Francesca:  Manchester

A cura di Maricla Pannocchia

Quando è partita alla volta dell’Inghilterra, come tanti ragazzi e ragazze prima di lei, Francesca pensava che vi sarebbe rimasta solo per qualche mese, il tempo necessario per imparare la lingua. Le cose, però, sono andate diversamente, perché la donna ha trovato lavoro a Manchester e ha deciso di trasferirsi lì.

“I miei genitori non l’hanno presa molto bene” racconta Francesca, “Anche se poi se ne sono fatti una ragione.” I cambiamenti, però, non erano ancora finiti perché, dopo aver frequentato dei corsi, la donna ha lanciato il suo business ed è Assistente Virtuale, che si occupa di curare i social media e la pagina Pinterest di piccole imprese.

“A chi sogna di diventare Assistente Virtuale, consiglio di frequentare un corso” dice Francesca, “Io li ho frequentati in lingua inglese ma ce ne sono anche in italiano. Questa parte è importante non solo per imparare il mestiere ma anche per avere il giusto mindset.”

Manchester, nei 10 anni in cui Francesca ci vive, è cambiata molto e le modifiche principali derivano dalla combinazione della Brexit e del Covid che, come racconta la donna, “ha fatto andar via molti expats europei e questo mi ha fatto salutare alcune amicizie, anche con persone italiane. I prezzi, inoltre, sono aumentati, come un po’ ovunque. Tuttavia, credo che qui l’atmosfera sia più rilassata rispetto a quella italiana e, anche se sento la mancanza dei nipoti e del sole, al momento resto a Manchester.”

Francesca Scomparini Manchester

Ciao Francesca, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, sono nata e cresciuta a Treviso, dove ho vissuto lì fino all’età di 34 anni, quando ho deciso di spostarmi all’estero. Dopo il diploma, ho sempre lavorato presso la stessa azienda fino a quando non c’è stato un importante ridimensionamento del personale. Adoro viaggiare e leggere e ho ripreso da poco a fare teatro a livello amatoriale (passione che avevo abbandonato una volta in cui mi ero trasferita nel Regno Unito). Inoltre, sono una consumatrice seriale di corsi online!

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Adesso vivi a Manchester. Come mai hai scelto proprio questa città?

Diciamo che la scelta è stata molto casuale. Cercavo un corso d’inglese, infatti la mia idea iniziale era di frequentare un corso all’estero per qualche mese e non sono partita con l’idea di trasferirmi. Ho cominciato a documentarmi e mi sono imbattutata in questa scuola d’inglese che mi sembrava buona. Non avevo considerato Londra, in quanto all’epoca c’erano moltissimi italiani che vivevano lì, pertanto non mi sembrava una buona idea (oltre al costo della vita decisamente più alto di quello di Manchester).

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Quando ho deciso di trasferirmi definitivamente, dopo aver trovato lavoro, ci sono stati pareri discordanti. C’è chi effettivamente mi ha sostenuta dicendomi che ero stata coraggiosa a fare quella scelta (con il senno del poi ammetto che ci vuole coraggio a trasferirsi in un posto dove non si conosce nessuno e dove non si parla la lingua del posto). Altri, soprattutto i miei genitori, non hanno mai appoggiato del tutto la decisione, anche se poi se ne sono fatti una ragione.

Come ti sei organizzata prima della partenza?

È stato organizzato tutto abbastanza di fretta, nel senso che a febbraio ho trovato questa scuola e comprato il biglietto per fine aprile. Ho terminato il mio lavoro in Italia a fine marzo ma, appunto, la mia idea era quella di rimanere In Inghilterra solo per qualche mese. Quando, invece, sono ripartita a settembre, quella volta con l’idea di rimanere li, sono stata ospitata in casa di amici che avevo nel conosciuto nella mia permanenza precedente.

Ricordi cos’hai provato appena arrivata nel Regno Unito?

Si, è stata una sensazione di paura mista a euforia. Avevo veramente preso quell’aereo ed ero atterrata in un nuovo Paese senza sapere cosa ne sarebbe stato da lì a qualche mese. Devo dire che un pò di incoscienza non guasta mai nella vita. Ho preso questa decisione senza pensarci troppo ed è stata una delle migliori scelte che abbia mai fatto.

Vivi lì da quasi 10 anni. Quali cambiamenti hai notato, nel Paese, in quest’arco di tempo?

Parlando di Manchester nello specifico, la città è cresciuta in maniera esponenziale (anche a livello architettonico) e sta diventando un polo importante, soprattutto dal punto di vista finanziario. Il costo della vita è aumentato di molto, soprattutto negli ultimi anni. La combinazione Brexit – Covid ha avuto un forte impatto e tanti expats europei hanno lasciato l’Inghilterra.

Qualcuno di questi cambiamenti ha avuto un impatto diretto sulla tua vita?

Il centro di Manchester è diventato un pò soffocante, non esistono spazi verdi dove andare senza prendere i mezzi pubblici. A livello sociale, molte persone che ho conosciuto sono andate via, pertanto, non è sempre facile fare nuove amicizie.

Di cosa ti occupi?

Sono un’Assistente Virtuale, mi occupo della gestione di social media e Pinterest per business per piccole attività. Lavoro da remoto e ho la flessibilità di spostarmi molto più spesso, in questo ultimo periodo, tra Italia e Regno Unito.

Che consigli daresti ad altre persone che vorrebbero diventare assistenti virtuali?

Quando si parla di lavorare da remoto, si pensa alla flessibilità del tempo. A mio avviso e per la mia esperienza, ci vuole una fortissima auto disciplina e avere un lavoro online non è cosi semplice come sembra o come tanti “guru” sui social fanno credere. Avendo lavorato sempre da dipendente, cambiare la mentalità per passare a essere self-employed era e a volte è ancora la parte più difficile.

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Che percorso di formazione, se ce n’è uno, bisogna seguire per diventare VA?

Io ho seguito diversi corsi (tutti in lingua inglese) sia per diventare Assistente Virtuale sia come gestione di Pinterest. In Italia ci sono 2-3 formatrici che tengono dei corsi per imparare questa professione. Il mio consiglio è di seguirne uno perché, appunto, oltre a lavorare sui vari servizi che si possono offrire, si lavora anche sul mindset imprenditoriale.

Pensi che gli stipendi siano rapportati al costo della vita?

Anche nel Regno Unito, come in Italia del resto, ci sono vari livelli di stipendi. La cosa positiva è che qui c’è il minum wage orario, che viene adeguato al costo della vita. Una persona, quindi, non può essere pagata meno di quanto imposto da quella soglia.

Puoi dirci il costo di beni e servizi di uso comune?

I prezzi sono un po’ più elevati rispetto a quelli italiani e ci sono stati degli aumenti a causa dell’inflazione.

Come funziona, invece, per avviare un’impresa nel Regno Unito?

Parlando della mia esperienza, come Sole Trader, ho fatto tutto online, iscrivendomi direttamente al sito del governo. C’è la possibilità di fare anche il tax return (la compilazione del modello per pagare le tasse) in autonomia, senza dover pagare un commercialista. La burocrazia è molto più snella di quella italiana.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Appena arrivata sono stata ospitata da una host family e mi sono trovata subito a mio agio. Ho cercato di fare alcune esperienze di volontariato per entrare in contatto con le comunità locali e non ho trovato molte difficoltà.

Com’è una tua giornata tipo?

Al momento lavoro da casa per la maggior parte del tempo oppure in qualche caffè. Nel tempo libero organizzo delle uscite con amici e vado a fare delle camminate nei dintorni di Manchester. Se riesco, durante la settimana vado a teatro oppure partecipo a qualche meet-up per conoscere gente nuova (qui ce ne sono molti e per ogni interesse).

Quali sono, secondo te, i pregiudizi più diffusi sul Regno Unito?

I pregiudizi riguardano il clima, come il fatto che piove sempre, il cibo che non è buono e che loro bevono molto. Come sempre, tutto dipende dalle singole persone e non si può fare dell’erba un fascio. Quello che mi sento di dire, è che una persona si deve sentire a suo agio nel Paese dove decide di vivere e sicuramente non esiste alcun Paese perfetto.

Quella che respiro qui, tuttavia, è un’atmosfera più leggera rispetto a quella italiana.

Cosa si fa a Manchester in ambito artistico, ricreativo e culturale?

Manchester è una città molto viva. I musei sono quasi tutti gratuiti, così come le gallerie d’arte. In più, ci sono un sacco di teatri, alcuni con rappresentazioni indipendenti. A livello musicale, ci sono molti concerti sia d’inverno sia d’estate che si tengono negli stadi, senza contare le esibizioni live nei vari locali. A livello calcistico Manchester è conosciuta per due squadre molte famose.

C’è una community d’italiani? Ne fai parte?

Sì, c’è un Gruppo Facebook abbastanza nutrito e una comunità italiana importante (anche se la combinazione Covid-Brexit ha fatto scappare molti europei). Io ho conosciuto diverse persone italiane e alcune di loro sono diventate vere e proprie amicizie.

Credi che, per integrarsi, sia necessario conoscere l’inglese fin da subito?

A mio avviso conoscere l’inglese, al giorno d’oggi, è fondamentale, non solo per parlare con gli Inglesi, ma anche per comunicare a livello globale. Ad esempio, Manchester è una città multiculturale, che vede la presenza di tantissime nazionalità e, prima si riesce a comunicare, prima ci s’integra. Inoltre, conoscere l’inglese aumenta le possibilità di fare amicizia, avanzare nel settore lavorativo e molto altro.

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Che consigli daresti alle persone che vorrebbero andare in vacanza a Manchester?

Manchester non è proprio una meta turistica, anche se ci sono diverse cose da vedere anche nei dintorni. Prima cosa, suggerisco di ricordarsi il passaporto!

Quali sono state le difficoltà più ardue che hai dovuto superare?

All’inizio, il comprendere l’accento locale. Nel Regno Unito, infatti, si parlano diversi accenti e diciamo che quello di Manchester non è dei più semplici. In secondo piano, ho dovuto ricostruire tutto da zero: il lavoro, il tessuto sociale e il trovare delle attività a cui partecipare.

Hai mai avuto momenti di sconforto?

Sì, molti, soprattutto quando non sapevo più quale fosse il mio posto nel mondo perché, a un certo punto, come diciamo spesso tra noi expats, non sei “né carne né pesce” e non capisci più qual è casa tua.

Quali sono state, invece, le gioie e le soddisfazioni vissute finora?

Le soddisfazioni sono state molte, perchè mi sono ricostruita una vita in un altro Paese non conoscendo nessuno. Parlo l’inglese, lingua universale che mi permette di comunicare con moltissime persone e di avere accesso a tantissime informazioni. Durante la fase lavorativa, ho avuto delle promozioni (la meritocrazia esiste) e ho fatto il passo di aprire il mio business.

Ogni quanto torni in Italia e cosa ti manca di più del tuo Paese natale?

Ultimamente, per varie ragioni, torno molto spesso in Italia. Ora che sono diventata zia, mi manca passare tempo con i miei nipoti e, lo so che sembrerà banale, ma mi manca molto il sole. All’inizio non ci facevo particolarmente caso, ma ultimamente il fattore meteo sta incidendo parecchio sul mio benessere.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato che ognuno di noi ha delle risorse enormi e che, se lo vogliamo, possiamo ottenere quello che vogliamo. Ammetto, però, che l’ambiente circostante e le persone di cui decidiamo di circondarci fanno molto e aiutano o bloccano questo processo.

Progetti futuri?

Da tanti anni ho un blog di viaggi metaforicamente riposto nel cassetto e lo stesso vale per il lancio di un podcast, che spero di riuscire a realizzare entro il 2024.

Per seguire e contattare Francesca:

Sito web:https://kaffeinavirtualassistant.com

Instagram:https://www.instagram.com/kaffeina_va/