Laura: mi sono trasferita in una piccola isola in Madagascar (Nosy Komba)

A cura di Maricla Pannocchia

Anima zingara da sempre, Laura si è trasferita in Madagascar ben 14 anni fa, con le sue figlie che, allora, erano piuttosto piccole. “Adesso, entrambe studiano in Francia, nel settore del turismo” racconta la donna che, nel Paese, gestisce, insieme al suo staff, un’attività ricettiva e di tour operator.

“Volevo mostrare alle mie figlie un mondo diverso da quello a cui erano abituate” racconta Laura che, durante un periodo particolarmente duro, ma bellissimo, ha vissuto in una capanna con le due bambine, pescando per mantenersi. “Il Madagascar non è un Paese per tutti” continua la donna, “Dobbiamo abbracciare i loro ritmi e anche essere pronti ad affrontare le reali difficoltà della vita. Qui tantissime persone ancora vivono in povertà, alcune con 1 Euro il giorno, il livello d’istruzione è scarso e anche una semplice febbre può uccidere.”

Il consiglio di Laura è di non trasferirsi alla cieca ma di andare a esplorare il Paese perché un conto è visitarlo come turisti e un conto è viverci stabilmente. “A volte, sperimento quello che chiamo ‘razzismo al contrario’ perché non importa da quanto vivo qui, il fatto che so parlare la loro lingua o che ho condiviso tanto con la gente del posto. Per alcuni di loro, sono e rimarrò sempre una straniera.”

Fra i vari progetti futuri di Laura ci sono far crescere il suo business, anche senza di lei, fondare un progetto a sostegno delle donne locali e girare il mondo in barca a vela perché, in fondo, l’anima girovaga è sempre lì.

Ecco cosa ci ha raccontato.

Laura Marchetti Madagascar

Ciao Laura, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Laura, ho 53 anni e, prima di tutto, sono la mamma di due splendide ragazze, rispettivamente di 21 e 19 anni.

Sono un’imprenditrice italiana e vivo in Madagascar da 14 anni. Attualmente abito in una piccola isola a nord del Paese, Nosy Komba, ovvero l’isola dei lemuri. Questo è il luogo dove ho creato un’attività di tour operator e ricezione degli ospiti con la costruzione di una guest-house e di un glamour camping.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

La decisione di lasciare per un po’ l’Italia iniziò nel 2010, in un momento particolare della mia vita.

Ero rimasta sola, per scelta, a crescere le mie figlie. Il lavoro, il traffico, gli impegni scolastici, i doveri di madre single mi pressavano troppo, al punto da farmi rischiare la pelle. Provenivo dal settore turistico, avevo voglia di far conoscere alle mie figlie un mondo “diverso”, un altro orizzonte rispetto a quello con cui si stavano confrontando e a cui erano abituate.

Un mondo dove la natura è più prepotente degli Uomini, più invasiva, più cauta e geniale e dove il confronto parte da prospettive totalmente diverse.

Portai le mie figlie, che allora avevano 6 e 8 anni, a vivere un’esperienza in Kenya come regalo di Natale. Una volta in loco, provai a lanciare il sasso, presentandola come una nuova opportunità di vita.

Loro l’accolsero molto bene così, a giugno, feci le valige e partimmo tutte e tre: le mie bambine di 7 e 9 anni ed io.

Vivi in Madagascar da 14 anni. Quando ci sei andata per la prima volta?

C’ero stata la prima volta negli anni ’90. Facevo parte dell’ equipaggio di una nave da crociera di proprietà di un tour operator tedesco che, a quei tempi, aveva base nell’Oceano Indiano.

Laura Marchetti Madagascar

Cosa ti ha conquistata del Paese?

La sua natura selvaggia, le foreste, le balene, i delfini e il clima meraviglioso ma anche la gente che, nella sua semplicità estrema, aveva tanto da insegnare. Fra ciò che ho imparato c’è sicuramente ad avere la loro pazienza “infinita”. Io, iperattiva, in quel momento avevo davvero bisogno di pazienza e di calma. Mi sono innamorata della semplicità con cui si deve trovare sempre una soluzione a ogni imprevisto, con il sorriso e senza lamentarsi.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta di vivere lì?

Ancora oggi mi chiedono tutti quando torno… qui mi sento a casa, ormai, parlo la lingua locale, ho cresciuto qui le mie figlie, ho investito molto di me stessa, ma ancora oggi la mia scelta resta difficile.

Ci sono tanti attimi di sconforto, momenti in cui la famiglia e gli amici italiani mancano molto e qui ti trovi ad affrontare cose indescrivibili, spesso da sola. È necessario più che mai imparare a cavarsela in ogni contesto. Dovrei saper fare il muratore, l’idraulico, il giardiniere, l’ingegnere, l’elettricista, il cuoco, l’infermiere e chi ne ha, più ne metta… Sono solo una donna, tosta, forse sì, ma con tutti i miei limiti.

Come ti sei organizzata prima della partenza?

In quattro e quattr’otto, ho fatto valige, lasciato baracca e burattini, come si suol dire, e son partita, senza lasciarmi troppo preoccupare dagli imprevisti… e di quelli, qui, ne ho fatto una collezione, fidatevi!

L’unica preoccupazione, in quel momento, era la scuola per le mie figlie. Trovata quella e il lavoro, ancora prima di stabilirmi, ero a posto. La scuola francese era un’ottima alternativa alla scuola italiana, che andava in quegli anni mano a mano deteriorandosi, come, del resto, molte altre situazioni in Italia, tra le quali anche il mio lavoro.

Spesso, quando la gente afferma che ho avuto coraggio, rispondo che, purtroppo, ci vuole molto più coraggio a restare in Italia oggi.

Laura Marchetti Madagascar

Come funziona per avviare una propria attività in Madagascar come stranieri?

C’è un sacco di burocrazia, passi di ufficio in ufficio fra carte e documenti, ma ci si può riuscire trovando i collaboratori giusti e trovandosi al posto giusto, il giorno giusto.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Non proprio, perché si è legati al visto. Le aziende locali, ovviamente, non sono incentivate ad assumere personale straniero.

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

Credo nelle Onlus, nell’edilizia o, forse, nelle strutture turistiche.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Triste a dirsi ma esistono stipendi “vasa” e stipendi malgasci. Dipende da come vieni considerato. Comunque, qui non si viene per far soldi! Come si fa a venire nell’ultima economia mondiale e pretendere di arricchirsi?

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

Il Madagascar è un Paese enorme e i prezzi variano da regione a regione. Qui siamo tra i luoghi più cari per alcuni beni:

  • benzina: 1,30€
  • 1 uovo: 20 centesimi €
  • pasto dai 10.000 Ar ai 60.000 Ar

Un panino per strada costa 50 centesimi ma potresti rischiare di contrarre il tifo, in un bar costa 15.000 Ar.

Laura Marchetti Madagascar

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Dipende dal tipo di visto di cui hai bisogno. Comunque, in linea di massima:

  • Documenti in regola, tipo il passaporto, e devi avere la fedina penale pulita. Devi anche aprire un conto corrente e, all’inizio, avere un socio locale o un contratto di lavoro e tutta una serie di documenti che consiglio di andare a verificare nei siti specifici perché cambiano in continuazione.

Chi dovesse essere più interessato può contattarmi. Sono disponibile per una consulenza specifica.

Ricordi cos’hai provato appena arrivata in Madagascar, sapendo che ci avresti vissuto in pianta stabile?

In realtà, non ho ancora deciso di starci in pianta stabile. Ho ancora la residenza in Italia, le difficoltà sono molte e la mia famiglia è pur sempre in Italia.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Molto bene, mi chiamano “maman Giorgia” o “maman Marta” e, ora che ho un cane, anche “maman Queen”, dipende dal momento. Odio quando mi chiamano “Madam”!

Ho molti amici, forse negli anni mi sarò anche fatta dei nemici, come ovunque!

Ho sempre fatto valere i miei diritti di lavoratrice, di madre, di donna e di ospite in un Paese che non è il mio, che ringrazio per avermi dato un’opportunità eccezionale. Sto bene, non ho mai avuto paura e non mi sono mai sentita in difetto. Quello che sopporto con difficoltà è che potrei anche colorarmi la faccia ma per loro resterò sempre una “vasa”, nonostante parli la loro lingua e condivida tanto con questo popolo!

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Ci sono situazioni in cui sento che, purtroppo, nonostante tutto, esiste una certa discriminazione. Alle volte, subisco il “razzismo al contrario” e non è certo piacevole.

Laura Marchetti Madagascar

Quali sono, secondo te, le differenze e gli eventuali punti in comune fra lo stile di vita in Madagascar e quello in Italia?

Le differenze sono sostanziali. La vita in Madagascar, in generale, viene vissuta con molta più leggerezza rispetto a quanto non si faccia in Italia. Le preoccupazioni verso il futuro sono molto minori, gli obiettivi a lungo termine sono difficili da realizzare, i problemi da affrontare sono spesso insormontabili, quindi, ci si affida di più al destino, vivendo la vita giorno per giorno.

Qui ci si trova di fronte a una realtà più cruda, muoiono bambini e persone tutti i giorni, senza una causa specifica, spesso la motivazione è solo una febbre. I servizi sanitari stanno avanzando e sono molto migliorati nel periodo che sono stata qui ma c’è sempre da pregare di non contrarre nessuna grave malattia.

Credo che il popolo malgascio e il popolo italiano abbiano in comune un gran spirito di lotta per la sopravvivenza, che è innato. Noi, come loro, proveniamo da varie etnie e pensate che in Madagascar, ad oggi, ve ne sono 18 differenti, ognuna con le sue caratteristiche e con la sua filosofia di vita totalmente diversa da quelle delle altre. Perfino la lingua è diversa, come da noi… un napoletano, un milanese e un triestino non si comprendono, qui accade lo stesso per un Veso, un Sakalava e un Merina.

Le frustrazioni più grandi derivano principalmente dal livello di progressione, dalle difficoltà a far andare avanti un’economia allo sbando nella quale, purtroppo, la principale piaga è la corruzione, dove ci si scontra ogni giorno con un livello d’istruzione ancora troppo basso per competere con altri Paesi. Le scuole sono precarie, non sono affatto un diritto per tutti. Lo stesso vale per la sanità.

Sta di fatto che c’è un tasso di alfabetizzazione pari al 40 %, l’80 % della popolazione vive nella povertà, in alcuni casi la soglia è davvero drastica: ci sono persone che vivono con meno di 1 € al giorno.

In fondo, osservando la bandiera del Madagascar, potete vedere che ha i nostri stessi colori – bianco, rosso e verde – e, anche se talvolta ci scontriamo con un mondo che procede al contrario, forse è dovuto al fatto che siamo sotto l’equatore… qui tutto funziona al contrario. Se guardo l’acqua che scende nel lavandino, lo fa al contrario rispetto all’Italia. L’Uomo deve procedere verso la consapevolezza di adattarsi, lo diceva anche Darwin, chi si adatta ,vince!

Francamente ancora oggi mi chiedo se sono loro (i popoli con un minor sviluppo economico) o quelli che si definiscono sviluppati a essersi adattati meglio alla Terra e a Madre Natura.

Com’è una tua giornata tipo?

Sveglia molto presto, verso le 05.00, quasi ogni giorno. Sono sempre la natura e gli impegni di lavoro in primis a scandire i miei tempi ma, soprattutto, devo fare i conti con le lunghe attese date dalle tempistiche qui. “Mora mora“ è in bocca a tutti, è la filosofia locale per eccellenza e ci vuole una pazienza interminabile a far qualsiasi cosa.

Solo per fare la spesa o qualche commissione o per dover passare in un ufficio pubblico, spesso sono costretta ad usare le navette pubbliche, per esempio per andare e venire dalla cittadina più fornita, Hellville, a Nosy Be, posso impiegarci anche 6/7 ore, che si riducono a 3 ore di attese interminabili al porto o in un ufficio a causa della mancanza di corrente, di benzina, di gas o della connessione Internet che qui è ancora in 3G quando va bene… queste sono le situazioni peggiori ma ci si abitua ai tempi locali! Invece d’innervosirsi, che non risulta assolutamente produttivo, non fai altro che coglierne le opportunità, respiri, ti accorgi che, in fondo, sei scappato dalla frenesia, e ti adegui.

Ogni tanto ti sintonizzi sul canale “oggi approfittiamo delle cose belle” così, dopo aver preparato la colazione per gli ospiti, aver istruito il personale sul da farsi e aver sbrigato tutte le faccende, ti concedi di accompagnare gli ospiti al parco marino oppure in un safari balene o in escursione. Tra le altre cose, sono guida snorkeling e freediving e, in un attimo, passo dall’inferno al paradiso!

Balene, squali balena, delfini, mante, pesci colorati, spiagge bianche mozzafiato, piroghe colorate in legno che navigano silenziose, sono solo alcune delle meraviglie che ho qui.

A volte, mi concedo del tempo nei coloratissimi mercati, ricchi di prodotti biologici, senza dover andar a cercare supermercati carissimi o produttori destinati solo ai VIP. Aspetto che passi il pescatore sulla spiaggia, il produttore di vaniglia o di frutta dalla montagna, e mi godo il quadro più bello che la natura possa aver disegnato, sentendomi felice, perché, anche qui, la felicità è un attimo. Infine, mi dedico al giardinaggio, coltivo fiori, frutta, erbe aromatiche, amo pescare, cucinare, leggere, ballare e ho scoperto la musica che qui accompagna sempre ogni giornata. Mi attraggono molto le forme di arte, quelle più disparate.

Laura Marchetti Madagascar

È facile integrarsi nella cultura locale?

Direi proprio di sì, è facile sia integrarsi sia conoscere le persone. Quello malgascio è un popolo molto socievole, che ama raccontarsi, ed io amo ascoltare e capire.

Cosa si fa, lì, in ambito artistico, ricreativo e culturale?

L’arte, forse, è quello che più spicca nelle sue varie forme libere: pittura, musica, scultura, ingegno… basta guardare i bimbi, osservare con cosa giocano, per capirne il valore ! La creatività crea l’ingegno.

Nonostante la scarsa alfabetizzazione, a livelli artistici il Madagascar potrebbe concorrere davvero ai piani alti.

Come ti sei mossa per cercare un alloggio?

Per la maggioranza del tempo in affitto, a seconda delle mie possibilità. Uno dei periodi migliori della mia vita qui l’ho passato con le mie figlie in una capanna senza né corrente né frigo. Avevo perso il lavoro e, per mantenerci, andavo a pescare.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Qui puoi vivere anche con 50€ il mese! Il Covid me l’ha dimostrato. Certo, è davvero dura, ma i momenti per sorridere alla vita non mancano!

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

La vacanza è una cosa, viverci è un’altra. Consiglio di guardarsi veramente intorno e imparare il reale significato del loro “Mora Mora.”

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Dato che i voli sono ancora molto cari, il Madagascar, purtroppo, resta un paradiso per pochi eletti.

Il Paese non deluderà se si parte con le giuste aspettative, se si comprendono le difficoltà di una nazione in via di sviluppo, accettandole, facendole nostre e imparando ad avere pazienza.

Puoi suggerire ai nostri lettori delle esperienze autentiche da fare durante un viaggio in Madagascar per capirne meglio la cultura?

Chiamaci e raccontaci di te, del perché vuoi conoscere questo Paese, di cosa ti spinge a venire qui, cosa t’incuriosisce… Il mio staff ed io saremo in grado di organizzarti una vacanza indimenticabile, creata su misura per te!

Ogni esperienza ha i suoi interlocutori, insisto nel dire che questo Paese va vissuto come lo viviamo noi. Non è per tutti!

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

No, assolutamente. Rifarei ogni avventura della mia vita in generale. Vivere qui è stata ed è tuttora un’avventura semplicemente straordinaria, la consiglio a chiunque.

Certo, mi ha messo duramente alla prova in varie occasioni, ma questo è quello che oggi rende me e le mie figlie quello che siamo diventate e ne sono orgogliosa.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato a cogliere l’attimo, a non farmi spaventare dai miei limiti, ad accogliere le disavventure come opportunità perché, alla fine, sono quelle che, nella vita, t’ insegnano di più.

Ho anche appreso a non scoraggiarmi di fronte alle difficoltà, perché un sorriso e una mano li trovi ovunque!

Progetti futuri?

  1. Rendere la mia attività qui più autonoma dalla sottoscritta. Confido molto nelle mie figlie, che sono più malgasce di me e che attualmente stanno ancora studiando in Francia, entrambe nel settore turistico.
  2. Creare un progetto di solidarietà per le donne del Madagascar.
  3. Il giro del mondo in barca a vela. Resto una cittadina del mondo, una zingara di natura…

Per seguire e contattare Laura:

E-mail: info@hazotsara.com

Sito web: www.hazotsara.com

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