Lorenzo e Federica: ci siamo trasferiti a Vancouver

Entrambi provenienti dalla Toscana e coppia nella vita da quando erano adolescenti, Lorenzo e Federica sapevano di dover lasciare l’Italia per trovare un Paese che valorizzasse di più le loro figure professionali giustificando, anche dal punto di vista economico, gli sforzi fatti dai genitori per permettere loro di studiare.

Quando Lorenzo, che lavora come ingegnere informatico, ha ricevuto una proposta di lavoro in Canada, dopo qualche esitazione iniziale, la coppia ha scelto di partire. “Mi avevano detto solamente che avrei lavorato in Canada, non la città” racconta l’uomo, “A un certo punto, è venuto fuori che avremmo dovuto scegliere tra Vancouver e Toronto e, a essere sinceri, avremmo scelto la seconda. Per fortuna, poi è successo che c’era disponibilità a Vancouver e, oggi, ne siamo contentissimi.”

Vancouver è, a detta della coppia, una città molto bella, in cui vivono persone provenienti da ogni parte del mondo. “La comunità locale ti aiuta molto” racconta Federica, “Ad esempio, quando sono arrivata, parlavo pochissimo inglese. Ci sono delle realtà, come le biblioteche, che organizzano corsi e fanno da guida a chi è appena arrivato in Canada.” La città è, indubbiamente, costosa ma, vivendo in determinati quartieri, è possibile godersela con uno stipendio medio.

Fra i piani futuri della coppia, c’è sicuramente quello di prendere la residenza permanente e, un domani, la cittadinanza canadese!

Lorenzo e Federica Vancouver

Ciao ragazzi, raccontateci qualcosa di voi. Chi siete, da dove venite…

Ciao e grazie per l’opportunità di raccontarci! Noi siamo Federica e Lorenzo, una coppia toscana che ha deciso di lasciare tutto e trasferirsi dall’altra parte del mondo! Io (Lorenzo) ho 32 anni e sono nato e cresciuto a Lucca, mentre io (Federica) sono nata a Napoli ma mi sono trasferita in Toscana, a Pescia (provincia di Pistoia), quando avevo 7 anni. Ci siamo fidanzati quando avevamo 17 e 15 anni e, da allora, abbiamo deciso di condividere quest’avventura chiamata vita!

Quando e perché avete deciso di lasciare l’Italia?

La scelta è arrivata a seguito di un’opportunità. Io (Lorenzo) sono stato contattato da una nota azienda di informatica per un’opportunità lavorativa in Canada e non ho avuto il coraggio di dire di no. Ho sempre amato il Canada e gli Stati Uniti visto che, da buon Millennial, sono cresciuto a pane e serie TV americane. Io (Federica) ero un po’ più titubante ma, una volta abbracciata l’idea di trasferirci all’estero, non vedevo l’ora di partire! Siamo stati attratti anche dalla possibilità di vivere in un Paese che valorizzasse i nostri sforzi: entrambi avevamo un lavoro stabile in Italia ma lo stipendio non era commisurato agli anni investiti nella nostra formazione e questo non ci sembrava giusto. Abbiamo sentito quasi un obbligo morale nel trasferirci, per rendere giustizia alla fatica fatta nel nostro percorso di studi e alle persone che ci hanno permesso di studiare, come i nostri genitori.

Vivete a Vancouver. Come mai avete scelto di trasferirvi proprio lì?

Quando l’azienda mi ha contattato, mi ha subito detto che la posizione sarebbe stata per il Canada, ma non aveva specificato la città. L’azienda aveva dato a me la possibilità di scegliere tra Vancouver e Toronto. Inizialmente, in tutta onestà, la mia scelta era ricaduta su Toronto. La vicinanza con l’Italia (da Toronto ci sono voli diretti e sono più brevi) e la similarità alla sua controparte statunitense, New York, avevano fatto pendere l’ago della bilancia su quest’ultima. Per fortuna (ora posso dirlo!) alla fine l’unica posizione effettivamente disponibile era per Vancouver, quindi, ci siamo ritrovati in questa incredibile città e, con il senno di poi, sappiamo che è stata una vera fortuna!

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla vostra scelta?

Siamo stati fortunati perché sia gli amici sia i parenti hanno accolto la notizia con felicità ma con quel tocco di rammarico che un po’ ti aspetti dalle persone che ti vogliono bene. Erano tutti molto felici e, soprattutto, curiosi di questo trasferimento. Tutto sommato, siamo entrambi “ragazzi di periferia”, non abbiamo mai veramente vissuto in una grande città (anche se abbiamo sempre sognato di farlo), quindi, un po’ ci aspettavamo questo interesse. Io (Lorenzo) ho sentito molto il peso della scelta: tutto sommato, ero io la ragione di questo trasferimento. Parlarne con mio padre mi ha aiutato molto a prendere questa decisione, lui mi ha sempre supportato e mi ha aiutato a prendere questa scelta con più leggerezza, senza troppe ansie, quindi gli devo molto!

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Come vi siete organizzati prima della partenza?

Fortunatamente, l’azienda si è occupata della parte più noiosa, ovvero l’ottenimento del visto lavorativo e l’organizzazione del viaggio. Una volta accettata l’offerta lavorativa, è iniziato il processo di ottenimento del visto, che è durato circa 3 mesi. A quel punto, si è trattato di un paio di settimane di organizzazione, giusto il tempo di preparate le valigie (una valigia a mano e due valigie imbarcate a testa, in fondo, ci stavamo trasferendo dall’altra parte del mondo) e richiedere l’acquisto del biglietto aereo.

Di cosa vi occupate?

Io (Lorenzo) sono un ingegnere informatico mentre io (Federica) mi occupo di marketing e graphic design e, circa 6 mesi dopo il trasferimento, ho deciso di lanciarmi nell’imprenditoria e aprire una mia agenzia di comunicazione, Fenia Communication (è sempre stato il mio sogno da quando ero ragazzina!). Siamo entrambi molto appassionati del nostro lavoro e, come già accennato, era fondamentale per noi poterci trasferire in un Paese che valorizzasse le nostre figure professionali.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Come per molte altre cose, dipende. A Vancouver ci sono moltissime opportunità lavorative, che spaziano dall’hospitality (ristorazione, hotel, ecc.) al mondo del cinema (Vancouver è spesso usata come set per grandi produzioni cinematografiche). C’è un però, ovvero che, per lavori più specializzati, è spesso richiesta (o molto gradita) un’esperienza canadese. All’inizio, quindi, può risultare difficoltoso trovare il lavoro dei propri sogni senza nessuna referenza ma, una volta inseriti nel contesto locale, è abbastanza semplice.

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

Sicuramente quello dell’hospitality, c’è molta richiesta e sono sempre in cerca di personale. Al momento, il mondo del tech sta subendo un’inversione di trend quindi non è così facile, oggi, trovare lavoro in quell’ambito, specialmente come figure junior.

C’è da dire che Vancouver è un terreno molto fertile anche per i lavoratori indipendenti.

Pensate che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Più o meno. Lo stipendio medio permette a una persona comune di vivere agiatamente, anche se Vancouver ha un grosso problema: il mercato immobiliare. Gli affitti e il costo delle case sono alle stelle. Un monolocale in centro può facilmente arrivare a costare 3000 dollari canadesi al mese. Questo porta molte persone a vivere nelle zone limitrofe, come Burnaby o Richmond, dove gli affitti sono leggermente più bassi. Nonostante questo, direi che il costo della vita è simile a quello di Milano centro, ma con stipendi che sono 2/3 volte maggiori.

Potete dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

Generalmente il costo dei prodotti alimentari è di circa un 20/30% in più rispetto a quello italiano, tranne per una cosa che, per qualche ragione, che ancora non abbiamo capito, ha un prezzo molto maggiore: il pollo. Questo ha un costo di circa 20/25 dollari al kg! Arriva addirittura a essere più conveniente acquistare carne rossa piuttosto che del pollame.

Lorenzo e Federica Vancouver

Come funziona, invece, per avviare un’impresa lì come stranieri?

Avviare un’impresa è relativamente semplice. Come accennato, io (Federica) qua sono una lavoratrice indipendente e ho aperto la mia attività dopo circa 6 mesi da quando sono arrivata. Ho seguito un programma di avviamento per nuovi arrivati, sovvenzionato dal governo canadese, nel quale ho avuto modo d’imparare tutte le competenze necessarie per avviare il mio business in Canada. La burocrazia è molto snella e quasi esclusivamente digitale, quindi, è stato tutto molto semplice. Meno semplice è far funzionare il proprio business: qua conta moltissimo il networking, quindi, per farsi il proprio “giro”, è importante sporcarsi le mani, prendere parte a eventi e avere sempre un biglietto da visita alla mano!

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Un visto. Noi italiani non possiamo lavorare in Canada senza un regolare visto lavorativo. Ci sono visti lavorativi di diverso tipo, io (Lorenzo) ho ottenuto un visto per Skilled Workers, mentre Federica, essendo mia moglie, ha ottenuto un Open Work Permit.

Come vi siete mossi per cercare un alloggio?

La strategia migliore per trovare casa in Canada è solitamente quella di appoggiarsi a un Airbnb per le prime settimane e cercare un alloggio una volta arrivati. Per noi è stato abbastanza semplice. Dopo circa 3 settimane dall’arrivo, avevamo trovato la casa più adatta a noi. La cosa che ci ha inizialmente sorpresi riguardo la ricerca della casa è la quantità di controlli che sono richiesti prima di poter essere considerati come inquilini: vi verrà richiesto di fornire referenze di amici, colleghi, informazioni sul vostro credit score (quanto siete “buoni pagatori”) e quant’altro.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo voi, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Se dovessi consigliare a un italiano che si sta trasferendo adesso a Vancouver una zona dove vivere, direi sempre Downtown. Sì, gli affitti sono alti, ed è possibile trovare affitti meno cari in zone come Burnaby, Richmond, Surrey o New Westminster, ma, a mio parere, il risparmio fatto non giustifica la lontananza dal centro. Per 200 o 300 dollari in più, avete modo di vivere nel cuore di una delle città più moderne, vivibili e multiculturali al mondo. Senza considerare che vivere in periferia comporta altre spese come la macchina, i mezzi di trasporto e il tempo che impiegherete a raggiungere il centro (il tempo è denaro!).

Come siete stati accolti dalla gente del posto?

Benissimo. Che i canadesi siano gentili è risaputo ma non ci aspettavamo questo. Ti senti immerso in una società in cui l’arroganza, la maleducazione e la mancanza di rispetto non trovano spazio. Giusto per fare un esempio, siamo stati molto colpiti da un gesto che viene sempre fatto dai canadesi che prendono l’autobus, e che per un italiano risulterebbe impensabile: ringraziare l’autista prima di scendere. Se vi capiterà di venire a Vancouver e prendere un autobus, sicuramente sentirete le persone urlare un forte “Thank you!” prima di scendere. Questo penso sia un gesto molto rappresentativo di quella che è la società canadese.

Come descrivereste Vancouver?

Splendida. È una città veramente bella, che mescola modernità e natura. A Vancouver potete perdervi tra i grattacieli della città o decidere di fare una scampagnata tra le montagne che la circondano. Potete immergervi nei coffee shops del centro o sciare sulle piste di Whistler. È veramente una città stupenda e, non per niente, si trova sempre nella top 5 (e spesso sul podio) delle città più vivibili al mondo.

Quali sono, secondo voi, i pro e i contro del vivere lì?

Pro: città multiculturale, bellezze naturali incredibili (non per niente, questa provincia è anche nominata “Beautiful British Columbia”) e una società molto accogliente.

Contro: costo della vita (più alto che in Italia) e assistenza sanitaria (migliorabile).

Quali sono le facilitazioni e quali le difficoltà del trasferirsi in coppia?

Trasferirsi in coppia significa tener conto dei bisogni e delle necessità dell’altra persona. È importante essere accomodanti e riuscire a mettersi nei panni dell’altro, in modo tale da garantire un trasferimento sereno per entrambi.

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Che consigli dareste ad altre coppie che sognano di lasciare l’Italia?

Fatelo! Per noi è stata un’esperienza che ci ha cambiato la vita. La nostra quotidianità è stata completamente stravolta e quella che consideravamo una vita da sogno è invece diventata la nostra normalità. Ogni tanto ripensiamo alla vita che avevamo in Italia e ci sembra impossibile essere qui adesso, eppure, eccoci qua!

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le avete superate?

I primi mesi sono stati quelli più duri. Una nuova città, una nuova cultura da scoprire, tutto era completamente diverso da quello a cui eravamo abituati. Supermercati, farmacie e altre cose a cui eravamo abituati, erano differenti. Ci siamo dovuti interfacciare con nuove “regole” e adattarci alla cultura locale. Una delle difficoltà principali per me (Federica) è stata sicuramente la lingua. Appena arrivata la mia conoscenza dell’inglese era molto scolastica e avevo difficoltà e paura nel parlarlo in pubblico. Dopo circa tre mesi, ho iniziato a guardarmi intorno e ho trovato molto supporto da parte di enti pubblici, come organizzazioni no profit supportate dal governo e la stessa biblioteca pubblica, che mettono a disposizione corsi e classi di conversazione per l’inglese ma anche supporto per chi è nuovo nel Paese e ha bisogno di una guida. Questa per chi arriva da un altro Paese è davvero una grande risorsa e sono contenta di aver avuto fin da subito l’opportunità d’interfacciarmi con questa realtà.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Le principali soddisfazioni sono le piccole vittorie quotidiane. Soprattutto nelle prime settimane, ogni giorno rappresentava una nuova sfida. È eccitante e spaventoso allo stesso tempo ma riuscire a superarle è un tassello in più per acquisire confidenza con la società e la cultura in cui ci siamo immersi, augurandoci, un giorno, di riuscire a sentirci completamente parte di essa.

Avete una pagina Instagram in cui raccontate della vostra vita lì. Come mai avete deciso di aprirla?

Io (Lorenzo) sono sempre stato affascinato da interviste fatte a persone che hanno deciso di lasciare l’Italia. Le ho sempre seguite con molto interesse e mi affascinava scoprire le storie di queste persone. Di conseguenza, ho pensato che potessero esserci persone là fuori interessate a scoprire il nostro percorso e sapere come l’abbiamo vissuto, quindi, ho proposto a Federica di aprire la nostra pagina Instagram (Vaffancouver), da utilizzare come una sorta di diario di bordo dove documentare la nostra vita e le nostre esperienze.

Che consigli dareste a chi vorrebbe trasferirsi lì?

A chi vuole trasferirsi qua consiglierei di cercare di avere una mentalità aperta. Molti italiani che vengono in Canada cercano quello che avevano in Italia, non riuscendo, ovviamente, a trovarlo. Questo perché il Canada, fortunatamente, è un Paese abbastanza diverso dal nostro. Il bello è portare la nostra italianità in un Paese in cui gli italiani sono visti molto bene ma non possiamo sperare di trovare l’Italia qui. Bisogna sapersi adattare e prendere il bello di quello che il Canada offre.

Se poteste tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Affronteremmo tutto con più serenità.

Cos’avete imparato, finora, vivendo lì?

Oltre ad aver imparato molto sulla cultura canadese, che fino a prima di trasferirci qua non conoscevamo così bene, abbiamo anche imparato molto su tantissime altre culture. Vancouver è una città estremamente multiculturale e ci sono persone di tantissime culture diverse. Sicuramente stare immersi in una società così multiculturale ci ha aperto molto la mente ed è qualcosa che porteremo sempre con noi.

Progetti futuri?

Al momento, l’unico progetto che abbiamo è quello di riuscire a ottenere la Permanent Residency (PR) e, successivamente, la cittadinanza canadese! Nel frattempo, vogliamo fare più esperienze possibili e trovare il nostro equilibrio qui in Canada, con l’intento di realizzare i nostri sogni, soprattutto per me, Federica, il sogno imprenditoriale.

Per seguire e contattare Lorenzo e Federica:

E-mail: vaffancouver@gmail.com

Instagram: https://www.instagram.com/vaffancouver?igsh=N3d0ZXM5M2prd3k0

Tik tok:

https://www.tiktok.com/@vaffancouver?_t=8jo7W1xmvuT&_r=1