Federica: Inverness (Scozia)

A cura di Maricla Pannocchia

Da sempre amante dei viaggi, Federica ha fatto la sua prima esperienza all’estero a Parigi, in occasione dell’Erasmus. Quando ha deciso di riprendere in mano il suo sogno di studiare giornalismo, la ragazza si è ritrovata a guardare diversi corsi di studio e, alla fine, ha optato per uno in Scozia. “I miei genitori mi hanno sempre supportata, e di questo sono molto grata”, racconta Federica, “Alla fine, ho scelto l’università di Glasgow”.

Dopo aver vissuto in città Federica, una volta assunta dall’Inverness Courier, si è trasferita, appunto, a Inverness. “Non riesco a considerarla una città vera e propria”, dice la donna, “Perché qui i mezzi pubblici sono scadenti e ci sono poche offerte culturali, tuttavia, vivo in una regione da sogno per quanto riguarda gli aspetti naturali. Se un giorno dovessi tornare a vivere in città, sentirei la mancanza della natura e credo che mi riuscirebbe difficile abituarmi di nuovo a tutte quelle costruzioni!”

A chi sogna di trasferirsi in Scozia, Federica consiglia di farci un pensierino perché. Nonostante le difficoltà date dalla Brexit, “nella maggior parte dei settori, c’è scarsità di personale, quindi le opportunità non mancano.”

Federica Stefani Scozia

Ciao Federica, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Mi chiamo Federica Stefani, ho 30 anni e sono nata e cresciuta a Milano.

In questo momento vivo in Scozia, a Inverness, dove lavoro per una serie di giornali locali (Inverness Courier) e dilettandomi occasionalmente come giornalista freelance scrivendo di whisky e viaggi. Inoltre, nel tempo libero, gioco a rugby.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Ho sempre desiderato vivere all’estero. Già da piccola amavo viaggiare, una passione che poi si è tradotta nello studio di lingue e culture straniere al liceo e all’università. Alla prima opportunità, materializzatasi in un Erasmus di un anno a Parigi, me ne sono andata. Avevo bisogno di andarmene da Milano, sia per dare sfogo alla mia voglia di viaggiare ma anche per il bisogno di ricominciare da zero, trovarmi lontana da tutto ciò che conoscevo, in un posto nuovo, in cui potermi ridefinire come persona. È un bisogno che mi ha sempre accompagnata. Dopo la Francia ho vissuto per periodi brevi in Inghilterra e in Russia (come volontaria in ostello e insegnando lingue in un’associazione.) Poi mi si è risvegliata la voglia di fare giornalismo, che ho sempre avuto in sottofondo. Non vedevo un futuro in Italia, tra redditi da fame per chi inizia in quasi qualunque settore (quando non ti pagano in ticket lunch, visibilità, pizzette) e in generale poche opportunità. Non volevo studiare ancora in un sistema tanto dominato dalla teoria. E allora, cercando opportunità di master in lingua inglese, sono inciampata nell’idea di andare in Scozia.

Adesso vivi in Scozia. Come sei arrivata proprio lì?

Le opportunità di studio nel Regno Unito m’interessavano molto, ma durante le mie ricerche avevo scoperto che le tasse universitarie in Scozia erano molto più basse per cittadini dell’Unione Europea (anzi, all’epoca i corsi equiparabili alla triennale erano praticamente gratuiti, come per gli studenti scozzesi, maledetta Brexit!). Poi mi affascinava l’idea di vivere in un Paese che m’incuriosiva molto a livello culturale, avevo già un debole per l’Irlanda da diverso tempo e mi era stato detto che la Scozia era “come l’Irlanda ma meglio!”. Poi avevo nel cuore una bellissima edizione della storia di Paperon De Paperoni (in originale Scrooge McDuck) in cui ne vengono narrate le scozzesissime origini. In una vignetta il povero giovincello viene trascinato a Glasgow e niente, dopo esser stata accettata in 5 università diverse tra Edimburgo, Aberdeen e Glasgow… era destino, e ho scelto Glasgow!

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

I miei genitori mi hanno sempre incoraggiata e supportata nelle mie decisioni, non potrò mai ringraziarli abbastanza per avermi permesso di prendere e andare all’estero diverse volte. Diciamo che in questo caso erano abbastanza contenti: ero appena rientrata dalla Russia ed era diverso tempo che parlavo di andare in Nuova Zelanda per un anno. La Scozia deve esser sembrata loro una passeggiata al confronto! Anche se penso che entrambi (papà in primis) avrebbero preferito che restassi e ancora oggi risentiamo un po’ della lontananza, anche perché ho un bel rapporto con entrambi, non mi hanno mai fermata e hanno capito che era la scelta più giusta per me e per diventare indipendente economicamente, cosa non proprio facile per i giovani in Italia.

Anche dai miei amici ho sempre avuto tanto supporto, tanti hanno fatto almeno un periodo all’estero e capivano le mie esigenze. Le amicizie che contano sono sempre lì e anzi, penso che la lontananza faccia capire ancora di più il valore di questi legami.

Federica Stefani Scozia

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Come ti sei organizzata prima della partenza?

Il primo “problema” è stato trovare casa. Gli studentati erano molto costosi. Io mi ero messa in contatto tramite Facebook con studenti italiani che si erano trasferiti in precedenza. Ho passato diverse ore su SpareRoom, Gumtree e altri siti. Per fortuna un’amica di una ragazza che si era appena laureata ed era tornata in Italia prima della cerimonia era a Glasgow in attesa di finire la sua tesi di Master e, attraverso di lei, siamo riuscite a trovare una casa in condivisione. La parte più difficile è stata parlare con la rappresentante della compagnia che affittava la casa: non capivo quasi nulla al telefono dato il suo forte accento di Glasgow! Anche inviare i pagamenti all’inizio è stato abbastanza complicato da un conto corrente italiano. Dopo un po’ di tribolazioni ci siamo riusciti, ho prenotato l’aereo, fatto le valigie con il minimo indispensabile e via! All’epoca ho avuto la fortuna di beneficiare della libertà di movimento all’interno dell’Unione Europea quindi niente visti e a livello organizzativo è stato abbastanza semplice.

Hai fatto un anno di studio/lavoro a Glasgow. Cosa puoi raccontarci in merito?

Glasgow è una città che amo molto, mi ha accolta benissimo, amo la sua atmosfera un po’ trasandata ma amichevole, il lungo Clyde, le strade del West End, e in modo particolare anche la zona di Bridgeton dove avevo trovato alloggio, con due biblioteche e una stazione ferroviaria sotto casa, e un parco molto bello a pochi minuti a piedi. Glasgow è una città viva, con un’offerta culturale di concerti e altre attività che molti sottovalutano. Oggettivamente è meno bella di Edimburgo ma è molto più vivibile per costi e molto meno snob (l’aggettivo vibrant secondo me è molto azzeccato).

A livello universitario, mi sono trovata ad essere l’unica del mio corso (master in giornalismo multimediale) non madrelingua inglese, cosa che all’inizio mi ha messo qualche bastone tra le ruote ma che alla fine mi ha incentivato moltissimo e, probabilmente, se non fosse stato così, non avrei il livello di padronanza della lingua (e comprensione di vari accenti, scozzesi e non!) che ho oggi. A livello di corsi, e in generale di sistema educativo, qui tutto è molto più pratico rispetto al sistema italiano, dove devi mandare giù a forza tomi di teoria di cui pochi poi serviranno realmente. Si è incentivati a fare esperienza lavorativa da subito, sia al liceo sia all’università. I corsi sono strutturati in modo da lasciare tempo agli studenti di poter lavorare per mantenersi e fare stage, cosa che da noi è molto più complessa e probabilmente aggiunge al fenomeno dei fuori corso. Manca la reverenza verso i sommi professori, i miei docenti non si sono quasi mai messi su un piedistallo, erano molto più alla mano e disponibili ad aiutarci. Ho avuto un’esperienza molto positiva che mi ha poi permesso di trovare lavoro abbastanza facilmente.

Durante gli studi, per mantenermi ho fatto la steward a eventi e partite di calcio, principalmente a Ibrox, lo stadio dove giocano i Rangers. A Glasgow regna una divisione molto profonda, e più socio-culturale che sportiva, tra i tifosi dei Rangers (di estrazione protestante e vicini agli unionisti) e i Celtic, che invece rappresentano la cultura di origine gaelica, cattolica, e con tendenze separatiste-indipendentiste. Il mio primo turno da steward è stato a una partita tra queste due squadre ed è stata un’esperienza interessante fare i controlli alle persone in ingresso! In più, lavorare in quel contesto e parlare con colleghi originari di Glasgow è stata un’altra esperienza che mi ha aiutato tanto a inserirmi e a capire meglio il posto e la cultura locale.

È stato positivo anche giocare per una squadra locale di rugby, sport che avevo iniziato a praticare in Italia e che mi ha sempre aiutata a trovare una famiglia ovunque andassi. In Scozia il rugby è molto più seguito rispetto a quanto non lo sia in Italia quindi ho sempre trovato una squadra e un gruppo a cui unirmi.

In quel periodo ho imparato tanto e fatto stage all’Herald on Sunday (testata nazionale) e Scottish Field e soprattutto alla rivista di whisky Cask & Still, con cui collaboro tuttora e che mi ha aperto diverse porte.

Dopo Glasgow mi sono trasferita a Edimburgo per lavorare alla Scotch Whisky Experience con l’idea di diventare un’esperta nel settore e poter continuare a scrivere di whisky come freelancer, facendo comunque colloqui per diversi giornali.

Dopo circa un anno sono stata assunta all’Inverness Courier e, di conseguenza, mi sono trasferita nelle Highlands.

Federica Stefani Scozia

Parlaci meglio del tuo lavoro e della tua vita quotidiana…

Sono una reporter per Highland News and Media, una compagnia che, oltre all’Inverness Courier, pubblica altre testate locali come il Ross-shire Journal e ilCaithness Courier. Da circa cinque mesi sono la responsabile per l’edizione locale del Nairnshire. Scrivo per i titoli in cartaceo e online, per cui produco anche video.

Poi ho il mio cane, Chewie, che ho da circa due anni ed è un lavoro a tempo pieno anche lui (è un trovatello con un po’ di problemi e traumi da un passato in strada), ma sto imparando tanto e non cambierei nulla di questo percorso.

Quali sono, secondo te, le principali differenze fra le due città?

Inverness è stata riconosciuta come città solo una ventina di anni fa per cui, a mio avviso, non è ancora una città. Si tratta più di una cittadina all’interno di un contesto rurale, con mezzi di trasporto e infrastrutture molto limitate. Vivere senza macchina qui è molto difficile (ecco perché ne ho dovuta comprare una per la prima volta) e i servizi sono limitati (gli autobus sono una tragedia, soprattutto post Covid!). Detto questo, siamo in una zona spettacolare, immersi nel verde e con viste mozzafiato a destra e a manca. La qualità dell’aria e della vita da quel punto di vista è ottimale. La vita culturale è molto limitata ma Inverness si sta sviluppando molto in fretta.

È facile trovare un alloggio a Inverness? Quali sono i costi medi?

Trovare casa nelle Highlands e Inverness non è facile di questi tempi. Io sono arrivata poco prima della pandemia e ho avuto la fortuna di trovare una bella sistemazione a un prezzo abbordabile, seppur in casa condivisa. Come zona, la regione ha, in generale, il problema che non ci sono abbastanza case per i locali, soprattutto a causa del numero di seconde case e di Airbnb. Tanti proprietari delle abitazioni sono di origine inglese e tengono, appunto, case vacanze che restano vuote durante l’anno. La situazione dopo il Covid è peggiorata. Al momento non è facile trovare case in affitto a lungo termine e anche le abitazioni sociali gestite dalle autorità locali (Highland Council) hanno liste di attesa molto lunghe. Avendo tempo, una sistemazione si trova, ma bisogna cercare a lungo o avere un colpo di fortuna. Detto ciò, avendo come parametro Milano o Londra, la situazione è decisamente migliore (io pago circa £500 il mese per una casa condivisa con due camere da letto, salotto, sala da pranzo e giardino, in una buona zona, tranquilla e residenziale). Direi che in media i prezzi si aggirano intorno ai £800-1000 il mese, spese escluse, per case con due camere da letto, e attorno ai £200.000 o £250,000 per chi vuole comprare. Il problema è la scarsa disponibilità di case.

Federica Stefani Scozia

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

In Scozia abbiamo NHS Scotland come ente per i servizi sanitari. In principio il sistema è molto bello perché quasi tutte le cure sono gratuite (contraccezione, farmaci su ricetta, visite mediche e cure d’emergenza). Il problema è che, dopo il Covid e la Brexit, c’è una grave mancanza di staff medico, un po’ ovunque in Scozia ma a Inverness, dove praticamente esiste solo un ospedale principale per una regione delle dimensioni della Lombardia (anche se notevolmente meno popolata) e poche cliniche minori. Le tempistiche di visita al momento sono molto lunghe e anche decidere di andare privatamente può significare dovere andare ad Aberdeen, Glasgow o Edimburgo. Tuttavia, ho sempre avuto cure mediche fatte piuttosto bene e con efficienza. So che a livello di emergenze il sistema funziona abbastanza bene, anche se non mi è mai capitato di dovermi servire. Insomma, ci sono pro e contro, ma sono convinta che, se in un futuro avessi bisogno di controlli-cure per qualche condizione seria, probabilmente rientrerei in Italia.

La burocrazia in generale, se comparata a quella Italiana, sembra una piuma comparata a un macigno.

Si ci sono regole e requisiti ma tutto, dalla banca all’acquisto di una macchina, mi è sembrato più veloce e sbrigativo. Anche ottenere sussidi statali e altri benefits è piuttosto semplice, per non parlare della dichiarazione dei redditi e della posizione da lavoratore freelance (che io svolgo part time). Tutto è più agevole e se devo contattare HMRC (l’agenzia delle entrate del Regno Unito) ho sempre trovato risposte gentili e utili.

Ora parliamo dei mezzi pubblici. A Inverness abbiamo solo gli autobus per muoversi in ambito urbano. Sono costosi (£2 a tratta, che devi rifare a ogni nuovo autobus che prendi, quindi, se devi prenderne due, devi fare il biglietto giornaliero, anch’esso abbastanza caro) e non molto inefficienti quindi la stragrande maggioranza della gente usa la macchina. Io mi trovo molto bene con il sistema di bici elettriche locale (abitando in collina!) ma le stazioni sono ancora poche. I collegamenti per andare nelle località principali vicine sono abbastanza buoni e includono treno e autobus. Abbiamo un piccolo aeroporto (unici voli diretti al di fuori del Regno Unito, però, vanno ad Amsterdam) però è facile trovare connessioni tra Londra, Amsterdam e altre città al di fuori del Regno Unito, in più si hanno collegamenti interni con le isole (non tutte, ma è un buon servizio per chi viaggia).

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Per raggiungere Glasgow o Edimburgo treni e autobus (tra cui Megabus) sono di solito abbastanza efficienti e non troppo costosi. In più sono sempre viaggi meravigliosi da fare con il naso incollato al finestrino!

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Benissimo, gli scozzesi sono molto ospitali e, soprattutto a Glasgow, mi sono sempre sentita accettata e parte di una community di persone positive. Inverness è un caso a parte, nel senso che mi trovo molto bene ma è un contesto più isolato ed essendo arrivata qualche mese prima dei vari lockdown ho avuto più problemi a formare un network locale. La mentalità forse è un po’ più chiusa, più da zona rurale. Detto questo, ho sempre trovato persone disposte ad aiutarmi.

Federica Stefani Scozia

Che consigli daresti, anche tenendo conto della Brexit, a chi sogna di trasferirsi in Scozia?

In questo momento in quasi tutti i settori c’è carenza di staff quindi direi che, a livello di opportunità lavorative, ci sono molti sbocchi. Chi vuole investire in un business troverà meno burocrazia che altrove (anche se con la Brexit ci saranno delle limitazioni). A quanto ho sentito le opportunità ci sono. Se non amate i climi troppo caldi e vi piace la natura, organizzatevi e trasferitevi subito!

E quali a chi, invece, sta pianificando un primo viaggio nel Paese?

Quello in Scozia è un viaggio che vi rimarrà nel cuore. Io ancora piango davanti ad alcuni paesaggi. L’amore che hanno qui per natura e storytelling è eccezionale. Cercate di andare nei paesi meno visitati. Visitate almeno una distilleria (di solito sono in posti stupendi!), dimenticatevi l’inglese come lo conoscevate, gli accenti qui sono tutta un’altra cosa. E sono meravigliosi! Se venite in mesi caldi (insomma, quello che sarebbe il periodo estivo, poi caldo è un’opinione quassù!) mi raccomando il repellente per le midges. Se andate fuori da Glasgow o Edimburgo, portatevi scarponcini o scarpe che non avete paura d’infangare. Tanto bellissimo verde si paga! Ma soprattutto: andate a un Ceilidh (festa di danze di gruppo scozzese) e non ve ne pentirete!

Hai scoperto dei luoghi poco conosciuti ma che, secondo te, meritano una visita, da suggerire ai nostri lettori?

Inverie e la penisola dello Knoydart, se siete diretti all’arcifamosa Isola di Skye andateci perché è raggiungibile solo in traghetto da Mallaig! Dunkeld / Birnam ma ancora di più la zona del Perthshire, vicino a Blairgowrie.

Wester Ross e Applecross, andate a scalare Stac Pollaidh e vi ritroverete immersi nel giurassico o in un’era in cui potreste ritrovarvi ad avere un incontro ravvicinato con un dinosauro!

Cullen e Sandend, dove, se vi piace il pesce, dovete provare il Cullen Skink e andare a fare surf.

Dunnet Head, il punto più a Nord della Scozia.

Lindores Abbey Distillery e la zona attorno a Newburgh.

Andare in kayak o canoa su Loch Oich.

Merkinch Natural reserve ad Inverness e le Ness Islands… ora smetto, lo giuro! Ci sono un sacco di posti assolutamente stupendi e poco conosciuti.

Federica Stefani Scozia

Quali sono, secondo te, i pro e i contro del vivere a Inverness?

Avendo vissuto per la maggior parte della mia vita in grandi città, mi manca l’offerta culturale e di ristoranti disponibile, appunto, nelle città più ampie. Un altro contro è la mancanza di trasporti pubblici efficienti e di alcuni negozi che mi mancano molto, però, a livello di qualità della vita, ci sono spazi e momenti di pace, tutto è più tranquillo (guidatori in primis!) e sono a un tiro di schioppo da scenari mozzafiato. Se dovessi rientrare, sentirei la mancanza della natura e credo che avrei difficoltà ad abituarmi a vivere nuovamente in città con molte costruzioni.

Cos’hai imparato, finora, vivendo in Scozia?

Ho imparato a vivere più lentamente, a fare giardinaggio (più o meno!), a fare l’uncinetto, a dire sempre “wee” al posto di “little”. E poi a guidare dall’altra parte, a godermi momenti immersi nella natura, a essere meno stressata. Ho imparato molto sul whisky, sulla storia locale, e che se esco di casa in pigiama nessuno mi può (né deve) giudicare.

Progetti futuri?

Al momento sto lavorando a un progetto di podcast letterario, Northern Bibliosphere, e mi piacerebbe continuare a produrlo e ampliarlo. Vorrei tornare a scrivere di più di whisky e viaggi. In generale, vorrei iniziare a collaborare anche con più testate italiane traendo vantaggio dal poter fare giornalismo in due lingue diverse. Penso che in un futuro tornerò in Italia per stare vicina alla mia famiglia, ma è ancora molto vaga come idea. Tuttavia, inizio a mettere giù qualche base.

Per seguire e contattare Federica:

Instagram e Twitter: @nescaphe

Sito web: https://linktr.ee/northernbibliospherepod

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