I sogni nel cassetto a volte si avverano

Tutto era come lo avevo lasciato un anno prima. L’umidità e il calore soffocanti accolsero la mia faccia e gli arti scoperti appena uscii da quella porta di vetro che separava l’aeroporto di Cancun e il mio agognato Messico. Ero stordito, ma felice di ricominciare. La possibilità di azzerare il mio passato, sognata da ormai 10 lunghi anni, era così stimolante da diventare una irresistibile tentazione… ed il sonno e la stanchezza passarono in secondo piano… Le palme e un sole coperto dalle nuvole mi diedero il benvenuto. Cominciavo per l’ennesima volta da zero. Tutto daccapo. Questa era la mia ultima spiaggia: Playa del Carmen, la meta prescelta, mi stava aspettando.

Picalu Mexico sogni nel cassetto

L’Italia e la situazione mondiale aveva aggravato talmente tanto la mia posizione lavorativa che con mia moglie avevamo deciso di investire i nostri risparmi in una casa in questa località. I Caraibi, erano sempre stati meta di turismo e di investitori. “C’è lavoro e ci sono soldi che girano..” Il nostro progetto iniziale era venirci una volta in pensione.. ma la “inoccupazione” in cui ero piombato sin dalla crisi della New Economy -proseguita poi con la mia età “fuori mercato” di over quarantenne- era peggiorata con il dopo-Bush facendomi decidere drasticamente di lasciare il mio paese adottivo. Si, poichè sono figlio di italiani ed ho vissuto 36 anni in Italia ma sono nato all’estero e vissuto anche in altri continenti. Ravenna, da dove partivo, era una cittadina borghese e snob che non mi offriva niente se non critiche selvagge per voler io ricercare una sistemazione economica decorosa.

Dopo venti anni, avevo scelto di lasciare il mondo arido e gretto delle Banche e come Promotore Finanziario avevo subìto un duro colpo col crack di Wall Street, avendo cambiato settore soltanto un anno prima. Ridotto ormai a girovagare per trovare un lavoro onesto, cambiavo ditta ogni qual volta trovavo gente poco seria o truffatori.. o semplicemente chi mi voleva sfruttare perché mi vedeva sempre più bisognoso di un lavoro per campare. L’età avanzava, ed ormai over cinquanta, ero praticamente un perenne precario. Quindi odiavo vivere lì. Non riuscivo -nonostante il mio carattere gregario ed accomodante- a fare amicizia e integrarmi con nessuno. Mi facevano sentire sempre un forestiero, o un “terùn” poichè provenivo dalla mia prima tappa italiana che era stata Roma. Ma non starò a raccontarvi la mia vita lavorativa, bensì il perché ho alla fine deciso di lasciare il nostro “Bel Paese”. Le mie due professioni di Mediatore Creditizio e di Agente Immobiliare non mi davano sbocchi. Solo lavoro a provvigione; talvolta anche non pagata quando riuscivo a vendere, ma il mercato era ingessato e non si vendeva.

Deciso, dopo lunga riflessione, di andarmene… ero finalmente approdato in Messico.

Spiagge a Playa del Carmen sogni nel cassetto

Mi guardavo intorno e cercavo di celare a me stesso i difetti di questo grande Paese, per non avere la sensazione di aver fatto una scelta errata. Ero molto confuso. Avevo una gran paura e sentivo la mancanza di mia moglie, rimasta là a pagare il mutuo della casa e per supportarmi economicamente… sentivo, assieme a mille paure, l’euforia di ricominciare di nuovo. “Nessuno ti conosce Roberto! forza e coraggio!” dicevo a me stesso. Il destino a volte è però bastardo e solo dopo solo tre giorni dal mio arrivo, mentre mi stavo ambientando presso la casa di una signora messicana in una delle “colonias” per risparmiare il più possibile, scoppiò la crisi dell’influenza suina. Solo dopo circa un mese di quarantena, impaurito e terrorizzato di uscire senza la mascherina (che non distribuivano) mi resi conto della truffa che avevano perpetrato nei confronti del mondo intero inventando la “pandemia influenzale”. Ma il danno era ormai fatto. Oltre 15.000 operatori locali del settore alberghiero persero il lavoro; le costruzioni si fermarono; molte imprese fallirono. I ristoranti erano vuoti, chiusero in tanti e molti alberghi, dopo aver dismesso o licenziato il personale, chiusero o misero il cartello “se vende”. I charter dall Europa smisero di volare e le navi di crociera smisero di attraccare a Cozumel dopo circa un paio di mesi (giugno). Playa del Carmen rimase deserta, in mano ai suoi indios Maya e ai Messicani del fine settimana. La spiaggia deserta. La Quinta venida deserta. I cartelli “se renta” y “se vende” dappertutto.. Questo mise la mia vita nuovamente in crisi.

Il “sogno nel cassetto” stava diventando un incubo; forse l’ennesima scelta sbagliata?

Trovai un lavoro presso un Desarrollador (ditta di costruzioni) spagnolo, che mi sfruttò a dovere per 4 lunghi mesi senza pagarmi niente ed obbligandomi a fare le guardie in ufficio come agente immobiliare, cercando di farmi anche fare le pulizie spazzando per terra… con tono arrogante.. Ma nessun turista o investitore appariva all’orizzonte.. quindi niente guadagno. Una situazione di incertezza, e la solitudine.. in un paese estraneo, dove si faticava mesi ad ottenere il visto di lavoro, dove non avevo alcun diritto. Pensai che la mia fine era prossima. Ma le crisi, sono delle sinusoidi, e così come arrivano, spariscono. Decisi ad un certo punto di reagire alle avversità e di costruirmi una nicchia di mercato dove poter sopravvivere.. L’ultimo tentativo di salvare i miei ideali e i miei sogni, prima di dovermi dichiarare fallito per l’ennesima volta e tornare in patria con la coda tra le gambe. Guardai la casa e decisi di sfruttare le stanze che a me non servivano e creai ciò che nel nostro Paese ormai è ovunque: il bed & breakfast.. la pensione.. chiamatela come volete. Si potrebbe semplificare come attività di “affitta camere”… il fatto fu che nessuno ci aveva pensato prima ed ero l’unico o quasi a farlo.

Posadas Mexico sogni nel cassetto

Picalu nasce dall’acronimo dei cognomi mio, di mia moglie e del nome dato alla nostra cagnolina Lulu che erano la società che avevamo costituito per lavorare. Adesso era tutto da inventare… dal logo al sito per attirare i clienti, alla ristrutturazione della casa per farla diventare accogliente e soprattutto funzionale. Feci fare lavori in economia dal recinto che era putrido e pieno di termiti, alla chiusura del salottino ricavandone la mia camera; a ridipingere completamente la facciata e io le pareti interne in modo caraibico (verde, blu..). Fu un mese incredibile dove tutte le mie energie erano messe a disposizione del progetto, che avrebbe dovuto farmi sopravvivere. Mangiavo un piattone di pasta con il sugo di pomodoro e tanto peperoncino alle ore meno logiche.. quando c’era tempo.. e poi litigavo coi messicani per farli venire puntuali; supervisionavo i lavori facendoli anche rifare un paio di volte quando sbagliavano… E così fu. Un gran lavoro di marketing, sui social network, sui siti web gratuiti. Scrissi migliaia di email (nessun ravennate ancora è venuto a trovarmi!…) e con un amico facemmo il sitoweb, inserimmo i tag e i codici HTML necessari a far recepire ai motori di ricerca la nostra sigla… “Posada Playa del Carmen”!. Dopo neanche pochi mesi, ero in prima pagina di Google, di Yahoo, e così iniziarono ad arrivare le prime email, le prime prenotazioni. Primo in classifica per il messico o per Playa su server quali Bedandbreakfast.com, tra i migliori su tripadvisor.it, trivago.it, hostelworld.com… un gran successo. La contentezza fu maggiore quando vidi il flusso continuo di richieste che mi permise di non solo sopravvivere, ma di programmare l’arrivo di mia moglie, che fra qualche mese finalmente mi raggiungerà. Il mio sogno si era realizzato e la mia attitudine positiva e caparbia aveva vinto sulle avversità e la mala sorte. Aggiunsi a questa attività via via altre quali la consulenza immobiliare, essendo io agente in Italia, e poi arrivò anche la proposta di amministrare condominii, di curare il network e web marketing per una società immobiliare.

Posadas Mexico sogni nel cassetto

La Posada a Playa del Carmen “Picalu” diventò così il mio cavallo di battaglia e sta raccogliendo molti consensi. Gli amici ormai mi chiamano scherzosamente “Picalu” e io me ne compiaccio… anche quando faccio vedere le mie camere, la piscina in area comune.. si, perché la Posada Picalu è inserita in un contesto di “Condo” con una piscina condivisa tra tutti i condomini. Ho un grazioso patio dove facciamo le colazioni e quando piove… ahimé, devo apparecchiare dentro! Buon motivo per fare degli incontri e amicizia però… La mia Posada non gradisce animali perché ho dovuto adottare la gattina che era stata abbandonata dal suo padrone (italiano anche lui…) e dovendo per un periodo dormire fuori dalla sua casa è diventata un po’ selvaggia… Si, “Stregnetta” (così l’ho battezzata) morde e graffia.. ma piano piano sta migliorando… ultimamente quando è arrivata la mia Lulu, si è fatta gli affari suoi e se ne stava nella sua cesta… Abbiamo anche un Opossum… “Oppy” … che ogni tanto viene a mangiare dalla ciotola di Stregnetta.. e lì impassibile a pochi centimetri di distanza se lo guarda e lo lascia fare.. mah! Insomma… la Posada Picalu conta con due camere standard con bagno e una suite al terzo piano per 4 persone con due letti. Ultimamente un vicino di casa mi ha chiesto di gestirgli anche il suo appartamento, a pochissimi metri di distanza… e così ho applicato il concetto di “albergo diffuso” che sta prendendo piede in Italia. Nasce così anche Picalu2… auguratemi fortuna! Basterà che diffondiate la mia storia per aiutarmi.. e credetemi.. di fortuna ne ho tanto bisogno!. Qui conto con pochi amici, fatti prima su internet -e non lo avrei mai creduto fosse possibile- e poi incontrati.

Pochi, ma buoni.

Dei miei parenti rimasti in Italia o sparsi nel mondo e degli amici a Ravenna… ho tanta nostalgia.. ma spero verranno a trovarmi, in una vacanza… prima o poi.

Si. La nostalgia fa parte delle cose che ci bloccano prima a partire e poi una volta fatto il passo ci fanno stringere il cuore. Ma fanno parte delle nostre scelte, e della nostra vita.

Ricevo spesso email da persone che come me hanno un sogno nel cassetto… il Messico.

Dico loro soltanto: abbiate fede in ciò che credete, e lottate per raggiungere il vostro sogno. Liberatelo con intelligenza ma senza paura!

Il destino ce lo costruiamo noi!

Buon 2012.

Roberto