Emanuela: Egitto

A cura di Maricla Pannocchia

La vita di Emanuela è cambiata a 50 anni quando, durante un viaggio in Egitto, ha conosciuto colui che sarebbe diventato il suo attuale compagno. La donna era già insofferente alla sua vita italiana, che considerava troppo monotona, ed ecco che, cogliendo al volo quell’incontro, ha deciso di trasferirsi in Egitto, precisamente nella città di lui, El Quseir.

“Durante il Covid-19 sono rimasta bloccata in Egitto per 6 mesi” racconta Emanuela, “E ciò mi ha permesso di vivere questo Paese. Ho capito che quello stile di vita era ciò che stavo cercando.”

Adesso, la donna lavora online “sponsorizzando una piattaforma di viaggi online con prezzi all’ingrosso, con più di 2.000.000 di destinazioni in tutto il mondo e molti altri servizi tra cui voli, escursioni, crociere, trasferimenti, ecc.” Questo impiego, a differenza del precedente, le permette di viaggiare e di lavorare da ovunque, dandole libertà finanziaria e di gestione del tempo.

La vita in Egitto non è sempre semplice, soprattutto perché “in Occidente spesso dipingono i musulmani come persone da temere. Ho dovuto superare i miei limiti mentali e, anche se convivere con un uomo non è facile di per sé e farlo con un egiziano musulmano lo è ancora meno, sono convinta che due culture diverse non solo possano coesistere ma possano anche arricchirsi l’un l’altra.”

Emanuela Ripamonti Egitto

Ciao Emanuela, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, sono Emanuela e vengo da una città della Brianza vicino a Monza, Lissone, famosa come la “città dell’arredamento e del mobile”.

Fin da giovane però quella cittadina mi stava un po’ stretta, amavo viaggiare, spaziare… mi ricordo che, nelle sere d’estate, dal mio balcone vedevo una cupola lontana con un’antenna lampeggiante che mi ricordava i posti magici e fatati del lontano Oriente e fantasticavo che fosse il castello di uno sceicco o chissà cos’altro (ho poi scoperto più avanti che si tratta della cupola della ditta Autobianchi!).

Ho studiato lingue per avere maggiori possibilità di un lavoro nel settore viaggi ma, per esigenze famigliari, mi sono poi ritrovata a lavorare per 33 anni allo sportello di un’azienda energetica vicino alla mia città.

Nella mia vita da timbratura del cartellino, vedevo i giorni scorrere sempre uguali attendendo i week-end o le ferie per uscire dalla routine. Quella vita non era proprio nelle mie corde, il dover aspettare la pensione per poter vivere come desideravo e, inoltre, erano un po’ di anni che volevo fuggire dall’Italia, perché non sopportavo uno stile di vita così frenetico da ruota del criceto. A dire il vero, ero anche un po’ stanca di com’era gestito il nostro Paese.

Quando è arrivata l’occasione di trasferirti all’estero?

L’occasione è arrivata durante un viaggio in Egitto (dapprima avevo pensato all’Irlanda ma non ho trovato modi per trasferirmi lì), precisamente a Marsa Alam, dove ho conosciuto colui che sarebbe diventato il mio compagno di vita attuale.

Devo dire che, all’età di 50 anni, non è facile dare una svolta alla propria vita, mettendo in gioco abitudini, mentalità, cultura e, soprattutto, abbandonando una comfort zone che ormai mi ero creata tra casa, lavoro e hobbies, ma il desiderio di cambiamento ha avuto il sopravvento.

Come si suol dire, quando hai un obiettivo o una meta anche il deserto diventa strada!

Ora vivi in Egitto. Come mai hai deciso di vivere proprio lì?

Dopo tre anni di voli avanti e indietro tra Egitto e Italia, l’avvento del Covid-19 mi ha dato la spinta finale nel prendere la decisione di vivere stabilmente qui. In quel periodo mi trovavo in Egitto per puro caso e, con il lock-down e la soppressione dei voli, mi sono trovata bloccata in questa terra per 6 mesi, durante i quali ho potuto vivere la quotidianità della vita egiziana e rendermi conto che era lo stile di vita che stavo cercando.

Nel frattempo, mi ero organizzata intraprendendo un lavoro online in parallelo a quello da dipendente, che ho sviluppato fino a renderlo il mio primo lavoro. Penso che un lavoro online sia una delle pochissime attività che ti permette di muoverti portando con te il tuo lavoro, oltre a darti indipendenza economica e di tempo.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Non è stato facile fare il “salto”, parenti e amici non hanno accettato di buon grado la mia scelta, o meglio, si sono mostrati spaventati e preoccupati, soprattutto trattandosi di un Paese musulmano e, quindi, con una cultura molto differente dalla nostra. C’era anche il discorso di lasciare un posto fisso, che rimane ancora un miraggio e una prerogativa nella nostra mentalità.

Il desiderio di cambiare vita, tuttavia, era troppo forte, tutte le cose s’incastravano come fossero strane coincidenze e mi mandavano il messaggio che quella era la scelta giusta da fare, così ho preso il volo!

Emanuela Ripamonti Egitto

Perché hai deciso di vivere proprio a El Quseir?

La scelta di vivere nella città di El Quseir è stata determinata dal fatto che il mio compagno è di qui e avevamo quindi l’opportunità di avere casa nostra e la vicinanza della sua famiglia, che peraltro mi ha accolta benissimo.

Com’è stato il primo periodo di vita lì?

Il primo periodo per me è stato magico, era tutto nuovo, affascinante e, inoltre, lo vivevo con la persona che amo, per cui anche le difficoltà o le diversità di vita erano sfide entusiasmanti! Vivere con poco, sempre con le infradito ai piedi, aprire la finestra al mattino e vedere il sole tutti i giorni nonché poter andare al mare ogni volta che si vuole sono elementi di una vita sognata da molti.

Hai avuto qualche difficoltà ad ambientarti?

Non ho avuto particolari difficoltà ad ambientarmi qui, se non qualche sguardo curioso ogni tanto e bambini e bambine che ti salutano con “Hello! What’s your name?” e non hanno vergogna a chiederti soldi…

È stato anche un privilegio per me, donna europea, andare a vivere in una casa egiziana, sopra la famiglia del mio compagno. Viviamo come una grande famiglia e condividiamo spesso la colazione o il pranzo.

Mangiare con una famiglia egiziana è un’esperienza che consiglio a tutti: si pranza o cena per terra, da piatti unici da cui ognuno prende la sua porzione direttamente con le mani o con il pane arabo a mo’ di presina. Si condivide veramente tutto ed è proibito essere schizzinosi!

Qual è, secondo te, uno degli errori più comuni che commettono gli italiani che si trasferiscono in Egitto?

L’errore che commettono in molti è pensare che, abitando qui, si viva una vita sempre in vacanza, con tutti i comfort e le abitudini che abbiamo in Italia, e che basti veramente nulla per mantenersi o trovare un lavoro.

Non è proprio così, ogni Paese, quando ci vivi, mostra i suoi lati belli ma anche le sue difficoltà e contraddizioni.

Dico sempre a chi rimane stregato (perché l’Egitto strega davvero!) da una vacanza in un resort e vuole trasferirsi qui, che la vita egiziana è molto diversa dalla magia di profumi, colori e comodità che offre un resort e, magari, di prendersi un po’ di tempo facendo avanti e indietro dall’Italia prima di compiere una scelta così importante e fare il salto di venire a vivere qui!

Emanuela Ripamonti Egitto

Quali sono i fattori che possono rendere l’adattarsi al Paese un po’ difficile?

Prima di tutto c’è da considerare la religione musulmana, che in questi Paesi è una vera e propria legge e che, a differenza della religione nei Paesi occidentali, regola totalmente la vita delle persone. Ecco perché le differenze tra noi occidentali e i locals possono sembrare abissali e a volte fanno paura.

Quali sono, invece, i pregiudizi più diffusi sull’Egitto?

Devo ammettere che io stessa avevo tanti pregiudizi sul mondo musulmano, che spesso ci viene mostrato come pericoloso ma, avendo un confronto e dialoghi molto approfonditi con il mio compagno, ho dovuto ricredermi su molti aspetti della loro religione, che peraltro ha caratteristiche e origini in comune con la religione cristiana. Sono convinta che una convivenza dei due mondi sia possibilissima, se non addirittura arricchente per entrambi, tanto è vero che io vivo in questo Paese ancora molto tradizionalista mantenendo la mia religione e i miei usi e costumi.

Cosa consiglieresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Il rispetto, ovviamente, è una cosa fondamentale quando ci si trova a vivere in un Paese che ci ha accolti. Bisogna avere anche una certa dignità nell’abbigliamento, come se camminassimo per le nostre strade italiane. Purtroppo mi capita di vedere spesso turisti che girano per i bazar della città con un abbigliamento da spiaggia, non molto consono per queste zone.

In secondo luogo bisogna avere un po’ di spirito di adattamento. L’acqua dei rubinetti non è né potabile né chiara e pulita come la nostra, ogni tanto manca la corrente per ore e bisogna semplicemente attendere che ritorni attrezzandosi con pile o candele, non c’è l’ampia scelta di cibo che abbiamo noi in Italia e magari i prodotti non sono della stessa qualità. Anche le tempistiche sono differenti e la puntualità non è una caratteristica di questo popolo, quindi bisogna essere molto elastici.

Ci sono mai stati momenti in cui hai avuto qualche problema a capire gli egiziani o viceversa?

A volte ho trovato un po’ di difficoltà a capire i loro atteggiamenti e, se convivere con un uomo non è semplice, lo è ancora meno abitare con un uomo egiziano e musulmano!

Consiglieresti un trasferimento a El Quseir a chiunque ambisca a vivere in Egitto?

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Il mio consiglio per chi non è facilmente adattabile, nel caso volesse trasferirsi in Egitto, è di optare per città un po’ più “europeizzate” come Hurghada o Il Cairo, dove si possono trovare supermercati con prodotti italiani, scuole in lingua italiana e compound ossia villaggi con appartamenti in affitto o in vendita con tutte le comodità a cui siamo abituati.

Personalmente ho optato per vivere appieno una realtà completamente diversa da quella in cui ho vissuto per 50 anni e sono contenta della scelta fatta, anche se a volte mi mancano i piatti italiani o i divertimenti che offriva la mia città in Italia.

Come descriveresti El Quseir?

El Quseir è una città di 50.000 abitanti tipicamente egiziana e antichissima (risale al tempo dei faraoni ed è stata il primo porto importante del Mar Rosso). Nella zona più vecchia si trovano case costruite con pietra corallina e balconi in legno con le grate che permettevano alle donne di starvi senza essere viste. L’abbigliamento è quello tipico del mondo arabo, galabeya per gli uomini e abiti lunghi, tendenzialmente neri, per le donne, che hanno il capo sempre coperto.

C’è una comunità d’italiani lì? Ne fai parte?

Un tempo (dal 1914 fino al 1945) vi era una comunità di circa 100 italiani, originari di Agordo, che si erano trasferiti qui per lavorare nelle miniere di fosfati di proprietà del gruppo IRI e queste persone hanno lasciato parecchie testimonianze del loro passaggio: un porto costruito da loro, una chiesa cattolica ora copta e un cimitero dove si trovano ancora delle salme.

Cosa c’è da visitare a El Quseir?

Nella zona dei bazar, la tipica strada dove vengono portati tutti i turisti che vengono a vedere la città, vi è una fortezza ottomana costruita nel sedicesimo secolo dal Sultano Selim e occupata successivamente dalle truppe di Napoleone.

Vi è poi una zona nuova con case più “europee” ma sempre molto ampie e con grandi terrazzi, nel classico stile egiziano.

La vita però si snoda intorno al centro della città: negozi, mercati della frutta all’aperto, forni sulla strada con il profumo del pane caldo appena sfornato, scuole, moschee, banche, cliniche, farmacie… a El Quseir non manca nulla!

Meravigliosi i loro microbus, per la maggior parte un po’ scassati, che per la cifra di due lire egiziane ti portano ovunque per la città. Incredibili le loro motociclette che trasportano famiglie intere, con i bambini in braccio o nel cesto della frutta legato dietro… e che dire della viabilità? Non esistono regole, passa il primo che arriva, ma ci si accorda e ci si saluta con un colpo di clacson, non si adira nessuno.

La mattina è il momento che preferisco, la città dorme al sole, sono aperti solo i negozi di alimentari, i fruttivendoli e le farmacie. Quello è il momento perfetto per un tè sul mare (c’è un bellissimo lungomare dove si possono fare lunghe passeggiate), mentre al calar del sole comincia la vita, i negozi aprono verso le 17 e le strade si riempiono del chiasso dei clacson di moto e automobili di tutti i tipi e di tutte le età.

Ogni tanto la sera si forma un corteo lungo e chiassoso di macchine, con ragazzi che sfrecciano in moto facendo esibizioni e suonando a tutto spiano e bambini festanti sui motocarri… è un matrimonio che fa il classico giro della città prima di fermarsi sotto a uno dei tipici tendoni illuminati con musica ad altissimo volume, adibiti ai festeggiamenti che si prolungano fino a tarda notte.

Com’è una tua giornata tipo?

Qui la mia giornata tipo si svolge molto semplicemente. Lavoro online con uno smartphone o un pc portatile, per cui mi posso organizzare come meglio credo. Ogni mattina faccio una bella passeggiata sul lungomare, compro il pane fresco appena sfornato e poi, in genere, mi metto al lavoro in casa oppure trasferisco il mio “ufficio” presso un caffè sul lungomare che ha tavolini di fronte al mare e lavoro da li.

Il pomeriggio mi dedico alle commissioni, a volte ho persone a cui far visitare la città e, visto che qui il sole tramonta abbastanza in fretta, la sera di solito ritorno a lavorare online, anche perché non ci sono locali o attrazioni particolari di svago, soprattutto per una donna, a parte la pizzeria-ristorante da Marcello, dove si ritrovano gli italiani e altri turisti per un bel piatto di tagliatelle con il ragù, una pizza all’italiana o semplicemente per scambiare quattro chiacchiere bevendo un buon caffè espresso.

Ci sono anche giorni in cui il tempo è perfetto per il mare e quindi, indipendentemente da che giorno della settimana sia, mi dedico allo snorkeling.

El Quseir

Cosa si fa, a El Quseir, in ambito artistico, ricreativo e culturale?

A El Quseir la vita scorre davvero tranquilla, non c’è molto da fare. I bambini dopo la scuola giocano a pallone a piedi nudi per le strade sterrate, le donne sono in casa o camminano tra loro per commissioni o passeggiate con i bambini in braccio, mentre gli uomini alla sera sono spesso nei bar a fumare la shisha e a guardare le partite in tv. Non ci sono locali ricreativi o culturali mentre la città è artistica di per sé, con la sua storia e i suoi addobbi nel periodo del Ramadan, che ricordano un po’ quelli del nostro Natale.

Raccontaci meglio del tuo lavoro online…

Lavoro nel settore viaggi, sponsorizzo una piattaforma di viaggi online con prezzi all’ingrosso, con più di 2.000.000 di destinazioni in tutto il mondo e molti altri servizi tra cui voli, escursioni, crociere, trasferimenti, ecc. Si tratta di un lavoro che mi rende libera economicamente, che mi permette anche di gestire il mio tempo, nonché di scegliere dove vivere e di decidere come e quando lavorare. È un impiego molto gratificante sotto tutti i punti di vista!

Quali imprese pensi che possano funzionare bene in Egitto?

Le attività che si possono svolgere qui sono nel campo turistico oppure è possibile investire o avviare un’attività nel settore immobiliare. Non conosco, però, le regole e cosa comporta per gli italiani avviare un’attività tradizionale con le leggi egiziane. Per quanto riguarda il campo turistico la concorrenza è altissima e ho visto che, nella maggior parte dei casi, bisogna essere nel settore diving, una guida turistica o conoscere diverse lingue. In ogni caso, gli stipendi non sono per nulla paragonabili ai nostri ma sono di gran lunga inferiori e, anche se il costo della vita qui è molto più basso rispetto a quello italiano, è comunque aumentato parecchio.

Quali sono le differenze fra vivere in una grande città piuttosto che a El Quseir?

Probabilmente le grandi città offrono maggiori possibilità lavorative rispetto alla città dove vivo ma io posso descrivere solo questa realtà in quanto non ho mai avuto occasione di vivere altrove qui in Egitto, se non per un breve periodo a Marsa Alam.

Ho preferito avere un lavoro indipendente e libero, che mi permettesse di non avere vincoli e soprattutto di spostarmi o di poterlo svolgere anche nel periodo in cui rientro in Italia.

Parliamo di chi vorrebbe andare in vacanza in Egitto. Quali luoghi deve visitare “per forza”?

Qui la bellezza principale e l’attrazione essenziale è il Mar Rosso, con la sua barriera corallina e le sue spiagge da sogno, paradiso dei sub e di chi ama fare snorkeling. Per trovare attrazioni turistiche bisogna spingersi un po’ all’interno, nella magica terra del Nilo, patria dei faraoni e di tutte le inestimabili bellezze storiche dell’antico Egitto.

Hai qualche consiglio per i nostri lettori in merito al visitare le Piramidi e gli altri luoghi storici?

Un consiglio che posso dare a chi desidera visitare questi luoghi storici unici nel loro genere è di farlo nei mesi non troppo caldi, quindi eviterei quelli da giungo a settembre. Suggerisco, poi, di prendersi il tempo necessario per i tours, in quanto l’Egitto ha delle distanze enormi da coprire e bisogna considerare anche i tempi per gli spostamenti, oltretutto non sempre agevoli. Sarebbe meglio affidarsi a persone esperte che organizzano piccoli gruppi con tour personalizzati, di modo da poter vedere anche posti meno turistici e non rischiare i classici gruppi numerosi denominati “stress tour”.

El Quseir - egitto

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Posso dire che sono veramente felice della mia scelta di vita! Non tornerei assolutamente indietro e, se potessi farlo, lo farei solo per partire prima!

Quali sono state, finora, le gioie e le soddisfazioni più grandi?

Le mie soddisfazioni e gioie più grandi sono state quelle di aver finalmente realizzato la vita che sognavo, libera da convenzioni e pregiudizi e di essere stata in grado di rimettermi in gioco all’età di 50 anni. Ho avuto l’opportunità d’incontrare, conoscere e vivere una cultura che, nel nostro mondo occidentale, mette spesso paura, superando i miei limiti mentali, scoprendo che culture diverse possono benissimo convivere e, anzi, possono perfino arricchirsi l’un l’altra.

Cosa ti manca di più dell’Italia?

L’Italia è un Paese che amo, il mio sangue è italiano. Questo non lo posso e non lo voglio rinnegare. Del mio Paese mi manca tantissimo il cibo, la cucina italiana è la migliore del mondo! Mi mancano la pioggia, le stagioni con le loro diversità e anche la musica, visto che sono musicista e cantante.

Progetti futuri?

Ho tanti progetti futuri, ho ricominciato a sognare, a pianificare viaggi e obiettivi! Auguro a tutti di avere il coraggio di fare il salto che desiderano, di cambiare ciò che vogliono e di non smettere mai di sognare. I rimpianti sono la cosa peggiore che vi possa capitare.

Vi aspetto in questa magica terra, la “madre di tutte le terre”!

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