Maura, “Ho cominciato a godermi la vita quando sono arrivata a Gran Canaria”

A cura di Maricla Pannocchia

Per i primi 40 anni della sua vita, Maura ha avuto un’esistenza che definisce “comune” e si divideva fra casa, lavoro e famiglia. Due eventi traumatici – la scomparsa del padre e la fine del suo matrimonio – le hanno dato modo di re-inventarsi e, seguendo un bisogno che aveva iniziato ad avere un po’ di tempo prima, quando vivere in Italia aveva cominciato a essere troppo impegnativo e insoddisfacente, la donna ha deciso di trasferirsi all’estero.

Aspettando che il secondogenito compisse 18 anni, Maura, nel frattempo, si è data da fare raccogliendo informazioni e viaggiando molto per trovare la meta ideale. “La prima scelta sarebbe stata l’Australia ma trasferirsi lì è molto complicato dal punto di vista burocratico” racconta la donna che, così, ha deciso di andare a Gran Canaria, la sua seconda opzione.

“Ho fatto tutto in gran segreto, parlandone agli altri solo pochi giorni prima della partenza” racconta Maura che, sull’isola, è coach e aiuta le persone a (ri)trovare la propria felicità ma anche a trasferirsi lì o a vivere meravigliose vacanze. “Qui, è fondamentale avere il NIE, senza quello non si può fare praticamente niente” aggiunge Maura, “tuttavia, ottenere un appuntamento è diventato molto difficile. Io vado spesso alla centrale della polizia per conto dei miei clienti e ho le mie strategie per prenotare degli appuntamenti il prima possibile.”

Maura Bartolini Gran Canaria

Ciao Maura, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, mi chiamo Maura Bartolini e la mia città natale è Bologna. Sono la mamma di due ragazzi stupendi e, fino ai 40 anni, la mia vita si è svolta in maniera lineare e abbastanza comune agli schemi della nostra società. Ero piuttosto inquadrata nella routine casa – lavoro -famiglia. Una serie di eventi ha portato un po’ di scossoni nel mio menage ma, soprattutto, dentro di me. Questi eventi sono stati una brutta malattia di mio padre, con la sua dipartita, e la fine del mio matrimonio.

In realtà il mio matrimonio stava traballando da alcuni anni ma l’evento traumatico della perdita di mio padre mi ha portata a farmi delle domande sulla vita in generale e sulla mia in particolare. Da lì, ho preso la decisione d’interrompere una relazione che non mi rendeva più felice. Ho vissuto profondi momenti di riflessione che solo nel mezzo di certe crisi riusciamo a toccare. Ad oggi, ho compreso quanto siano utili e fruttiferi certi cali, certe situazioni, certe malattie perché riescono a far emergere la nostra profondità e a farci capire quello che è veramente importante per noi. Da questi due lutti sono come rinata. Da lì è iniziata davvero la mia vita, dove mi sono espressa in toto, sono cresciuta, cambiata e mi sono trasformata. Ora posso dire che ho iniziato davvero a giocare con la vita consapevolmente. Naturalmente, non è accaduto dalla sera alla mattina ma il tutto è frutto di un processo lungo. Ecco che, passo dopo passo, mi sono ritrovata alle Canarie!

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Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Non ho mai pensato di lasciare l’Italia, nemmeno 28 anni fa quando, durante un viaggio a Tenerife, me ne sono innamorata. Ero consapevole del fatto che era solo un amore invernale, che mi aiutava ad accorciare il periodo freddo. Ho iniziato a provare un senso d’insoddisfazione nel vivere in Italia quando il mio secondogenito aveva 15 anni. L’Italia, per me, è un Paese bellissimo che amavo ma mi ero stancata della sua burocrazia, della sua inefficacia, della sua pesantezza e, soprattutto, del modo complicato di vivere. Questo senso d’insoddisfazione è progressivamente cresciuto e, man mano che gli anni passavano, il mio desiderio di andare via aumentava. Una motivazione aggiuntiva era quella di dare a mio figlio un’opportunità migliore di vita e di lavoro. Ho atteso che Simone compisse i 18 anni e, nel frattempo, studiavo, m’informavo e ricercavo luoghi dove poter espatriare. Scegliere dove andare non è stato semplice ma è stato divertente perché mi ha costretta a viaggiare in diversi Paesi e in tre anni ho visitato Dubai, la Florida, l’Australia, la Thailandia e le Canarie. Una cosa era certa: volevo un clima caldo! Il luogo che ha catturato il mio cuore è stato l’Australia ma, per via di aspetti pratici importanti e complessi, ho preferito Gran Canaria, che era comunque al secondo posto!

Ora vivi a Maspalomas, Gran Canaria. Come mai hai scelto di trasferirti proprio lì?

La scelta di Maspalomas è stata un po’ di ripiego per via del visto complicato da ottenere a Brisbane e anche per la troppa distanza dall’Italia, 23 ore di volo sono impegnative quando degli affetti importanti restano in Italia. Ho scelto Maspalomas nello specifico perché qui piove 5 giorni l’anno ed è un posto molto turistico ma, al tempo stesso, ordinato, pulito e tranquillo, anche se non si capisce come questo sia possibile, data la grande affluenza di turisti.

Quand’è stata la tua prima volta alle Canarie?

La mia prima volta alle Canarie è stata dopo un evento traumatico, la morte di mamma, che mi aveva lasciato una piccola somma. Visto che lei adorava il sole ho deciso di andare a farmi una vacanza al caldo a Natale, utilizzando il denaro che mi aveva lasciato. Questo risale a 27 anni fa. Natale e capodanno a Tenerife. Amore e meraviglia al primo sguardo. Quel sole turchese e la maglietta a mezze maniche il 23 dicembre mi facevano impazzire di gioia.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Ho scelto di preparare tutto il mio trasferimento in gran segreto, senza avvisare nessuno. Questo perché non volevo che il mio sogno fosse in pasto alle convinzioni e alle paure degli altri. In fondo, la decisione era mia, quindi, non mi serviva alcun parere. Due giorni prima della partenza ho comunicato agli altri il trasferimento e così ho anche evitato addii e cene strazianti. Nei mesi precedenti alla partenza mi ero premurata d’invitare a cena o fuori le persone più significative, dedicando loro tempo di qualità ma senza metterle al corrente dei miei piani. Quando, alla fine, ne ho parlato, sono rimasti tutti stupiti perché avevo da poco trovato un posto di lavoro sicuro come agente di polizia locale. Molti erano basiti, alcuni arrabbiati, altri spiazzati.

Come ti sei organizzata prima della partenza?

Ho preparato le cose molto tempo prima, quando ancora non sapevo neanche dove sarei andata. Avevo iniziato un potente decluttering negli armadi e nei cassetti, eliminando il superfluo. I miei mobili contenevano già solo l’essenziale e, quando è giunta l’ora di prepararmi al trasferimento, è stato semplice smontare casa.

Di cosa ti occupi?

Ho iniziato a studiare e a frequentare corsi di crescita personale e spiritualità per comprendere come diventare più felice. Ho scoperto che il vero tesoro è dentro di noi e non, come spesso pensiamo, al di fuori di noi. Prima per necessità poi per passione viscerale, ho iniziato a studiare e praticare e ora aiuto le persone con corsi di coaching personale che si tengono qui, per far sì che possano diventare consapevoli e felici. Credo questa sia proprio la mia missione di vita. Il mio salto pratico non è altro che tutto quello che ho studiato e applicato nella mia vita. Ognuno sa dentro di se cos’è meglio perché le risposte le abbiamo tutte, basta solo ascoltarle e seguirle. Altro che omologazione della società. Le persone hanno anche iniziato a tenermi come punto di riferimento per il trasferimento qui e, quindi, mi si è aperta un’altra possibilità lavorativa. Il punto in comune fra i due lavori è l’aiutare le persone. Magari avessi avuto, al tempo del mio trasferimento, qualcuno disposto a darmi una mano modo etico, senza vedermi come un pollo da spennare. E così, dopo tante fregature subite, ora aiuto nel trasferimento, preparo i documenti in polizia, trovo alloggi, ospito le persone in alloggi turistici, noleggio auto, aiuto nell’apertura di attività e società, faccio traduzioni, pratiche di residenza, immatricolazioni di auto, gestisco immobili turistici e non, vado alla ricerca d’immobili da acquistare per gli investitori e mi occupo della ristrutturazione e del mantenimento immobili.

Ti definisci una “ricercatrice di tutto quello che felici le persone.” Cos’è, secondo te, che rende felice la gente?

Le persone sono felici quando tutte le aree della loro vita sono in equilibrio. Quando fanno ciò che gli piace. Quando sono grate per quello che hanno e quando si nutrono con cibi sani e hanno relazioni appaganti.

E questo è più facile da trovare, nella tua opinione, più alle Canarie o in Italia?

Diciamo che non è il posto in assoluto che fa tutto, perché dobbiamo cambiare dentro, ma il fatto di cambiare ambiente ti facilita nel processo interiore. La luce del sole, la leggerezza della vita quotidiana e la gente sempre sorridente aiutano molto. Non bisogna commettere l’errore di credere che fare una valigia e cambiare indirizzo sia sufficiente a voltare pagina o a cambiare vita. Se avete delle situazioni irrisolte, delle convinzioni limitanti o dei problemi interiori, quelli vi seguiranno ovunque.

Cos’è, invece, per Maura, la felicita’?

Anche se sono passati 8 anni dal mio trasferimento, ancora oggi sono molto grata perché ho abbandonato la sveglia. Vado a letto quando ho sonno e mi sveglio quando voglio… una meraviglia. La felicità di stare sempre con questa luce solare mi dà la possibilità di vivere nella natura e, quindi, di ricevere tanta energia e maggior vitalità. La felicità, per me, è poter scegliere quanto e quando lavorare optando sempre per avere del tempo di qualità. Abbandonare la corsa e poter vivere in lentezza. Ho rincorso tanto le grandi cose per scoprire la bellezza nelle innumerevoli piccole cose. Felicità è passeggiare ogni mattina nelle acque dell’oceano, inverno compreso. Ho eseguito tante potature nella grande cerchia di persone che avevo intorno, ho scelto di averne di meno ma di spessore, desidero solo relazioni nutrienti, altrimenti sto sola a leggere un libro. Felicità per me è vedere gli occhi brillare perché i clienti hanno ritrovato il loro perché, le loro soluzioni, il loro cuore. Felicità per me è vedere la gioia nei clienti che ottengono la residenza o che trovano casa. Felicità è aiutarli a realizzare il loro sogno che, prima, è stato anche il mio. Aiutare le persone a ritrovare la loro gioia è un lavoro, che per me non è lavoro, molto appagante.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Trovare lavoro qui è abbastanza facile, specialmente in inverno, ovvero in altissima stagione. La risposta a questa domanda, tuttavia, è relativa, perché dipende molto dall’atteggiamento delle persone. Ho avuto un idraulico che, dopo 6 mesi, ha detto che qui non c’era lavoro per lui (andava in spiaggia tutti i giorni) e gente che ha trovato colloqui da fare dall’Italia. È l’azione a fare la differenza. Io credo fermamente in questa frase: “Se puoi pensarlo, puoi farlo.”

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Diciamo di sì. Sicuramente, gli stipendi qui sono più alti di quelli in Italia. Qui lo stipendio minimo è di 1200 Euro per un full time.

Puoi dirci il prezzo di alcuni beni e servizi di uso comune (es. benzina, cibo)?

La benzina costa molto meno che in Italia così come il bollo e l’assicurazione. Il cibo è aumentato anche qui. L’ autostrada è gratis e il riscaldamento non esiste. Di solito, nelle case in affitto non si paga il condominio.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Il primo documento è il NIE bianco, che è il codice identificativo dello straniero. La parte più complessa è prendere l’appuntamento che, ultimamente, è molto difficile da ottenere, probabilmente perché cercano di arginare in qualche modo questa esagerata affluenza.

Gli appuntamenti non abbondano e, in genere, sono dopo 3 mesi. Spesso, invece, appare la scritta “non ci sono appuntamenti disponibili.” Inoltre, in polizia sono molto fiscali e, se non hai appuntamento, non ti attendono. Ecco perché mi occupo di aiutare le persone a conseguire questo codice che, praticamente, è il primo passo per trasferirsi in queste terre. Avere questo codice velocemente permette di fare la differenza, specialmente se hai trovato lavoro e non ce l’hai, in genere lo danno a un altro che lo ha già. Il NIE serve per affittare casa, comprare un’auto, lavorare come dipendente o aprire una Partita Iva ma anche fare pratiche trasferimento come pensionato. Ormai, spesso sono in polizia e ho tutte e mie strategie per trovare appuntamenti nel più breve tempo possibile.

Come ti sei mossa per trovare un alloggio?

Otto anni fa mi sono affidata a un’agenzia senza scrupoli che mi ha fatto trovare casa il giorno prima della partenza e, con la scusa del preparare l’appartamento, pulirlo, ecc., non mi ha dato le chiavi e quindi l’ha affittato a me e al tempo stesso a dei turisti.

Quali sono i costi medi e le zone in cui è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Diciamo che le zone più o meno si equivalgono, tranne che per il sud che è decisamente più costoso delle altre, essendo zona turistica con un tempo stabile e soleggiato. Per spendere relativamente poco, occorre andare all’interno dell’isola, ma s’impiega poi tanto tempo e carburante per raggiungere la civiltà.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

I canari sono socievoli, goderecci, gentili e sorridenti. Nessuna situazione razzista nei nostri confronti, anche se qualche connazionale furbetto c’é stato. Sono consapevoli della ricchezza che lo straniero porta sull’isola.

Come descriveresti le loro vite?

Il canario è tranquillo, diciamo che non è un lavoratore alla milanese, ma probabilmente dobbiamo apprendere noi questo atteggiamento. Sono goderecci, tipo il nostro sud. Il venerdì alle 12, tendenzialmente i dipendenti sono meno sul pezzo. El fin de semana è alle porte e loro lo disfrutan. Molti possiedono camper e vanno al mare tutto il week-end. Genericamente, tendono a frequentare il clan famigliare.

Quali sono, secondo te, le differenze e gli eventuali punti in comune fra lo stile di vita alle isole Canarie e quello in Italia?

Uno punto in comune è sicuramente la somiglianza al nostro sud. I canari, tuttavia, sono meno furbetti, più semplici e molto di cuore. Le strade e le aiuole sono molto pulite. Il ritmo della vita è a misura d’Uomo e questo lo si percepisce anche nelle persone, che lavorano in maniera più rilassata. Il clima sempre gradevole permette di trascorrere molto tempo nella natura e, quindi, di vivere una condizione più sana che in Italia.

Maura Bartolini Gran Canaria

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Com’è la tua giornata tipo?

Molto semplice, mi alzo senza sveglia e faccio colazione in tranquillità. Gli appuntamenti di lavoro in genere li prendo alle 10. Dopo colazione, faccio tre -quattro chilometri di camminata nell’acqua dell’oceano. Pranzo alle 13 e, a volte, faccio un riposino, poi mi dedico ad alcuni appuntamenti di lavoro e vado un po’ in spiaggia. Alla sera, ceno presto e poi creo, scrivo, disegno e leggo.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Primo: chiamatemi. Una consulenza gratuita può farvi risparmiare tempo e denaro e, soprattutto, può aiutarvi a valutare il vostro perché. Sapere bene perché si vuole fare qualcosa è come avere un faro che v’illuminerà le giornate buie perché trasferirsi all’estero non vuol dire solo stare come in vacanza, rilassati e in infradito. I momenti bui arrivano e lì entra in campo il tuo faro. Pianificate, insieme viene meglio. Venite a vedere l’effetto che vi fa l’isola.

Quali sono gli errori più comuni di chi si trasferisce alle Canarie?

1- pensare che fare la valigia e comprare il biglietto serva a resettare tutta una vita.

2- credere di vivere sempre in vacanza.

3-lasciare a casa lavori e professioni belle e interessanti per andare a fare il cameriere stagionale, soprattutto senza averlo mai fatto.

4-comprare un biglietto di sola andata, smontare casa e partire senza aver mai visto l’isola.

5-pensare che qui sia il Terzo Mondo e che si viva con 500 Euro il mese.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Non rimpiango nulla perché tutto era perfetto in quel momento e per il livello di consapevolezza che avevo. Tutto ha contribuito a farmi crescere.

Quali sono le difficoltà più ardue che hai dovuto affrontare?

Scoprire che mi ero affidata ad agenzie senza scrupoli che mi hanno spennata come un pollo senza darmi veramente un servizio adeguato ed efficace.

Maura Bartolini Gran Canaria

Che suggerimenti daresti a chi, invece, vorrebbe andare in vacanza lì?

L’isola è un micro- continente, quindi, ci sono montagne con funghi porcini e dune desertiche. Per chi vuole trascorrere un inverno al caldo, consiglio sempre il sud. Ci sono tanti sentieri per chi vuole fare trekking ed è anche il posto ideale per chi vuole fare cicloturismo. Gran Canaria non è solo mare. Se mi chiamate prima di prenotare, posso sistemarvi in una delle tante soluzioni vacanziere che gestisco.

Cos’hai imparato, finora, vivendo alle Canarie?

Ho imparato che devo seguire il mio cuore, sempre. Quest’isola mi ha dato tanto e ancora oggi, quando rientro da un viaggio e la vedo dall’aereo, mi emoziono. È l’energia che possiede, forse per via della profondità dell’oceano o perché è di origine vulcanica..Sono veramente molto grata a quest’isola. Qui ho iniziato a giocare con la vita, come se fossi una bambina, e sono veramente felice.

Progetti futuri?

Creare una sorta di residenza- comunità diffusa in un piccolo borgo rurale qui, lontano dal turismo. Ora sono al punto di acquisizione degli immobili. Se ci sono persone interessate al progetto volver a la tierra, sono le benvenute

Per seguire e contattare Maura:

E-mail: bartomaura@gmail.com

Sito web: www.maurabartolini.com

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