La storia di Valentina (Travel Designer) e suo marito

A curadi Maricla Pannocchia

Da sempre appassionata di viaggi, Valentina, dopo qualche anno passato a Londra, si è sentita stanca di quella vita frenetica e, quando il tour operator dal quale era stata assunta le ha chiesto se volesse andare a lavorare alle Canarie o in Madagascar, la donna, che nella sua passione per il disegno ritraeva, da sempre, paesaggi e volti africani, non ha avuto dubbi al riguardo.

Animatrice in un resort turistico, nonché accompagnatrice dei turisti nelle varie escursioni, Valentina ha incontrato l’uomo che sarebbe diventato suo marito proprio in Madagascar. Riguardo alle difficoltà di avere un consorte appartenente a un’altra cultura così diversa dalla sua, la donna commenta,”le prime difficoltà in una relazione con un marito di cultura diversa risiedono spesso nella barriera linguistica. Parlo francese, ma non perfettamente, mentre lui ha imparato la mia lingua dopo un po’ di tempo in Italia. Tuttavia, la bellezza di questa diversità emerge nel quotidiano, respirando un po’ della cultura malgascia attraverso la cucina, le scelte musicali e le radici culturali che mio marito porta sempre nel cuore.”

Durante la sua permanenza in Madagascar, Valentina ha anche contratto la malaria, ed è stato proprio suo marito ad accorgersi della gravità dei sintomi e a portarla in ospedale. “Ho avuto una febbre altissima e, al secondo e terzo giorno, ho avuto difficoltà di udito e visione”, racconta Valentina, “In zone endemiche, se si ha una febbre alta, è fondamentale recarsi direttamente all’ospedale. Tuttavia, il medico del villaggio mi aveva diagnosticato un batterio, mentre mio marito, che aveva capito la gravità della situazione, ha insistito per portarmi in ospedale.”

Adesso, la donna è travel designer con un focus sul Madagascar e vive in Italia con il marito, con la valigia sempre pronta per tornare nel Paese natale di lui, che entrambi amano così tanto!

Valentina De Federici Madagascar

Ciao Valentina, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Mi chiamo Valentina, ho 39 anni ma mi sento più giovane. Vivo a Terracina, un paese di mare nella provincia di Latina. Fin da bambina, ero affascinata dalle puntate di “Focus” e appassionata di viaggi e pittura. Ho dipinto molte tele ispirate a paesaggi e volti africani, la mia fonte d’ispirazione preferita.

Dopo aver ottenuto il diploma da operatore turistico, ho preso la decisione che mi frullava spesso in testa: vivere fuori casa e fare esperienze di lavoro all’estero per imparare una nuova lingua. Ho scelto Londra, che si è rivelata un ottimo trampolino di lancio. Dopo tre anni, però, ero stanca di quella vita stressante. Dopo aver visitato la Spagna e il Brasile solo per vacanza, ho deciso di fare un’esperienza di Working Holiday in Canada.

Dopo un anno di esperienze importanti e qualche visita a Miami e New York, ho capito che vivere in un luogo soleggiato era indispensabile per il mio umore e stile di vita. A 30 anni, ho preso un’altra decisione: dopo essere tornata nel mio Paese, ho deciso di continuare a viaggiare. Ho superato un colloquio come animatrice e il tour operator mi ha mandata a lavorare in Madagascar. È stata un’esperienza incredibile, come se i miei dipinti di natura africana prendessero vita. Sembrava quasi un qualcosa scritto nel mio destino.

Nel 2015 hai vissuto in Madagascar e hai sposato un uomo del posto. Andiamo per ordine. Cosa ti ha spinta ad andare proprio in Madagascar?

Quando il tour operator mi fece capire che potevo scegliere se andare alle Canarie o in Madagascar, ovviamente seguii la mia natura e i miei dipinti, che mi portarono a scegliere il Madagascar.

Hai definito la storia con colui che sarebbe diventato tuo marito “complicata”, quantomeno all’inizio. In che senso?

Essendo un’italiana che viveva in una zona meno sviluppata, c’era il timore di opportunisti locali. Tuttavia, nonostante le voci e le preoccupazioni che giravano nel villaggio con alcuni colleghi, ho scelto di seguire il mio istinto, scoprendo che la relazione con quest’uomo mi faceva stare bene e sfidando così i giudizi circostanti.

Quali sono le difficoltà e le bellezze dell’avere un marito con una cultura diversa dalla tua?

Le prime difficoltà in una relazione con un marito di cultura diversa risiedono spesso nella barriera linguistica. Parlo francese, ma non perfettamente, mentre lui ha imparato la mia lingua dopo un po’ di tempo in Italia. Tuttavia, la bellezza di questa diversità emerge nel quotidiano, respirando un po’ della cultura malgascia attraverso la cucina, le scelte musicali e le radici culturali che mio marito porta sempre nel cuore

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

La mia famiglia è stata entusiasta della mia scelta, vedendo che ero felice, rispettata e addirittura salvata dalla malaria grazie a lui. Gli amici inizialmente erano prevenuti a causa del breve periodo di conoscenza, ma poi hanno cambiato opinione conoscendo direttamente, dimostrandoci comprensione e appoggio.

Valentina De Federici Madagascar

Quando hai vissuto in Madagascar, è stato semplice adattarsi alla vita lì?

Sono una persona che si adatta facilmente. Mi sento spartana e curiosa, quindi non è stato difficile adattarmi alla vita lì anche se, quando dovevo andare in bagno, volevo sempre una tazza e non un bagno turco.

Quali sono state le difficoltà più ardue da superare?

Le difficoltà più sfidanti sono stati i pregiudizi iniziali e le paure del responsabile del villaggio a causa del fatto che avevo contratto la malaria in un luogo frequentato da italiani. Alcuni colleghi italiani avevano idee sbagliate sulla trasmissione della malattia. Inizialmente, anche io ho avuto paura, così come la mia famiglia, ma con l’aiuto di una clinica privata efficiente e dell’assicurazione medica, ho superato la situazione. Quest’esperienza ha sottolineato l’importanza di avere un’assicurazione medica quando si viaggia.

In che zona hai vissuto, precisamente?

Nosy Be – Diego Suarez.

Puoi dirci meglio in cosa consisteva il tuo lavoro?

Animatrice mini club. Inoltre, accompagnavo i turisti nelle visite e nelle escursioni.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

I locals sono molto accoglienti, sorridenti e rispettosi verso lo straniero, e questo è vero specialmente nel quartiere dove viveva mio marito, Diego Suarez. I bambini mi chiamavano “vasa”, che vuol dire “gringo/straniero”.

Come descriveresti le loro vite?

La maggior parte della popolazione locale è molto povera. Definirei le persone del posto come semplici, che si aiutano a vicenda e accettano le difficoltà nella vita con molta più serenità rispetto a noi occidentali. Lì il motto è “mora, mora” cioè “piano, piano” e questo modo di pensare porta in loro serenità. I locals fluiscono insieme alla natura, si connettono con le credenze della terra e si curano molto con le loro erbe.

Com’era, invece, una tua giornata tipo?

A Nosy Be, la mia giornata lavorativa iniziava alle 6:00/7:00, con un risveglio muscolare insieme ai clienti del villaggio, seguito da animazioni sportive in piscina, pasti, mini club con i bambini e serate con spettacoli o giochi di gruppo. Quando facevo l’accompagnatrice con i clienti in escursione, trascorrevo la giornata con loro sulle isole tropicali.

A Diego Suarez, la mia routine con mio marito includeva mattinate in cui prendevamo il tuc tuc per andare in centro o al mercato per la spesa di frutta, faccende domestiche e cene a casa, dove la sua famiglia ci preparava sempre un piatto di riso, che non manca mai sulle loro tavole.

Come ti sei mossa per trovare un alloggio?

Quando lavoravo, l’alloggio era fornito sul posto. Quando mi spostavo con mio marito, alloggiavamo in hotel o nella sua casa a Diego Suarez. Viaggiando per il Madagascar, contavamo spesso sull’ospitalità di amici di mio marito, poiché lì si usa aprire la porta di casa e offrire ospitalità agli amici e alle famiglie. Il termine “Karibo”, che significa “prego” in lingua malgascia, riflette questa cultura accogliente, invitando gli altri a sedersi e condividere un pasto.

Pensi che sia facile, per un italiano, trovare un alloggio in Madagascar per un periodo superiore a quello della classica vacanza?

Sì, credo sia facile e possibile, anche se dipende da cosa si cerca. Ad esempio, dipende se una persona cerca una casa intera o una stanza in un b&b per lunghi periodi. Sicuramente consiglio di andare lì prendendo una stanza in un b&b o su Airbnb e capire sul posto costi e fattibilità di tutto.

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Che lingue si parlano in Madagascar? Pensi che sia necessario conoscerle per integrarsi al meglio?

Le lingue ufficiali sono il malagasy e il francese. Per farsi capire bisogna conoscere un po’ il francese ma in alcuni luoghi turistici i locals parlano anche un po’ d’inglese o d’italiano (ma non tutti).

Valentina De Federici Madagascar

Qual è, secondo te, la più grande “piaga” del Madagascar?

Direi l’ignoranza. L’analfabetismo è l’inizio di un circolo vizioso. La povertà porta tante persone a vivere nell’ignoranza e nella mancanza d’igiene, tuttavia, il Madagascar è molto più di questo.

Ti sei mai sentita in pericolo?

Sì e no. Come accennavo, il quartiere dove stava mio marito non è proprio turistico, quindi, quando volevo uscire per comprare qualcosa, i familiari volevano che andassi sempre accompagnata. Essendo “wasa” e bianca, avrei potuto essere vista come una fonte di denaro, anche se, in realtà, non avevo molti soldi con me.

Come hai accennato, hai preso anche la malaria. Puoi raccontaci quest’esperienza?

Vorrei iniziare spiegando come si contrae la malaria. Purtroppo, fino a oggi, non si conosce un modo sicuro per prenderla se non attraverso la puntura di una zanzara femmina che ha precedentemente succhiato sangue da una persona malata di malaria. Questo è importante da sapere, poiché durante il mio periodo di malattia, alcuni colleghi erano preoccupati di poter essere contagiati, dimostrando un certo grado d’ignoranza.

Per quanto riguarda la mia esperienza, non saprei dire precisamente quale sia stata la puntura “colpevole”, ma quando la malaria si è manifestata, è stato terribile. Ho avuto una febbre altissima e, al secondo e terzo giorno, ho avuto difficoltà di udito e visione. In zone endemiche, se si ha una febbre alta, è fondamentale recarsi direttamente all’ospedale. Tuttavia, il medico del villaggio mi aveva diagnosticato un batterio, mentre mio marito, che aveva capito la gravità della situazione, ha insistito per portarmi in ospedale.

Che opinione hai, dopo quanto hai vissuto, del servizio sanitario del Paese?

Nella clinica privata a Nosy Be, dove sono stata per una settimana, il personale era molto preparato per questo tipo di malattie e molto disponibile. Le infermiere erano sempre pronte ad aiutarmi. Ne sono uscita fuori dopo una cura di flebo a base di chinino.

Che consigli daresti a chi vive/viaggia in Paesi come il Madagascar, per cercare di evitare di contrarre la malaria?

Per chi vive o viaggia in Paesi come il Madagascar, consiglio innanzitutto di dotarsi di un’assicurazione medica. È importante utilizzare auto-repellenti tropicali, specialmente durante le escursioni all’alba o al tramonto, e coprire braccia e gambe per evitare le punture delle zanzare. In farmacia, è disponibile una pastiglia economica (circa 1,00 Euro) che può essere presa in caso di febbre come misura precauzionale.

Un altro suggerimento è bere tisane a base di foglie di chinino, lampone e altre erbe, come prevenzione, una pratica che ho adottato grazie alla famiglia di mio marito. Infine, per coloro che desiderano un’opzione farmacologica preventiva, è consigliabile consultare un infettivologo e ottenere una prescrizione per farmaci come il Malarone.

Come valuteresti servizi quali la burocrazia e i mezzi pubblici?

La burocrazia in Madagascar mostra segni di corruzione evidenti, ad esempio, negli aeroporti, dove spesso chiedono mance. Anche durante i controlli stradali, ho notato che, offrendo qualcosa, potevo evitare inconvenienti. Per quanto riguarda i mezzi, ci sono quelli privati come i tuc tuc, che sono diffusi come i taxi, ma ci sono anche i taxi tradizionali. I mezzi pubblici sono gli autobus, anche se l’affollamento può essere un problema, perché rischi che sotto al tuo sedile si siedano altre persone. Altrimenti è possibile affittare un’auto con autista, opzione particolarmente consigliata per affrontare strade dissestate e poco familiari.

Valentina De Federici Madagascar

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

I prezzi della frutta, della carne e del pesce nei mercati del Madagascar possono variare a seconda della regione, della disponibilità stagionale e delle condizioni locali del mercato. Tuttavia, posso dare un’idea generale dei prezzi medi basati sulla mia conoscenza fino al 2022.

Frutta e frutta esotica: da €0,40 a €1,20 / Carne: da €3.00 a €4.00 / Pesce: da €2.00 a €3.00

1 litro di benzina quasi €1.00.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi o vivere a lungo in Madagascar?

Consiglierei di andarci prima in vacanza e poi decidere se vi piace restare, così da collaudare direttamente i costi ed essere utili anche alla sostenibilità del Paese.

Adesso vivi in Italia con tuo marito. È stato facile, per lui, adattarsi allo stile di vita italiano?

Sì, a lui è piaciuto lo stile di vita italiano. Stiamo bene e abbiamo costruito la nostra casa, con un bel giardino, partendo da zero. Quando possiamo, ritorniamo in Madagascar, ovviamente. A lui manca il cibo malgascio.

Ora sei una Travel Designer certificata. Puoi raccontarci questo percorso e cosa fai, precisamente?

Grazie anche alle esperienze vissute in Madagascar, ho fatto della mia passione un lavoro diventando consulente e organizzatrice di viaggi online! Ho fondato Alefa Viaggi, il mio brand ufficiale.

Organizzo viaggi su misura con un focus sul Madagascar ma tratto anche altre destinazioni tropicali per le quali, attraverso le ottime collaborazioni con i fornitori locali, creo itinerari personalizzati, prenoto le strutture e le escursioni dando a ognuna un tocco local per farvi vivere la vera autenticità del posto, sempre assicurati.

Ti va di dirci di più sui viaggi in Madagascar, progetto che stai per lanciare?

In Madagascart organizzo viaggi di gruppo, nei quali mio marito malgascio (fotografo solo per hobby) ed io, travel designer italiana, vi accompagniamo offrendovi un’esperienza guidata con un tocco personalizzato regalandovi, durante il viaggio, un servizio fotografico. La combinazione delle nostre competenze locali e internazionali vi farà vivere un’esperienza autentica nel suo genere sia dal punto di vista paesaggistico sia da quello culturale, una combinazione perfetta per regalarvi un vero viaggio local!

Quali sono stati i passi da fare per arrivare a trasformare il sogno in realtà?

Crederci e non smettere mai di sognare. Nel tempo, ho studiato facendo un corso presso la “Travel Designer Academy”, frequentando spesso le fiere del turismo, mettendomi in gioco con determinazione e, alla fine, sono stata ripagata.

Che suggerimenti hai per chi vorrebbe andare in vacanza in Madagascar?

Per un viaggio indimenticabile in Madagascar, suggerisco di esplorare la straordinaria natura dell’isola, interagire con la cultura locale, partecipare ad attività di conservazione, assaporare la deliziosa cucina malgascia e godere di esperienze avventurose o rilassanti. Raccomando anche di considerare alloggi in lodges eco-sostenibili per un’esperienza più autentica. Nella mia consulenza privata, fornisco dettagli personalizzati sull’itinerario, le attività, i luoghi da visitare, la cultura locale e suggerimenti pratici per massimizzare l’esperienza di viaggio.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

No, perche tutto doveva andare esattamente com’è andato.

Cos’hai imparato, finora, dal Madagascar?

Ho imparato a conoscere una nuova cultura, la natura, me stessa e il mio spirito di adattamento ma anche ad apprezzare i sorrisi e la diversità. Ho imparato a non fare troppe domande quando muore qualcuno (tipo, “cos’è successo?”) perché morire, in Madagascar, è una cosa seria. Secondo la cosmogonia della religione tradizionale, rigidamente monoteista ma incentrata sul culto degli antenati, quando un uomo muore, non importa come abbia vissuto, ascende al cielo e diventa il tramite tra la sfera divina e il mondo dei viventi. La morte di una persona è festeggiata quasi come un matrimonio, rispettando i loro riti.

Per seguire e contattare Valentina:

E-mail: alefaviaggi@gmail.com