Francesco Pierini e il viaggio in bici in Nuova Zelanda

Di Enza Petruzziello per Voglio Vivere Così Magazine

Partire per un viaggio in solitaria dall’altra parte del mondo? «Significa avere la necessità di stare solo e lontano dalla mia “comfort zone”, sfidando i miei limiti per conoscermi meglio». A parlare è Francesco Pierini, giovane ventenne di Montecatini Terme, che ha fatto del viaggio la sua vita. Ma attenzione, i suoi non sono semplici itinerari turistici, si tratta di avventure estreme alla ricerca del limite. Da ormai 5 mesi vive a Queenstown in Nuova Zelanda. È qui che sta sviluppando un progetto di viaggi estremi correlato alla conservazione del pianeta attraverso l’utilizzo della fotografia. Con “Free wheels adventure”, questo il nome del suo progetto, Francesco intende sensibilizzare il più grande numero di persone a prendersi cura della terra mostrandone, attraverso l’immagine, le sue bellezze ma anche le problematiche in cui stiamo andando incontro.

Il primo agosto incomincerà un viaggio dal punto più a sud fino a quello più a nord della Nuova Zelanda in bicicletta, percorrendo una distanza di circa 2800 km. «L’obiettivo da me prefissato – racconta Francesco – sarà di fotografare la natura più selvaggia e incontaminata dalla mano dell’uomo. Oltre a ciò sto collaborando con l’associazione “One Tree Planted” con l’ambizioso scopo di piantare un albero ogni km percorso in tutto il mondo».

Francesco sei molto giovane, quando è iniziata la tua passione per i viaggi?

«Il momento in cui il viaggio ha lasciato un segno nella mia vita è stato quando sono partito per l’Israele. Questo è stato il vero e proprio inizio della mia attuale passione. Israele è un paese magico, difficile da descrivere. Ricco ma povero, pacifico ma in guerra. È così variegato che è complicato inquadrarlo. Durante questo viaggio mi sono ritrovato catapultato in una cultura completamente differente dalla mia; gli odori, i costumi, le facce della gente me li ricordo ancora tutte come se fossi lì presente. Tutto ciò mi ha permesso di incuriosirmi rendendomi così un appassionato di viaggi incallito!».

Che cosa facevi prima di dedicarti completamente al tuo sogno?

«Sono cresciuto sulle colline toscane, precisamente a Montecatini Terme dove fino a 5 mesi fa ho trascorso la mia vita lavorando nell’azienda olivicola di famiglia. Da sempre sono appassionato di olivicoltura e di agricoltura in generale e grazie ai miei studi in agraria ho potuto sviluppare il lato scientifico a scuola e il lato pratico in azienda. Il lavoro dei campi lo considero un po’ come il viaggio perché in un certo senso ti rende libero dalla routine quotidiana».

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Perché tra tanti posti al mondo hai scelto proprio la Nuova Zelanda?

«La Nuova Zelanda essendo cosi agli “antipodi” rispetto al nostro paese ha conservato la flora e la fauna di moltissimi anni fa. Infatti qui la natura si fa sentire come padrona di questa terra e l’uomo ne è solamente ospite. Per questo motivo ho deciso di arrivare in questo magnifico, quanto selvaggio, paese in cui attraverso le mie fotografie cercherò di mostrare al mondo come la natura si è conservata senza l’impatto dell’uomo o come può essere conservata con le giuste cure. Un altro motivo che mi ha spinto a venire qua, affrontando ben 23 ore di volo, è il mio desiderio di scoprire la cultura maori».

Da cinque mesi sei a Queenstown. Come è vivere qui?

«Queenstown è la meta ambita da tutti gli appassionati di avventura e sport estremi. Non a caso è chiamata la capitale mondiale dell’avventura. Qui se sei un amante degli sport all’aria aperta ti troverai benissimo. Il famoso bung jumpy è nato proprio a Queenstown dove è possibile tuffarsi nel vuoto per una massima altezza di 136 metri. E non è tutto. La città ospita anche: un parco downhill per gli amanti della mountain bike, una pista di decollo per i deltaplani e i parapendii, la possibilità di fare kitesurf e wakeboard sul lago (il lago Wakapitu è il più grande di tutta la Nuova Zelanda), parasailing, rock climbing, slack lining, sci e perfino paracadutismo. Insomma per gli appassionati dell’avventura è la cittadina perfetta! Certamente tutte queste attività sono mantenute da un forte turismo che rende la vita abbastanza cara rispetto a tutte le altre città della Nuova Zelanda. La vita notturna si fa sentire, infatti sono molti i bar aperti fino a tardi per chi si vuole divertire».

Francesco Pierini

Il primo agosto prenderà il via la tua nuova avventura, “Free wheels adventure”. In che cosa consiste esattamente?

«Free wheels adventure è un progetto di spedizioni estreme in tutto il mondo. Il primo agosto prenderà via la mia prima spedizione in Nuova Zelanda. Viaggerò in sella alla mia bicicletta dal punto più a sud a quello più a nord, rispettivamente Slope point – Cape reinga, una distanza di circa 2800 km. Lo scopo principale di Free wheels adventure è di creare, attraverso le spedizioni estreme, una raccolta fotografica al fine di sensibilizzare il maggiore numero di persone possibile a prendersi cura del nostro pianeta terra. Ogni spedizione avrà luogo in luoghi inospitali e spesso disabitati andando così alla ricerca della natura allo stato primordiale. Tra meno di venti giorni incomincerò quest’avventura in solitaria e prevedo di terminare il viaggio nell’arco di tre mesi. Partendo da Slope Point mi dirigerò in direzione Wanaka da cui proseguirò verso hast pass. Essendo Slope Point il punto più a sud della Nuova Zelanda con un po’ di fortuna potrò imbattermi in meravigliose aurore australi e durante il giorno con le numerose colonie di pinguini! Arrivato sulla west coast continuerò fino a Nelson. La west coast è famosa per i numerosi avvistamenti di cetacei e per le magnifiche albe e tramonti. É anche una delle mete più ambite dagli amanti del surf. Da Nelson continuerò fino verso Picton da cui prende il traghetto per arrivare a Wellington, isola del nord. Da qui proseguirò verso uno dei monti più straordinari di tutta la Nuova Zelanda, Mt Taranaki. Hobbiton è la meta successiva dove avrò modo di visitare il set in cui è stato girato il Signore degli Anelli. 650 km è la distanza che mi separerà da Hobbiton alla mia meta finale, Cape Reinga».

Qual è l’obiettivo del tuo progetto?

«Per questa spedizione mi sono posto un obiettivo molto ambizioso: piantare un albero ogni km percorso. Attraverso la piattaforma crowd funding “One Tree Planted” è attiva la raccolta fondi. Un albero costa un dollaro e ognuno può contribuire e far crescere il proprio albero o, perché no, una foresta! Attualmente sono 200 gli alberi “piantati”. Gli alberi verranno piantati in varie parti del modo rispettando l’habitat del posto».

Come ti stai preparando a questa avventura?

«Durante la preparazione di ogni viaggio sono molto meticoloso, soprattutto se stiamo parlando di spedizioni estreme. Dall’allenamento alle borse per la bicicletta non mi faccio sfuggire proprio niente. La cosa più difficile è rimanere con il peso a un livello basso. Più del 70% dei miei bagagli è attrezzatura fotografica. Il restante 30% comprende cibo, attrezzatura per il camping ecc.. Quindi potrete capire che vivere per circa 3 mesi con non più di una felpa e due paia di pantaloni non sarà molto facile!».

Inevitabilmente penso agli aspetti pratici della tua sfida e quindi a quelli economici. Come ti sosterrai economicamente durante il tuo viaggio?

«Essendo la Nuova Zelanda abbastanza cara dovrò per forza di cose cercare di abbassare i costi il più possibile. Prevedo di dormire sempre in tenda o di farmi ospitare dal momento che in agosto qui è pieno inverno con temperature che arrivano a meno 10 durante la notte. Lungo il viaggio stamperò le mie fotografie in forma di cartolina che cercherò di vendere. Una percentuale del ricavato verrà donata per raggiungere la quota degli alberi da piantare. Con il restante sosterrò le spese di viaggio».

Cosa vuol dire partire per un viaggio in solitaria dall’altra parte del mondo?

«Significa avere la necessità di stare solo e lontano dalla mia “comfort zone”. Quando ci si avventura in spedizioni del genere così lontano da casa è perché c’è una forte necessità di crescere e di mettersi alla prova sfidando i propri limiti per conoscersi meglio. I viaggi in solitaria ti permettano di imparare a “convivere” con la parte più intima di te stesso perché in fondo la maggior parte del tempo la passeremo nella nostra mente. Chiunque sia un viaggiatore “all’avventura “ potrà capire qual è la sensazione che sto cercando di trasmettere».

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Quali sono le paure e come cercherai di affrontarle?

«Le paure si fanno sentire, soprattutto adesso a ridosso della partenza. Il “non sapere dove dormire stanotte” è forse la sensazione che mi rende più pensieroso. Durante la vita quotidiana non ci accorgiamo quanto anche una piccola sicurezza può farci vivere sogni tranquilli, ma quando mi troverò là fuori nel mezzo di una natura tanto meravigliosa quanto ostile avrò bisogno di una grande dose di coraggio per affrontare al meglio ogni sfida. In realtà la mia paura più grande è arrivare a toccare i miei limiti».

Per sei mesi ti muoverai solo con una bici per ben 2800 km. Sfidando intemperie, condizioni ambientali diverse. Umanamente una sfida molto importante. Per molti, forse, una scelta non facile da comprendere. C’è stato qualcuno che ha cercato di dissuaderti e al contrario chi ti ha appoggiato?

«Si certo, la maggior parte delle persone che incontro mi danno del matto sostenendo che non ce la farò, soprattutto perché è inverno. La cosa più divertente di quando presento questa spedizione ai mie amici è vedere le loro facce incredule. Ho trovato molto supporto da parte dei miei follower sui social che mi incoraggiano sempre credendo nelle mie capacità. La soddisfazione più grande è quando incontri qualcuno che ti appoggia e crede in te perché nessun “Non ce la farai” vale quanto “Un non mollare”».

In che modo le persone possono sostenerti e seguirti nel tuo progetto?

«L’appoggio più grande è sostenere la raccolta dei fondi per la piantagione degli alberi. Donando un dollaro si pianterà un albero! Gli alberi piantati verranno fotografati e le persone riceveranno un attestato di sostegno ambientale. In altro modo seguitemi sui social e costruiamo un mondo migliore assieme! Oltre tutto ciò potrete anche entrare a far parte di una community di fotografi ambientalisti da poco inaugurata dove ognuno di voi potrà condividere i propri scatti con il resto del mondo!».

Terminato il viaggio hai già progetti per il futuro?

«Ho in mente di realizzare un progetto fotografico sugli orsi polari e su come si estingueranno se non cambiamo approccio con il nostro pianeta terra. Presto incomincerò a parlare di questa spedizione in Alaska!».

Come possono contattarti i nostri lettori?

«Potrete seguire la mia pagina Free Wheels Adventure su Facebook, Twitter, Instagram e Pinterest! Oltre a ciò per capire bene di che cosa si tratta Free Wheels Adventure potrete visitare il nuovissimo sito. Concludo questa intervista ringraziando molto “ Voglio vivere così” per avermi permesso di condividere con tutti voi la mia storia. Il più grande augurio che posso farvi è di partire per l’avventura dei vostri sogni al più presto!».

Qui, infine, un breve video di prestazione della spedizione di Francesco Pierini https://www.facebook.com/freewheelsadventure/videos/1116929421779902/