A descrivere la Villa Lumiere, é Irene Bordin, nata nell’80 ad Asolo, in provincia di Treviso.  In Francia si è trasferita dopo l’Erasmus. Una laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche, a Gorizia, poi a Parigi ha conseguito un Master in Scienze Politiche- indirizzo Carriere Internazionali a Sciences Po e un Master in Marketing e Comunicazione Corporate a Paris II-  Voleva diventare una giornalista-scrittrice,  lavorare all’UNICEF o in un’ altra istituzione internazionale per i diritti, lo sviluppo, la cooperazione internazionale. In questo momento si occupa di comunicazione per un grande gruppo bancario internazionale con sede a Parigi.

come si vive a Parigi

Perché ha lasciato l’Italia?

Per un ERASMUS e per vedere il mondo.

E perché ha scelto Parigi?

Non ero mai stata a Parigi prima dell’estate di sette anni fa, quando sono arrivata. Ho scelto Parigi per imparare bene il Francese, lingua che quasi non parlavo. Le mie prime lingue, dopo l’italiano, sono state l’Inglese e il Tedesco. E per potermi presentare con tutte le carte in regola al concorso diplomatico. Non solo. Volevo vivere l’esperienza di una grande città. Sono nata in un comune di cinquemila  abitanti e  ho studiato a Gorizia, che conta circa 35000 anime.

Si vive bene lì? E la vita è cara?

Si vive benissimo. La vita é un po’ cara, ma alla fine c’è poca differenza con le grandi città italiane, tipo Roma e Milano. Gli stipendi sono più alti, per cui secondo me é tutto proporzionato. Certo, quando vivevo qua da studente, i primi 3 anni, non era la stessa cosa. Ma basta fare attenzione ed organizzarsi. Per cenare fuori si possono spendere dai 6 ai 150 euro. E per muoversi, si possono scegliere i taxi o i mezzi pubblici. E’ ovvio, c’è differenza di prezzo.

E i servizi pubblici?

Funziona tutto a meraviglia. Trasporti pubblici efficientissimi tra métro, tramway, autobus, noctambus. Ci si sposta da una parte all’altra della città facilmente di giorno e notte, al costo di 56 euro mensili. Solo quando   c’é la GREVE – lo sciopero – invece di una metro ogni 2 minuti ce n’é una ogni 5 o 7 minuti. Disagio sopportabile. Si può vivere benissimo senza avere la macchina o il motorino. Si può circolare a piedi, con i mezzi pubblici o il “Velib”, il servizio di biciclette municipale.

Aiuti ai giovani?

Se si parla della famosa “sécurité sociale”, posso testimoniare che é davvero molto efficiente. Mentre ero studentessa e poi stagista mal retribuita la famosa CAF, ovvero la Cassa per le Allocazioni Familiari mi pagava una parte dell’affitto, per permettermi di completare gli studi in modo relativamente autonomo, senza gravare troppo sulle spalle dei miei genitori. Per capirsi, su un affitto di 750 euro ti rimborsano circa 250 euro, ovvero 1/3. Non ho mai capito con quale criterio distribuiscano questa “allocazione”, perché, se hai una singola a 500 euro il mese ti rimborsano 80 euro. Ma, comunque, è sempre un sostegno.

E i parigini come sono? E’ vero che sono più rigidi degli italiani?

Sono noti per essere un po’ con la puzza sotto il naso. Antipatici, e lo dicono per primi gli altri francesi !.
In particolare, tra le categorie meno simpatiche troviamo proprio i camerieri, il primo contatto di tutti i turisti stranieri che vengono a Parigi. (www.italianiaparigi.it/2009/09/23/i-camerieri-parigini-e-le-mance/).

Come si vive a Parigi

Cosa pensano i parigini degli italiani?

I parigini amano l’Italia. Hanno tutti un nonno italiano o “de la famille en Italie” o conoscono Firenze e Venezia meglio di Parigi. C’é molto interesse per la nostra cultura, la lingua,  il design, la moda,  l’arte e la cucina italiana. Poi diciamocelo: con tutti gli italiani più o meno noti che vivono qui, praticamente una parte di parigini sono italiani !

Com’è cambiata Parigi, e in genere, la Francia con una donna italiana all’Eliseo?

Io non ho notato niente di strano. E ho l’impressione che Carlà faccia parlare di sé più in Italia che in Francia.

Gli italiani si integrano facilmente?

Ho avuto la fortuna di arrivare attraverso la scuola, ovvero di integrarmi alla vita parigina tramite un ERASMUS, e un’Università ben organizzata, che ha accolto noi studenti stranieri con uno “stage d’intégration”.

Cioé?

Quattro settimane di corsi di lingua,  cultura e società francese. Abbiamo imparato come va vissuta Parigi, accompagnati  da studenti volontari che ci portavano in giro per la città a scoprire i vari quartieri ed i loro segreti.

Per esempio?

Dove mangiare il miglior felafel, dove trovare la cucina marocchina, o giapponese poco cara. Dove trovare le discoteche. Se fossi arrivata come lavoratrice, le cose sarebbero state meno facili.

C’è lavoro e in quali settori?

Ristoranti, bar e negozi spesso mettono fuori il cartello “cercasi collaboratori”, e siccome ci sono molti ristoranti italiani, penso sia facile per un italiano farsi assumere. Negli altri settori é difficile vedere se c’é dinamismo o no, a meno che non si stia cercando lavoro in questo momento, che per fortuna non é il mio caso. Posso solo dire che conosco varie persone che sono state licenziate per motivi economici in questo periodo. La situazione non é delle migliori. Ma non si sa mai!

La città è caotica? C’è microcriminalità?  

C’è un modo di dire qui, per descrivere la vita parigina: Boulot, Metro, Dodo – ovvero: Lavoro, Metro e a Nanna. Ancora una volta devo dire che dipende dai casi. Se si ha un tragitto casa-scuola o casa-lavoro inferiore ai 40 minuti ed i quartieri che si frequentano ogni giorno sono piacevoli e vivaci,  la vita parigina è davvero splendida. Se si deve attraversare la città con tre cambi di metro e conseguente levataccia, e il quartiere di lavoro è in una zona industriale, beh, le cose cambiano. Non è il mio caso!  Sarò di parte, ma credo di poter dire che la qualità della vita a Parigi in generale sia davvero buona. Certo, si parla sempre di una metropoli, e non della più ricca di parchi ed aree verdi, ma tutto sommato le cose funzionano, la metro ti porta da una parte all’altra della città facilmente e gli aeroporti permettono voli diretti verso la maggior parte delle destinazioni.

E sul secondo aspetto?

Riguardo alla sicurezza, in sette anni non mi è successo niente di grave. Ho solo assistito allo scippo del cellulare della mia amica in metropolitana. Certo, si deve fare attenzione, ma come in tutte le città.

Cosa c’è di bello da vedere, che sia poco noto?

Forse il Marché des Enfants Rouges, vicino alla rue de Bretagne.

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I quartieri più suggestivi?

Montmartre, Belleville, Abbesses, il Nono Arrondissement.

Dove è preferibile vivere?

Dove ci si sente meglio. Ci sono quartieri in cui mi piace molto gironzolare, ma in cui non vivrei. E’ tutto soggettivo. Ci sono momenti in cui ti senti bene in un appartamento di 15 metri quadrati in pieno centro, ed altri in cui preferisci restare in 30 metri quadrati ma in un quartiere più residenziale, con il vantaggio di avere tutti i negozi sottocasa. Alla fine non si vive di monumenti o  bar. L’Importante è che il quartiere sia ben collegato, magari che la stazione della metro più vicina abbia due o più linee che passano.  Io per ora vivo nel 15esimo, che non conoscevo per niente.  Mi  trovo molto bene. Come dicevo, de gustibus.

Ci sono tradizioni, feste, abitudini particolari da conoscere?

Ci sarebbe da scrivere un libro. Si veda: www.italianiaparigi.it/categoria/spqf/

La cucina? I piatti tipici?

A me piace molto la cucina del sud Ovest, un po’ pesantuccia  a base di anatra e fois gras. Altra delizia parigina, i moelleux au chocolat, dolce al cioccolato servito tiepido con la parte centrale che fonde. La baguette è sempre la baguette. Le viennoiseries, croissant, pane al cioccolato, pane alle uvette, mi hanno un po’ stancata sinceramente. Non parlo del croissant aux amandes, leggerissimo, come immaginate!

La carne è quasi sempre buona nelle brasseries parigine: bistecche, costate, filetti, tartare con le mitiche patatine fritte. La carne è   accompagnata da salse, buone, ma sconsigliate per la linea. Suggerisco di chiedere la salsa a parte per non dover mangiare la bistecca “in umido”.  Per il resto, di tipico a Parigi ci sono anche il couscous, le tagines, i mezzé libanesi, il sushi, i kebabbari.

come si vive a Parigi
 

C’è piu vita culturale rispetto all’Italia?

Assolutamente. A Parigi ci sono talmente tante cose da fare tutte insieme, mostre, cinema, teatro, concerti, musei, opera, festival  che non si riesce a fare tutto, neanche volendo fare solo quello di mestiere! All’inizio mi sentivo frustrata, perché non riuscivo ad approfittare di tutte le opportunità parigine. Ora me ne sono fatta una ragione e vivo Parigi in modo molto più sereno C’è anche una vita culturale italiana molto attiva. Ad esempio a giugno scorso ci sono stati: la Settimana Italiana del tredicesimo, il festival di Teatro “Face à Face” con Roberto Saviano in serata di apertura (www.italianiaparigi.it/2010/06/22/incredibile-incontro-parigino-con-roberto-saviano/), le anteprime di film italiani (in lingua originale), il festival di documentari italiani promosso dall’Istituto di Cultura. Insomma, non ci si annoia!

E’ vero che è la capitale più visitata al mondo?

Sì, pare di sì.  Coppie che vengono in viaggio di nozze, scolaresche. La Francia è la prima destinazione turistica al mondo, a quanto pare. Io ancora non ci credo. Ma è una buona lezione di marketing all’Italia! Non è una questione di quantità o di qualità. Loro sanno vendere le proprie risorse.

Il clima com’è?

Passiamo alla prossima domanda, che è meglio!

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In sintesi  lati positivi e negativi della vita in Francia?

I lati positivi li ho descritti nelle risposte precedenti. Si aggiunga il fatto che per i giovani la Francia dal punto di vista professionale non è paragonabile all’Italia. Offre più chances di carriera, anche a quelli non più giovani. Per le mamme e le famiglie a partire dal terzo figlio, vivere e lavorare in Francia conviene !  Per i lati negativi, il clima, come ho detto, che è molto variabile.

E’ vero che i francesi si sentono più “cittadini” degli italiani e quindi sono più consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri?

Assolutamente! Pure troppo a volte, quando scioperano.

Consigli a chi voglia venire a Parigi per viverci?

Leggere attentamente il nostro blog www.italianiaparigi.it e, soprattutto, l’articolo su come trovare casa. www.italianiaparigi.it/2009/08/26/affitto-parigi/ Superato quello scoglio, il resto è in discesa e si è praticamente già parigini. 

Cosa le manca dell’Italia?

Alcuni amici e la mia famiglia. Il mare.

Per chiudere: similitudini tra italiani e francesi?

Mi dia la possibilità di finire con una citazione. “I francesi sono italiani di malumore” , come diceva Cocteau. In ogni caso, vi aspetto tutti a Parigi.

Cinzia Ficco