E non poteva essere diversamente, visto che ha rotto con l’Italia per amore.  “Ho deciso di trasferirmi qui – spiega – perché mi sono innamorata di un egiziano, che oggi è mio marito, conosciuto in vacanza. Saremmo rimasti in Italia, se lì avessi trovato un impiego dignitoso e la vita non fosse tanto cara. Anche se, dopo dieci anni di vacanze qui, dell’Egitto mi ero proprio innamorata”. Nella città del Mar Rosso, rinomata meta turistica, Cristina aiuta gli stranieri a cercare e comprare casa.

 Hurghada

Ma com’è? “ Hurghada  – dice – colpisce per il suo fascino mediorientale e i profumi delle spezie, l’odore salmastro e le tonalità azzurro  – verde – celeste del mare, che contrastano con la sabbia del deserto. Questa’ città e’ carica di contrasti: ricchezza e povertà, storia e tecnologia, aridità desertica e fondali multicolori, modesti villaggi e lussuosi hotel. E’ una città con varie zone: quella vecchia (El Dahar), brulicante di egiziani, quella più moderna (Sheraton Road) con hotel, locali, luci sfavillanti. E poi c’è quella più recente, costruita dieci anni fa, che si chiama Village Road o Esplanada, lunga circa sei chilometri, ricca di palme, locali alla moda, bazar, alberghi bellissimi e spiagge. L’ultima zona e’ senza dubbio la più pulita. Lì è bello passeggiare la sera, senza sentire i clacson dei taxi ogni secondo. Si deve sapere che le auto gialle in Egitto sono ovunque. Ti seguono e ti inseguono!

E’ una città anche sicura. “Gli scontri di gennaio – aggiunge- li abbiamo visti in tv. I problemi si sono avuti solo nella capitale, che dista circa cinquecento chilometri, sei ore di pullman o auto”.

E veniamo al capitolo sanità. “Qui ad Hurghada – racconta Cristina – ci sono ospedali per egiziani e ospedali per europei, cliniche all’ avanguardia, ma tutte a pagamento. Costano pochissimo per noi europei. Per una visita privata si spendono circa dieci 10 euro. (70 pound). Per interventi importanti, e’ meglio andare in Italia. Poi, niente da eccepire”.

Microcriminalità? A sentire l’italiana, la polizia e’ ovunque e questo fa sentire le persone protette. “Non ho mai trovato in Italia – afferma- né in altri Paesi, città dove mi sentissi tanto tranquilla. Puoi girare di notte per le vie, non ti succede nulla. E’ ovvio, parlo di Hurghada. Il Cairo è una città meno sicura”.

 Hurghada

Per Cristina tanti sono i posti da non perdere. Consiglia: escursioni di mare, senza dubbio, sull ‘ isola di Giftun. Una giornata nel paradiso terrestre. Sharm El Naga, spiaggia protetta, l’ ideale per fare snorkelling. Poi tour con la moto nel deserto e la visita a El Gouna, una città costruita circa quindici anni fa ed ora meta di vip”. Cristina vive benissimo nella città egiziana. Però, dice: “Non lasciate tutto in Italia! Cercate, se potete, di venire qui per qualche mese. Il tempo necessario per conoscere la città. Da turisti l’ impressione e’ diversa”.

Ma perché, ci sono tanti lati negativi? “Beh- replica- ce ne sono. Alludo alla lentezza degli egiziani. Se avete bisogno di un elettricista, dovete aspettare mesi. Anche negli appuntamenti e’ così. Poi, nei lavori di casa, scordatevi le rifiniture italiane. Non c’e’ verso di farli cambiare. Neanche se vi arrabbiate. Altro tasto dolente, il cibo. Ci sono tanti prodotti importati, ma costano troppo. Per la carne è difficile trovare i tagli che abbiamo noi. Dimenticate i nostri formaggi e i nostri vini. Io me li porto dall’Italia”.

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Ma c’è lavoro? “Ultimamente no – risponde- dopo quello che e’ successo a gennaio, aspettiamo che le cose cambino. L’Egitto, si sa, vive di turismo, che, però, ha subito un calo del 40%. Tanti egiziani non hanno più un impiego e non riescono a sfamare la famiglia. Tanti gli europei che lavorano di turismo e hanno dovuto rallentare. Lavorano parecchio i titolari di bar italiani e di supermercati”.

Sembra che siano tanti i connazionali. “Ma – fa sapere – siamo un po’ divisi a gruppi, non ci conosciamo tutti. Abbiamo un punto di ritrovo, un bar gestito da una coppia di italiani, Federica e Carlo, che ci deliziano con il gelato artigianale, il caffè italiano e i loro piatti tipici. Sono di Pescara. Gli italiani, comunque, sono accolti bene dagli egiziani, che non sopportano i russi!”.

Il clima? E’ secco, quindi molto gradevole. “Sole tutto l’anno – spiega- tranne qualche volta. Per tre – quattro giorni, l’anno c’è una pioggerellina, che dura pochi minuti”.
In genere la vita non e’ cara. Cristina e suo marito ogni mese spendono circa 400  euro, per tutto . “Luce ed acqua – aggiunge- costano poco, non ci sono tasse, non si pagano il bollo auto e l’assicurazione. Con un euro compri quattro litri di benzina. Costa poco anche aggiustare l’ auto. Il caffè è caro: una tazzina costa un euro.

 Hurghada

Cucina egiziana? “A chi non piace il Kebab?- risponde- Be’ lo trovate ovunque. Un panino costa un euro! La mattina si può far colazione con full, tameya, felafel, piatti tipici a base di fave, polpettine di fave squisite (felafel). Ci sono tantissimi piatti tradizionali, come il maschi, rotolini di foglie di vite con ripieno di riso e verdure deliziose! La carne? La cuociono in acqua e poi la friggono a pezzetti. La mangiano con piatti di riso, verdure e salse come molokya o la tajna”.

Come vivono le donne? A sentire Cristina, al contrario di quanto si dice in Europa, in Egitto vivono in modo tranquillo. Nella maggior parte dei casi, sono loro che comandano. E non e’ assolutamente vero che mettono il burqa. Lo indossano solo in Arabia Saudita. Oppure qui in Egitto solo quelle che desiderano metterlo. Non c’è mai un’imposizione. Le donne non lavorano fuori casa. Per tutto il giorno e con calma preparano da mangiare, parlano con i parenti o i vicini di casa o fanno la spesa al Souq. Nelle feste, il venerdì e il sabato, la maggior parte delle famiglie va in spiaggia dal pomeriggio alla sera. E sono, è ovvio, completamente vestite. Usanze per noi strane? Non festeggiano il compleanno”.

Gli errori da non commettere arrivando dalle sue parti? “Credere – si affretta a dire- in connazionali, che propongano un lavoro redditizio. Ho constatato che gli italiani, mi dispiace dirlo, cercano di imbrogliarti. Succede spesso. Bisogna anche fare attenzione agli egiziani, se ti vedono arrivare con tanti soldi. Ti stanno dietro ogni giorno. Se volete informazioni scrivete sul forum di Hurghada http://hurghada.forumegypt.net”.

Dell’ Italia, a Cristina, mancano gli amici e i parenti, che sente tramite internet o via telefono. Torna per loro due volte l’anno, però dice: “Tornerei in Italia solo in caso di pericolo o se succedesse qualcosa. Sinceramente sto meglio qui!

A cura di Cinzia Ficco