Da studente smarrito a papà e postino felice in Francia

Di Enza Petruzziello

Un amore che ti cambia la vita e ti fa volare fino in Francia! È successo a Riccardo Sini Frascarelli, 40enne di Macerata, che dodici anni fa lascia tutto per trasferirsi a Poitiers, cittadina francese dal fascino senza tempo. Si narra che proprio qui, Carlo Martello fermò l’avanzata araba.

Studi classici, un percorso di studi in Scienze Politiche all’Università di Macerata interrotto dopo una decina di esami, Riccardo inizia a lavorare presto nell’azienda dei suoi genitori: il Bar King. Ma dopo 30 anni di attività e duro lavoro, i suoi colgono al volo una buona opportunità e decidono di vendere il bar. A quel punto, come lui stesso ci confessa, si ritrova spaesato. Prova qualche concorso, si affida ad agenzie interinali, invia moltissimi curriculum a diverse aziende, Poste comprese, senza però mai essere contattato. Si arrangia con qualche lavoretto come barista qua e là, ma niente di serio e stabile.

Poi, all’improvviso, arriva quell’incontro che gli cambia la vita. Una ragazza francese, Justine, di cui si innamora a prima vista. Così segue quella ragazza che diventerà poi sua moglie. Oggi hanno 4 figli, un gatto e da dieci anni fa il postino. E già, perché la Francia non gli ha solo regalato una bellissima famiglia, ma anche un’opportunità di lavoro che in Italia non trovava. Ecco cosa ci ha raccontato.

Riccardo Sini Frascarelli

Riccardo complice l’amore nel 2012 ti stabilisci definitivamente a Poitiers. Come vi siete conosciuti tu e tua moglie e quando hai capito che era la donna della tua vita?

«Tra la cerchia di amici che frequentavo c’era una ragazza francese, che faceva l’Erasmus a Macerata e diventammo subito amici. La sua migliore amica, Justine è diventata mia moglie. Ci incontrammo ad agosto ma lei doveva partire a settembre per raggiungere il papà che aveva un ristorante a Boston. Visto che non avevo un lavoro stabile e stavo cercando la mia strada, e dal momento che Justine mi piaceva veramente tanto decidemmo di continuare la nostra storia in America. Il tempo di preparare il passaporto che Justine era incinta. Non era il momento di vivere il sogno americano ma era il momento di ritornare in Europa. Decidemmo di far nascere Sophia in Francia per via della lingua e poi ci saremmo trasferiti a Macerata. Subito dopo la nascita di Sophia capimmo che era meglio per noi restare in Francia. Cosi a dicembre 2011 ho riempito una macchina piena zeppa di cartoni e speranze e sono arrivato a Poitiers. Ho capito che Justine era la donna della mia vita subito e già dopo una settimana che ci frequentavamo le dicevo che ci saremmo sposati. Ovviamente lei non ci credeva e pensava che ero un pazzo e che raccontavo la stessa storia a tutte le donne che incontravo. Penso con il senno di poi di avergli fatto veramente paura. Ma io avevo una sensazione dentro che non so spiegare».

Oltre all’amore, quali sono stati i motivi che ti hanno spinto a lasciare l’Italia?

«Ho lasciato l Italia perché avevo paura di non poter dare un futuro a mia figlia Sophia, perché a ogni porta che ho bussato ho trovato chiuso. Perché mi sono trovato a lavorare 60 ore settimanali, 20 in regola per una miseria e dovevo anche dire grazie altrimenti sapevo dove era l’uscita e che domani qualcuno avrebbe preso il mii posto. Dovevo lavorare sabati, domeniche e festivi».

Ricordi come sono stati gli inizi ad Poitiers?

«Gli inizi sono stati difficili:la paura di non essere un buon papà, la paura di non poter provvedere alla mia famiglia. Ritrovarsi catapultati a 1300km da casa senza parlare una parola di francese, la famiglia lontana, lontano dagli amici storici. Mi sono sentito solo, ma non ho avuto troppo tempo per piangermi addosso. Dovevo agire. Mi sono iscritto subito al pole-emploi, il nostro ufficio di collocamento, ho fatto il giro di tutte le agenzie interinali e ho distribuito curriculum ovunque, compreso alle pompe funebri. La mia fortuna è stata avere una famiglia solida che mi ha sostenuto, qualche economia per iniziare e una suocera d’oro che mi ha accolto come un figlio. Ho iniziato un corso di francese perché non parlavo una parola della lingua e, dopo 3 mesi e un francese approssimativo, passai dei test per essere assunto come operaio sulla linea dell’alta velocità Parigi-Bordeaux. Superate le selezioni, mi formarono come operatore di laboratorio. Finito il cantiere mi proposero di lavorare in trasferta in tutta la Francia, ma questo voleva dire partire e ritornare i weekend. Siccome la mia priorità era la famiglia, declinai e trascorsi 3/4 mesi in disoccupazione. Mandai diversi curriculum compreso uno alla posta di Chatellerault, una città a 30km da Poitiers. Mi chiamarono per un contratto di 2 settimane, che poi diventarono 2 mesi. A quel punto passai un concorso interno e adesso, a settembre, saranno ormai 10 anni che sono di ruolo. Dei miei 13anni in Francia ne sono passate di cose, dopo Sophia che ha 12anni é arrivato Jean nel 2013, ci siamo sposati nel 2014 poi è arrivata Marguerite nel 2021, e il mese prossimo arriverà un altro bambino,ma non abbiamo ancora scelto il nome».

A 300 chilometri da Parigi, con la sua architettura romanica e le strade lastricate, Poitiers è una città immersa nella storia con un patrimonio di ben 86 monumenti classificati. Ma com’è vivere qui da residente?

«Poitiers è la città ideale per vivere e per avere una famiglia; gli affitti e i prezzi delle case non hanno niente a che vedere con Parigi o il sud della Francia. La qualità della vita è ottima e tutto è a portata di mano. Parigi si trova a 1 ora e 20 con il treno, Bordeaux a 2 ore e l’oceano a un’ora e trenta. I castelli della Loira distano solo un’ora e mezza e sono bellissimi. Poitiers è una città sicura dove ci si sente a bene; dove non c’e il senso di insicurezza che si può avere a Parigi o in un altra grande città. Ci sono tutte le università più importanti compresa medicina. Ci sono 2 grandi ospedali e il parco di Blossac alle porte della città, é un polmone verde. La cattedrale è magnifica e il mercato del sabato mattina è veramente incredibile e multiculturale con le bancarelle di ostriche,formaggi e verdure di stagione. A Poitiers ci si sente subito sentito a casa».

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Riccardo Sini Frascarelli

Quali sono gli aspetti che ti piacciono di più del vivere in Francia e quelli che viceversa ti piacciono di meno?

«La meritocrazia, se sei bravo nel tuo lavoro puoi emergere facilmente. Il sistema sanitario è ottimo. La qualità della vita pure. Le 35ore settimanali al lavoro. L’importanza della domenica. Quello che mi piace di meno è la burocrazia, ti chiedono sempre documenti su documenti».

Hai 3 figli, e il quarto è in arrivo. Com’è crescerli qui? Penso all’istruzione, ai servizi per l’infanzia, alle agevolazioni per i genitori ecc

«Sophia è alle medie, Jean alle elementari e Marguerite e all’asilo. Le scuole di Sophia e Jean sono statali e gratuite, pago solo la mensa, sui 140euro al mese. Marguerite va all’asilo 3 giorni a settimana e pago circa 150euro al mese, perché io ho preso un tempo parziale al lavoro e ho il mercoledì libero, mentre il venerdì é mia moglie che non lavora. Fino ai 3 anni di Marguerite la perdita di stipendio che subiamo perché lavoriamo un giorno in meno a settimana è compensato dalla CAF, il centro allocazioni familiare».

Riccardo Sini Frascarelli

A proposito di lavoro. A Poitiers fai il postino, ti piace quello che fai e perché? Hai notato differenze dal punto di vista lavorativo rispetto all’Italia?

«Faccio il postino in una città vicino a Poitiers che si chiama Beaumont St-Cyr, una cittadina in campagna di circa 3000 abitanti. Il postino in Francia è stimato e apprezzato, ha un ruolo sociale perché spesso le persone anziane che vivono lontane dai grandi centri sono sole e il postino è la sola persona che vedono durante la giornata. Mi piace fare il postino perché ho molta libertà, una volta partito dal centro di distribuzione posso gestirmi come voglio, l’importante è finire il lavoro. Due anni fa ho rifiutato una promozione che mi avrebbe permesso di andare allo sportello perche gli orari non combaciavano con la vita di famiglia. Oggi inizio il lavoro alle 7:25 e finisco tutti i giorni alle 13:50 e questo mi permette di avere molto tempo per i bambini e per le loro attività sportive. Lo stipendio del postino non è altissimo ma è sicuro, le possibilità di evoluzione nell’azienda sono importanti. Ho conosciuto semplici postini diventare responsabili in qualche anno. Quando i ragazzi cresceranno e avrò un po’ più di tempo mi piacerebbe diventare formatore per il primo intervento e fare formazione nei vari centri di distribuzione della regione».

Dove vivi e in generale in Francia, ci sono opportunità occupazionali per chi come te sta pensando di trasferirsi qui? E quali consigli daresti a loro?

«In Francia lavoro si trova,e si può trovare facilmente, per esempio vicino Poitiers vengono molte persone per fare la stagione e raccogliere l’uva, i meloni e gli asparagi. I ristoranti sono sempre in cerca di personale. Poi le figure professionali come infermieri,dottori sono sempre ricercate e ambite. Le cose importanti per chi vuole trasferirsi sono parlare la lingua e non farsi illusioni: l’America non esiste, si lavora per vivere, non per diventare ricchi. A chi vuole venire in Francia consiglierei di programmare il trasferimento magari chiedendo consigli su gruppi social di italiani in Francia. Oppure chiedere a chi ci vive da qualche anno come me».

Riccardo Sini Frascarelli

Ormai sei lontano dall’Italia da 12 anni. Come è cambiata la tua vita da quando ti sei trasferito a Poitiers?

«La mia vita è cambiata drasticamente, da studente universitario un po’ perso mi ritrovo papà, marito e postino nel centro-ovest della Francia. Se ripenso a quella notte quando ho riempito la macchina di cartoni e speranze per raggiungere la mia futura moglie mi dico che non è vero. La mia storia l’ho scritta con molti sacrifici, paure e lacrime. Ho lottato duramente e ho capito che nella vita nessuno ti regala niente. Oggi ho una casa, una famiglia e una gatta e il resto della storia é ancora da scrivere. Sarò sempre grato alla Francia per avermi dato una possibilità e per questo il mese di maggio 2023 ho preso la nazionalità francese».

Ti manca l’Italia e ci torneresti?

«A volte sento la nostalgia del mare Adriatico,dei monti Sibillini,dei paesaggi collinari marchigiani ,il caffè, lo stracchino e la porchetta, ma quello che mi manca di più dell’Italia è la mamma, sono triste quando penso che i miei figli vedono i miei genitori una volta all’anno e non hanno una relazione speciale come con la nonna materna, ma purtroppo «c’est la vie. Quando terminai il lavoro da operaio avevo pensato di ritornare in Italia, inviai anche qualche curriculum all’Anas e altre grandi aziende ma nessuna risposta. Ormai la mia vita è qui in Francia,finche i miei genitori vivranno verro tutte le vacanze d’estate ma quando non saranno più di questo Mondo credo che non verro più».

Progetti e sogni per il futuro?

«I progetti per il futuro sono essere un buon padre, passare il più possibile del tempo con i bambini per vederli crescere e fra qualche anno magari chiedere un trasferimento nel sud della Francia».

Per contattare Riccardo ecco la sua e-mail: riccardo.sini.frascarelli@gmail.com