Martina: vi racconto la mia vita da nomade digitale

A cura di Maricla Pannocchia

Martina è sempre stata un’anima inquieta e, sin da ragazzina, ha sentito il bisogno di lasciare l’Italia. Durante un’esperienza estiva a Berlino, Martina ha conosciuto dei ragazzi di Barcellona e ha cominciato a frequentare la città fino a quando, alla soglia dei 30 anni, non vi si è trasferita. Dopo un po’, però, il suo animo ribelle l’ha portata nelle Filippine, dove vive e lavora come nomade digitale.

Martina abita sull’isola di Siargao, dove c’è una nutrita comunità di nomadi digitali. Per lavorare come freelance alle Filippine è sufficiente avere il visto turistico e rinnovarlo regolarmente, purché i guadagni non provengano da aziende filippine, racconta Martina, che ci parla anche di uno stile di vita più rilassato rispetto a quello europeo e di un’isola in cui è possibile dedicarsi al surf e ad altre attività sportive oppure oziare sulle bellissime spiagge bianche. A chi sogna di diventare un nomade digitale, Martina suggerisce di scavare dentro di sé, individuare i propri talenti e capire che cosa si voglia fare, perché la risposta generica “non so che lavoro vorrei fare, basta che sia online”, solitamente porta poco lontano.

Martina Vitali Filippine

Ciao Martina, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Mi chiamo Martina, ho 38 anni e sono originaria di Ravenna, dove sono cresciuta e rimasta fino ai 30 anni. A quel punto, ho deciso di trasferirmi a Barcellona, dove sono residente da ormai 9 anni. Sono laureata in Comunicazione Pubblicitaria e Marketing (Università di Pesaro-Urbino) e ho studiato (piccola parentesi di qualche mese) Foto-periodismo a Firenze.

Come dice sempre mio padre, sono una “girandolona”: da quando ho iniziato a viaggiare sono diventata un’abbonata dei biglietti aerei “one way”. Sono sempre stata la ribelle e matta della famiglia fin da bambina. Quando mi arrabbiavo, mi mettevo lo zainetto in spalla, m’incamminavo per i campi e dicevo che sarei andata via, lontano. Ad oggi, considero Barcellona il mio posto nel mondo, ma ho pezzettini di cuore sparsi un po’ in tutta l’Asia, soprattutto nelle Filippine, dove vivo attualmente.

Quando hai sentito il bisogno di mollare tutto e trasferirti all’estero?

In verità ho sempre sentito molto stretta la mia città di provincia, fin da ragazzina. La prima esperienza all’estero l’ho fatta all’età di 20 anni, quando sono andata a Berlino per i 3 mesi estivi. In quei mesi ho conosciuto un gruppetto di ragazzi spagnoli, precisamente di Barcellona, e mi è bastato poco per decidere di raggiungere la capitale catalana l’estate successiva. In quegli anni stavo frequentando l’università e non potevo lasciare la città di Pesaro in cui studiavo, ma l’estate era perfetta per conoscere Barcellona e così sono partita. E lì è scoppiato l’amore per la città.

Dovevo ancora laurearmi e quindi sono rimasta in Spagna solo da giugno a settembre. La mia idea iniziale era quella di tornare in Italia per finire l’università, laurearmi e ripartire ma, una volta rientrata, complici un nuovo lavoro e l’amore, sono rimasta “bloccata” in Romagna per i successivi 9 anni. La mia voglia di trasferirmi a Barcellona non è però mai svanita e, alla soglia dei 30 anni, ho deciso di partire. La storia d’amore era finita, ho mollato il lavoro a tempo indeterminato e ho fatto un biglietto di sola andata.

Parliamo, prima, della Spagna. Cosa puoi raccontarci della vita a Barcellona?

Per me Barcellona è amore puro e intolleranza, forse perché dopo tanti anni ci sono alcune cose di cui mi sono stancata, ma quando non sono a Barcellona mi manca tantissimo.Essa è una città multiculturale, piena di vita, di eventi, di cose da fare. Puoi scegliere tra mare, montagna, cultura e, se ami far festa, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Io ho ormai superato quella tappa della vita super festaiola e mi godo la città tra giretti in centro, aperitivi e cene con gli amici ma anche gite fuori porta nel weekend.

Amo passeggiare per le strade della città. L’atmosfera di Barcellona è sempre incantevole e spesso mi sento come se fossi sempre in vacanza perché ogni volta scopro qualcosa di nuovo, che sia un ristorante o un angolo del quartiere.

Da un punto di vista lavorativo, Barcellona offre molte opportunità professionali essendo sede di tantissime aziende internazionali. È una città che ispira e che apre gli occhi.

E come mai, a un certo punto, hai deciso di partire per il sud-est asiatico?

Era l’estate del 2016, a Barcellona stavo facendo un lavoro che non mi piaceva e con ogni persona nuova con cui avevo la possibilità di parlare, finivamo per riflettere sul Sud Est Asiatico. Chi c’era stato, chi ci voleva andare, chi ne aveva visitato una parte ma voleva vedere altri Paesi. E poi un mio amico di Madrid mi ha detto che si sarebbe trasferito sull’isola di Malapascua, nelle Filippine, per fare l’istruttore di sub.A un certo punto ho preso tutto questo come un segno, dovevo partire anche io perché la mia curiosità stava galoppando. A settembre 2016 ho lasciato il lavoro e ho iniziato a organizzare il viaggio. Un’avventura che è iniziata a febbraio 2017, che pensavo durasse 2 o 3 mesi, ma che si è conclusa dopo 8 mesi. Ho messo nel mezzo anche una tappa di quasi 90 giorni in Australia.

Martina Vitali Filippine

Che consigli daresti a chi sogna di fare un viaggio simile al tuo?

Di non pensarci due volte e di non ascoltare troppo gli altri che spesso ti diranno “Stai attento, è pericoloso, ma poi come fai con i soldi, e il lavoro? E quando torni poi cosa farai? Ma come fai a viaggiare in posti con una cultura così diversa dalla nostra?”

Se vuoi partire, fallo! L’importante è organizzarsi un minimo ed essere soprattutto consapevole e al corrente delle regole di ogni Paese a livello di visto d’ingresso. Consiglio anche di raccogliere informazioni pratiche prima di mettersi in viaggio come, ad esempio, dove cambiare i soldi o se è accettata la carta di credito per pagare (molti Paesi in Asia accettano solo contanti ed è quindi necessario saperlo prima, per avere una certa quantità di denaro sempre disponibile).

Tutto il resto verrà da sé, senza troppi piani. In viaggio si conoscono sempre viaggiatori e gente del posto disposti ad aiutare, consigliare e che ti daranno la giusta ispirazione per la destinazione successiva.Basta solo una buona dose di spirito di adattamento, tanta curiosità, mente aperta e un pizzico di incoscienza (quella buona).

Adesso passi gran parte dell’anno nelle Filippine. Perché hai deciso di fermarti proprio lì?

Le Filippine sono il Paese che ho amato di più del Sud Est Asiatico fin dal primo momento. Amo le persone, sempre così cordiali e disponibili, amo le spiagge infinite, la vita tropicale e la semplicità con cui qui si vive la vita. Sarà forse stata l’influenza spagnola, ma credo che i filippini siano un po’ diversi dagli altri asiatici, più aperti, più sorridenti e, soprattutto, nelle Filippine ho trovato ancora quella genuinità che non ho percepito in altri posti, come ad esempio in Thailandia.

I viaggiatori nelle Filippine sono visti come amici, siamo tutti una grande comunità, e non come obiettivi a cui spillare dei soldi (sensazione che ho avuto nel Sud della Thailandia o a Bali, per quanto meravigliose siano).

Dopo il viaggio nel 2017 sono tornata nelle Filippine a marzo 2019 e per lavoro (lavoravo per un’agenzia viaggi) ho vissuto con base a Manila, ma mi spostavo nelle isole quando potevo e sono stata a Siargao per qualche mese. Quando è scoppiata la pandemia ero a Manila e lì sono rimasta letteralmente bloccata fino a luglio 2020 (l’aeroporto è stato chiuso per qualche mese). Nell’estate 2020 sono rientrata in Europa dove sono rimasta per due anni, ma non vedevo l’ora di ripartire.

Sono di nuovo qui nelle Filippine da settembre 2022.

Dove abiti precisamente e di cosa ti occupi?

Attualmente vivo a Siargao, isola che si trova sul versante orientale del Paese e che fa parte della provincia di Surigao del Norte. Un’isoletta direi abbastanza piccola, perfettamente percorribile in moto (da Nord a Sud ci vogliono circa 2 ore di viaggio).

Mi occupo di Content Marketing e SEO e lavoro online, principalmente nel settore del turismo e dell’editoria. Quello che faccio è scrivere e scrivere ogni giorno! 😉

Lavoro per agenzie viaggi, magazine online e case editrici.

Come valuteresti il rapporto costo/qualità della vita?

A differenze degli altri Paesi asiatici le Filippine sono forse un pochino più care, soprattutto a livello di spostamenti perché tra un’isola e l’altra è quasi sempre necessario prendere dei voli interni.Rimane comunque sempre un Paese del Sud Est Asiatico, quindi il costo della vita è molto più basso rispetto all’Europa. Diciamo che il rapporto costo/qualità dipende anche dall’isola in cui ti trovi. Isole come Palawan e Boracay sono sicuramente più care rispetto a Siargao o Camiguin, perché più turistiche.Puoi comunque mangiare ovunque un buon piatto di cibo locale per 2€.

Qual è il costo medio di un alloggio e che consigli daresti per trovarne uno economico, carino e senza incappare in eventuali fregature?

Qui a Siargao il costo medio mensile di un piccolo appartamento (preso in affitto da un local e non tramite Airbnb) è di circa 250/300€ al mese (di solito con costi di acqua, luce e gas esclusi). Puoi trovare anche a meno o a un prezzo più alto, dipende dalle tue necessità. Alcuni includono già il wifi, altri no, per cui è necessario procurarsi un modem o usare il proprio cellulare (come faccio io e mi trovo benissimo, il costo per i pacchetti di GB è davvero irrisorio).

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Parlo ovviamente di alloggi long term, ma se ti fermi solo per qualche giorno o qualche settimana, il prezzo si alza perché è necessario usare siti web come Booking o Airbnb per prenotare. Puoi anche trovare alloggi offerti direttamente dalla gente del posto, però per qualche giorno o settimana il prezzo che propongono è sempre più alto rispetto a quello pensato per chi rimane per molto tempo. La maggior parte delle persone utilizza i gruppi FB per cercare un alloggio e i contatti sono piuttosto affidabili. Chi viene qui per un periodo più lungo alloggia i primi giorni in un hotel/ostello/guest house e cerca un appartamento long term per le settimane/i mesi successivi. Una volta sull’isola, è facile mettersi d’accordo con il proprietario per poter andare a vedere con i propri occhi l’appartamento e prendere accordi. Non dico che riceverai un contratto scritto, ma puoi comunque avere una visione più chiara della situazione e capire se fidarti oppure no.

Sei una nomade digitale. Come valuteresti questo Paese per chi deve lavorare da remoto?

Vengo nelle Filippine dal 2017 e posso dire che il Paese è migliorato tantissimo sotto questo punto di vista. Ci sono sempre più strutture e luoghi da cui poter lavorare da remoto e si stanno sviluppando piccole comunità di nomadi digitali.

Chiacchierando con altri nomadi digitali europei mi sento spesso ripetere che le Filippine non sono adeguate, la gente ancora non si fida e viene sempre fatto un paragone tra le Filippine e la Thailandia o Bali. È ovvio, le Filippine non sono ancora ai livelli di Bali, però non si può fare di tutte le Filippine un fascio: se si viaggia in un’isola remota è ovvio che sarà difficile lavorare online, perché la connessione Internet è inesistente, ma in isole più turistiche come Palawan, Siargao, Boracay o Bohol ci sono sempre più ostelli, hotel e bar/ristoranti perfettamente organizzati per accogliere i nomadi digitali. Qui a Siargao siamo già in tanti e amo la community di digital nomads che si è creata, persone con cui condivido le mie giornate di lavoro e le mie serate, tra tramonti e drink.

Da quando sono rientrata ho anche aperto un account IG – digital.nomads.philippines – in cui condivido foto e informazioni dei luoghi da cui si può lavorare, non solo qui a Siargao ma anche in altri posti del Paese.

Martina Vitali nomade digitale

Cosa si fa a Siargao per divertirsi?

Siargao è la capitale filippina del surf, quindi se sei un amante del surf è la tua destinazione. Siargao è perfetta per essere girata in moto, da Nord a Sud ci sono tantissimi luoghi da vedere tra spiagge paradisiache, piscine naturali e lagune. Si possono fare tour in barca per vedere le isole circostanti e non mancano i tramonti. Il famoso Catangnan Bridge all’ora del tramonto si riempie di persone ed è un luogo di ritrovo per tutti, ogni singola sera. Ci sono tantissimi ristoranti, dal cibo locale a quello internazionale, e non manca la scelta di bar: in verità, ogni sera organizzano una festa diversa. C’è un vero e proprio calendario: da lunedì a domenica c’è un locale che organizza happy hour, concerti di musica live o serate con dj set.Vige però una regola su tutta l’isola: le feste finiscono a mezzanotte (anche se qualche after party viene organizzato di nascosto…).

A chi consiglieresti Siargao come meta per un soggiorno lungo?

La consiglierei a chi ama il surf, la natura e a chi ha voglia di far par parte di una bella community di persone. Siamo tutti amici: ciò che più amo di Siargao è che qui, a differenza di altre isole filippine, c’è una perfetta connessione tra locals e stranieri. Siamo tutti una grande famiglia, Siargao ti fa sentire a casa. Tra nomadi digitali organizziamo una cena ogni settimana e non mancano le avventure nei weekend. Un’isola tranquilla dove puoi godere della vita tropicale, tra lavoro e momenti di svago.

Che suggerimenti hai per chi, invece, sta pianificando il primo viaggio nelle Filippine?

Per pianificare un viaggio nelle Filippine consiglio prima di tutto di valutare tre cose: quando andare, giorni a disposizione e attività che si vogliono fare. Nelle Filippine c’è la stagione delle piogge e la stagione secca, è quindi importante scegliere il periodo giusto: se vuoi visitare il versante occidentale del Paese, consiglio di andare tra novembre e marzo mentre per il versante orientale il periodo migliore va da maggio a ottobre. Quanti giorni? Direi almeno 10/12 giorni (esclusi il giorno di arrivo e partenza): con 12 giorni si possono visitare almeno 2 isole o anche tre, dipende dal ritmo che si vuole dare alla vacanza. Nelle Filippine puoi fare immersioni, snorkeling, surf, windsurf, infinite escursioni in barca, puoi fare trekking sui vulcani e visitare le risaie nel nord del Paese. A mio avviso, il viaggio perfetto comprende il giusto mix tra attività e puro relax sulle spiagge di sabbia bianca. Per questo consiglio almeno 10/12 giorni, per poter vedere più isole e poter prendere parte a diverse attività (se hai a disposizione 15/20 giorni, ancora meglio!)A livello di budget si può trovare davvero di tutto, dalle semplici guest house agli hotel a 4 stelle.

Come funziona, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare nelle Filippine?

Bisogna fare una distinzione tra visto turistico e visto lavorativo. Il visto lavorativo puoi ottenerlo solo ed esclusivamente se lavori per un’azienda filippina. Se lavori come freelance o da remoto per un’azienda straniera, puoi stare nelle Filippine con il visto turistico, che puoi rinnovare ogni mese (oppure ogni 2,4 o 6 mesi).Rinnovare il visto turistico è molto semplice, basta recarsi presso il più vicino ufficio immigrazione e con questo tipo di visto puoi rimanere nelle Filippine fino ai 3 anni senza avere la necessità di uscire dal Paese.È però molto importante rispettare la “regola del lavoro”: con il visto da turista è illegale lavorare per un’azienda filippina, anche se lavori come freelance. Per intenderci, come turista non puoi guadagnare soldi da un’azienda filippina. Puoi quindi rinnovare il visto turistico e lavorare da remoto o freelance solo se i tuoi guadagni arrivano da clienti o aziende stranieri.

Io vivo nelle Filippine con il visto da turista, lavoro come freelance per due clienti europei e pago le tasse in Spagna, dove sono residente.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Benissimo!! Come dicevo prima, i filippini sono estremamente ospitali e aperti nei confronti degli stranieri. Sempre disposti ad aiutarti per qualsiasi cosa, ti fanno sempre sentire come a casa.

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Cos’hai imparato, finora, vivendo nelle Filippine?

Ho imparato a vivere giorno per giorno, a essere più paziente e felice per le piccole e semplici cose della vita. Ho imparato a staccare il cervello e a rilassarmi, cosa che in Europa per me era impossibile.Qui, come in tutto il Sud Est Asiatico, i ritmi sono più lenti: all’inizio, da europeo sempre inquieto e agitato, questi ritmi così lenti potrebbero quasi darti fastidio, ma ti rendi presto conto di quanto stress accumuliamo invece nella vita di tutti i giorni e come viviamo male. Qui ho davvero notato la differenza in me stessa e ho ritrovato il mio equilibrio mentale (in parte perso anche a causa della pandemia, che credo abbia influito negativamente su tutti).

Com’è la situazione Internet, fondamentale per i nomadi digitali, nelle Filippine e a Siargao in particolare?

La situazione Internet è migliorata molto negli ultimi anni, sopratutto nelle isole più famose e più frequentate. Sempre più strutture offrono la connessione wifi e aree comuni da cui poter lavorare. A Siargao al momento la fonte Internet è costituita dalle antenne e la velocità di connessione dipende da dove ti trovi. Non ha importanza se utilizzi la tua carta SIM o la connessione wifi, tutto dipende dalle antenne. Ci sono posti che hanno l’antenna propria e questo migliora di molto la connessione.Esistono due principali fornitori di servizi Internet, Smart e Globe, ognuno dei quali ha le proprie antenne e la propria configurazione. Qui quasi tutti i nomadi digitali hanno entrambe le schede SIM (40 PHP ciascuna), in modo da poter fare lo switch a ogni necessità, a seconda di dove internet funziona meglio.Io lavoro spesso da casa con la SIM Globe, ho un’antenna vicino e lavoro benissimo, ma mi piace spostarmi in bar e resort dove trascorrere le giornate insieme ad altre persone che lavorano da remoto.

E c’è anche una novità! L’ultimo annuncio parlava di aprile 2023: sull’isola di Siargao dovrebbe arrivare Starlink, per l’accesso a Internet satellitare globale in banda larga con bassa latenza (già presente in altre zone del Paese).

Infine, che consigli daresti a chi vorrebbe diventare un nomade digitale ma non sa da che parte cominciare?

Consiglio di focalizzarsi su quello che davvero si vuole fare e si vuole diventare. Lo so, è facile dirlo e più difficile farlo, ma credo sia davvero fondamentale concentrarsi e capire dove investire il proprio tempo. Potrebbero anche volerci mesi, ma l’importante è porsi certe domande quali: “In cosa mi sento portato?” “In che settore voglio lavorare”? “Quali skills voglio migliorare?”. Solo così si può riuscire a individuare il proprio percorso e da lì partire, studiando, facendo corsi, condividendo esperienze con altri nomadi digitali e mettendosi alla prova con le prime esperienze lavorative.

Mi capita spesso di parlare con persone che dicono “Voglio fare quello che fai te, lavorare online”, ma alla mia domanda “A cosa vorresti dedicarti?” non sanno rispondere… “Va bene tutto, basta che sia online”. Ma non funziona così. Il mondo freelance è un labirinto e per non perdersi, ognuno deve trovare la giusta (e propria) strada.

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