Dario: non escludo di rimanere a Malta per sempre
A cura di Maricla Panncchia
Possiamo dire che Dario è arrivato a Malta a suon di musica, dati i numerosi anni trascorsi a Roma a lavorare come DJ. Quando l’Italia ha cominciato ad andargli stretta per via della situazione lavorativa stagnante, Dario è partito per lavorare sulle navi da crociera ma, complice la pandemia, ha dovuto fermarsi e reinventarsi.
Ecco che il ragazzo si è ricordato di un Paese visitato diversi anni fa, che gli aveva lasciato dei ricordi molto positivi, Malta. Dopo aver fatto delle domande a degli amici che già vi vivevano da tempo, e armato di quello spirito curioso che gli ha impedito di avere chissà quale paura, Dario è partito per questa nuova avventura.
Adesso egli lavora come Payment Agent in una società di Igaming e si gode le bellezze dell’isola. “Qui la burocrazia è semplice ed efficiente, se devi fare qualcosa non sono necessari mille giri”, racconta Dario, “E anche la sanità è molto buono. Ci sono degli health center a poca distanza l’uno dall’altro”.
Alla domanda se continuerà a vivere a Malta, Dario non lo esclude, in primis perché l’isola non è poi così lontana da un’altra isola, quella del suo cuore, la sua natia Sicilia, e poi perché “quando inizi a guadagnare cifre dignitose, è difficile tornare indietro”.
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Ciao Dario, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Sono Dario e vengo dalla Sicilia, anche se l’ho lasciata molto presto, all’eta’ di 18 anni. Mi trasferito a Roma per l’università e ci sono rimasto per i successivi 18 anni quindi si potrebbe dire che sono mezzo romano acquisito. Dopo l’università, infatti, ho iniziato là le mie prime esperienze lavorative.
Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia?
La situazione lavorativa stagnante: quando sono arrivato a Roma nei primi anni 2000 si respirava un’aria di opportunità che è andata scemando nel decennio successivo, finché non mi sono ritrovato a guadagnare piu’ dal mio hobby (faccio il DJ) che dai normali lavori sempre più difficili da trovare.
Come mai hai deciso di andare proprio a Malta?
In verità la prima scelta per cui ho lasciato Roma è stata un’opportunità lavorativa sulle navi da crociera, avevo bisogno di un’esperienza internazionale dato che sono sempre stato abbastanza esterofilo, soltanto che dopo il primo contratto, a pochi mesi dal mio sbarco, è iniziata la pandemia e tutte le crociere sono rimaste ferme per mesi. Da lì ho iniziato a valutare Malta, posto in cui ero stato in vacanza da giovanissimo e che mi aveva lasciato delle buone sensazioni.
Avevi delle paure prima di partire? Se sì, si sono rivelate vere o con il senno di poi le reputi “esagerate”?
Paure mai, sono curioso di carattere e mi piace buttarmi nelle nuove situazioni, poi comunque non lo reputavo un posto totalmente nuovo e ho chiesto più info a degli amici che ci vivevano in pianta stabile da anni. Adesso sono già quasi al terzo anno qui.
Di cosa ti occupi?
Al momento lavoro in una società di Igaming come Payment Agent. Si può dire che qui le Igaming sono le società con maggiore attrattiva lavorativa quindi sono molto soddisfatto di essere riuscito a farne parte.
Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?
Nulla di tragico, riguardo agli amici ne ho alcuni che lavorano già all’estero e che sono contenti della mia scelta. Per quanto riguarda la famiglia paradossalmente mi viene più immediato tornare a casa in Sicilia da qui che da Roma, ma ovviamente sarebbero contenti se tornassi a lavorare in Italia.
Ti vengono a trovare oppure sei tu a tornare in Italia?
Sono principalmente io a tornare, soprattutto nei periodi festivi, ma in generale con il lavoro che sto facendo ho la possibilità di organizzarmi meglio anche negli spostamenti poiché abbiamo l’opzione di lavorare anche da remoto.
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Com’è la tua vita quotidiana?
Non ho una routine ben precisa perché mi piace fare diverse cose: un giorno passeggio in riva al mare per prendere sole e aria fresca, un giorno mi alleno, un giorno sto a casa a sentire nuova musica in cuffia o a guardare serie tv e film… sono ancora un animale notturno quindi non mi dispiace andare in giro per locali quando posso, perché l’atmosfera del club mi è rimasta dentro, dopo tutti gli anni passati a Roma facendo il DJ.
Come sei stato accolto dalla gente del posto?
Di Malta, nonostante la grandezza esigua, mi ha impressionato la totale multiculturalita’che si trova soprattutto nei posti più rinomati e centrali, ma ho vissuto diversi mesi anche in posti più locali, abitati soltanto da maltesi e devo dire che sono stati accoglienti. In fondo noi italiani siamo quasi loro cugini. Molti di loro, soprattutto gli over 35, parlano italiano perché in passato non avevano emittenti televisive proprie e guardavano i canali italiani, quindi sono cresciuti con i cartoni animati che tutti conosciamo e hanno imparato l’italiano dalla TV.
Come funziona la burocrazia a Malta, non solo per andarci a vivere ma anche per le esigenze di tutti i giorni?
La burocrazia è molto snella, essendo un’isola non grandissima i posti in cui fare documenti e tessere varie sono ben strutturati e organizzati per accogliere le varie richieste.
E la sanità?
Anche la sanità ha un’ottima organizzazione e gli health center sono parecchi e sparsi in ogni quartiere, quindi se hai bisogno e magari ne trovi uno con un po’ di coda sai che a distanza di 10 minuti ce n’è un altro e così via.
Quali sono i luoghi che, secondo te, bisogna vedere “per forza”?
Malta si può visitare davvero in 3-4 giorni, parlando dei posti più turistici. Da vedere sicuramente la capitale Valletta, poi c’é Mdina detta “the silent city” che consiglierei soprattutto al tramonto e ci metterei anche le 3 cities, 3 città antiche visitabili insieme con un giro sul trenino. Andando più verso Nord c’é la blu lagoon nell’isolotto di Comino, in cui si possono fare escursioni e immersioni subacquee e altre spiagge come Golden Bay, molto apprezzate poiché sabbiose. Verso Sud invece ci sono altre belle spiagge ma più rocciose, come la famosa St. Peter’s pool, una sorta di piscina naturale nota per fare i tuffi.
Hai avuto modo di scoprire posti sconosciuti ai più che consiglieresti?
Ci sono bei posti paesaggistici poco battuti dai turisti soprattutto nella zona Sud – Ovest. Dovessi nominarne un paio direi Fisherman’s cave, che è un posto veramente sperduto con un panorama mozzafiato, e Ghar Lapsi che invece è una piccola spiaggia di roccia dove incroci soltanto maltesi, zero turisti.
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La comunità italiana a Malta è nutrita? Ne fai parte?
Gli italiani sono molti e spesso, andando in giro, senti parlare italiano. Parecchi locali e ristoranti infatti sono gestiti da italiani ma ne ho conosciuti molti anche tra i colleghi a lavoro, oltre a quelli che conoscevo già. E pure il turismo italiano qui lo trovi 365 giorni l’anno quindi è facile conoscere gente che viene qui per il weekend partendo da qualsiasi regione d’Italia.
Che consigli daresti, anche dal punto di vista burocratico, a chi vuole trasferirsi a Malta?
Come ho accennato in precedenza non c’è particolare sbattimento da questo punto di vista: per chi si trasferisce basta recarsi nell’apposito ufficio con i documenti italiani e l’assunzione lavorativa per farsi rilasciare la resident card, che arriva direttamente al proprio domicilio dopo alcune settimane. C’è anche da fare l’iscrizione all’AIRE, associazione italiani residenti all’estero, che serve per eventuali servizi consolari tipo rinnovo patente o documenti ed eventuale calcolo dei contributi pensionistici, ma ripeto, è tutto molto istantaneo, senza fare mille giri.
Pensi che sia facile, per un italiano, trovare lavoro a Malta? In quale settore?
La cosa molto positiva di Malta è che ti dà la sensazione di poterti reinventare sempre, a qualsiasi età. Senti di essere considerato e di avere un valore spendibile sul mercato, cosa che purtroppo in Italia è venuta sempre meno. Per trovare lavoro qui sicuramente bisogna avere un qualche tipo di background lavorativo e un ottimo inglese, a meno che non si voglia partire con lavori molto basici. In generale posso dire che le aziende sono molto reattive e, inviando CV, si hanno sempre dei responsi.
Conti di rimanere a vivere lì “per sempre”?
Pur mancandomi il mio Paese direi che non lo escludo, sia perché non mi sento particolarmente distante da casa, sia perché, quando ti abitui a guadagnare cifre “dignitose”, difficilmente torni sui tuoi passi.
Per seguire e contattare Dario:
Instagram: @dariog.it