Salvatore Barone: “Ecco perché ho scelto di restare in Ucraina nonostante la guerra”

Di Enza Petruzziello

Convive da oltre due anni con il rumore delle bombe. Salvatore Barone è un pensionato siciliano che dal 2008 vive in Ucraina. Originario di Niscemi, ex poliziotto di 71 anni, conosce sua moglie ucraina nel 2003 a Catania. Qui viene alla luce il loro primo figlio, mentre la seconda nasce a Mykolaiiv, città dove si trasferisce per amore e dove realizza una bella villa con giardino, «quello che a Catania veniva difficilissimo fare», spiega.

Da quando è iniziata la guerra con la Russia, racconta le fasi del conflitto su Facebook giorno dopo giorno. Gli inviati di giornali e tv lo cercano, lo intervistano. «La guerra mi ha turbato ma non ci penso proprio ad andarmene». Salvatore è convinto, di lasciare l’Ucraina non se ne parla.

Da tutti conosciuto come Toto, quando si trasferisce a Mykolaiiv, vicino al Mar Nero e a 130 chilometri da Odessa, lo fa per la tranquillità e la “pace” del posto. Un paradosso se solo si pensa allo scenario attuale.

Salvatore Barone ucraina

Salvatore, complice anche l’amore, nel 2008 decidi di trasferirti definitivamente in Ucraina. Oltre al fatto che tua moglie sia ucraina, che cosa ti ha spinto a questa scelta? Che cosa non ti soddisfaceva dell’Italia?

«Quando ho deciso di andare ad abitare in Ucraina l’ho fatto perché mi era difficile vivere con la mia pensione di poliziotto in una città come Catania che non offriva possibilità di comprare casa. Poi anche la situazione sociale e culturale veniva difficile a mia moglie. Dopo due anni che visitavo il Paese, ho deciso di trasferirmi definitivamente

Una nuova lingua, una nuova cultura, nuove usanze. Come sono stati gli inizi in Ucraina?

«Nel 2007 mi sposo e dopo un anno parto insieme a mia moglie e mio figlio Antonio che aveva già 3 anni e 6 mesi. Quando siamo arrivati a Mykolaiiv ho cercato subito di comprare un terreno e costruire casa. Ho trovato disponibilità negli apparati amministrativi e c’era tanta possibilità. Venire in Ucraina senza qualcuno del luogo è difficile, soprattutto per inserirsi. Quindi consiglio di venire con una persona che sia originaria di qui».

Hai due figli, com’è stato crescerli qui?

«Mio figlio si è inserito benissimo. Attualmente ha 19 anni e la sua storia è stata piena di avventure. Nel 2022, all’inizio della guerra, è partito da Chisinau per Mugnano di Napoli per giocare a calcio con il Napoli United. Tuttavia, a causa delle complicazioni legate alla sua minore età e alla mancanza dei genitori, i servizi sociali lo hanno indirizzato dai parenti a Zinasco Vecchio, in provincia di Pavia. Qui, ospitato da mia sorella, ha continuato a coltivare la sua passione per il calcio giocando nella squadra locale. Successivamente, nel 2023, ha rinnovato il suo passaporto italiano e ha deciso di tornare a Mykolaiiv, dove ha iniziato a giocare a calcio con una squadra dilettantistica locale. Attualmente si trova a Kyiv, la capitale, dove vive con la sua fidanzata e lavora in un ristorante che offre specialità euro-asiatiche. Nonostante l’opportunità di giocare a livello professionistico in Ucraina, ha preferito seguire il suo cuore e rimanere a Kyiv per amore della sua ragazza».

Vivi Mykolaiiv, città vicino al Mar Nero e a 130 chilometri da Odessa. Com’era vivere qui prima dell’inizio della guerra?

«Prima dell’inizio della guerra, la vita a Mykolaiiv era piacevole e vantaggiosa anche dal punto di vista economico. Le condizioni erano favorevoli e si poteva godere di una certa stabilità. Tuttavia, con l’avvento del conflitto, la situazione è radicalmente cambiata. I prezzi di molti beni e servizi sono aumentati drasticamente, creando una pressione economica significativa per i residenti».

In un momento così turbolento, molte persone hanno deciso di lasciare l’Ucraina per cercare sicurezza altrove. Tu, in controtendenza, hai deciso di restare nonostante le difficoltà. Perché?

«Siamo rimasti in Ucraina nonostante le difficoltà e il pericolo imminente perché lasciare la nostra casa, che rappresenta un patrimonio di grande valore per noi, insieme a due appartamenti di nostra proprietà, sarebbe stato estremamente difficile. Inoltre, non abbiamo mai considerato seriamente l’idea di abbandonare la città. Abbiamo adottato delle precauzioni per affrontare la situazione, come rifugiarci nella nostra cantina di 85 mq, costruita con mura da bunker, durante i bombardamenti. Queste notti erano terribilmente spaventose, con le deflagrazioni che ci facevano temere per la nostra sicurezza.

Le difficoltà incontrate sono tante, così come le bombe che sono cadute vicino a casa nostra, ma abbiamo sempre creduto che fosse importante rimanere saldi e non cedere alla paura. Ho avuto più volte l’opportunità di intervenire in televisione tramite interviste online, dove ho dichiarato pubblicamente il nostro impegno a rimanere in Ucraina, nonostante la situazione critica. Questa è stata una decisione difficile, ma sentivamo che era la scelta giusta per noi, per la nostra famiglia e per la nostra comunità».

Salvatore Barone ucraina

In generale, cosa ne pensi di quello che sta succedendo tra i due Paesi e della politica adottata da Zelensky?

«Sono convinto che il presidente Zelensky abbia dimostrato una leadership eccezionale in questa situazione di crisi. Il suo impegno e la sua determinazione nel difendere la nostra nazione e la nostra città sono stati encomiabili. Inoltre, devo elogiare il lavoro straordinario del sindaco e del governatore, che hanno dimostrato grande coraggio e dedizione nel proteggere i cittadini di Mykolaiiv. La nostra città è stata riconosciuta come una città eroica, e credo che questo sia merito della resilienza e della determinazione della nostra comunità, oltre che della leadership forte e efficace delle nostre istituzioni locali».

italiani in ucraina

Quali sono le tue speranze e prospettive per il futuro, sia a livello personale che per la tua famiglia e la tua comunità?

«Guardando al futuro, credo che la situazione si risolverà nei prossimi mesi. La popolazione è unita nel sostenere il presidente Zelensky, poiché riconosciamo che siamo stati invasi dai russi e che Putin è il principale artefice di questa guerra. Sono fiducioso che, con la determinazione e il sostegno della comunità internazionale, riusciremo a superare questa crisi e a ristabilire la pace e la stabilità nella nostra regione».

Per contattare Salvatore ecco i suoi recapiti:

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