Leonardo Barilaro pianista e ingegnere aerospaziale a Malta

A cura di Enza Petruzziello

Pianista e ingegnere aerospaziale. Ma anche insegnante di arti marziali cinesi, fotografo ed esperto di apnea. Non si ferma mai Leonardo Barilaro, trentaquattrenne originario di Venezia. Da due anni vive a Malta, dove si è trasferito per lavoro come ricercatore per l’Institute of Aerospace Technologies dell’University of Malta. Veneto da parte di madre e calabrese da parte di padre, Leonardo ha sempre viaggiato tra le stelle e le note della sua musica, ma non solo. Dopo il dottorato in ingegneria aerospaziale a Padova, infatti, ha alternato periodi di permanenza all’estero tra Regno Unito e Svezia, e ha lavorato per differenti multinazionali tra cui Maserati, a Modena. Poi nel 2016 l’incontro con questa meravigliosa perla del Mediterraneo.

Parallelamente alla sua professione di ingegnere aerospaziale, a Malta Leonardo coltiva con successo la sua passione per la musica. Nell’ultimo periodo, come musicista, sta infatti esplorando un nuovo sentiero e recentemente è uscito un video girato in Italia di questo nuovo capitolo, “Debris Wave”. Oltre che dalle note del suo pianoforte, la vita di Leonardo è scandita e accompagnata anche dall’insegnamento del Taiji e Kung Fu, dalla fotografia e dagli sport subacquei. Come riesce a fare tutto? Divertendosi.

Leonardo Barilaro malta

Leonardo, ti sei trasferito a Malta due anni fa. Prima hai lavorato per una multinazionale e ora sei ricercatore per l’Institute of Aerospace Technologies dell’University of Malta. Di che cosa ti occupi nello specifico?

«Sono specializzato soprattutto nell’ambito del design strutturale e fluidodinamico legato al product development. Attualmente sono coinvolto in un progetto per un gyrocopter di nuova generazione, un ibrido tra un elicottero e un giroplano. Inoltre sto lavorando alla fase preliminare di nuovi progetti per l’espansione delle attività nel settore spaziale da parte dell’Institute of Aerospace Technologies».

Quando ti hanno proposto di venire a Malta a lavorare per la multinazionale hai accettato subito oppure hai esitato prima di trasferirti definitivamente? 

«È naturale per tutti porsi dei dubbi prima di passi molto grandi e importanti. Tuttavia nel momento in cui venni selezionato per il colloquio finale dentro di me avevo già preso la decisione. Inoltre fui preso in contropiede quel giorno perché non mi aspettavo di ricevere il contratto in mano, 15 minuti dopo la fine dell’incontro, da parte del manager HR e sentirmi chiedere: “Firmi?”. Mi è bastato avvicinare all’orecchio quelle pagine e sentire il rumore del mare per accettare».

Come è stato l’impatto con l’isola e in generale con una realtà diversa dall’Italia?

«Il primo impatto con Malta è stato meraviglioso. Per questo dopo la prima esperienza decisi che ci sarei venuto a vivere. Mi sono sempre sentito a casa qui e non ho sofferto le differenze rispetto all’Italia».

A proposito di questo, hai notato delle diversità tra i due Paesi?

«A livello lavorativo sono sempre stato a contatto con ambienti internazionali anche in Italia, quindi non ho riscontrato sensibili differenze. Riguardo lo stile di vita qui la media è sicuramente meno frenetica e nevrotica. Malta è piccola e tutto è più a “portata di mano”, con innegabili vantaggi».

Ormai sei a Malta stabilmente da due anni. L’isola ha sicuramente un fascino particolare, meta ogni anno di tantissimi turisti che affollano le sue coste in qualunque stagione. Ma come si vive qui?

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«Per la mia esperienza considero la qualità della vita a Malta ottima. Amo profondamente il mare, e il clima splendido è un altro aspetto importante. Inoltre questa piccola nazione è mediterranea e solare, unendo a ciò l’essere crocevia di moltissime nazionalità diverse. Il costo della vita è lievemente inferiore alla media italiana, ma dipende anche dalle zone. I servizi e infrastrutture sono migliorabili, ma spesso hanno un livello più alto di quanto si può trovare in Italia, soprattutto al Sud».

Malta negli ultimi anni è diventata anche una meta preferita di moltissimi imprenditori italiani grazie anche a un regime fiscale vantaggioso. Per i giovani che invece come te vogliono trasferirsi, quali opportunità lavorative ci sono a Malta?

«Dipende molto dal livello di specializzazione, dall’area di studi e dall’esperienza acquisita. Lavorativamente le occasioni ci sono, sia in settori quali il turismo (soprattutto nel periodo estivo) e sia in settori che richiedono alta specializzazione (software developement ad esempio). Tuttavia mi capita di sentire o di leggere di persone che pensano che Malta sia una fonte inesauribile di opportunità lavorative facili da trovare e con stipendio alto, è un’idea un po’ ingenua che può portare facilmente a frustrazione una volta arrivati qui».

Quella a Malta non è la tua prima volta all’estero. durante gli anni dell’università, infatti, hai avuto l’opportunità di prendere parte a un programma di scambio presso la Cranfield University nel Regno Unito e il programma REXUS / BEXUS dell’Agenzia spaziale europea in Svezia partecipando al progetto italiano SCRAT. Che tipo di esperienze sono state e che ricordi hai dei due Paesi?

«Entrambe le esperienze sono state intense e meravigliose, cambiandomi letteralmente la vita. è soprattutto grazie a loro se ora mi trovo a Malta. L’aver trascorso parte del mio dottorato presso la Cranfield University è stato estremamente stimolante e un bel momento per mettermi alla prova. È qui che ho compreso che ero in grado di cavarmela in un ambiente completamente estraneo e con requisiti di alto livello. Del Regno Unito ho un ricordo molto positivo, in fondo anche l’Inghilterra è un’isola circondata dal mare, dove la lingua principale è l’inglese. Tuttavia un po’ troppo a nord per le mie preferenze geografiche.

L’esperienza che più porto nel cuore però è legata allo S.C.R.A.T. Experiment, effettuata anch’essa durante il dottorato, dove ho fatto parte di un team di professionisti di primo livello e persone umanamente meravigliose. Lo sviluppo del progetto ha richiesto molte risorse di tutti i tipi e le difficoltà affrontate e superate ci hanno unito moltissimo, ancora adesso, dopo diversi anni, siamo un gruppo di amici in costante contatto. S.C.R.A.T. non è stato per noi un semplice esperimento, ma una esperienza di vita. Si usa spesso l’espressione “toccare il cielo con un dito”, in questo caso il lancio del nostro propulsore in stratosfera ci ha fatto andare oltre, permettendoci di accarezzare a tutti gli effetti ciò che chiamiamo “spazio”. L’ESRANGE Space Center si trova estremamente a nord, ben oltre il circolo polare artico e in terre dalla bellezza sconvolgente. È stata finora anche la latitudine più estrema in cui abbia mai suonato il pianoforte (si, la base spaziale ha un pianoforte), avendo a febbraio metri di neve e brezze con -35 ⁰C durante le 2 ore soleggiate. È stato meraviglioso tutto l’insieme, anche perché ho visto per la prima volta nella mia vita l’Aurora Boreale, proprio nella notte del lancio! Inoltre ho stretto amicizia con persone incredibili provenienti da tutto il mondo e che fanno ora parte della mia vita. Siamo distanti migliaia di km ma il legame è forte e il team non si potrà mai scordare del piccolo Ciocci e di Asiago. Insomma lo S.C.R.A.T. Experiment è qualcosa che è andato ben oltre l’aspetto ingegneristico del progetto».

Parallelamente al tuo lavoro di ingegnere aerospaziale, coltivi la passione per la musica, suonando il tuo pianoforte vista mare. Proprio ultimamente è uscito il tuo video “Debris Wave”, girato in Italia. Raccontaci di questa tua ultima fatica.

«Musica e scienza sono due passioni forti e che fanno parte della mia vita. La musica è arrivata a 7 anni, un paio di anni in anticipo rispetto alla scienza. “Debris Wave” è il primo capitolo del nuovo percorso musicale che sto esplorando in questo periodo della mia vita, dove coniugo l’uso del tradizionale pianoforte con il synth. È stato realizzato in Italia, grazie a un team coordinato da Massimo Pepe, Paolo Bernardini e Anna Marotta. Il video è una rappresentazione astratta di questa “ondata di detriti”, simbolo di avvenimenti ciclici che accadono nella vita di ognuno. Durante il nostro processo di crescita incontriamo persone, situazioni, oggetti-chiave e li portiamo con noi nel nostro cammino. Spesso, come è inevitabile, ci appesantiamo di cose superflue, nocive o completamente cambiate rispetto all’inizio e si arriva a un punto di saturazione. Il maturare consiste nel comprendere ciò ed essere capaci di “lasciare andare” ciò che è ormai di troppo, conservando solo l’essenziale per continuare il percorso di vita».

Leonardo Barilaro pianista e ingegnere aerospaziale a Malta

Tra le note e le stelle, hai anche il tempo di insegnare arti marziali cinesi, in particolare il Taiji e Kung Fu. Come ti sei avvicinato a queste discipline?

«Inizialmente mi sono avvicinato alle arti marziali cinesi nel 2006 per desiderio di espandere i miei orizzonti musicali. Da quel momento è iniziato un bellissimo percorso. Ho cominciato a praticare Shaolin Kung Fu e Taiji con il Maestro Pietro Biasucci, vicino Venezia, all’interno della sua scuola l’interesse per queste discipline è aumentato esponenzialmente di anno in anno anche grazie a un incredibile gruppo di amici con cui ho creato legami forti. Successivamente ho approfondito gli studi con un compagno di pratica e Maestro, Alessio Casarotto, per diventare poi discepolo del Gran Maestro Daniele Zanni, uno dei Maestri di più grande esperienza presenti in Italia».

Proprio con Daniele Zanni, a Malta hai organizzato per la prima volta una masterclass di Yin Qi Gong. In che cosa consisteva questo incontro e come è stata l’accoglienza dei maltesi a questa iniziativa?

«Malta è ancora un terreno giovane e fertile per quanto riguarda le arti marziali cinesi. Ho qui creato il progetto TBS (Taiji Blue Sea), dove insegno Taiji e Kung Fu e dove organizzo eventi quali la masterclass di Yin Qi Gong, invitando per l’appunto il mio Maestro Daniele Zanni che ha condiviso la sua pluridecennale esperienza, gran parte di questa sviluppata in Cina. Con Yin Qi Gong si fa riferimento ad una pratica di origini antiche, che ha il focus su un allenamento molto duro legato alla gestione delle tecniche di respirazione e dell’energia del corpo. Nel 2016 l’evento è stato organizzato per la prima volta a Malta e nel 2017 a Gozo, in collaborazione con il freediving center Divers Code gestito da Andrea Filippozzi. La scelta di questa collaborazione è nata in modo spontaneo, in quanto la masterclass in entrambi i casi era rivolta soprattutto ad apneisti e a sportivi che richiedono alte prestazioni fisiche in generale, puntando l’attenzione non solo sullo sviluppo della forza fisica, ma anche della resistenza mentale. Questi eventi non mirano ai grandi numeri, data la natura selettiva degli argomenti insegnati, tuttavia sono stato sorpreso dal positivo feedback ricevuto, con anche 7 articoli apparsi sulla stampa locale maltese. Per questo 2018 c’è in programma di strutturare e ampliare la collaborazione con Divers Code, per dare un punto di riferimento fisso a tutti gli atleti interessati a queste tematiche».

Sempre in movimento, ti dedichi anche alla fotografia e allo sport subacqueo. Che cosa fai esattamente?

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«Anche queste due passioni, fotografia e attività in acqua, sono con me fin dall’infanzia. Tuttavia solo negli ultimi anni ho modo di coltivarle in modo più intenso: la fotografia in modo semi-professionale dal 2013 e l’apnea soprattutto da quando sono a Malta, essendo qui le condizioni meravigliose per tale disciplina. Grazie al mare di questo arcipelago ho inoltre trovato la mia condizione ideale, ossia l’unione delle due passioni, la fotografia subacquea».

In molti si staranno chiedendo: ma come riesci a conciliare tutto?

«Se non mi divertissi molto ovviamente non porterei avanti le attività citate. Conciliarle in realtà non è complesso, a volte certamente può essere impegnativo se in una delle aree ci sono degli importanti progetti che stanno raggiungendo l’apice. È una questione di disciplina, che cresce il modo naturale negli anni se i presupposti sono sani. Spesso tale termine, disciplina, viene visto e considerato come un qualcosa di negativo ma credo vada rivalutato, perché è ciò che permette di essere organizzati, flessibili, di andare avanti con direzioni chiare, di essere efficienti e non disperdere le proprie energie in cose superflue e, almeno nel mio caso, soprattutto di divertirsi! Di sicuro la famiglia e ottimi Maestri incontrati lungo la mia via hanno aiutato in questo processo. Il budget di 24 ore giornaliere è bello cospicuo e non ho mai dovuto sacrificare ciò che è più importante, ossia lo spazio e l’attenzione per le persone a me più vicine e che amo».

In che modo la tua vita è cambiata da quando sei a Malta?

«È cambiata in modo decisamente positivo, ho un contatto molto più intenso con la natura e il clima mediterraneo influisce non poco. Grazie anche a ciò ho un approccio più rilassato verso progetti, situazioni, persone. Tutte le persone con cui collaboro professionalmente, come musicista e ingegnere, sono molto stimolanti e ciò mi dà una forte carica per nuove idee. Inoltre sto anche riuscendo a mantenere forti i contatti lavorativi anche con l’Italia, cosa che inizialmente ritenevo difficile da realizzare».

Che consigli daresti a chi come te sta pensando di trasferirsi per lavoro?

«Consiglierei di chiedersi cosa realmente li sta spingendo a trasferirsi e di avere le idee chiare su come effettuare questo grande passo. Credo si debba essere pronti a sacrificare aspetti della propria vita attuale ma anche essere pronti a ricevere in dono nuove cose e punti di vista sul mondo. Avere delle competenze consolidate, qualsiasi sia il settore di appartenenza, dovrebbe inoltre essere il primo punto nella lista dei pensieri».

Ti manca e vorresti tornare in Italia?

«Lasciare l’Italia è stata una mia scelta e non l’ho fatto per la mancanza di lavoro. Quando mi manca il suolo italico, famiglia e amici, semplicemente prenoto un volo low cost e invece di guidare l’auto 2 ore abbondanti per fare Modena-Padova mi faccio 2 ore di aereo sulla tratta Malta-Treviso. Per il momento non sento assolutamente la necessità di tornare a vivere in Italia».

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

«Desidero portare a piena maturità il mio nuovo percorso musicale e ampliare il mio raggio d’azione. Contemporaneamente continuerò anche lo sviluppo del Kanephorte, strumento da me ideato e sviluppato in team con il Dr. Ing. Lorenzo Cocola e la Dott.ssa Chiara Rovoletto. Inoltre con molta soddisfazione sto prendendo parte all’espansione delle attività nel settore spaziale con l’Università e progetti di questo tipo hanno una durata di anni. Infine porterò avanti le altre due mie grandi passioni, l’apnea e la fotografia».

Per contattare Leonardo Barilaro questi i suoi riferimenti:

Sito personale: www.nullodiesinenota.com

Pagina Facebook: www.facebook.com/Nullodiesinenota/

Pagina FB arti marziali: www.facebook.com/TaijiBlueSea

Pagina FB fotografia: www.facebook.com/pauperaluxdagherrotipia/

Canale YouTube: www.youtube.com/Nullodiesinenota