Cristina: Berlino

A cura di Maricla Pannocchia

Originaria di Bergamo, Cristina ha seguito il suo ex nonché padre del suo secondo figlio quando i due erano ancora una coppia e questo si è trasferito per lavoro a Berlino. “Il settore del commercio, inoltre, in Italia non andava per niente bene già dal 2008” racconta la donna, che nel Bel Paese aveva una maglieria in cashmere e che, nella città tedesca, lavora nello stesso settore con la propria azienda.

Berlino, secondo Cristina, è una città di contrasti e il consiglio che la donna darebbe a chiunque volessi trasferirsi lì è quello d’imparare subito il tedesco, perché è necessario per ogni aspetto della vita. “Io, all’inizio, viaggiavo spesso e non rimanevo mai in città per i 4 mesi necessari per frequentare il corso di lingua” spiega Cristina, “tuttavia, se potessi tornare indietro, imparerei prima il tedesco.”

Adesso, Cristina vive con suo figlio in una casa provvisoria e racconta che “dopo la separazione la nostra casa (in cui siamo rimasti mio figlio ed io mentre il mio ex ne ha trovata un’altra) si è incendiata. Mio figlio ed io ci siamo spostati in una casa provvisoria e il mio ex, quando è finita la ristrutturazione, se l’è presa (era titolare del contratto). Il diritto tedesco non ci ha minimamente tutelati. In Italia il contratto sarebbe passato a me.”

Cristina Dezza Berlino

Ciao Cristina, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Cristina, ho 59 anni e da 10 anni vivo a Berlino. In Italia avevo una piccola azienda di maglieria in cashmere aperta nel 2002. Ho due figli e due ex. Dal 2017 ho una piccola azienda berlinese, sempre di maglieria in cashmere.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Alla fine del 2012 il padre del mio secondo figlio (che adesso ha 15 anni) ha trovato lavoro a Berlino come direttore di una fabbrica. Ai tempi, stavamo ancora insieme. A luglio 2013 ho deciso di seguirlo anche perché, dal 2008, il commercio in Italia è diventato un disastro.

C’eri già stata prima o ti sei buttata in questa nuova avventura a occhi chiusi?

No, non ero mai stata a Berlino prima del trasferimento, tuttavia, non direi che mi sono proprio buttata a occhi chiusi perché, come ho accennato, il padre del mio secondo figlio viveva già qui.

Quando ti sei trasferita avevi quasi 50 anni. Molte persone di quell’età hanno paura a lasciare l’Italia. Ti va di raccontarci di più della tua esperienza?

Non avevo paura perché il mio ex parla perfettamente tedesco. Nei sei mesi prima del trasferimento, quando venivo a trovarlo, stavo bene. In più, sono coraggiosa e mi piacciono le novità. Ho anche voluto dare un esempio ai nostri figli.

Lavorare a Berlino: scopri come nella nostra guida ✽

Di cosa ti occupi?

Gestisco la mia azienda.

Come funziona per aprire un’attività in proprio come italiani in Germania?

Non è difficile, funziona più o meno come in Italia. Bisogna recarsi da un notaio, dal commercialista ecc. L’azienda è sempre stata solo mia.

Pensi che la parte burocratica sia snella ed efficiente?

Sì, non ho incontrato difficoltà. Anche in Italia, in realtà, non ho mai avuto problemi.

Come ti sei mossa per far conoscere la tua maglieria?

Non è stato facile ma ho usato principalmente il passaparola. Nei primi anni ho mantenuto anche clienti italiani, sia privati sia negozi. Dal 2018 ho trovato una gelateria con un cartello “affittasi” e l‘ho presa subito. Ogni inverno, da 6 anni, sono nella stessa gelateria. Dallo scorso anno faccio pubblicità su un piccolo magazine di quartiere.

Che consigli daresti a un tuo connazionale che vorrebbe avviare una sua attività a Berlino?

Non saprei, credo che sia più difficile inventare qualcosa di nuovo. Secondo me bisogna seguire le proprie competenze e aspirazioni e non buttarsi alla cieca. Il mercato di questi tempi non perdona.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Io non dovevo aver nulla. Sapere la lingua aiuta molto, direi che è indispensabile e bisogna andare a scuola per imparare il tedesco.

Come ti sei mossa per cercare un alloggio?

Nel 2013 non era un problema. Il mio ex aveva un ottimo stipendio quindi abbiamo avuto la casa che volevamo. Adesso io sono senza casa e, da 3 anni, ancora non l’ho trovata. Dopo la separazione la nostra casa (in cui siamo rimasti mio figlio ed io mentre il mio ex ne ha trovata un’altra) si è incendiata. Mio figlio ed io ci siamo spostati in una casa provvisoria e il mio ex, quando è finita la ristrutturazione, se l’è presa (era titolare del contratto) . Il diritto tedesco non ci ha minimamente tutelati. In Italia il contratto sarebbe passato a me.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Credo che, in questo momento, la situazione sia abbastanza omogenea. Non esistono più le zone economiche, forse nemmeno fuori dal ring. I prezzi medi delle case continuano a salire, quindi è difficile essere precisi al riguardo. La cosa bella è che, se rientri nei parametri e hai un reddito basso, hai accesso alle case popolari (WBS) che difficilmente sono agglomerate. La maggior parte è mischiata con quelle a prezzo normale quindi potresti pagare circa 700€ il mese (comprese le spese extra, tipo quelle condominiali) e il tuo vicino di casa più di 2000€.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Molto bene.

Come descriveresti le loro vite?

I locals sono molto più orientati al cibo, all’andare al ristorante e al fare le vacanze, rispetto all’acquisto della casa, dell’abbigliamento e del corredo casa. Il mio è un prodotto di lusso e chi non ha problemi economici lo compra e va anche al ristorante e in vacanza.

Quali sono, secondo te, le differenze e i punti in comune fra lo stile di vita tedesco e quello italiano?

Difficile generalizzare. Il modo di educare i figli, così come il sistema scolastico, è diverso dal nostro. Anche la sanità è differente da quella nostrana. Le persone, come accennato, vanno più spesso in vacanza e, forse, sono meno conviviali di noi, anche se apprezzano gli inviti. In casa si tolgono le scarpe. Avere l’auto, generalmente, non è visto come qualcosa d’importante. Sono molto green però la raccolta differenziata si fa meglio in Italia. Belle le piste ciclabili. Un sacco di offerte vegane. Lo Stato, se sei in difficoltà economiche, ti aiuta (soldi per l’affitto Wohngeld, soldi per i figli, kindzuschlag, o soldi per mangiare, Jobcenter). Durante la pandemia gli aiuti sono stati tanti e concreti. Punti in comune, l’amore per il cibo e per l’Italia. Berlino in realtà non è molto tedesca, quindi non si può parlare di precisione, puntualità e rigidità. È troppo multiculturale. Siamo molto simili, in realtà. Ah, i tedeschi, secondo me, guidano da cani 

Pensi che sia necessario sapere bene il tedesco sin dall’inizio?

Sì, reputo sia fondamentale e, per me, è stato davvero difficile impararlo. Solo studiando e frequentando una scuola di lingua ci sono riuscita (non sono ancora ai livelli massimi). All’inizio viaggiavo troppo e quindi era difficile frequentare i corsi che, per ogni livello, durano circa 4 mesi.

Ci sono mai stati momenti d’incomprensione con i locals?

In realtà no. Sono bergamasca 

Cosa si fa, a Berlino, in campo artistico, ricreativo e culturale?

Beh, l’offerta è immensa. Degli aspetti che, secondo me, qui hanno molto valore sono il rispetto, il sostegno e la valorizzazione dell’arte, della musica e di tutto ciò che è artistico. Anche se una mia amica tedesca che ha vissuto a Bologna a lungo, mi ha detto che in Italia sono molto più bravi in tutto. Per esempio, nel teatro dell’opera siamo imbattibili. Ed io le credo.

C’è una community d’italiani? Ne fai parte?

No, ma ho tanti amici sia italiani sia tedeschi.

Com’è il clima lì?

Non molto diverso da quello di Bergamo. Il clima, quindi, è molto variabile però qui non ci sono catene montuose. Io amo il freddo ma, dal 2013, non ha mai fatto quel il freddo che avrei desiderato. Il mio umore non dipende dal clima atmosferico e il clima emozionale a me sembra molto positivo.

➤ Costo della vita, pro e contro e molto altro... Scopri come trasferirsi in Germania ! ✔

Puoi condividere con noi degli incontri con i locals o momenti di vita lì che ricorderai per sempre?

Quando ho scelto la casa in cui avremmo abitato. Le giornate al lago con mio figlio e i suoi amici (il mio preferito è lo Schlachtensee, vicino alla città). Il primo giorno di scuola di mio figlio alle elementari, qui è un giorno molto importante e festeggiato. Un’estate  in barca a vela nel mare a nord della Germania, nel 2019, con soli tedeschi. Io cucinavo e loro hanno molto apprezzato. Ci siamo andati due volte un paio di settimane e diversi fine-settimana.Quando sono arrivata da Bergamo e, pochi giorni dopo, ho scoperto di avere il Covid-19. Era il 9 Marzo 2020! Sono stati tutti molto preoccupati e solidali con me.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Consiglierei di godersi le cose belle che questa città offre e chiudere un occhio su quelle che possono non piacere. E, naturalmente, d’imparare il tedesco prima del trasferimento.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Suggerirei di girare la città in bici e di evitare: Alexanderplatz, lo zoo e Checkpoint Charlie. In più, io non amo i mercatini di Natale, ma solo perché non sopporto le folle.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare?

Come ho già scritto, una delle difficoltà principali è stata quella d’imparare le lingua. E, oh!, arrangiarmi senza il bidet 

E quali le gioie e soddisfazioni?

La capacità di farcela e di vivere discretamente in una città nuova e riuscire a essere felice. La meraviglia di vedere cose pazzesche ancora dopo 10 anni. Il contrasto tra il bello e ilbrutto. Berlino è una città ricca di contrapposizioni.

Ogni quanto torni in Italia e cosa ti manca di più del tuo Paese natale?

Prima tornavo molto spesso. Mi mancano gli amici e la famiglia. Anche se lontano dagli occhi, secondo me non sono lontani dal cuore.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Non si può, quindi, non ci penso. Tuttavia, se fosse possibile, imparerei il tedesco prima.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Tante cose. Tutte quelle che ho potuto imparare. Per esempio, ho imparato a stare in coda senza soffrire, a rispettare  i limiti di velocità e a usare i mezzi pubblici, anche se io continuo a preferire la bici e l’auto.

Progetti futuri?

Mi piacerebbe moltiplicare i negozi invernali così da avere un fatturato che copra tutto l’anno, lavorando solo nei mesi più proficui. Vorrei anche trovare una casa e, perché no?, un fidanzato tedesco.

Per seguire e contattare Cristina:

E-mail: cristinadezza@gmail.com

Sito web: perfiloepersegno.eu

Social: cristina dezza