Dana: a 51 anni, mi sono trasferita da sola a Parigi

A cura di Maricla Pannocchia

Con una vita difficile alle spalle, trascorsa per più di 50 anni a Roma, a un certo punto Dana si è ritrovata da sola e, rimboccandosi le mani, ha cominciato a cercare lavoro. “Avevo 46 anni, mi sono adattata a fare quello che trovavo” racconta la donna, “Del resto, a quell’età, si è considerati ‘vecchi’ da qualsiasi datore di lavoro.” A chi sogna di trasferirsi all’estero, la donna ricorda che ci sono Paesi in cui, a differenza dell’Italia, l’età anagrafica non è così importante ma i datori di lavoro guardano alle competenze e alla voglia di fare.

“Poiché in Italia avevo lavorato principalmente in nero non avevo versato contributi” continua Dana, “Per fortuna, lo Stato francese non ti abbandona, anzi, io sono stata aiutata.” Adesso che è in pensione e che ha subìto un’operazione alla colonna vertebrale, la donna si dedica ai suoi hobbies, riempiendo così le proprie giornate, “In questa fase della mia vita, voglio riposarmi. Per arrivare qui, ho dovuto metterci molto del mio, tanta volontà e anche un pizzico di coraggio e incoscienza, ma ne sono soddisfatta.”

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Ciao Dana, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, sono Dana, una donna di quasi 70 anni. Sono italiana, ho vissuto a Roma per più di 50 anni e ho avuto una vita abbastanza complicata. Ho divorziato due volte e sono rimasta sola.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Quando sono rimasta sola avevo 46 anni e, quindi, ero già troppo vecchia per qualsiasi datore di lavoro però mi sono arrangiata a fare qualsiasi cosa fino a quando non sono riuscita a trovare più nulla. Ero davvero disperata, mi vedevo togliere anche i lavori più umili dalle extracomunitarie e le assistenti sociali non mi davano nessun tipo di aiuto…

Ti sei trasferita a Parigi a 51 anni. Come mai hai scelto proprio questa città?

Ho studiato il francese a scuola perché non c’erano più posti per l’inglese però la lingua mi piaceva e, nel ’70, sono anche andata a Parigi con la famiglia per visitare la città. Ci siamo fatti un bel viaggio in macchina alla scoperta della Francia.

Ho sempre avuto contatti tramite chat con amici francesi, fino a che uno, essendo al corrente di tutte le mie peripezie per la ricerca di un lavoro, non mi ha chiesto se avessi voluto provare a cercarlo qui in Francia.

Molte persone pensano che, superata una certa età, trasferirsi all’estero sia impossibile. Cosa diresti loro?

Forse io sono stata fortunata ma bisogna avere anche una certa dose di coraggio e magari d’incoscienza per trasferirsi all’estero quando non si è più giovanissimi. Penso che la cosa più importante sia credere in sé stessi e nella voglia di dimostrare che si può fare, nonostante l’età! C’è da tener presente (ed io non lo sapevo quando sono partita) che ci sono Paesi, a differenza del nostro, che tengono conto delle tue capacità, che valutano il tuo impegno e la tua voglia di lavorare, e non la tua età anagrafica.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Ho litigato con tutti! Madre, figlie e sorelle, tutte dicevano che ero una pazza però dopo si sono dovute ricredere e ora sono in pace con il mondo!

Come ti sei organizzato prima della partenza?

L’unica cosa che ho fatto è che sono andata nella mia città di nascita, Salerno, a prendere l’estratto di nascita con trascritti i divorzi e poi sono partita all’alba, caricando la mia macchina di tutto quello che sono riuscita a metterci dentro.

Ora sei pensionata ma di cosa ti occupavi prima?

Qui ho subito trovato lavoro come “agent polyvalente” nei licei. Dopo 4 anni di contratti a termine, alla fine ho fatto un anno di stage e dopo sono passata titolare del posto come “Agente della funzione pubblica”… e avevo 56 anni! Quando avrei potuto farlo in Italia?

Purtroppo tutti i lavori svolti in Italia erano precari o in nero e così, addio contributi! Il che vuol dire che ho potuto avere solo quelli francesi per i dodici anni che ho lavorato qui ma lo Stato francese non ti abbandona. Se prendi poco di pensione come di stipendio non ti fa pagare le tasse (nei primi anni, mi sono arrivati addirittura degli assegni di aiuti dall’ufficio delle imposte!), ti aiuta per l’affitto della casa, tramite la CAF, per la pensione minime se non ce la fai… le medicine e i trasporti sono gratuiti, anche in base all’età oltre che al reddito.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Sì ma non perché italiani, basta avere la buona volontà. Comunque, qui siamo molto più apprezzati che nel nostro Paese.

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

Sinceramente non sono molto al corrente delle richieste specifiche però so che il saper fare italiano è valutato molto bene in ogni settore.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

È vero che qui la vita è cara ma, se guardiamo al Nord Italia, nello specifico, a una città come Milano, il costo della vita è più o meno come quello che c’è qui, solo che gli stipendi qui almeno ti fanno vivere. In Italia, non sempre si riesce a sopravvivere!

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

Ultimamente stanno rincarando un po’ dappertutto. Nei supermercati bisogna saper trovare i prodotti più economici. Per quanto riguarda la benzina, so che è un po’ più cara che in Italia, ma non ho la macchina, quindi, non posso essere precisa.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Nulla di particolare, abbiamo gli stessi diritti dei francesi. Apparteniamo all’Europa, quindi servono i soliti documenti per dimostrare chi sei, la nascita, eventuali divorzi o matrimoni, poi, a seconda del lavoro che si svolge, chiedono il certificato penale, ma questo succede anche da noi. Io, per il mestiere che ho svolto, non ne ho avuto bisogno.

Come ti sei mossa per cercare un alloggio?

All’inizio sono stata ospitata da quella persona conosciuta in chat ma, una volta trovato il lavoro, ho subito preso contatto con l’assistente sociale della regione, di cui ero dipendente, e ho richiesto con urgenza un alloggio.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Posso parlare degli alloggi sociali. Sui 40mq circa (due stanze e servizi) costano circa 450 Euro mensili. Quelli privati sono molto più cari. Un alloggio simile al mio può superare facilmente i 1000 Euro il mese!

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Abbastanza bene però, appena arrivata, non ho avuto moltissimi contatti con i locals. Con il tempo, ho cominciato a conoscere meglio qualcuno ma io sono una tipa solitaria. Anche quando vivevo a Roma non ho mai avuto tante amicizie.

Com’è una tua giornata tipo?

In questo momento, dato che sono in pensione, sto cercando di riposare il più possibile e mi dedico alle mie attività preferite: uncinetto, ferri, libri, puzzle, giochi al computer e guardo la televisione… insomma, non mi annoio.

Purtroppo la mia salute non mi permette di fare molte passeggiate, cosa che mi piacerebbero tanto. Sono stata operata alla colonna e ho molte difficoltà ma, fino a che riesco a essere indipendente, non mi lamento.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

Sinceramente ho avuto un solo episodio sgradevole di razzismo nei miei confronti da parte delle mie colleghe sul lavoro e questo perché non ero né araba, né nera e né musulmana. Anche se mi hanno fatto del male, non le ho considerate più di tanto!

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Riconoscimenti e apprezzamenti sul lavoro e nei miei hobbies.

C’è una comunità d’italiani? Ne fai parte?

Sicuramente ci sarà ma non ne faccio parte.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Il mio consiglio è di non scordarsi la nostra cultura o le nostre abitudini ma di non cercarle qui. Suggerisco anche di provare ad adeguarsi e di prendere con positività e gioia ogni conquista fatta per migliorare il proprio stile di vita.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Soprattutto di non cercare, ad esempio, piatti italiani, ma provare quelli del posto. Andare a vedere e conoscere tutta l’arte dei luoghi più belli e famosi di Parigi, per completare la nostra conoscenza con quella italiana. Chi viene con i bambini può andare a Disneyland Paris, ai piccoli piacerà molto. Io, purtroppo, non ci sono mai andata.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

No. Ogni esperienza, sia positiva sia negativa, mi ha aiutata a essere quella che sono oggi.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato ad accettare quello che la vita mi dà, anche se, per arrivarci, devi metterci tanto del tuo, tanta volontà e tanto coraggio!

Progetti futuri?

Andare a fare qualche vacanza in Italia.

Per seguire e contattare Dana:

E-mail: dn.cappello@gmail.com