Emanuele e la sua vita a Santiago del Cile

In Cile l’eco della dittatura di Augusto Pinochet non si è spenta del tutto. E le disparità tra ricchi e poveri sono molto evidenti, anche per strada. Però, c’è una natura che toglie il fiato. E basta uscire un po’ da Santiago per capire che è uno dei posti più belli del mondo.

A parlare è Emanuele Luzio, nato a Macerata nel ’76, fisico, che nella terra di Pablo Neruda vive da pochi mesi. “Me ne sono andato dall’Italia l’anno scorso- spiega- dopo il terremoto de L’Aquila. Il piano di aiuti del Governo non comprendeva gente come me: non ero residente a L’Aquila e non potevo dimostrare che vivevo lì al momento del sisma, quindi non avevo diritto a nessun tipo di sostegno. Ma il mio non è un addio definitivo. Me ne sono andato per un po’. Volevo vedere com’è vivere all’estero. Tornerò in Italia a fine settembre. E poi chissà”.

santiago del cile

Cosa non le piace del suo Paese?

Questa è una domanda molto complessa, a cui è difficile rispondere, ma posso riassumere così: a me piace l’Italia. Il problema è che, a causa di una gestione miope dello Stato, alla mia generazione è stato negato un futuro. Basti pensare al fatto che, nella fascia tra i 20 e i 30 anni, la disoccupazione media è pari quasi al 30% al nord, ed arriva fino al 40% al sud.

Perché ha scelto il Cile?

Sono venuto l’anno scorso su consiglio di un mio amico cileno, e grazie ad una borsa di studio cilena. Non è stato affatto facile abituarmi a questo Paese: c’è un abisso culturale tra il Cile e l’Italia. A volte è necessario perdere qualcosa per rendersi conto del suo valore.

Cosa intende?

Faccio un esempio molto semplice: nella vita di un italiano il cibo è basilare. Per noi è indispensabile mangiare bene, e mangiamo così bene che il complimento più comune che facciamo quando andiamo al ristorante è “onesto”, ovvero ho speso il giusto. E non menzioniamo nemmeno la qualità dei prodotti che è altissima anche in ristoranti dai prezzi “popolari”. Questo non è affatto scontato in altri Paesi ,e in particolare in Cile, dove il piatto nazionale è la chorillana con patate fritte (una specie di hamburger) . Qui mangiare bene tutti i giorni è un lusso per ricchi. Uno potrebbe pensare: ” Va bene. Allora perché non cucini tu?”Certo, ma il problema è trovare gli ingredienti per cucinare.

Chorillana Cile

Difficile?

Per trovare del comune sale da cucina come noi lo intendiamo, ho dovuto girare mezza Santiago. Il sale che si vende qui è sempre unito ad aromi. Questo non serve alla cucina tradizionale italiana. Per fortuna, adesso, con l’esperienza, so dove comprare. Ultimamente sono riuscito a trovare anche una mozzarella di buona qualità. Di ottima qualità, invece, sono la frutta, gli ortaggi e il vino.

Altri problemi?

Difficoltà notevoli arrivano anche dalla burocrazia cilena. Per uno straniero è praticamente impossibile aprire un conto in banca indipendentemente da quanto denaro possieda. Le garanzie che chiedono sono impossibili e di conseguenza è molto difficile affittare un appartamento. Nonostante queste e altre difficoltà quotidiane con il tempo ci si abitua, si fanno amicizie e ci si inizia a sentire come a casa.

Cosa le è piaciuto subito di questo Paese?

Da parte dello Stato c’è una grande attenzione per l’arte, Santiago è piena di mostre, concerti e iniziative culturali in generale. Per un italiano, tuttavia, le città cilene non hanno lo stesso fascino architettonico delle città d’arte italiane. Anche se alcuni scorci del centro non sono niente male. Le case in barro (fatte di terra e legno) sono veramente belle. Secondo me, però, bisogna visitare il Cile sopratutto per le sue bellezze naturali.

Santiago del Cile

Cos’ha di bello?

Un tramonto nel deserto è un’ esperienza quasi mistica. Il Sud ancora non lo conosco, ma a detta di tutti è la parte più bella. Partirò per la Patagonia il prossimo fine settimana. Non conosco nemmeno l’Isola di Pasqua, ma è piena di storia e mi dicono che i Mohai (statue) sono impressionanti. Per un turista che debba passare non più di qualche giorno a Santiago, consiglio di visitare il Cementerio General, dove sono sepolti, tra i tanti, Salvador Allende e Violeta Parra. Ho trovato molto interessante anche il Museo de Arte Pre-colombino e le tre case di Pablo Neruda: La Chascona a Santiago, La Sebastiana a Valparaiso e Isla Negra, dove si trova anche la tomba del poeta.

E poi?

Ottimi sono anche i murales in giro per la città: qui i graffiti raggiungono livelli di espressione artistica notevoli. D’obbligo anche fare un salto a La Piojera – ma senza mangiare niente, mi raccomando-, una vecchia cantina di fronte alla stazione del metro Puente Cal y Canto. E’ uno dei locali, dove si riunivano gli oppositori del regime. Da non perdere anche una domenica mattina al mercato del “Bio-Bio”, nelle vicinanze della stazione Franklin: è un gigantesco mercato dell’usato dove si può trovare di tutto. Vivere in una città, comunque, non è solo vederne le bellezze, ma anche interagire con la gente. Quello che salta subito agli occhi di un italiano è il fatto che I santiaguni hanno un rispetto quasi religioso per i regolamenti, nonostante pensino il contrario. Io credo che questo rispetto cieco per le regole sia in parte un’ eredità della dittatura. Per un italiano è una delle cose più difficili da digerire.

MURALES

Dove vive di preciso?

Abito vicino alla stazione del metro Bellas Artes, in assoluto il posto più bello di Santiago per vivere. E’ in centro ed è pieno di giovani. E’ abbastanza caro per le tasche di un cileno, ma assolutamente abbordabile per un europeo. Sono arrivato in questo quartiere dopo aver cambiato due case. Quando sono arrivato in Cile avevo in mente una full immersion nella cultura locale e sono andato a vivere in uno dei quartieri più popolari, vicino il Parque O’Higgins. Purtroppo non era facile vivere in un quartiere popolare a causa della pericolosità e della distanza dai servizi. Cercando e ricercando sono finito qua, divido l’appartamento con persone squisite e mi trovo molto bene.

Mi descrive la capitale?

Santiago a prima vista potrebbe sembrare solo traffico, smog e manifeste disuguaglianze sociali. Al traffico e allo smog ci si abitua rapidamente. Il resto è più difficile da mandare giù. Vedere gente tanto ricca, poca, accanto a gente povera , molta, fa davvero male. Mi hanno detto che negli altri paesi dell’America Latina la situazione è addirittura peggiore. Ci sono cose, tuttavia, che si imparano ad apprezzare solo vivendoci, come il funzionamento svizzero dei mezzi di trasporto e la grande quantità di aree verdi.

SANTIAGO DEL CILE

Di cosa vive il Cile?

Il Cile è un Paese sostanzialmente minerario. Purtroppo tutte le miniere sono state privatizzate durante la dittatura, sotto pressione degli Stati Uniti. Quindi le principali risorse nazionali sono i proventi delle tasse sulle miniere e gli scambi commerciali con i Paesi del “Mercosur”, anche se Il turismo è un mercato in aumento.

Sembra che in molte città cilene sia alto il tasso di microcriminalità. Circola molta droga?

E’ vero fino a un certo punto. Purtroppo scippi e rapine sono all’ordine del giorno, tuttavia Santiago è una città relativamente sicura. Si può camminare tranquillamente per il centro se non si pretende di sfoggiare macchine fotografiche da migliaia di euro o abbigliamento e accessori altrettanto costosi. Secondo me poi è meglio evitare le cosiddette poblaciones, quartieri popolari periferici. Se proprio siete curiosi, fatevi accompagnare da una persona del posto. Anche a Valparaiso, bisogna tenere gli occhi ben aperti ed evitare le strade poco trafficate, se non si vuole rischiare di essere derubati. La droga circola come in tutte le città del mondo, con una sola differenza: qui quella di migliore qualità viene esportata per i Paesi ricchi. I poveri, invece, fanno uso della “pasta base”, un prodotto di scarto del ciclo della cocaina.

Come funzionano la sanità e la scuola?

Questa è la nota veramente dolente del Cile. Scuola, sanità e pensioni sono private. O, detto in altri termini, se non hai i soldi peggio per te. Esistono scuole e ospedali “pubblici”, ovvero con prezzi più abbordabili, ma la qualità non è comparabile a quella delle strutture private. Qualche mese fa, a causa di un’ infezione, mi hanno portato in un ospedale pubblico. La prima cosa che mi hanno chiesto è stata l’assicurazione sanitaria che, incoscientemente non avevo fatto. Ho dovuto pagare di tasca mia e prima della visita, indipendentemente da quello che mi avrebbero diagnosticato.

Chi riscuote?

Un organismo indipendente dall’ospedale, per far sì che i medici non ricevano pressioni e non si facciano impietosire dalla gravità del caso. Per fortuna a me è andata bene: mi hanno diagnosticato solo una piccola infezione alle vie urinarie, ma, siccome lamentavo anche dolori al rene sinistro, mi hanno fatto un’ ecografia nel caso avessi avuto un calcolo e mi hanno detto che era tutto a posto. Da pagare poco più di dieci euro. Risultato: due settimane fa sono rifinito all’ospedale per una colica renale. Un calcolo al rene sinistro. Stessa trafila. Questa volta in una clinica privata mi hanno detto che l’infezione era quasi sicuramente dovuta ai calcoli e che l’ecografia è uno strumento insufficiente per individuarli , quando sono così piccoli. Mi hanno operato il giorno dopo. Totale da pagare: circa 6500 euro. Meno male che io avevo la copertura sanitaria italiana. Ma per un cileno medio un calcolo significherebbe indebitarsi a vita con l’assicurazione.

E la scuola?

Funziona allo stesso modo: se hai i soldi hai accesso all’istruzione migliore. Se non li hai, chiedi un prestito alle banche, che di solito elargiscono. Comunque avrai accesso a scuole e università più economiche, e quindi di qualità inferiore. Per le pensioni idem. Si paga un’ assicurazione privata.

Come si convive con il rischio terremoti?

Questo è un punto di eccellenza del Cile. Le case sono sicurissime. Ancora un esempio: L’Aquila, sisma di 6.3 gradi della Scala Richter, circa 300 morti. Concepción, sisma di 8.8 gradi – che, per chi non lo sapesse, significa un terremoto circa 3000 volte più forte di quello de L’Aquila-, circa 1000 morti, di cui solo 200 uccisi direttamente dal sisma; gli altri dallo tsunami. Preferirei 1000 volte subire un terremoto dell’ °8 qua che non uno del 6° in Italia.

Terremoti in Cile santiago del cile

Com’è il clima?

Il Cile è il paese “sottile”, come lo definiva Neruda. Si estende dal Tropico del Capricorno fino al Circolo Polare Antartico. Non credo ce ne siano altri uguali al mondo. La varietà del clima è enorme. Si va dal deserto più arido del mondo, quello di Atacama, dove non piove da 400 anni, fino alla Patagonia, dove pioggia, vento e neve sono la norma. A Santiago il clima è arido, non piove quasi mai e la temperatura non scende praticamente mai sotto gli 0 Centigradi d’inverno. Di fatto nessuna casa ha il riscaldamento.

La vita è cara? Qual è la moneta?

Dipende dalla qualità di vita che cerchi. Se ti accontenti, puoi vivere con veramente poco. Se cerchi uno standard italiano, la vita è molto cara. Esempio: se esci a mangiare una pizza, puoi spendere tranquillamente 15.000 pesos cileni a testa, poco meno di 20 euro, che, per lo stipendio medio di un cileno, è una fortuna. Idem per i vestiti, gli affitti e la spesa di tutti i giorni. Per la mia stanza singola in Bellas Artes, nel pieno centro di Santiago, pago 130.000 pesos, circa 150 euro, una spesa insostenibile per un cileno medio.

Come sono i cileni?

Credo che i cileni si possano distinguere in due gruppi: i santiaguini e quelli che non vivono a Santiago. Infatti a Santiago vive circa il 50% della popolazione e i cileni considerano i santiaguini una razza a parte. Io sono stato più a contatto con i santiaguini, e di loro posso parlare più approfonditamente. I santiaguini sono molto gentili con gli stranieri, ma tra di loro mi sembrano molto diffidenti, nonostante abbia un basso tasso di criminalità paragonato con altre città dell’America Latina. Sentire un santiaguino che parla di quanto sia pericoloso vivere qui e di quanti imbroglioni ci siano in giro è normale, tuttavia, per esperienza diretta, posso dire che Santiago non è più pericolosa della periferia di una qualsiasi città italiana.

Cileni santiago del cile

In generale?

I cileni mi sono parsi nella norma piuttosto classisti, maschilisti e bigotti. Più o meno come gli Italiani. Le battute razziste sui peruviani sono all’ordine del giorno. Lo stesso Governo da anni porta avanti una guerra di repressione nel sud del Cile contro i Mapuche , la popolazione indigena cilena. Un contenzioso che va avanti da anni con i peruviani è quello sull’origine del pisco, bevanda alcolica. I cileni ritengono sia cileno, i peruviani ritengono che sia peruviano. Il fatto è che il pisco ha origine nel nord del Cile che una volta era territorio peruviano.I cileni hanno un particolare rapporto con i morti. E’ vero?

Sentir parlare di fantasmi, spiriti che infestano case e connessioni spirituali con la madre terra è all’ordine del giorno, anche tra i laureati.

Perché?

Secondo me tutti questi aspetti negativi dipendono, in parte, dalla bassa qualità delle scuole e delle università dovuta alla privatizzazione dell’istruzione e, in parte, dall’eredità lasciata dalla dittatura. Tuttavia si incontrano quotidianamente persone davvero squisite, da cui si può imparare molto, come la maggior parte della gente con cui ho vissuto. “La gente del campo”, come la chiamano qui, ovvero quelli che non vivono a Santiago, è generalmente molto gentile e ospitale.

La lingua?

I cileni sono sopratutto famosi in America Latina per i loro modismi. Il cileno non è solamente una dialetto dello spagnolo, ma è quasi una lingua a parte. Per chi conosce bene lo spagnolo può risultare incomprensibile un discorso ascoltato per strada. Hanno addirittura un loro vocabolario, distinto da quello ufficiale di castigliano.

Quali le città da vedere, in cui è consigliabile vivere e cercare un lavoro?

Non c’è molto da scegliere se cerchi lavoro. Il centro del mondo qui è Santiago. I quartieri migliori secondo me sono Lastarria e Bellas Artes, ma non è male neanche Brasil. A chi ha famiglia consiglierei Ñuñoa o Providencia e, a seconda delle possibilità, Las Condes, la zona decisamente più cara.

Lastarria Santiago santiago del cile

Ci sono molti italiani e sono ben visti?

Per l’Italia i cileni hanno una specie di venerazione, a parer mio dettata più dagli stereotipi culturali che da una reale conoscenza del Paese. La colonia italiana in Cile è la più antica del sudamerica. Gli italiani sono arrivati con gli spagnoli e ci sono forti legami economici e culturali tra Cile e Italia. Dal punto di vista culturale ci sono quattro scuole italiane paritarie e il corpo di polizia e dei pompieri sono di ispirazione italiana. In generale se consideriamo gli italiani nati e cresciuti in Italia, siamo quattro gatti, ed è un evento piuttosto raro incontrarsi con un connazionale. Il Cile tuttavia è pieno di italo-c ileni, ossia discendenti di italiani emigranti, che a volte hanno anche il passaporto italiano.

A livello politico qual è la situazione? Il Cile ha cancellato il ricordo della dittatura? O ci sono residui nella cultura, nello stile di vita, nelle costruzioni?

Quello che posso dire dalla mia esperienza è che quella della dittatura è una ferita ancora aperta. La Costituzione è ancora quella pinochetista. La legge elettorale è un esempio lampante di antidemocrazia. Qui non vieni iscritto automaticamente alle liste elettorali, ma solo se lo richiedi tu. Il fatto è che, una volta iscritto, sei obbligato ad andare a votare per il resto della tua vita. Se non vai, le multe sono altissime. Risultato: pochissima gente va a votare. Ultimamente si discute sull’abrogazione di questa legge assurda.

Ed i Carabineros?

Con loro c’è poco da scherzare: sono generalmente cordiali con le persone, ma durante le manifestazioni non esitano a usare la forza, a volte anche in maniera ridicolamente esagerata. So che ha aperto da poco il Museo de la Memoria, ma ancora non sono riuscito a visitarlo. Il Governo e i vari movimenti per la memoria stanno facendo molto, come ad esempio a Villa Grimaldi, ex luogo di tortura che è portato avanti da volontari. La sensazione, tuttavia, è che la gente comune voglia dimenticarsi rapidamente di quello che è successo.

Carabineros Cile

Piatti tipici?

La cilena è una cucina povera e i suoi sapori abbastanza differenti dai nostri. Ho apprezzato molto il charquican, una specie di stufato di verdura. Secondo me da evitare è il cilantro, sapore a cui non riesco ad abituarmi, ovvero il coriandolo, che qui si usa in quasi tutti i piatti. Degni di nota sono le empanadas, curanto, pastel de choclo e humitas. La carne è molto economica ed è il piatto principale. I cileni sono fanatici dell’ asado, ovvero la carne alla brace. Tuttavia la varietà di tagli è piuttosto limitata. I formaggi sono praticamente assenti nella dieta cilena. Tra i pochi che si trovano in commercio consiglio il queso de cabra, formaggio di capra, molto gustoso. I vini cileni sono ottimi ed economici: si possono trovare vini strepitosi per meno di 5 euro. Come il “Santa Emiliana”, il “Casillero del Diablo” e il “Mission del Rengo”. Il liquore nazionale è il pisco, base alcoolica del pisco sour: piacevole maingannevole”: quando ti accorgi che forse ne stai bevendo troppo è già tardi.

Tradizioni?

La danza tradizionale è la cueca, un ballo di coppia molto ritmato. La musica è piacevole da ascoltare, ma il ballo in se non mi ha affascinato molto. Molto interessanti sono le cuecas di Violeta Parra.

Cueca ballo cileno santiago del cile

Feste?

Il 18 settembre è la Festa Nazionale della Repubblica. Si festeggia l’ indipendenza del Cile. Sembra che i cileni non aspettino altro tutto l’anno. Di fatto sono un popolo molto nazionalista, credo che anche questo sia un retaggio della dittatura. Infatti, sino a pochi anni fa era assolutamente obbligatorio esporre in tutte le case e le auto almeno una bandiera del Cile.

La religione incide parecchio sulla vita dei cileni?

Non nel senso che intendiamo noi. Ovvero, la Chiesa non è così sfacciata come in Italia. Tuttavia la sua azione in Cile è molto subdola. A partire dai criteri assurdi di ammissione ad alcune scuole, che non accettano figli di separati. Oppure la rete di contatti che la Chiesa mantiene per piazzare i proprio uomini ai vertici della vita pubblica. Di fatti l’aborto in Cile è ancora proibito e ultimamente hanno anche vietato la pillola del giorno dopo. Nelle zone più povere, come il nord, la religione è molto più presente in tutti gli aspetti della vita quotidiana, con risultati secondo me a volte ridicoli. Ci sono, ad esempio, dei negozi di ferramenta che si chiamano “Gesù ti ama” o “Gesù è la salvezza”.

In sintesi, aspetti negativi e positivi della vita in Cile?

La risposta è la stessa per entrambi gli aspetti: non è l’Italia.

Libri che possano aiutare a conoscere il Cile?

Beh, prima di tutto “Confesso che ho vissuto”, l’autobiografia di Pablo Neruda; poi “Patagonia Express”, appunti di viaggio di Luis Sepúlveda e Bruce Chatwin nel Sud del Cile e “Le vene aperte dell’America Latina” saggio storico di Eduardo Galeano. Ma a chi conosce lo spagnolo consiglierei Tengo miedo torero” di Pedro Lemebel; credo che esista una traduzione in italiano. Inoltre consiglio di ascoltare musica, iniziando dai classici: Victor Jara e Violeta Parra, fino ai più contemporanei Los Jaivas, Chico Trujillo e Francisca Valenzuela. Ancora consiglio il cinema cileno che regala delle perle veramente rare come “Machuca”, “El chacotero sentimental” e “Johnny cien pesos”. Per chi è un po’ pratico dei modismi cileni infine consiglio “Plan Z” un vecchio programma satirico ancora disponibile su youtube. Assolutamente da non perdere.

A cura di Cinzia Ficco