Sarah e il suo trasferimento in Vietnam

A cura di Maricla Pannocchia

Quando suo marito riceve l’opportunità di lavorare in Vietnam, Sarah coglie l’occasione al volo e lascia l’Europa per il sud-est asiatico. Travolta dal differente stile di vita, la ragazza ha qualche difficoltà ad adattarsi durante i primi giorni, “Lo shock culturale è stato davvero forte e mi sono sentita frastornata e spaventata”. Ma, facendo leva sulla propria capacità di adattamento, Sarah ha deciso di gettarsi a capofitto nella sua nuova “casa” e si è innamorata del Vietnam, dove vive ancora oggi.

Ciao Sarah, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Sarah, sono una 25enne italiana e sono originaria di un piccolo paese in provincia di Palermo. Mi sono laureata in mediazione linguistica e interculturale e poi mi sono trasferita in Slovacchia, precisamente a Bratislava, dove ho lavorato per diverse compagnie. È stato proprio in Slovacchia che ho conosciuto colui che sarebbe diventato mio marito e che è stato il motivo principale per cui mi sono trasferita in Vietnam.

Se ti dico “Italia”, cosa ti viene in mente?

La prima parola che mi viene in mente è “famiglia”, seguita subito dopo da “mare”. Questi sono i due aspetti che mi mancano di più e penso che ne sentirei la mancanza ovunque nel mondo.

Cosa ti ha spinto a trasferirti in Vietnam?

Mio marito ha avuto un’opportunità lavorativa, un’occasione irripetibile che ha “stravolto” i nostri piani e ci ha spinti a venire a vivere qui.

Prima di quest’occasione lavorativa per tuo marito, avevi mai pensato di trasferirti all’estero?

Questo per me è il quinto anno di vita all’estero. Come accennato, ho vissuto in Slovacchia (per 4 anni) e, a dire la verità, mi sono sempre vista a vivere all’estero. Non riesco proprio a immaginarmi a vivere in pianta stabile in Italia.

Tu hai trovato lavoro in Vietnam, cosa puoi raccontarci al riguardo?

Trovare lavoro qui è complesso in ogni settore per via della legislazione vietnamita che, tuttavia, favorisce il lavoratore autoctono. Quando un’azienda locale decide di assumere uno straniero si fa carico di un enorme macigno burocratico e lo straniero in questione dev’essere un esperto nel campo. Un settore in cui è piuttosto facile trovare lavoro, se si è stranieri, è quello dell’insegnamento dell’inglese. Qui ci sono numerosi centri linguistici, asili e scuole primarie che hanno bisogno d’insegnanti stranieri per le lezioni d’inglese.

Quali consigli daresti a chi sogna di lavorare in Vietnam?

Come ho scritto sopra, molto dipende dal settore in cui si desidera lavorare, ma anche da quali lingue si conoscono e dalle nostre capacità di saperle effettivamente scrivere e parlare. Chi parla solo l’italiano e un inglese basico avrà molte difficoltà a trovare lavoro. Anzi, oserei dire che è quasi impossibile. Il livello d’inglese minimo che mi sento di suggerire a chi desidera lavorare qui in Vietnam è il C1. Chi ha una laurea triennale o altre esperienze importanti, sia di studio sia di lavoro, può tentare la via dell’insegnamento oppure può provare a lavorare nel settore turistico. Insegnare una lingua, tuttavia, non è facile come può sembrare ma sono necessarie una certa propensione e tantissima pazienza.

E quali, invece, a chi vuole visitare il Paese per la prima volta?

Il mio consiglio è quello di buttarsi nella mischia e di lasciarsi travolgere dalle persone del posto e da quello che succede nella vita quotidiana. Il Vietnam ha tantissime sfaccettature e suggerisco, quindi, di viverle appieno, senza averne paura.

Come sei stata accolta dai vietnamiti?

Sono stata accolta benissimo. I vietnamiti sono gentili, ospitali e calorosi. Mi sento di definirli uno dei popoli più belli che abbia mai incontrato. Qui la gente ha sempre il sorriso sulle labbra, nonostante le difficoltà, ed è pronta ad aiutarti o a offrirti un bicchiere di birra.

Noti delle similitudini e delle differenze fra il modo di vivere vietnamita e quello italiano?

Io sono siciliana e noto dei punti in comune fra Ho Chi Minh City e Palermo. Questi non includono il modo di mangiare ma sto parlando dell’approccio alla vita, per esempio nei dettagli come il fermarsi per godersi un caffè anche nel bel mezzo delle giornate più impegnative.

Quali sono le esperienze più belle che hai vissuto in Vietnam?

Ricordo con piacere la nostra prima gita fuori porta con un gruppo di vietnamiti. Mio marito ed io eravamo gli unici stranieri e, nonostante la barriera linguistica, ci siamo divertiti tantissimo e abbiamo stretto delle amicizie che perdurano ancora oggi.

Ti sei mai sentita in pericolo?

Dipenda da cosa s’intende con il termine “pericolo”. Non posso dire che Ho Chi Minh City sia una città sicura perché i furti e i borseggi qui sono all’ordine del giorno ed è necessario avere sempre gli occhi aperti. Nonostante questo, mi sono sentita un po’ in pericolo solamente in un paio di occasioni e in mezzo al traffico, guidando il motorino, oppure come passeggera di Grab (che funziona come Uber, ma per i motorini). Il traffico vietnamita praticamente non ha regole, o se ci sono nessuno le rispetta, la gente va a velocità supersoniche e non si ferma al semaforo rosso. Non c’è una logica per le precedenze e a volte ho temuto di cadere dal sellino dello scooter.

Hai dovuto affrontare delle difficoltà? Come le hai superate?

I primi giorni sono stati davvero tosti. Appena arrivati vivevamo nel distretto 1, il più turistico e local. Lo shock culturale è stavo davvero forte e mi sono sentita frastornata e spaventata. Ho superato il trauma iniziale a piccole dosi fino a quando non ho deciso di lasciarmi travolgere dalla vera vita in Vietnam.

Quali sono i luoghi del Vietnam che hai nel cuore?

Mui ne, una localita con paradisiache spiagge bianche. Noi ci siamo andati in bassa stagione e quindi c’era pochissima gente. Porterò sempre nel cuore il ricordo della pace che ho vissuto lì.

A chi consiglieresti di trasferirsi in Vietnam?

È un’esperienza che consiglierei a chi non ha paura di uscire dalla propria zona di comfort e desidera vivere in una realtà diversa da quella italiana.

Vivi in un quartiere che ricorda quelli europei perché, all’inizio, sei stata frastornata da un modo di vivere diverso da quello italiano. Raccontaci come sono questi quartieri…

Sì, io vivo nella cosiddetta “ Expat Town” ovvero Thao Dien. La zona è piena di grandi edifici e ristoranti in stile occidentale. Qui la vita è decisamente più tranquilla rispetto a quella in altre zone della città, c’è meno traffico e, anche se non ci sono tantissime persone, la multiculturalità regna sovrana e questo mi piace molto.

Ti è capitato di passare del tempo in altri quartieri, più frequentati dai locali?

Sì, lavoro in due quartieri molto frequentati dai locali e lo adoro perché le persone che lavorano con me, o che hanno delle attività nelle vicinanze, mi vedono tutti i giorni e mi hanno come “adottata”. Nonostante non riusciamo a comunicare (in pochissimi parlano inglese), queste persone hanno sempre un occhio di riguardo nei miei confronti.

Che consigli daresti per vivere il Vietnam in maniera autentica?

Il mio consiglio è di frequentare i posti dove va la gente del luogo, allontanandosi dalle trappole per turisti e sedersi in un bar/ ristorante con soli vietnamiti, un’esperienza incredibile.

Come hanno reagito i tuoi amici, parenti e conoscenti davanti a questa tua decisione?

Per loro è stato uno shock. Dato che già vivevo all’estero nessuno si aspettava che tornassi in Italia ma di sicuro non immaginavano che sarei potuta andare a vivere in un Paese così lontano. La mia famiglia e i miei amici più cari hanno ascoltato le ragioni mie e di mio marito e, una volta viste le opportunità che avremmo avuto qui, ci hanno dato la loro benedizione.

Se ti dico “Vietnam” cosa ti viene in mente?

Scooter, hotpot, pioggia e ca phe.

Viaggiare per te è…

Un energizzante. È qualcosa che, specialmente quando mi sento giù, mi aiuta a respirare di nuovo.

Piani per il futuro?

Vogliamo goderci al 100% questa esperienza qui fino a quando una nuova opportunità non busserà alla porta, che sia il mettere radici qui o rifare le valigie alla scoperta di un nuovo Paese.

Per contattare Sarah:

https://www.facebook.com/sarah.h.federico