Vivere e lavorare in Canada: la storia di Marcello

Ho sempre avuto fin da piccolo una specie di chiodo fisso per il Canada. Natura selvaggia, senso di libertà e di pace che carpivo da quelle poche immagini, notizie o film in cui mi imbattevo di tanto in tanto. Crescendo, mi sono ovviamente reso conto che si trattava perlopiù di stereotipi, ma nonostante questo, la voglia di visitare questo paese non mi era mai passata.

Nel 2000 ho avuto finalmente l’occasione di fare una vacanza di una settimana con degli amici a Toronto e l’impatto è stato davvero positivo. Ho apprezzato moltissimo sia le persone che ho incontrato, cortesi e molto aperte mentalmente, sia la città stessa, una metropoli “a misura d’uomo”.

Piantina del Canada

Tornato dalle vacanze dopo questa splendida settimana, decisi di mettere un po’ di soldi da parte per tornare in Canada, in questo modo avrei avuto la possibilità di migliorare il mio inglese e allo stesso tempo passare qualche mese in questo paese, in modo da capire esattamente se facesse per me.

Nonostante avessi intenzione di andare a vivere da solo, restai comunque con i miei negli anni successivi, in modo da avere meno spese e quindi raggiungere l’obiettivo preposto nel minor tempo possibile. Lavorai per 6 anni e alla fine del 2006 cominciò finalmente la mia avventura: diedi le dimissioni e decisi di partire per una vacanza di qualche mese iniziando da Halifax, Nova Scotia, sotto invito di un amico canadese che fu così gentile da ospitarmi durante le prime settimane. Lasciare il lavoro è stato senza dubbio un rischio enorme, soprattutto trattandosi di un impiego a tempo indeterminato, ottime condizioni e in una grande compagnia, ma ormai avevo deciso e mi dissi che se non lo avessi fatto, non avrei mai saputo cosa lasciavo alle mie spalle.

Sapevo esattamente che non ero diretto in Canada per rimanerci, non allora almeno, come potevo sapere come fosse la vita lì? Volevo solamente restarci abbastanza a lungo da poterne capire che tipo di stile di vita e se fosse valsa davvero la pena di investirci il mio futuro.

I miei genitori mi hanno sempre appoggiato su questo mio chiodo fisso e nonostante fossero tristi di vedermi partire, non mi hanno mai fermato, ed è soprattutto grazie a loro che ho avuto modo di realizzare questo mio sogno. L’unica cosa che li preoccupava era aver dovuto lasciare l’ottimo impiego che avevo per lanciarmi in questa avventura, ma questo fa parte del gioco e sono contentissimo di averlo fatto.

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Vivere in Canada

La mia esperienza ad Halifax e in Nova Scotia è stata bellissima, proprio come quella che ho avuto a Toronto. Halifax è il porto più grande in Canada, ma la città di per sé è piccola e la si può visitare completamente in qualche ora. Un posto accogliente e caratteristico, si nota molto l’influenza irlandese e il freddo durante l’inverno! Luoghi che non conoscevo ma che ho avuto la fortuna di visitare, soprattutto grazie ai nuovi amici che ho incontrato. Ho girato diverse città e paesini tipici laggiù, visto foreste e laghi meravigliosi e, qui passiamo ai luoghi comuni, un alce ha addirittura attraversato la strada di fronte a me!

Il tempo passava velocemente, erano già 4 mesi che ero in Nova Scotia e dato che avrei dovuto prendere il mio aereo di ritorno per Roma da lì a due mesi, poco a poco si faceva strada dentro di me il desiderio enorme di restare lì. Questo mi fece capire che avevo preso la decisione di stabilirmi senza neppure accorgermene. Cominciai a ottenere informazioni sui visti e sui permessi da ottenere per lavorare in Canada e fui così fortunato che proprio in quell’anno venne avviato per la prima volta il programma vacanza-lavoro tra Italia e Canada. Una volta tornato, avrei fatto domanda per ottenere quel visto.

Vivere in Canada

Trovare lavoro in Canada senza un permesso del genere è infatti molto difficile, poiché se anche ci fosse una compagnia disposta ad assumere uno straniero, nella maggior parte dei casi fa marcia indietro, dato che deve assumersi diverse responsabilità in quanto sponsor per il lavoratore e dimostrare al governo di avere determinati requisiti, per non parlare dei costi e delle tempistiche per ottenere i documenti… Insomma, una trafila burocratica che non tutte le aziende sono disposte a fare, a meno che non conoscano bene l’impiegato o non vogliano investire sui di lui.

Per questo motivo, il fatto che il programma vacanza-lavoro fosse stato avviato proprio in quell’anno è stato davvero provvidenziale per me. Infatti, grazie a questo visto speciale, per uno straniero è possibile lavorare legalmente in Canada per un massimo di 6 mesi, alla scadenza dei quali si deve ritornare in Italia oppure continuare a lavorare con un permesso di lavoro.

Comunque, prima di terminare il mio viaggio, andai a trovare alcuni amici a Toronto e rimasi per un mese, quella città che mi aveva in un certo senso dato la spinta in questo progetto.

Toronto Canada

Anche quella volta la trovai fantastica, piena di vita ma non soporifera, ben organizzata e accogliente, molti bei ricordi della mia vacanza precedente riaffiorarono, mentre passavo altri momenti con amici vecchi e nuovi.

Era il momento di rientrare in Italia e ormai sapevo cosa fare: volevo trovare un lavoro in Canada per potermi stabilire lì. Cominciai a mandare curriculum a destra e manca via internet e nel frattempo facevo le carte per il permesso vacanza-lavoro. Era Pasqua del 2007 ed ero da poco rientrato in Italia, ma già mi stavo organizzando per ripartire; ottenni il visto fatidico e prenotai subito il biglietto: destinazione? Toronto, ovviamente. Essendo una delle città più grandi ed economicamente più florida del Canada e considerando il fatto di esserci già stato, la scelta era facile.

Arrivai a Toronto, ma rimasi solo qualche settimana. Tra le varie offerte di lavoro in cui ero in trattativa infatti, ce n’era una ottima da parte di una compagnia di Montreal, in Québec e che sembrava allettante. Dopo vari colloqui, mi contattarono e decisi di raggiungerli per il colloquio finale. Ero al settimo cielo, non solo avrei avuto la possibilità di trovare il mio primo lavoro in Canada, ma avrei potuto visitare e magari stabilirmi in una delle città che non avevo ancora visto. Ovviamente non ci pensai due volte e corsi anche questo rischio recandomi a Montreal, andai al colloquio ed ebbi la fortuna ancora una volta dalla mia parte, poiché ottenni il lavoro. Ritornai quindi a Toronto per raccogliere le mie cose appena lasciate e mi stabilii definitivamente a Montreal.

Vivere a Montreal

Ho vissuto in questa città per 5 anni, anche se ora lavoro per una compagnia più grande. Probabilmente il Québec è la provincia che conosco meglio delle altre, avendoci abitato più a lungo e devo ammettere che qui, rispetto alle altre province, molte cose funzionano differentemente dal punto di vista legislativo, economico e sociale, per via di un’amministrazione più autonoma che altrove. È l’unica provincia dove il francese è la lingua primaria e il governo quebecchese fa del suo meglio per valorizzarla, alcune volte esagerando un po’, devo dire. Infatti alcune persone qui in Québec tendono a considerarsi diversi dal resto del Canada, sia per via della lingua francese, sia dal punto di vista culturale. In passato, hanno addirittura provato a chiedere la separazione dal paese, senza risultati però. Questo spirito di differenziazione mi ha sorpreso all’inizio, essendo completamente opposto dalla mentalità coesiva e tollerante del paese in generale a cui ero abituato. Al di là di questo, lo trovo un posto splendido e che consiglio a tutti di visitare, pieno di cultura, arte e vita, con gli eventi, mostre, spettacoli e festival che si susseguono costantemente, soprattutto a Québec (la città principale) e a Montreal.

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Ora mi sono trasferito definitivamente a Toronto, sono diventato residente permanente e ormai torno in Italia solo per le vacanze, dato il mio desiderio di restare in Canada. Durante questi anni passati all’estero ho sentito poco la nostalgia di casa, anche perché comunico con i miei parenti e i miei amici costantemente grazie a internet.

Qui c’è una mentalità sicuramente diversa da quella italiana, come il legame un po’ freddo con famiglia e amici o la dedizione costante al lavoro e al risparmio a scapito del proprio tempo libero. Tuttavia la cosa che adoro di questo paese è il rispetto verso gli altri, la tolleranza, la multiculturalità, l’apertura mentale e la cordialità che in Italia purtroppo stanno diventando sempre più rare mentre, e dal punto di vista lavorativo, se da una parte è sicuramente un paese più promettente, considerando la situazione lavorativa sempre peggiore in Italia, c’è da dire che si è meno tutelati e più esposti dal punto di vista legislativo.

Vorrei concludere dicendo che il Canada non è di sicuro il paradiso, è un paese con molti difetti proprio come l’Italia o qualsiasi altra nazione. Trovo semplicemente il Canada più consono alle mie esigenze, ma ho conosciuto molti italiani che hanno seguito un cammino simile al mio, e per via di brutte esperienze, incompatibilità culturale o addirittura a causa del tempo rigido, sono rimasti delusi e sono ritornati in Italia per ricominciare da dove avevano lasciato.

Consiglio comunque a tutti di fare un’esperienza all’estero, che sia il Canada o un altro paese non importa. Se si ha la possibilità di viaggiare o di vivere in un altro paese e c’è voglia di cambiare, allora è meglio non farsi sfuggire quest’occasione. Non è detto che sarà tutto rose e fiori, attenzione, ma vale comunque la pena di rischiare, io ho corso il rischio e ora posso dire di aver realizzato un mio grande sogno.

Marcello