La nuova vita di Cristian Matrundola

«Un giorno vorrei raccontare ai miei figli o nipotini che ho vissuto davvero e non ho mai accettato le zone di comfort». Cristian Matrundolo, 30 anni di Cassino, ha preso la sua vita in mano e ha deciso di giocare la sua partita più importante. Ricominciando in Svezia. Calciatore a livello dilettantistico e professionistico, dopo aver appeso le scarpe al chiodo, Cristian inizia a lavorare a bordo delle navi da crociera. In 4 anni e mezzo impara tanto: dal trattare con clienti di tutto il mondo all’ospitalità. Sette mesi fa decide di stabilirsi definitivamente a Malmö per essere indipendente e crescere professionalmente. «In Svezia si vive molto bene – spiega -, ci sono tante opportunità, ma il sole dell’Italia non si batte!». Leggi l’intervista completa!

Di Enza Petruzziello

Dal calcio ai fiordi della Svezia: la nuova vita di Cristian Matrundola

Dai campi di calcio alle navi da crociera, fino alla Svezia: Cristian Matrundola è un vulcano di energia e determinazione. Il trentenne, originario di Cassino, sette mesi fa ha deciso di stabilirsi definitivamente a Malmö, dopo aver lavorato 4 anni e mezzo a bordo della navi Costa Crociere.

Destination Shorex Manager per Baltic Gateway Group, è attualmente incaricato della preparazione complessiva e dell’effettuazione delle operazioni di escursioni a terra in vari porti in Norvegia. Nella sua – seppure breve – vita professionale si è sempre occupato di clienti ed escursioni in tutto il mondo.

La voglia di indipendenza, ma soprattutto il desiderio di crescere professionalmente lo ha portato a navigare verso rotte straniere. «In Italia – confessa – a 30 anni o sei troppo giovane oppure finisci per diventare troppo vecchio. Nessuno mi ha mai garantito una responsabilità così grande. Ma noi giovani abbiamo bisogno di prendere in mano la nostra vita e avere delle responsabilità perché altrimenti non cresceremo mai. In Svezia ci sono tantissime opportunità». Ecco la sua storia.

Cristian, come è nata la tua passione per il settore delle crociere e delle escursioni a terra?

«I miei primi viaggi in famiglia sono stati in crociera e ho amato tantissimo questa possibilità di trovarmi ogni giorno in un posto diverso. È stata mia sorella, che adesso è una Assistente Tour Manager di bordo, a darmi un’idea di cosa fosse la vita di bordo. Nel 2018 poi ho deciso di mandare il curriculum: non mi sentivo più a mio agio a casa ed era per me un periodo buio. Così ho scelto di prendere in mano di nuovo la mia vita e ripartire da zero. È stata la scelta più importante della mia vita».

Originario di Cassino, hai giocato anche a calcio in maniera professionale. Puoi raccontarci un po’ della tua carriera da calciatore? In che squadre hai giocato e quali sono stati i momenti più memorabili della tua esperienza nel calcio?

«La mia passione più importante! Sono stato in ambienti professionistici: nel Pescara Calcio quando avevo 16 anni, L’Aquila Calcio a 17 anni dove a volte ho avuto la possibilità di assaggiare un po’ di professionismo allenandomi con giocatori di Serie C e ho avuto qualche esperienza anche in Serie D con la Casertana Calcio, Sora Calcio e Budoni Calcio. Poi ho scelto di restare a casa, nel mio paese, visto che avevo il mio primo grande lavoro. Ho cominciato a vedere il calcio più come uno sport per stare con i miei amici e vicino alle persone che amo di più, che come una professione vera e propria».

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Dai campi di calcio al mare aperto, un bel salto per un giovane come te. Come sono stati gli inizi di questa tua nuova esperienza professionale?

«Mi è sempre mancato il calcio, inizialmente non ero convinto al 100% semplicemente perche non avrei visto più un campo. Il calcio mi ha aiutato a crescere in fretta perché già a 16 anni non ero con la mia famiglia e non ho sofferto come tanti altri la mancanza dei miei genitori e affetti. Gli inizi sono stati stupendi. Ho avuto un Manager eccezionale come Francesco Zolla di cui ho la massima stima e quello che sono ora a lavoro lo devo al suo modo di lavorare e al suo modo di rapportarsi con me e con il gruppo. Ho visto i migliori posti del mondo e ho fatto un grande salto di qualità a livello di esperienza. È un lavoro tanto bello quanto difficile, tanti posti stupendi in poco tempo».

Puoi condividere qualche aneddoto o esperienza significativa vissuta durante i tuoi 4 anni e mezzo a bordo delle navi Costa Crociere?

«L’esperienza più bella credo di averla vissuta nell’escursione per andare sul Corcovado in Rio De Janeiro. È sempre stato il mio sogno da bambino e vedere tante persone piangere per arrivare in questo luogo è stata una sensazione unica e da lì ho capito il valore del nostro ufficio e del nostro lavoro. Ma le esperienze stupende sono state tante, Burj Khalifa, Dubai, deserti, fiordi norvegesi, trekking nel mezzo di montagne sperdute nel mondo. Ma il Corcovado è il Corcovado».

Sette mesi fa, decidi di stabilirti sulla terraferma e trasferirti a Malmö, in Svezia. Qual è stata la motivazione di questa scelta? Che cosa della tua vita precedente ti andava “stretta”?

«Sentivo l’esigenza di iniziare a caricarmi di qualche responsabilità. Purtroppo, non ho avuto un mio responsabile negli ultimi mesi e ho preso una drastica decisione e questa è stata la cosa che mi stava più stretta. Volevo avere più responsabilità e non solo essere il più esperto. Costa, però, rimane la mia seconda famiglia, ho amici ed ex colleghi con cui tuttora ho ottimi rapporti».

Terza città più grande della Svezia, Malmö è una città vivace e giovane grazie anche alla sua posizione strategica di fronte alla capitale danese, Copenaghen. Come sono stati gli inizi qui? Conoscevi già la città o sei partito all’avventura?

«Ero venuto in vacanza con mia sorella a Copenhagen e poi a Malmö, ho apprezzato molto il fatto che, nonostante sia considerata una grande città, è molto vivibile. Ci sono parchi ovunque, e sembra di essere in campagna ma con i servizi di una grande città. Gli inizi sono stati difficili, le persone non sono aperte come quelle italiane ma ora mi sto ambientando. Sicuramente è un’avventura, ma è così che vedo la mia vita: oggi sono qui domani non so».

Dal calcio ai fiordi della Svezia: la nuova vita di Cristian Matrundola

Sempre ai primi posti nelle classifiche per la qualità della vita, la Svezia è uno dei paesi nord europei dove si vive meglio. Ma come si vive davvero qui? Penso alla qualità della vita, ai servizi, alla lingua, alle infrastrutture, al costo della vita?

«Si vive bene, tutti rispettano tutti. Tutti parlano inglese ed è una fortuna perché lo svedese è difficile. I servizi costano ma sono efficienti. Ci sono treni per l’aeroporto ogni 10 minuti, e treni per la stazione centrale ogni 10 minuti. Il costo della vita è alto ma lo stipendio è rapportato al costo della vita. Un affitto di un appartamento oscilla tra 1000 euro con il cambio. La mia fortuna è che ho 35 giorni di ferie: 25 vengono dati per legge, 10 invece sono parte del mio benefit. Un ottimo modo per poter viaggiare. È verissimo che si vive meglio. Ma il sole italiano non lo batte nessuno. Questo a lungo andare è una mancanza che personalmente percepisco, essendo del sud Italia forse anche di più».

Dal punto di vista burocratico quali sono i passaggi da compiere per chi vuole trasferirsi in Svezia?

«Una volta che sei dentro e hai un lavoro, esiste un ufficio chiamato Skatteverket dove ti spiegano tutti i passaggi da fare. Generalmente dai il tuo indirizzo di residenza a Malmo, la tua carta d identità italiana e dopo mesi ti arriva una nuova carta d’identità dove si dichiara che risiedi in Svezia, in seguito è possibile aprire un conto in banca. Colleghi il conto con la carta d’identità in modo tale da pagare un servizio chiamato SWISH. Si tratta di un metodo di pagamento basato su app ed è presente su tutto il territorio svedese».

A Malmö sei Destination Shorex Manager per Baltic Gateway Group. Di che cosa ti occupi precisamente?

«Siamo un marchio con vari “sottobrand”, che “sotto” non sono perché sono tutti alla pari. Lavoro come Destination Shorex Manager. Il mio lavoro è pianificare tutte le escursioni con le compagnie crocieristiche che decidono di lavorare con noi. Ad oggi, sono responsabile di porti importanti e famosi come Bergen, Hellesylt, Geiranger, Sortland, Skjolden e Kristiansund. Mi occupo di trasporto (bus, traghetti ecc), ristoranti, musei, guide ecc: sono io a pianificare e fare in modo che tutto vada bene dal primo all’ultimo minuto».

Che differenze hai riscontrato in ambito professionale – e non solo – rispetto all’Italia?

«In Italia a 30 anni o sei troppo giovane o finisci per diventare troppo vecchio. Nessuno mi ha mai garantito una responsabilità così grande. Ma noi giovani abbiamo bisogno di prendere in mano la nostra vita e avere delle responsabilità perché altrimenti non cresceremo mai. Qui la fortuna è che se vuoi lavorare ti danno la possibilità di farlo».

Quali sono le peculiarità e le sfide di organizzare escursioni a terra nei porti della Norvegia e del Baltico? C’è qualche destinazione particolare che trovi affascinante o che ti ha lasciato un’impressione duratura?

«Lavoro solamente per la Norvegia. È un posto unico, chi è appassionato di montagne e posti naturali deve assolutamente visitare questa nazione. È ricca di acqua, verde e con fiordi mozzafiato. È affascinante perché ho la possibilità a volte in estate di ispezionare e lavorare durante gli scali delle navi. Sicuramente non è come l’Italia. Non è piena di musei, ristoranti e ogni spostamento è difficile. C’è un’alta richiesta e molta competizione. Tanta domanda e non molta offerta. Ma sono qui e spero che sia così bravo da poter fare in modo che questa mancanza si senta meno. Un esempio lampante è che a volte anche per andare a 100 km di distanza c’è il rischio di dover prendere un traghetto, attraversare un mare, un fiordo con qualche battello».

Dal calcio ai fiordi della Svezia: la nuova vita di Cristian Matrundola

Qual è la tua filosofia nel trattare con una clientela internazionale e multiculturale?

«Di trattare le persone un po’ come se fossero i miei familiari. Dico la verità, Costa mi ha preparato molto bene e devo tanto alla mia ex azienda. Per me è importante che chi lavora con me sia sempre felice, quindi molte volte cerco di essere il meno formale possibile perché le persone che comprano questo tipo di esperienze devono sentirsi coccolate e devono essere felici. Soprattutto bisogna dare sempre i giusti consigli in base al tipo di ospite con cui ci si rapporta. Sicuramente con gli italiani mi è più facile e tutt’oggi ho dei bellissimi rapporti con gli ospiti di bordo con i quali condivido bei momenti anche a terra».

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Tornando alla tua vita da expat, come descriveresti il tuo rapporto con la Svezia fino ad ora? E con gli svedesi?

«Gli svedesi sono freddi ma sono persone squisite. Se non capisci la lingua svedese, in 2 secondi iniziano a parlare inglese. Sono fenomenali. In altri paesi non succede così. Ho girato molto e dico che in Svezia sono i numeri uno in questo. Al momento è una sorta di amore/odio. A volte sto bene e a volte sto male, anche perché 4 anni sono stato quasi sempre in mete supercalde. Poi come ho detto già, il sole manca per un po’ di tempo e io che vengo dal sud ne soffro».

In Svezia oltre a una nuova vita hai trovato anche l’amore, Alexa. Come è stato il vostro incontro e quando avete capito che eravate fatti l’uno per l’altra?

«Ho conosciuto Alexandra a bordo. Lei è una ballerina professionista. Ungherese, ha 29 anni. Nel mio penultimo contratto siamo stati insieme a bordo ma ognuno aveva la propria vita. Scherzando dopo che siamo sbarcati le dissi: “Perché non vieni a Roma? Sarò il responsabile di tutte le escursioni che faremo qui in zona”. Lei venne davvero nell’ottobre del 2022! E ora ha scelto di essere qui con me. È una ballerina spettacolare e ha anche un bel carattere. Ho capito fosse la persona giusta quando ha fatto la pazzia di prendere un volo e venire a Roma per vedere me (anche se lei dirà per vedere Roma)…».

Quali consigli daresti a chi come te sta pensando di trasferirsi all’estero per motivi di studio, lavoro ma anche semplicemente per cambiare la propria vita?

«Il mio consiglio è di valutare tutto: il tipo di lavoro, le condizioni meteorologiche, le possibilità di crescita, le condizioni di vita. Questo è tutto personale. Ma il consiglio più grande che posso dare è di non avere paura. Perche indietro si può sempre tornare. Un’esperienza all’estero va fatta anche per apprezzare di più il nostro paese».

Cristian Matrundola

Come è cambiata la tua vita da quando vivi in Svezia?

«Sono cresciuto tanto perché devo pensare a tutto davvero. A bordo non dovevo pensare altro che a lavorare. Qui sto curando il mio stile di vita, sto comunque facendo grandi esperienze tra Svezia e Norvegia. Non lo faccio per il curriculum, ma più per un’esperienza di vita. Un giorno vorrei raccontare ai miei figli o nipotini che ho vissuto davvero e non ho mai accettato le zone di comfort».

Sei molto giovane, ma hai già fatto tante esperienze. Come immagini il tuo futuro e che progetti hai?

«Nel mio futuro prossimo c’è sicuramente la laurea in Economia-Lingue e Mercati a febbraio/marzo. Spero un giorno, più in là, di avere un team tutto mio e poter lavorare nello stesso ambito e riuscire a fare tanti gruppi da portare in giro per il mondo. Alla fine, queste sono le esperienze che mi sono rimaste più impresse e cerco di riportare le stesse emozioni a tutti coloro che fanno parte della mia vita. Anche chi prende solo un caffè con me».

Per contattare Cristian ecco i suoi recapiti:

Mail: cristianmatrundola4@gmail.com

Instagram: https://www.instagram.com/cristianmatrundola/