarle? Un passo alla volta, un ostacolo alla volta. Non c’è altro modo, è una regola che vale sempre, in qualsiasi contesto, un passo alla volta. Abbiamo ben chiara la nostra metà, le difficoltà non sono altro che curve lungo il percorso.

Chiunque abbia mollato tutto e si sia trasferito in un altro Paese può raccontarvi di quanto possa essere difficile. Allo stesso tempo, è una delle più belle e intense esperienze che entrambi abbiamo vissuto finora!

Quali sono stati i momenti più belli vissuti finora?

In assoluto uno dei momenti più intensi è stato il giorno in cui ci siamo recati alla frontiera per richiedere il visto per Alessandro, dopo aver ricevuto un primo rifiuto dall’Italia e dopo aver avuto 2 mesi di interminabili vicissitudini. Quel giorno, dopo quasi 2 ore di attesa, siamo riusciti a ottenere il visto che ci avrebbe permesso di proseguire la nostra avventura.

I viaggi rimangono e rimarranno tra i momenti indimenticabili, scoprire nuovi luoghi per noi è sempre un’emozione. Le nostre consuete giornate nei luoghi preferiti, scoperti per caso, Ferry Creek beach, Pemberton, la North Farm Arm e Joffrey Lakes.

Indimenticabile la prima neve canadese a Squamish e le innumerevoli visite a Whistler dove Alessandro lavorava come guida.

Irene non lo dice spesso, ma ogni volta che si rende conto che siamo in Canada e che ce l’abbiamo fatta, è per lei un momento meraviglioso. Alessandro concorda al 100%.

Come funziona, dal punto di vista burocratico, per lavorare e vivere in Canada?

Alessandro potrebbe scrivere un intero articolo al riguardo 😊 però cercherà di essere breve, sul sito www.canada.ca, nella sezione immigrazione, ci sono tutte le informazioni di cui si ha bisogno.

Per lavorare in Canada bisogna essere in possesso di un Work Permit o di uno Study Permit. I Work Permit si dividono in diverse categorie:

Internation Experience Class (comunemente chiamato working Holiday)

Young Professional (fa sempre parte della categoria Working Holiday, dovrebbe essere attivo per gli Italiani da fine anno – speriamo)

Work Permit (legato a un solo datore di lavoro)

Open Work Permit (permesso che ti permette di fare quasi qualsiasi lavoro, si ottiene solo in particolari casi)

Per concludere, abbiamo lo Study Permit che a oggi ti permette di lavorare fino ad un massimo di 20 ore settimanali (sembra che questo limite stia cambiando) durante il periodo in cui si hanno i corsi e ore illimitate durante i periodi di pausa dai corsi.

Per quel che riguarda lo study permit, non bisogna necessariamente iscriversi a un’università. Noi abbiamo scelto questo visto per entrare in Canada la prima volta. Alessandro ha seguito due percorsi con la Whistler adventure school (Mountain bike guide e Ski guide) e, tramite l’iscrizione a questi corsi, ha fatto richiesta per il visto studenti.

Consigliamo sempre di leggere e informarsi sul sito del governo canadese e di non prendere per scontate le info che trovate su siti o blog.

Il segreto di un trasferimento di successo? Pianificare!

Quali luoghi della British Columbia consigliereste di visitare?

La British Columbia è una regione molto varia, ha natura incontaminata e paesaggi mozzafiato. Abbiamo vissuto un anno e mezzo su quella che viene chiamata “Sea To Sky” (zona che va dall’oceano -Vancouver- fino alle montagne -Whistler-) che sicuramente merita molte attenzioni.

Vancouver a nostro avviso può essere visitata in un paio di giorni e non mi soffermerei oltre, successivamente mi dirigerei verso nord in direzione Squamish, dove consigliamo una visita sulla Sea to Sky gondola, un po’ cara, ma vedrete dei panorami mozzafiato. Se vi fermate in downtown, mangiate un panino dai nostri amici del Green Olive e bevetevi un’ottima birra alla Howesound brewery. Non dimenticatevi che Squamish è la mecca della Mountain Bike, potete andare da Ride Hub caffè, dove oltre a fare un buon espresso, noleggiano Mountain Bike e organizzano tour guidati (Alessandro era una delle loro guide).

D’inverno Whistler è stupenda (merita anche d’estate), il comprensorio sciistico più grande del Nord America, dove lo sci fuoripista la fa da padrone, con le innumerevoli nevicate che ci sono non è difficile sciare in neve fresca. Se non avete mai guidato una motoslitta, Canadian Wilderness Adventure è la nostra scelta (scrivete ad Alessandro per un piccolo sconto). Un tour di circa 3 ore con una guida che, dopo avervi spiegato come guidare e avervi fatto del training, vi porterà alla scoperta di Sprout Mountain. Non dimenticatevi di andare a Green Lake, è il lago preferito di Alessandro e anche uno dei suoi tour preferiti in estate. Se volete allungare un po’ potete spingervi fino alla cittadina di Pemberton, più viva in estate che iniInverno.

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Vancouver Island, non così conosciuta all’estero, è a nostro avviso uno dei posti da non perdere (è lunga quanto l’Italia). A Vancouver Island consigliamo di visitare Victoria, la costa Ovest e la parte a Nord dell’Isola. Se siete amanti degli sport outdoor non perdete l’occasione di fare un giro in Kayak, surfare a Tofino o andare in mountain bike sui mille sentieri. A Vancouver Island, specialmente a Victoria, si mangia molto bene 😉.

Immancabile anche una visita nell’Okanagan valley, meta preferita di molti canadesi e americani. Qui il clima è leggermente diverso e molto più simile a quello dell’Italia. Uno dei pochi posti con le quattro stagioni ben distinte. Motivo per il quale ci siamo trasferiti proprio qui da meno di un mese.

Consiglio personale, se volete visitare la Sea to Sky e Vancouver Island non suggeriamo le mezze stagioni, il meteo potrebbe essere decisamente bagnato, anche se risparmiereste qualcosa sul portafoglio.

Per concludere, ogni paese e città in British Columbia ha almeno una birreria artigianale, non perdete l’occasione per visitarle e gustare ottima birra a Km 0.

Quali suggerimenti dareste, invece, a chi sogna di visitare tutto il Paese?

Se avete meno di 35 anni il mio consiglio è di fare richiesta per il Working Holiday, avrete tempo per visitare il Canada, lavorare e capire se è il posto giusto per voi 😊. Prendetevi un anno sabatico, non ve ne pentirete!

Se invece volete venire in vacanza da soli o con la famiglia, in British Columbia, il consiglio che vi diamo è quello di mettere in conto l’affitto di un mezzo e soprattutto di fare ben attenzione alla componente economica. La vita qui è un po’ più costosa rispetto all’Italia.

Altro aspetto che crediamo sia importante dire è: non improvvisatevi escursionisti e avventurieri, in queste zone trovarsi nella natura selvaggia è più facile di quanto si possa immaginare.

Il segreto di un trasferimento di successo? Pianificare!

Un’abitudine curiosa dei canadesi…

Chiedono scusa per tutto! Eravamo a Vancouver Island e un signore facendo jogging mi ha leggermente spinto ed è andato via correndo senza scusarsi. La persona dopo di lui si è scusata perché la persona prima di lui non si era scusata😊

Quali consigli dareste a chi sogna di cambiare vita ma non sa da dove cominciare?

Non lasciate che le vostre idee rimangano solo nella vostra mente, scrivetele su un foglio, su una lavagna, fatele diventare reali creando un progetto. A noi è successo mille volte di pensarlo e mille volte ci siamo fatti domande alle quali rispondevamo con delle scuse. Come facciamo con i soldi, come facciamo con il lavoro, dove andiamo, che lavoro faremo…? Quando abbiamo iniziato a progettare abbiamo capito che la parte economica si poteva risolvere in parte vendendo tutto quello che avevamo per poterci pagare quasi tutte le spese iniziali. Abbiamo capito che parte della nostra voglia di cambiare era anche causata dai nostri lavori e quindi licenziarsi è diventato più semplice.

Programmando abbiamo definito degli steps rendendo la nostra grande decisione un insieme di piccole decisioni.

Il giorno in cui abbiamo deciso di dare le dimissioni e che saremo partiti non avevamo ancora ottenuto il visto eppure eravamo ormai sicuri che ci saremo riusciti perché avevamo un piano.

Pensate che rimarrete a vivere in Canada per sempre?

Pensiamo che il Canada farà parte dei nostri progetti futuri, per sempre questo ancora non lo sappiamo. Stiamo comunque lavorando per prolungare la nostra permanenza, c’è ancora molto da scoprire.

Progetti per il futuro?

Come detto l’idea è quella di proseguire la nostra avventura in British Columbia, avremo un quadro più chiaro quando riceveremo notizie del nostro visto (che qui si chiama permit).

Sicuramente vorremo continuare a viaggiare ed esplorare, probabilmente mantenendo questo Paese come base di partenza e arrivo.

Vorremo far diventare Yeswecan! un libro che possa aiutare tutti a fare questo grande passo, seguendo lo stesso processo che abbiamo seguito noi.

Per finire, vorremo continuare a inseguire le nostre passioni e renderle parte del nostro lavoro.

Per seguire e contattare Alessandro e Irene:

Alessandro è solito raccontare giornalmente le nostre giornate, quindi se volte saperne di più su come stiamo affrontando questa avventura potete seguirci sui suoi profili social. Entrambi siamo sempre disponibili a dare informazioni a chi fosse interessato a venire in Canada o a trasferirsi all’estero.

Instagram: @aroundwithale

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E-mail: papaalessandro@gmail.com